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Autore: Ultraviolet_    02/05/2013    4 recensioni
La storia dei Malandrini, la storia di Lily, Alice, Marlene, Mary, Dorcas, James, Sirius, Peter, Remus e Frank durante il loro settimo ed ultimo anno ad Hogwarts.
Ma soprattutto, la storia di come James Potter e Lily Evans si sono innamorati a tal punto da non lasciarsi più.
"Perché Lily era una donna che colpiva. Non era una di quelle bellezze da perdere completamente la testa, era bella sì, molto, ma con i difetti tipici di un essere umano. Ma era la sua particolarità a colpire. Il suo modo di mettere due cucchiaini di zucchero nel caffè la mattina, i baffi di latte che le restavano sul labbro superiore al primo sorso. Il suo modo di prendere appunti, con la sua calligrafia accurata e ordinata, e il modo in cui mordicchiava la piuma quando non sapeva cosa scrivere in un tema di Trasfigurazione. La sua voce dolce, che diventava ferma quando lo rimproverava. Il suo modo unico di togliergli punti per le ragioni più svariate. La sua risata. Innocente, cristallina, contagiosa."
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Due settimane più tardi, a casa Potter, arrivarono finalmente le lettere da Hogwarts. Lily, James e Sirius stavano facendo colazione, quando Dorea entrò con la posta.
-Queste sono per voi, ragazzi!
Lily si alzò di scatto e prese le tre buste, lanciando ai ragazzi le loro.
-Tranquilla, Evans, tanto sappiamo bene che sarai Caposcuola. E chi potrebbe esserlo?- disse James beffardo.
In quei giorni Lily era stata molto silenziosa, e la lettera era una delle poche cose che l’avevano animata leggermente.
Sirius aprì la sua e lesse con sguardo annoiato le poche righe scritte dalla McGranitt, ignorando poi del tutto la lista dei libri. Lily, aprendola, vi trovò il tanto agognato distintivo di Caposcuola e si mise a saltellare per la cucina mostrandolo a Dorea che la abbracciò orgogliosa.
Infine, James stava proponendo di scrivere una lettere a Remus per prenderlo in giro per la sua carica, quando aprendo la busta gli cadde qualcosa in grembo.
-Oh, la mia spilla di capitano! Devo ricordarmi di lucidarla- disse afferrandola.
-E quella dell’anno scorso?- chiese Lily distratta mentre osservava estasiata, con un toast fra i denti, il suo nuovo distintivo.
James la alzò, e vedendo che non era altro che una grossa C, disse, perplesso:
-Mamma, perché mi hanno inviato la lettera di Remus?- e afferrò la busta per controllare.
Quando si rese conto che non c’era nessun errore, alzò lo sguardo, con un’espressione indecifrabile, il foglio gli cadde dalle mani.
Sirius, che si era bloccato a mezz’aria con il cartone del latte, strabuzzò gli occhi e scoppiò a ridere come un pazzo, sputando tutto.
-Non è possibile, ci dev’essere un errore…- balbettò James lasciando cadere anche la spilla con più cautela.
-James! Sei Caposcuola!- esclamò Dorea correndo ad abbracciarlo.
-No, no! Ma i Prefetti poi non diventano Caposcuola?-
-Non necessariamente- rispose Lily con un sorriso.
-James Potter, Caposcuola!- sghignazzò Sirius tenendosi la pancia.
-Io riderei poco! Hai perso un compagno di giochi, Black- disse Lily maligna.
Sirius si fermò all’istante e fulminò James con lo sguardo. Questo, nonostante lo shock, fece un cenno rassicurante e rimise il distintivo nella busta, sbattendola sul tavolo.
-Parlerò con Silente! Non può rovinare in questo modo la mia carriera di lestofante!
-Non funzionerà, non cambia mai idea- disse Dorea allegra.
-Deve essersi bevuto il cervello, questo è poco ma sicuro- constatò Sirius.


-Dopo questa posso morire in pace!- dichiarò Peter, il primo settembre alla stazione di King’s Cross di Londra.
-Dovete smetterla!- protestò James alla guida di un carello carico del suo baule e quello di Lily.
-A dire il vero me lo aspettavo- disse Remus ridendo sotto i baffi –Silente mi aveva detto che non sarei potuto essere anche Caposcuola visto il mio piccolo problema peloso, ma io pensavo più a Frank- rise.
-Perché non andate a farvi un giro?- borbottò Ramoso attraversando la barriera con disinvoltura.
