Fanfic su artisti musicali > Austin Mahone
Segui la storia  |       
Autore: Smash_    01/05/2013    7 recensioni
-Stupido tram, stupido tram, stupido tram, stupido tram, STUPIDO TRAM- impreco, contro il tram che quella mattina era partito prima del previsto.
Ora sto correndo come una pazza per evitare di arrivare in ritardo a scuola, che tra l’altro inizia tra pochi minuti. Malgrado non sia tanto male a correre, in questo momento avere la velocità di Bolt mi farebbe piacere.
***************************************************************************************
-Possiamo parlare di cose importanti?- chiedo io retorica asciugandomi le lacrime per la risata.
-Ovvero?- mi chiede Alex, smettendo di ridere.
-Domani non deve venire il tuo amico da Miami?- chiedo, guardandolo.
-Ah si, Austin arriva domani a mezzogiorno e sta da me per tre settimane- esclama elettrizzato.
Parla sempre di questo suo amico, ormai lo conosco talmente bene (non di persona ma sono dettagli) che domani potrei salutarlo dicendo “ Ciao Austin Carter Mahone che viene da Miami, nato in Texas, San Antonio, il quattro aprile 1996, migliore amico, del mio migliore amico Alex Constacio” ma penso che rischierei solo di spaventarlo.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Ti andrebbe di uscire con me questo pomeriggio?-
Ok, riprendiamoci dal coma.
Janette ce la puoi fare, prendi un respiro profondo e poi parla.
Si ma cosa gli dico?
Oh, minchia.
-Ehm… Io…- inizio a balbettare.
I lineamenti della sua faccia, iniziano a patire l’attesa.
Non voglio ferirlo… Ma se non fosse quello giusto?
Si, vabbè che cazzata, non facciamoci problemi da soppopera
La vita è una sola, me la voglio godere, tanto vale provare.
-Per me va bene…- gli sussurro, timidamente.
Lo so può sembrare strano, ma questo ragazzo mi fa uno strano effetto.
Noto i suoi muscoli distendersi, e un sorriso aprirsi sul suo viso.
-Perfetto, quindi faccia…- non riesce a finire la frase, che la campanella della terza ora lo interrompe.
Lui sbuffa, e io ridacchio divertita.
-Ne parliamo dopo o all’uscita, va bene?- gli propongo.
Lui annuisce, e poi ci avviamo in classe.
Appena entrati ci sediamo hai rispettivi banchi.
Quindi mi dirigo verso, la mia amica, che è già seduta.
Quando Dana mi vede, mi fa un sorriso malizioso.
-Allora?- mi chiede, con un sorrisetto soddisfatto.
Alzo un sopraciglio.
Come fa a saperlo?
-Cosa sai?- le chiedo, confusa.
Lei ride, per via della mia espressione.
-Niente!- esclama, innocentemente.
-Comunque…- sorvolo questo particolare.
-Austin mi ha chiesto di uscire…- le dico, cercando di trattenere la ormai ovvia agitazione.
Lei mi si butta alle braccia, e mi abbraccia con forza.
-Oddio, quanto sono felice per te!- mi dice staccandosi.
Poi blocca, momentaneamente, la sua felicità.
-Tu che gli hai risposto?- mi chiede, sperando in un si.
Le sorrido innocentemente, e le rispondo
-Secondo te?- ridendo.
-Ti prego, dimmi che hai accettato- mi supplica, facendomi ridere.
Mi fissa con sguardo inquisitore.
-Ovviamente!- esclamo, come se fosse qualcosa di ovvio.
Ridiamo entrambe, e iniziamo a fantasticare sull’uscita con Austin.
Mi piace parlarne con lei, perché mi capisce e sa consigliarmi sempre la cosa giusta.
Cosa farei senza di lei, sinceramente non lo so.
-Cosa metto?- le chiedo, ad un certo punto.
-Secondo me, niente di particolare, cioè un jeans e maglietta vanno bene- fa lei le spallucce.
-Ma se poi non vado bene?- le chiedo, con un pizzico di ansia.
Sorride, per la mia stupida insicurezza.
-Non preoccuparti, andrai alla grande- mi rassicura lei.
-Spero solo di non fare una delle mie solite figure…- commento.
-Tu ricordati che comunque io shippo…- iniza, ma poi si interrompe.
Ci pensa sopra qualche secondo.
-JANSTIN!- urla lei, dopo averci ragionato.
Tutti si voltano verso di noi, Alex e Austin compresi.
Metto una mano sugli occhi, come segno di disperazione.
Nel frattempo, la mia amica, fa una risatina sforzata.
Poi, per fortuna, gli sguardi si distolgono da noi, ma giurerei di aver visto comparire un sorriso compiaciuto sulla faccia di Austin.
 
