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Autore: imakoala    01/05/2013    2 recensioni
Quando l'amore tanto disprezzato arriva e ti colpisce, come puoi rifiutarlo?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Un piccolo raggio di luce attraversò le persiane e puntò dritto sul mio viso addormentato. Mugolai, tirando su le lenzuola e girandomi dall’altra parte.
Poi mi stiracchiai e inspirai a fondo. C’era un odore strano… diverso.
Sapeva di cocco e mandorle, ricordava tanto l’estate, la spiaggia, le creme solari, il mare… Tutto il contrario del profumo di lavanda che accompagnava il mio risveglio ogni mattina.
Aprii lentamente gli occhi, notando per prima cosa le pareti azzurro mare, con i mobili bianchi e grigi, totalmente diversi dalle mie pareti arancioni e dai mobili color mogano.
Mi sedetti di scatto sul letto. Questa non era la mia stanza.
Alzai le lenzuola candide per scendere dal letto e , quando posai il piede a terra, notai la fasciatura. D’istinto battei una mano sulla fronte, arrecandomi un dolore pazzesco. Avevo un grosso bernoccolo proprio lì.
Mi venivano in mente solo alcuni sfocati ricordi della sera precedente.
La festa. Lui che baciava quella ragazza. Le lacrime pungenti che mi spinsero ad andarmene. Il cane che mi si scaraventò addosso. Poi una luce e infine un angelo biondo che mi portava in salvo.
Lo stesso angelo che stava entrando ora dalla porta, stringendo una tazza di ceramica in mano.
Mi girai sorpresa, verso di lui.
“L’angelo…” farfugliai, sbalordita.
Lui si mise a ridere, poi mi guardò dolcemente con degli occhioni blu, lo stesso blu delle pareti della stanza.
“No, mi chiamo Alex, e tu sei Miriss, vero?”
“S… si. Come sai il mio nome?”
“Diciamo che ti conosco  da un po’, ma tu non conosci me.”
Mi sfuggì solo un ‘oh’ sospirato, poi guardai in giro per la camera. Tutti i soprammobili, tante piccole conchiglie, stelle marine, c’era pure un piccolo faro sulla scrivania, che faceva da lampada. Appese ai muri c’erano varie foto, in molte di queste era rappresentato il mare.
Il mio sguardo si posò poi su di lui.
Aveva un viso né troppo rotondo, né troppo magro, una via di mezzo che lo rendeva carinissimo; un accenno di barba biondiccia sotto il mento, capelli biondo cenere che arrivavano fino alla nuca. Ma la cosa più bella di quel viso erano gli occhi.
Grandi occhi blu come il mare, occhi teneri, dolci , così profondi che potevi tuffartici per scomparire nella loro immensità.
Si sedette di fianco a me e mi porse la tazza.
“Vuoi del the caldo?”
“Si… Grazie.” Presi la tazza e iniziai a bere a piccoli sorsi.
Ci fu un lungo silenzio, ma lo ruppi.
“Grazie anche per avermi salvata da una morte atroce. Ti sarò debitrice a vita.”
In quel momento pensai che avevo anche un altro favore da restituire, anche se meno importante di ciò che Alex aveva fatto per me, ma comunque decisi di non dargli importanza, non gliel’avrei restituito.
“Figurati, è stato un piacere per me. Ti avevo vista alla festa e, dopo aver osservato ciò che aveva fatto il tuo ragazzo, ho deciso di tenerti d’occhio. Sai, la rabbia non fa fare cose molto sensate, tipo camminare scalza all’1 di notte da sola.”
Mi guardò la ferita ai piedi.
Io divenni subito seria.
“No, non lo è.”
“Cosa?”
“Il mio ragazzo. Lui non è il mio ragazzo.”
Poi mi venne in mente una cosa, mi alzai e corsi a prendere il mio cellulare.
“Ma sono le dieci e mezzo! I miei saranno preoccupatissimi!”
Mi misi le scarpe e feci per andarmene, ma la ferita mi faceva male, così mi sedetti sul letto.
“Non ti preoccupare, ho inviato un messaggio dal tuo telefono dicendo che dormivi da un’amica che era lì alla festa con te.”
Tirai un sospiro di sollievo.
“C’era anche qualche messaggio da ‘Francesco’ , ma per privacy non l’ho letto.”
Tracciai il dito sullo schermo per sbloccare il cellulare e andai nella rubrica messaggi. Ce n’erano tre.
Da: Francesco
Miriss? Dove sei? Ti avevo detto di restare seduta.
Da: Francesco
Dove cazzo sei? Sono due ore che ti cerco!
Da: Francesco
Me ne sto andando! Trovatelo sola il passaggio!
 