-Tranquillo, non dovrai sopportarci a lungo, per almeno metà del viaggio dovrai andare nella carrozza dei Prefetti- lo prese in giro Sirius nel raggiungerli.
James lo ignorò e salì sul treno, cercando con lo sguardo uno scompartimento libero. Un grido alle sue spalle lo informò che anche gli altri tre erano saliti e che Felpato aveva appena salutato un ragazzo del sesto anno. Continuò a trascinare i due bauli per un po’, poi si fermò di scatto e, maledicendosi, prese la bacchetta nella tasca dei jeans per stregare le valige che presero a fluttuare davanti a lui. Finalmente, intravide la chioma rossa di Lily ed entrò con un sospiro. La ragazza era ancora molto silenziosa, sebbene Alice cercasse di non parlare della morte del padre e di divertirsi come poteva. James credeva che i pensieri di Lily fossero tutti per la sorella e per il disastro combinato. Da qualche giorno pensava a un modo per tirarla su di morale, anche solo per poco. In ogni caso, sapeva che i sensi di colpa non la avrebbero abbandonata tanto presto.
-Ramoso, levati dalla porta che non ci sei solo tu!- disse la voce di Sirius alle sue spalle.
Andò a sedersi accanto al finestrino e stese le gambe sul sedile di fronte, chiudendo gli occhi per cercare di isolarsi dal frastuono che gli altri studenti creavano nei corridoi, non vedeva l’ora di essere ad Hogwarts. Sentì un peso sul grembo e riconobbe il profumo della sua Lily. Aprì gli occhi e vide che si era accomodata su di lui perché aveva occupato con i suoi piedi l’unico posto rimasto libero.
-Scusa- disse senza accennare a farle spazio.
Lei lo guardò male e gli fece una linguaccia, al che lui rispose cercando di farle il solletico. Lily però si alzò di scatto, pronta, e lo minacciò con una forcina per capelli.
-Attento a te, Potter!- disse poi tornando a sedersi.
-Insomma, non sopportate nemmeno di stare lontani di qualche centimetro in treno- disse Dorcas, tra le braccia di Sirius.
-Senti chi parla- protestò Lily, andandosi a sedere al posto da lei lasciato libero.
Prese un libro e si accoccolò posando la testa sulla porta a vetri, iniziò a leggere. James rimase a guardarla affascinato come se fosse la prima volta che la vedeva, mentre gli altri cercavano di recuperare il sonno perduto per la sveglia all’alba. Alla fine, guardando le dita della ragazza che sfogliavano le pagine e i suoi occhi muoversi seguendo le parole, fermandosi solo di tanto in tanto a sorridergli quasi impercettibilmente, anche lui si addormentò.
Fu svegliato dalla stessa Lily, già vestita con l’uniforme, meno di un’ora dopo.
-Dobbiamo andare nella carrozza dei Prefetti- sussurrò per non disturbare gli altri, tutti addormentati tranne Dorcas, che guardava in alto giocherellando con il cordoncino della felpa di Sirius, e Remus, che leggeva.
James la strinse a sé, una mano fra i suoi capelli, e sentì di nuovo il suo inconfondibile profumo di violette. Poi si alzarono, lui indossò alla meglio la divisa e uscirono.
 
 
-Bene, visto che il Caposcuola sono io e sono una persona molto perfida, ho deciso che il turno del sabato lo farete voi prefetti di Grifondoro, mentre noi faremo il martedì sera- disse James pratico ai quattro ragazzi che lo guardavano, i due vecchi Prefetti ora al sesto anno e i due nuovi del quinto.
-Ma le decisioni, in teoria, non si dovrebbero prendere insieme?- chiese una ragazzina bionda.
-Hai detto bene, in teoria- rispose James guardandola, lei arrossì.
-Tranquilli, non è male come sembra- sorrise Lily conciliante –E poi a chi fa il turno del sabato vengono dati cinque punti extra!- aggiunse cercando di entusiasmarli.
I quattro la guardarono con sguardo vacuo.
-Bene, allora vi lasciamo ad organizzarvi- disse un po’ demotivata distribuendo gli orari di ronda.
Prese per la manica James e lo trascinò fuori dallo scompartimento.
-Già ti odiano!- disse una volta chiusa la porta.
-Mi pare che anche l’anno scorso i Prefetti facessero la ronda il sabato! Me lo ricordo perché non eri mai libera- protestò lui –E poi che gusto c’è nell’essere Caposcuola se non puoi neanche comandare?