 
 
 
-Jan!- mi sento chiamare.
Sono appena finite le lezioni, e io e Dana stiamo uscendo da scuola.
Mi volto, per capire a chi appartiene la voce.
Vedo, Austin e Alex che corrono verso di noi.
Oddio.
Sento l’agitazione salire.
Inizio a torturarmi le mani, e a mordermi l’interno della guancia.
Mi sento ridicola, perché mi sto facendo prendere dall’ansia per così poco?
Non sono il tipo che da molto penso alle cose, sono più quella che prende le cose di pancia.
Infatti, non è da me questo comportamento.
-Eccoci- dice Alex, una volta che ci raggiungono.
I miei occhi si incontrano, con quelli di Austin.
Ma distolgo subito lo sguardo.
Che mi prende?
Sono come terrorizzata dal suo sguardo, ma non capisco perché.
Quindi mi metto a fissare il muro, color panna, facendo finta di nulla.
-Uscite con noi ragazzi?- chiede la mia amica, solarmente.
-Certo!- esclama, Austin anche per Alex.
Rimango impassibile, persa nei miei pensieri.
Ho mille cose che mi passano per la testa, confusione, ricordi, possibilità…
Sto cercando di scacciare dalla mia testa quegli occhi castano chiaro, che mi perseguitano.
Intanto ci incamminiamo.
-Come vi è andata la verifica di scienze?- chiede Alex, spezzando il ghiaccio.
-Abbastanza bene- annuisce Dana.
Austin, si limita a fare le spallucce.
-Al solito- sbuffo, annoiata.
Iniziamo a parlare tranquillamente delle materie scolastiche, con qualche battutina stupida.
Stiamo per uscire dall’edificio scolastico quando una voce mi chiama.
-Janette! Vieni qui, per piacere- mi volto, e il viso corrugato per il nervoso della preside entra nella mia visuale.
Rimango un poco impietrita, dalla sua espressione sperando di non averla fatta grossa,
-Arrivo subito aspettate qui- dico hai miei amici.
Loro annuiscono e si siedono sulle seggiole, che stanno affianco all’ingresso.
Quindi prendo coraggio, e vado verso Miss Diley.
Devo ammettere che mi convinco ogni giorno di più, di stare particolarmente sulle palle a questa donna.
La raggiungo, e le chiedo
-Mi cercava?- con un espressione spenta, per non dare a vedere la piccola preoccupazione.
-Esattamente. Si ricorda quella punizione che le ho dato qualche giorno fa? Probabilmente si è dimenticata, dato che ieri doveva fermarsi con la bidella- mi dice con tono rude.
Oh, cazzo.
Mi ero completamente scordata!
-Mi scusi, seriamente. Appena posso rimedierò!- esclamo, risentita.
-Bene, perché oggi la bidella può trattenersi fino alle quattro. Ti fermerai qui a terminare i compiti per domani, e poi alle quattro pulirai le classi che non ha finito Deborah- mi ordina con tono duro.
Rimango immobile, e spalanco gli occhi.
Non può essere.
-No, la prego, oggi no! La prossima settimana!- chiedo a Miss Diely.
-Non provare ad obbiettare! Altrimenti la prossima settimana ti fermerai tutti i giorni!- abbaia lei, per poi andarsene.
Lascio cadere svaccatamente, la borsa dalla spalla.
Mi sto seriamente trattenendo dal non urlare, e insultarla pesantemente.
Con la rabbia che ancora bolle incorpo torno dai miei amici, che mi guardando un po’ spaesati.
-Questo pomeriggio devo fermarmi a scuola e scontare il castigo, pulendo qualche classe dopo le quattro- sbuffo sonoramente.
Noto le loro faccie dispiaciute e gli occhi spalancati.
-Ma non ha senso!- esclama Alex, difendendomi.
-Lo so- dico, nervosamente.
-Però ora andate, non voglio trattenervi ulteriormente- dico, sforzando un sorrisino.
Li abbraccio uno per uno.
Quando tocca a Austin, lo fisso intensamente negli occhi, e gli sussurro all’orecchio
-Mi dispiace- flebilmente.
Per una volta che un ragazzo, come lui mi chiede di uscire, non posso.
Eh, allora vaffanculo però.
Lui, mi sorride facendomi intendere che non è un problema.
Quindi mia avvio verso la mensa.
Consapevole di aver perso l’occasione, di conoscerlo meglio e passare del tempo con lui.
 