Aggrottai la fronte. Che razza di bastardo. Misi il cellulare nella borsa e sbuffai.
“Successo qualcosa?” mi chiese preoccupato.
“No, nulla, grazie. Potresti riportarmi a casa?”
“Certo.”
Si alzò ed andò nell’altra stanza. Nel frattempo io mi alzai, presi le mie cose e, a piedi scalzi, me ne andai nell’altra stanza con lui.
                                                                                       ***
“Grazie mille del passaggio!”
“Figurati, ci vediamo! Ciao!”
“Ciao.”
Salutai Alex, poi lui se ne andò.
Salii in casa zoppicante.
“Oh, ciao Miriss.”  Mia madre mi salutò dalla cucina.
La salutai a mia volta, poi mi chiusi nella mia stanza.

Mi fiondai sul letto e chiusi gli occhi. Sentii il mio cellulare vibrarmi in tasca. Lo presi e c’era un messaggio.

Da: Francesco
Si può sapere dove cazzo sei finita? Non ci si comporta così. Ieri eri con me alla festa e te ne sei andata lasciandomi solo.

Presa dalla rabbia digitai velocemente:

A: Francesco
Non mi pare tu fossi solo, stavi così bene in compagnia della tua amica.

Attesi risposta, ma non arrivò nessun messaggio.
Stizzita buttai il telefono sul comodino e mi andai a fare una doccia scaccia-pensieri.

                                                                                        ***

Dopo essermi avvolta nel mio morbido accappatoio, andai in camera a prendere i vestiti.
Non prestai molta attenzione allo schermo che lampeggiava: sapevo chi era e sapevo che non volevo sentirlo.
Dopo un po’ sentii suonare a casa, così mi misi in fretta un paio di pantaloncini ed una canotta e mi affacciai.
Era lui.
“Scendi, devo parlarti, ti prego!” urlò dal marciapiede.
“No!”
“Ti prego! Perdonami!”
“Come potrei dopo ciò che hai fatto?”
“Almeno scendi e parliamone a quattr’occhi!” urlò per l’ultima volta.
Io entrai in casa e, con molta calma, andai a mettermi le scarpe. Volevo farlo aspettare ancora un po’.
Dopo una decina di minuti scesi.
“Quindi?” il mio tono era freddo e distaccato.
“Ti prego, perdonami. Non sapevo cosa facevo, è stata lei a venirmi addosso, te lo giuro.”
Si mise la mano destra sul cuore ed alzò la sinistra, come segno di giuramento.
“Si, ed io ho un unicorno che mangia zucchero filato nel mio armadio.”
Risposi in modo sprezzante.
Lui mi guardò male. Restammo così per un po’ di tempo, io a braccia incrociate, imbronciata. Lui che stringeva i pugni e guardava per terra.
Poi lo sentii singhiozzare, girai lo sguardo su di lui: aveva gli occhi lucidi e delle lacrime minacciavano di scendere.
“Io ci tengo a te, più di ogni altra cosa. Sono stato un coglione, lo ammetto, ma non voglio perderti per una cazzata che ho fatto mentre ero ubriaco.”
Sembrava dispiaciuto, molto. Io feci la dura ancora un po’, ma mi si scioglieva il cuore a vederlo in quello stato.
Sono fatta così, voglio sembrare dura e fare l’arrabbiata, ma non ci riesco, perché dentro mi dispiace.
Lui si avvicinò ad abbracciarmi ed affondò il viso tra i miei capelli.
“Perdonami… ti prego.” Sussurrò tra i singhiozzi.
Basta, non reggevo più. Lo abbracciai stretto.
“Si.”
Si allontanò leggermente per guardarmi il viso, con gli occhi sgranati.
“Si cosa?”
“Si, ti perdono.”
Lui mi prese il mento e posò le sue morbide labbra sulle mie, lasciandoci un leggero bacio. Poi mi abbracciò di nuovo.
“Grazie, non lo farò più.”
Lo speravo. Lo speravo con tutto il cuore.




YOOOOOO

Allora, a quanto pare abbiamo conosciuto Alex, il nostro angelo che ha salvato Miriss dal diventare la cena di un cane randagio (povera cucciola 
), ma che ruolo ha lui in tutta questa faccenda?
Però poi vediamo anche una parte 'pentita' di Francesco. Lui si scusa, promette di non farlo più ma... come si dice, il lupo perde il pelo ma non il vizio, no? Beh, staremo a vedere cosa succederà uu
-Lo so che avrei dovuto scrivere il settimo dopo quattro recensioni, ma a quanto pare la storia non piace così tanto, perciòòò continuo solo per quelle poche/i che la leggono  Vorrei solo dirvi che vi ringrazio moltissimo, sia chi recensisce, sia i lettori silenziosi, sia chi aggiunge tra preferite/seguite. Se volete postare una recensione qua sotto (e non là sopra) siete liberi di farlo e sapete che avrete aggiunto un sassolino nel mio carretto della felicità. 


Sia io che il mio unicorno che mangia zucchero filato nascosto nel mio armadio vi vogliamo bene.

imakoala. ❤
   
 
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