-Non è quello! Li hai spaventati, ora non faranno bene il loro dovere e i Mangiamorte entreranno nel castello!- iniziò a farneticare in fretta agitando le mani -Quando uccideranno me, per prima, non potrò…
-Lily, Lily, alt!- disse James prendendole i polsi –Non credo che possa esistere qualcuno di meno spaventato di quei quattro. E comunque stai tranquilla, nessuno entrerà ad Hogwarts- affermò.
-Ok, hai ragione… ma sono preoccupata- disse lei scostandosi i capelli.
-Lo so, lo siamo tutti… ma stai tranquilla, va bene? Me lo prometti?- chiese stringendola a sé.
Si avvicinò per baciarla, ma lei lo respinse con un ghigno.
-Non te lo meriti, tratti male quelli più piccoli di te- disse malandrina.
-Va bene. Facciamo una scommessa- disse lui d’un tratto –Se entro domani sera faccio qualcosa che ti stupirà veramente mi darai un bacio come si deve, altrimenti sei autorizzata a privarmene per un giorno.
Lily lo guardò stranita, poi annuì maligna.
-E va bene, preparati perché quando perderai non cederò! Ventiquattr’ore sono lunghe!- gridò allontanandosi di corsa.
James era contento di averle dato qualcosa su cui scherzare.
 
 
Poche ore dopo, finalmente il treno raggiunse la stazione di Hogsmeade. James si alzò dal suo posto, stiracchiandosi, e seguì Lily e gli altri fuori.
Attorno a loro c’erano decine di carrozze trainate dai Testral, i grossi cavalli alati che soltanto chi aveva visto la morte era in grado di vedere. Molti di loro non li avevano mai visti prima, ma non si allarmarono più di tanto perché Remus e Marlene li vedevano già da tempo e spesso glieli avevano descritti. Inoltre, Lily aveva fatto qualche ricerca su di loro al quinto anno per un compito di Cura delle Creature Magiche. Nonostante questo però, vederli così, in carne ed ossa davanti a sé la inquietò leggermente, come James ebbe modo accorgersi. La prese per mano e la aiutò a salire sulla carrozza, e in qualche modo gli sembrò che il calore della sua mano che stringeva quella della ragazza la tranquillizzasse almeno un po’.
Intravidero la grossa figura di Hagrid che conduceva i ragazzi del primo anno alle barche che avrebbero raggiunto Hogwarts navigando sul Lago Nero. Lily sorrise e lo salutò con la mano, poco prima che la carrozza partisse.
Arrivati al castello, tutti presero rumorosamente posto ai tavoli della loro casa, ansiosi che i nuovi alunni fossero smistati per poter cominciare a mangiare. James si stupì di quanto fossero piccoli, e si disse che anche lui lo era stato. Ripensò con un sorriso a quei tempi, e voltandosi a guardare Lily capì che anche lei lo stava facendo. Si guardarono e il ragazzo la strinse a sé senza dire nulla.
-Forza, forza, sto morendo di fame!- esclamò Sirius mente l’ultimo ragazzino raggiungeva il tavolo di Corvonero.
Si accorse di averlo detto un po’ troppo forte, visto che tutta la Sala si era zittita per permettere a Silente di parlare.
-Signor Black, mi lasci dire due parole e le assicuro che l’attesa sarà ripagata da un ottimo banchetto- fece il Preside con un sorriso.
Tutto il tavolo di Grifondoro scoppiò in una sonora risata, che si spense a poco a poco a un cenno di Silente.
-Ehi Jamie, siamo tremendamente indietro! Non abbiamo ancora pianificato gli scherzi da fare al vecchio Gazza quest’anno- bisbigliò Sirius.
Lily lo fulminò con lo sguardo, ma James rispose prima che lei potesse ribattere.
-Penso sia il caso di andarci piano visto la disgrazia che mi è capitata- disse abbattuto –Ma stai tranquillo, troveremo il modo di fare la bravata del secolo!
-James! Sei irrecuperabile, davvero!- disse Lily in un sussurro.
-Tu non stavi ascoltando Silente, Evans?- chiese Felpato.
-Vai in quel posto, Tartufo- disse, ma fu interrotta da un gruppetto di ragazze poco lontano che scoppiarono in una serie di risatine isteriche.
-Ehm… Potter… loro sono al corrente che sei già occupato?- domandò Lily indicando il gruppo, a braccia incrociate.
James le guardò incerto, senza dare segni di conoscerle, poi si voltò verso la ragazza e la baciò dolcemente scostandole i capelli dal viso.
-Ora lo sanno- disse riprendendo fiato.
Probabilmente Lily avrebbe voluto protestare che avevano fatto una scommessa, ma vedendo le ragazzine che la guardavano improvvisamente con odio sorrise e posò la sua fronte su quella di James.