 
 
Sono quasi le quattro, e per fortuna ho quasi terminato i compiti.
Ripensando che a quest’ora potevo essere a casa, pronta ad aspettare che Austin passasse da me per l’uscita mi fa venire il nervoso.
Non oso immaginare cosa stia pensando lui ora.
Magari pensa che non mi andava di uscire e che è una semplice scusa…
Al solo pensiero, mi dispiaccio, e la mia voglia più oscura di andarmene e fare la trasgressiva si fa più forte.
I miei istinti omicidi verso la preside ormai sono al massimo, anche se in realtà lei fa solo il suo lavoro.
Decido di lasciar stare i miei pensieri e di finire italiano, in modo da poi poter scontare la punizione.
Dopo qualche minuto finisco, metto in ordine e quindi mi dirigo verso l’alula dove la bidella sta pulendo.
Intanto che passa per il corridoio noto che molta gente si ferma per ripetizioni, dopo scuola, per laboratori o anche semplicemente per studiare… Pensare che non l’avevo mai notato.
Arrivata nell’aula la scena che si presenta non è delle migliori.
La bidella, sulla sessantina d’anni, un po’ grassoccia e goffa, sta… “ballando” Toxic di Britney Spears, e c’è da fidarsi se dico che è abbastanza inquietante.
Anche perché cerca di imitare i movimenti diciamo… particolarmente maliziosi di Britney, senza risultati positivi.
-Ehm… scusi- cerco di attirare la sua attenzione, mantenendo le distanze.
Solo che con le cuffiette alle orecchie non sente niente.
-SIGNORA!-esclamo, cercando di non urlare.
Ma lei va avanti ad usare la scopa come palo.
Non aggiungo altro.
-MI SCUSI!- urlo a questo punto.
Ma niente.
Ora basta.
Già devo saltare l’appuntamento per fare il lavoro al posto della bidella, ma che questa non mi cagi per fare l’esibizionista con lo scopone per pulire, eh no cazzo.
Sento il sangue ribollire per il nervoso, ma cerco di autocontrollarmi.
Tolgo velocemente una cuffietta alla donna, ed esclamo
-Scusi signora…- cercando di tenere un tono calmo.
Lei si volta, e mi regala un sorriso un poco sfacciato.
-Ciao, hai bisogno?- mi chiede.
Alzo un sopracciglio, e cerco di non urlarle contro.
-Si… sono la ragazza che oggi le da il cambio…- le spiego, calmandomi.
-Oh si, Miss Diley mi aveva detto di te, vieni che ti mostro dove devi pulire- mi dice, uscendo dalla classe e portandosi dietro il carrello con detergenti e cose simili.
La seguo, senza proferire parola.
Nel frattempo la sento ancora canticchiare la canzone di poco prima, e ogni tanto fare qualche strano movimento.
Che tristezza.
Mi mostra le tre aule che dovevo pulire, e poi lo stanzino delle scope.
-Beh, penso di averti spiegato tutto… Divertiti, cara- mi saluta frivolamente.
Poi esce dalla stanza con un passo di danza.