Quando Silente finì il suo discorso e tutti si furono sfamati, James vide la McGranitt venire verso il loro tavolo. Lui aveva un braccio attorno alla vita di Lily, ma si affrettò a ricomporsi. La professoressa guardò prima lui e poi lei, poi fece un impercettibile sorriso.
-Signor Potter, per lei va bene fare le selezioni della squadra di Quidditch già domani pomeriggio?- chiese poi.
James si illuminò.
-E’ perfetto, professoressa- disse –Sa, dopo la delusione dell’anno scorso- e lanciò un’occhiata a Sirius, Mary e Frank –dovremmo proprio fare in modo di vincere la coppa.
La McGranitt annuì convinta e, dopo avergli dato le disposizioni del caso per il campo, si allontanò. Gli occhi di James ebbero uno sprizzo di genialità e dopo un attimo di pausa disse:
-Evans, ti andrebbe di assistere ai provini di Quidditch della squadra del tuo ragazzo tremendamente perfetto?
-E’ una minaccia?- chiese lei divertita.
-In un certo senso…
-E’ permesso portare un libro?- domandò assumendo un’espressione profondamente preoccupata.
-Permesso accordato- sorrise lui cingendole la vita.
-Allora va bene- rispose la ragazza posando il capo sulla sua spalla.
 
 
-Ti prego Mary, regalami i tuoi capelli- disse Lily girando con attenzione la sua pozione e sposando di lato la treccia.
-Starai scherzando spero! Lily, non c’è ragazza a scuola che non vorrebbe avere la tua chioma rossa- rispose la ragazza con un sospiro.
-Tranne forse la Green, anche lei li ha rossi- intervenne Alice sfogliando il libro di Pozioni.
-Sì, ma i suoi sono molto meno belli di quelli di Lily! Lei li ha ricci- disse Marlene arricciando leggermente il naso vedendo che la sua pozione aveva assunto un preoccupante color verde vomito.
-E allora?- chiese Lily posando il mestolo e accendendo la fiamma.
-Non mi piacciono i capelli ricci e rossi insieme, li odio quasi quanto adoro i tuoi- spiegò la ragazza guardando la chioma di Lily con ammirazione.
-Davvero Lils, non sai quanto sei fortunata- aggiunse Dorcas.
Erano questi i discorsi delle ragazze durante la lezione di Pozioni del giorno dopo. Visto che era il primo giorno, Lumacorno aveva assegnato un distillato semplice fatto l’anno prima. I dieci ragazzi si erano messi a coppie e avevano furtivamente avvicinato i tavoli per poter parlare. James, visto che la sua pozione era rosa confetto e puzzava tremendamente, quando avrebbe dovuto essere azzurrina e profumare di lavanda, non sapeva bene che fare, allora la aveva momentaneamente abbandonata per ascoltare i discorsi delle ragazze. Guardandole, pensò che erano davvero tutte molto diverse, sotto tutti i punti di vista, ma che erano così legate da sembrare sorelle.
Marlene era la quint’essenza dell’eleganza. I lunghi capelli biondi e lisci, i profondi occhi azzurri e la pelle candida e apparentemente perfetta suscitavano il desiderio di mezza torre di Grifondoro. L’unico difetto attribuitale dalla maggior parte della gente era la sua leggendaria timidezza, che comunque non aveva difficoltà a superare con gli amici. Era una lontana cugina di James, infatti quasi tutti i purosangue erano imparentati in qualche modo.
Mary, invece, era, se possibile, tutto il contrario. I capelli di media lunghezza, castani con qualche ciocca dai riflessi rossicci, e gli occhi marroni facevano trasparire con chiarezza la sua allegria. Non stava mai ferma ed era incredibilmente atletica, non per niente era una cacciatrice della squadra di Quidditch. James non la conosceva prima di Hogwarts, ma con gli anni aveva avuto modo di trovare in lei un’amica preziosa e una grande dispensatrice di ottimi consigli.
Poi c’era Dorcas, che a dire il vero era piuttosto simile a Marlene fisicamente, a parte i capelli che non erano biondi ma neri come la pece, ma sempre lunghissimi. Gli occhi però erano azzurri e la carnagione chiara come quella dell’amica. Le vere differenze stavano nel carattere. Se la natura aveva donato a Dorcas un bel fisico, infatti, la sua femminilità iniziava e si fermava lì. Amava gli scherzi, era estroversa e irruente e non si curava troppo delle buone maniere. Si divertiva molto in compagnia dei ragazzi. James la trovava estremamente divertente.
E Alice, Alice era un cannone. James la conosceva da prima di Hogwarts, e la adorava. I loro genitori erano amici da sempre, e spesso giocavano insieme da bambini. Era l’unica a portare i capelli corti, castani e sempre in ordine. Era un vulcano di idee e cose da dire, solo che al contrario di Mary preferiva esprimere la sua creatività stando seduta. Infatti, era molto pigra. Quando James aveva bisogno, lei c’era sempre, e per lui era un punto fermo. Era la migliore amica di Lily.
Lily. James sapeva a memoria il suo carattere, dolce e allo stesso tempo lunatico e scorbutico, e avrebbe potuto dire con certezza quante lentiggini aveva sul volto. Per lui era l’apoteosi di tutto quello che si poteva trovare in una donna, anche con i suoi difetti, che in un certo modo la rendevano ancora più adorabile.
Si ridestò dai suoi pensieri vedendo che Lumacorno veniva verso di loro. Prese a girare la pozione con foga, facendo scoppiare a ridere Lily.
-Sai, mi sono mancate le lezioni di Pozioni. E’ incredibilmente soddisfacente vederti alle prese con una cosa che non sai fare mentre io ho finito la mia almeno venti minuti fa- disse indicando la sua mistura apparentemente perfetta.
-Aspetta a parlare, dopo c’è Trasfigurazione- borbottò lui cercando di nascondere il calderone alla vista del professore.
James eccelleva nella materia della McGranitt, visto che era un Animagus non aveva difficoltà nel trasfigurare gli oggetti, mentre Lily ci riusciva soltanto passando molto tempo sui libri e facendosi venire crisi nervose. Il suo talento era Pozioni, tutte le altre materie le venivano facili perché le studiava, ma Trasfigurazione richiedeva anche molta concentrazione e abilità, e non sempre Lily era paziente come doveva.
Ramoso si guardò intorno e vide Remus che si rilassava sulla sedia, soddisfatto. La sua pozione era diventata di un azzurro cielo, non esattamente chiara come quella di Lily ma comunque ben fatta. Quella di Sirius, invece, era viola, e il ragazzo sfogliava il libro affannato cercando di capire cosa avesse sbagliato. Frank era stato evidentemente aiutato dalle ragazze, perché la sua mistura era blu come la loro. Con grande sollievo, James si accorse che anche la pozione di Peter era rosa, anche se non faceva la stessa puzza.
-Bene, manca un minuto!- annunciò Lumacorno.
-James e Pete, avete dimenticato l’aconito. Tu Sirius invece non hai messo abbastanza bacche di vischio, prova ad aggiungerne un po’- disse Lily lentamente.
I ragazzi aggiunsero gli ingredienti suggeriti e le loro pozioni diventarono verde acqua, con il profumo giusto.
-Lily, ti ho mai detto che ti amo?- domandò James fissando il calderone.
-Tutti i giorni- sorrise lei.
-Lui non ti amerà mai come ti amo io in questo momento- intervenne Sirius chiudendo il libro e guardandolo schifato –Ma il mio è un amore fraterno- aggiunse vedendo la faccia del fratello.
-Bene signorina Evans, l’ennesima E!- si complimentò Lumacorno riempendo un mestolo con la mistura di Lily e osservandolo –Ora vediamo… signor Potter, la sua pozione è leggermente scura, ma direi che merita una O… perbacco, signor Black! Ha preso ripetizioni da suo fratello quest’estate? Una O anche a lei!
-Ci puoi scommettere- borbottò Sirius a denti stretti mentre il professore si allontanava.
James lo guardò preoccupato. Non aveva un bel rapporto con il vero fratello, Regulus, soprattutto dopo che aveva appreso la sua decisione di unirsi ai Mangiamorte. Faceva il sesto anno.
-Bene, alla prossima settimana! Signorina Evans e Meadowes, signor Potter e Lupin, vi dispiace fermarvi un minuto?- disse Lumacorno tornando alla cattedra.
-Oh no, ci risiamo!- si lamentò Lily a bassa voce raccogliendo le sue cose nella borsa.
-Cari ragazzi, sarei onorato se decideste di venire a una piccola festicciola di inizio anno nel mio ufficio domani sera…- iniziò il professore.
-…naturalmente sentitevi liberi di invitare chi preferite- sussurrò Remus all’orecchio di James.
-…naturalmente sentitevi liberi di invitare un partner, più siamo meglio è!- concluse con un sorriso a trentadue denti.
Ramus era attonito.