A volte mi chiedo se questo non sia un manicomio.
Così mi metto all’opera.
Prendo un carrellino e ci metto i vari prodotti per pulire, afferro la scopa, il mocio e mi dirigo verso la prima classe.
Appena entrata noto che tutte le sedie e i banchi sono in disordine, così inizio a spostarli uno a uno.
Dopodichè inizio a pulirli.
-Ciao, cenerentola- sento una voce scherzare e salutarmi.
Mi alzo, pigramente, e mi giro pronta ad ammazzare il simpaticone.
Ma rimango sbalordita.
-Austin? Che ci fai qui?- gli chiedo, allibita.
-Ti do una mano… Prima finisci, prima usciamo- mi fa l’occhiolino.
Non ci posso credere, è una cosa davvero dolce da parte sua.
-Grazie- balbetto, impedita.
Lo vedo ridere, per la mia faccia ancora un po’ sorpresa e poi iniziamo a pulire.
-Ma poi saremo tutti svunci, come facciamo a pulirci in tempo?- gli chiedo.
Lui fa le spallucce.
-In un uscita l’abbigliamento non è tutto- commenta semplicemente.
Okay, è una cosa tenera.
Molto tenera.
Gli sorrido amabilmente, apprezzando quello che aveva detto.
-Simatica la bidella?- mi chiede poi per cambiare argomento.
Mi lascio sfuggire una risatina,
-Lo vuoi sapere veramente?- gli chiedo di rimando.
Lui mi fissa, e mi fa le spallucce.
Così, ricordandomi che Miss Diley aveva fatto installare una telecamera in ogni classe per le evenienze, lo prendo per un braccio e lo porto fuori dalla classe.
Ignorando le sue domande tipo “Che fai?” “Dove stiamo andando?” “Janette?” lo porto attraverso il corridoio fino alla segreteria.
Controllo che non ci sia nessuno, ed entro.
Spingo anche Austin, con me e mi metto a cercare la telecamera sul computer della scuola.
-Jannette, ma mi spieghi cosa ci facciamo qui dentro?- mi chiede confuso lui.
Lo ignoro e continuo a cercare.
-Che fai?- mi chiede, ancora con gli occhi sbarrati, vedendo che cercavo sul PC.
Lo zittisco con un gesto, senza concentrarmi.
Dopo qualche minuto trovo il video.
-Ecco, questa è la bidella- gli sorrido.
Si sporge per vederlo.
Durante la riproduzione, iniziamo a ridere.
Il meglio fu quando io feci la mia entrata.
Inizio ad avere il mal di pancia dal ridere.
Ad un certo punto si sente una voce, dalla porta
-Chi c’è lì dentro?- chiede la voce.
Io e Austin ci zittiamo all’istante.
Eh, ora?
 
 

*MY SPACE*
Salveeeeee
Allora, scusate per il grande ritardo, ma con la scuola faccio una fatica boia çç
Davvero scusatemi
Sta sera sono di poche parole anche perché sono di frettaaaa
Scusate seriamente sono mortificata
GRAZIE A TUTTE LE TESORE CHE SEGUONO E RECENSISCONO LA MIA STORIA
Davvero grazie di cuore, mi date la voglia e la forza di scrivere
Kisses <3

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Austin Mahone / Vai alla pagina dell'autore: Smash_