-Sono sei anni che usa sempre la stessa frase, proprio ora ha deciso di cambiarla?- disse scioccato mentre percorrevano il corridoio diretti a Trasfigurazione.
 
 
-Lily, sai che ore sono?- chiese James gridando in Sala Comune quel pomeriggio.
-Che…?- la ragazza alzò la testa dalla poltrona sulla quale dormiva e lo guardò schifata –Stavo dormendo!
-Appunto! Sono le tre, ricordi dove hai promesso di venire?- disse lui prendendola di peso e caricandosela in spalla.
Lei cercò di dargli qualche pugno sulla schiena, ma lui teneva duro e non la mise giù finché non arrivo al buco del ritratto.
-E va bene, vengo a vedere queste selezioni!- esclamò, spettinata, mettendosi a posto la felpa e i leggings neri.
Appellò un libro e se lo strinse al petto.
-Tu inizia a scendere, io ti raggiungo subito- disse James correndo per le scale del dormitorio del ragazzi –E ricorda che abbiamo fatto una scommessa!- gridò scomparendo.
Irruppe nel dormitorio colto da un’idea geniale e afferrò la sua scopa, poi tornò in Sala Comune e si affacciò alla finestra da dove si vedeva il campo. Aspettò qualche minuto, poi vide Lily arrivare e guardarsi intorno, poi sedersi sugli spalti proprio davanti alla torre. A quel punto il ragazzo salì in piedi sul davanzale, la scopa in mano, e gridò un “hey!”. La ragazza alzò lo sguardo e vedendolo si alzò di scatto.
Ma troppo tardi, James aveva già saltato e in quattro e quattr’otto si era messo il manico di scopa tra le gambe procedendo in picchiata. Lentamente, alzò l’estremità del mezzo verso l’alto e prese quota. A terra, Lily gridava di spavento. Il ragazzo deviò e si abbassò, fino ad atterrare accanto a lei, che rimase a fissarlo imbestialita. Lui non poté fare a meno di scoppiare a ridere vedendo la sua faccia.
-JAMES POTTER! Non c’è assolutamente niente di divertente nel saltare da una dannata finestra per ottenere un bacio!- gridò lei rossa in viso.
-Però devi ammettere che ti ho sorpresa- azzardò lui facendo un passo avanti.
-Mi hai spaventata da morire- disse lei a voce bassa, abbassando la testa.
Pochissimi istanti dopo gli mollò un pugno sul braccio e si buttò fra le sue braccia, stringendolo fin quasi a stritolarlo.
-Hai perso- disse lui malandrino.
Lei lo guardò negli occhi per qualche istante e poi lo baciò. Mentre le labbra di Lily premevano sulle sue, si sentì improvvisamente al settimo cielo. La baciò con delicatezza, come faceva sempre. Sembrava che temesse di poterla rompere, come se fosse fatta di porcellana. Sentì come lei ci metteva passione, in quel bacio, e forse per la prima volta si rese conto che non solo lei era della massima importanza per lui, ma la stessa cosa era lui per lei. Capì quando lui stesso fosse fondamentale per Lily, di quanto fosse alta la sua considerazione. E per James, questo era sufficiente per essere felice. Aveva per lei un rispetto tale che lasciava trasparire tutta la fatica fatta per conquistarla, e sentire che per lei era lo stesso lo rendeva euforico. Non che prima pensasse di non essere importante, semplicemente pensava che quello che provava lui per Lily fosse un caso strano e particolare, ma finalmente si rendeva conto che non era affatto così.
Lentamente, si staccarono per riprendere fiato. James udì delle voci alle loro spalle e si voltò, più spettinato che mai.
Sirius, Frank e Mary erano arrivati, e tutto intorno a loro c’era un sorprendente numero di candidati per i posti di battitori e portiere. Ramoso strinse la mano a Lily e si allontanò sorridendole.
-Di che parlate?- chiese.
-Discutevamo di chi doveva essere il capitano in caso fossi morto soffocato baciando Lily- disse Sirius visibilmente deluso dall’ottimo stato di salute del fratello.
James gli assestò uno schiaffo sulla nuca.
-Oh insomma, è stato un bacio interminabile, è normale che ci preoccupiamo per te!- si difese lui.
-Sali su quella scopa e non discutere, o aggiungo anche il ruolo di cacciatore nelle selezioni- rise Ramoso.
-Ecco cosa succede a comandare. Si finisce per abusare del proprio potere, è diventato un tiranno- disse Sirius a voce alta rivolto a Mary.
Lily lo sentì e scoppiò a ridere così forte che per poco non fece cadere il libro.
-Bene- gridò James ai presenti che cominciavano a essere un po’ a disagio –Iniziamo con i battitori. Noi quattro faremo volare…- si interruppe guardando per la prima volta i candidati. Erano tantissimi, e alcuni incredibilmente piccoli, soprattutto ragazze.
-Ehi, per caso qualcuno di voi è del primo anno?- chiese sconcertato.
Un gruppo di ragazzine alzò la mano timidamente.
-Conoscete il regolamento, restituite quelle scope a Madama Bumb- disse lui tornando a voltarsi verso i restanti.
-Dicevo, noi quattro faremo volare questi cuscini per il campo, voi prendete una mazza, inseguite i bolidi e colpiteli. Cercate di non fare vittime, la squadra è già decimata- spiegò liberando le grosse palle nere dai lacci che le intrappolavano –Se qualcuno si fa male, sapete dov’è l’infermeria, se state così male da non poter camminare vi accompagnerà Mary.
-Perché io?- protestò lei.
Dopo quell’ultima precisazione molti ragazzini sembravano piuttosto scoraggiati. In ogni caso, i portieri andarono a sedersi e gli altri montarono sulle scope.
Con suo grande disappunto, James non impiegò molto tempo a capire che molte delle ragazze che aveva visto non sapevano assolutamente giocare a Quidditch. Per lo più, volavano in gruppo agitando pericolosamente le mazze e scoppiavano a ridere quando lui diceva qualcosa. Si sentiva al circo, e credette di poter giurare che l’espressione di Lily a quel punto dovesse essere piuttosto infuocata.
Inevitabilmente, molte si fecero male da sole e se ne andarono sconsolate. Alle fine, dopo molti scoppi isterici di Sirius che ne aveva piene le scatole, trovarono due battitori piuttosto bravi. Uno era un ragazzo del quinto anno, Smeath, molto forte, l’altra era una ragazza del sesto, precisa, seria ed energica.
Fu molto più facile trovare un portiere, visto che molti di quelli che erano lì senza uno scopo preciso se ne erano andati vedendo la brutta figura delle pseudo battitrici. Effettivamente, molti dei candidati rimasti erano comunque penosi, fatta eccezione per la prescelta: una ragazzina del quarto anno piuttosto portata che aveva parato tutti e cinque i rigori battuti da Frank e Sirius.
Quando finalmente tutti se ne andarono, erano ormai le cinque. I tre cacciatori andarono a lavarsi borbottando, Mary che si teneva un braccio colpito dal bolide di un ragazzino senza mira. James andò incontro a Lily.
-Ti prego, non fare cenno a quelle ragazzine, potrei scappare urlando- disse baciandola.
-E chi ha intenzione di parlare del tuo fan club, non le ho nemmeno notate!- disse lei sarcastica.
-E va bene, sono odiose. Ma io non c’entro- disse lui.
-Lo so- sorrise Lily abbracciandolo.
-Lily?
-Uhm?
-Mi faresti un grandissimo favore?- chiese.
-No- rise lei senza lasciarlo.
-Faresti un giro sulla scopa volante con me?- continuò ignorandola.
-Non pensarci nemmeno per un momento!- esclamò lei staccandosi.
Lui assunse un’espressione triste e rassegnata e fece per incamminarsi al castello.
-Jamie… lo sai che odio le scope- disse lei incerta.
Lui si voltò e la guardò, mesto, poi alzò le spalle.
-E va bene, va bene, tu e la tua dannata espressione da cucciolo!- gridò lei esasperata.
-Sapevo che non avresti potuto resistere, insomma, sono il ritratto della perfezione o no?- disse allegro.
-La modestia non è di casa, Mr. Potter- disse lei –Forza, facciamo questa cosa e andiamocene.
Il ragazzo inforcò la scopa felice e le fece cenno di salire dietro di lui. Lei scavalcò il manico con una gamba, incerta, e si sedette. James iniziò a far alzare la scopa, e lei cacciò un urlo e si aggrappò alla sua schiena, tremando.
-Lily, siamo a un metro da terra- disse lui.
-Lo sai che non mi piace!- fece lei passandogli le braccia attorno alla vita.
-Tieniti forte, lo sai che non ti lascerò cadere- la rassicurò.
-Lo so perfettamente, ma non basta a tranquillizzarmi!
Lui la ignorò e prese a salire di più, poi iniziò ad andare avanti, lentamente. Sentì che lei si stringeva ancora di più al suo busto e sorrise.
-Vai piano- disse lei in uno squittio.
-Lily, più piano di così mi fermo…
-E per me sarebbe perfetto!- disse balbettando.
La ragazza cercò di non guardare giù e posò la testa sulla sua schiena. James accelerò un po’ e lei sentì l’aria scompigliarle i capelli. Non voleva ammetterlo, ma era piacevole.
Dopo qualche minuto, lui disse:
-Vedi che ci hai preso gusto?
-In realtà sto solo sopportando in silenzio- disse lei un po’ troppo prontamente –Accidenti, siamo così in alto!- esclamò poi con un sobbalzo.
-Penso che possa bastare, ti ho torturata a sufficienza- rise lui iniziando a scendere.
Lei rinforzò la presa, che aveva leggermente allentato in precedenza senza accorgersene. Quando raggiunsero il campo, James saltò giù e la aiutò a scendere, poi si mise in spalla la scopa.
-Aggeggio infernale- disse lei con le gambe tremanti.
-Credi di potercela fare a tornare al castello?
-Perfettamente, grazie- rispose.
Lui rise e le mise un braccio attorno alle spalle per difenderla dall’aria, e si incamminarono insieme.
 
 
-Lily su una scopa? Non ci credo finché non lo vedo- proclamò Alice a cena, azzannando il suo pollo.
-Ah-ah- rise lei con una linguaccia.
-Dov’è Marlene?- chiese Peter.
-Oh beh, disgraziatamente abbiamo occupato il bagno per un sacco di tempo per lavarci, quindi sta ancora facendo la doccia- spiegò Mary.
-A… a proposito…- intervenne Remus –Ho bisogno del vostro aiuto. Io, ecco… vorrei…
-…chiedere a Marlene di andare da Luma con te domani- completò Sirius.
Remus arrossì e Lily lo abbracciò felice. Sosteneva da tempo che i due fossero fatti l’uno per l’altra.
-Rem! Non hai davvero bisogno di aiuto, lei non è il tipo da inviti formali o cose simili, basta semplicemente che tu glielo chieda!- disse sorridendo.
-Davvero?- chiese lui.
-Certo! Non c’è bisogno di niente di elaborato. Non fare come quello stupido di Potter che me l’ha chiesto con le rose- disse come se James non fosse presente.
Il ragazzo fece per protestare, ma Dorcas lo interruppe.
-Con le rose! Black, tu nemmeno me lo hai chiesto, e lui le ha comprato le rose!- sospirò.
-Credevo che fosse scontato… Aspetta un momento! Luma ha invitato te, non me!- esclamò Felpato.
-Ah, giusto…- disse lei interdetta.
-Potter, vedi di vestirti bene- gli intimò Lily, e vedendo la sua faccia si sciolse in un sorriso.
Dopo cena, in Sala Comune, erano tutti seduti a fare i compiti, mentre Marlene era in disparte a leggere un libro di Lily. Remus le si avvicinò e si sedette di fronte a lei. La ragazza alzò lo sguardo e quando lo vide il suo volto si illuminò.
-Rem!- disse chiudendo il libro.
-Lene… volevo chiederti una cosa!- disse lui –Sai quella pallosissima festa di Lumacorno, domani sera?- lei annuì –Vorresti… vorresti venirci con me?
-Oh…- fece lei colta di sorpresa –Ecco…- esitò.
Lunastorta si sentì lentamente morire dentro. Iniziò ad immaginare sé stesso che tornava dagli altri profondamente deluso, e che evitava le loro domande andando a dormire. Si mise nei panni di Marlene e si disse che probabilmente anche lui avrebbe rifiutato un appuntamento con un Licantropo. Aveva sempre saputo che gli altri Malandrini mentivano dicendogli che non era una cosa poi così terribile. Insomma, era di uno Lupo Mannaro che stava parlando, un terrificante essere che una volta al mese si trasformava in una belva fe…
-Rem, sarei felicissima di venire a quella pallosissima festa con te, davvero- disse Marlene guardandolo negli occhi con un sorriso smagliante, inconfondibilmente sincero.












Note:
Eccomi di nuovo qui C:
Lo so, sono in anticipo considerati i miei standard, infatti questo capitolo lo amo quindi non è stato per niente difficile scriverlo :D
Spero che anche a voi piaccia, perché trovo che sia ben riuscito.
Finalmente un po' di allegria, dopo tanti terribili avvenimenti.
Mi sono accorta con piacere che ben 24 persone hanno messo la mia storia nei preferiti! Voi non immaginate lontanamente quando vi amo :')
Bene, lasciatemi i vostri pareri in tante recensioni e alla prossima! :P



  
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