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Autore: Netmine    02/05/2013    7 recensioni
Sin da quando aveva memoria, la piccola Tera aveva sempre visto quella porta sbarrata. "E' troppo pericoloso scendere in cantina" le aveva sempre ripetuto sua madre "Non devi mai andarci. Me lo prometti, piccola mia?"
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sin da quando aveva memoria, la piccola Tera aveva sempre visto quella porta sbarrata. "E' troppo pericoloso scendere in cantina" le aveva sempre ripetuto sua madre "Non devi mai andarci. Me lo prometti, piccola mia?" ogni volta Tera faceva cenno di si con la testa e sua madre la abbracciava a lungo. Poi, la sera, le raccontava una storia ambientata in uno strano mondo che aveva ideato per lei e che la piccola tanto amava.
 
Le ritornarono alla mente quei pensieri dolci quando, una sera, trovò la porta della cantina aperta. Era molto curiosa e avrebbe voluto oltrepassare quella soglia per levarsi ogni subbio su cosa vi si celasse, ma non riusciva a smettere di pensare agli ammonimenti della madre. 
Poggiò la mano sulla maniglia, ma la ritrasse immadiatamente. Cosa stava facendo? Avrebbe dovuto stare alla larga da quella porta! 
Girò le spalle, come per incamminarsi, ma un cigolio attrasse la sua attenzione. La porta era aperta. Si sporse leggermente a guardare e vide solamente una vecchia scala. 
Mosse i primi passi e, a tentoni, cercò un'interruttore sulla parete. La luce non funzionava molto bene e quel posto era decisamente diverso dal resto della casa. Era sporco, pieno di ragnatele e puzzava di pipì ma, nonostante tutto, iniziò a scendere le scale. La curiosità di una bambina, si sa, è difficile datenere a freno.
In fondo alle scale si trovava una piccola stanza, era arredata male e decisamente malconcia. Non sembrava esserci niente di interessante o di pauroso e la piccola Tera iniziava ad essere delusa da quell'avventura, ma non se ne sarebbe andata prima di curiosare in ogni angolo. 
Non ci mise molto a trovare una porticina, poco più bassa di lei, nascosta dietro un vecchio frigo che era leggermente scostato dalla parete. Era dipinta di un verde molto acceso e il pomello era arancione. Tera sorrise, orgogliosa della propria scoperta, e la aprì.
Dalla porta si sprigionò un piccolo tornado che la sollevò da terra e la trascinò attraverso essa. Tera iniziò a gridare e scalciare, terrorizzata, ma, in pochi secondi, tutto ebbe fine e del tornado rimase solamente una leggera brezza di aria fresca in un ambiente che puzzava di umido. Si stropicciò gli occhi e tentò di guardarsi intorno, non riuscendo a vedere molto.
Non trovava più la porta e non sapeva come andare avanti, non sapeva dov'era... Si era persa! La sua mamma aveva ragione. Si sedette a terra e iniziò a piangere.
 
Dopo un'ora circa, una luce apparve nel buio perenne ma, dopo una frazione di secondo, scomparve. Tera gridò "Aiuto! C'è qualcuno? Vi prego!" 
Non ebbe risposta ma, dopo qualche minuto, rivide quella luce più vicina di quanto non fosse prima. Ripetè di nuovo la sua supplica e andò avanti così per parecchi minuti ancora.
Tera era sull'attenti, da un secondo all'altro avrebbe rivisto quella luce, o almeno lo sperava. Una forte luce si sprigionò accanto a lei, che si mise ad urlare e cadde a terra dallo spavento. 
"Eri tu che chiedevi aiuto?" La voce di quella persona era davvero strana, sembrava quasi elettronica, come se provenisse da un computer.
"Si, mi sono persa. Puoi accendere la torcia? Non vedo niente con questo buio.." 
"Mi spiace, non posso aiutarti in questo. Ma, se ti fidi, posso portarti dove riuscirai a vedere oltre il tuo naso"
Tera annuì, non le sarebbe potuta andare peggio di così, e afferrò la mano che lo sconosciuto le aveva teso dinnanzi agli occhi. Al tatto era strana, pelosa.
Quell'essere, non lo si poteva chiamare altrimenti, la tirò su e la depose sulla propria groppa, molto simile a quella di un cavallo.
Tera iniziava ad essere spaventata ma era molta di più la curiosità "Che cosa sei?"
"Un illuminone" disse l'estraneo e, in quel preciso istante, la sua testa si illuminò rivelandone alcuni tratti. La forma richiamava vagamente quella di un essere umano ma, al posto della pelle, era ricoperta da qualcosa di simile al vetro. Ai lati vi erano due lunghe corna e l'interno era occupato da un gigantesco cervello luminescente.
"Mia mamma mi ha raccontato di voi! Siete gli esseri più intelligenti che ci sono e la vostra testa si illumina ogni volta che avete un idea" Tera era davvero sorpresa e iniziava a credere di star dormendo.
"Esatto. Tieniti forte" Partì al galoppo, senza lasciarsi intoppare dal buio. "Chiudi gli occhi e trattieni il respiro" Un po' dubbiosa, Tera obbedì. Pochi secondi dopo sentì infrangersi contro di lei un grosso muro d'acqua che per poco non la sbalzò giù dalla groppa dell'illuminone.
Continuarono la loro corsa ancora per del tempo, Tera non saprebbe dire quale viste le innumerevoli distrazioni che le dava quello strano posto.. C'erano un sacco di quegli esseri di cui sua madre le aveva sempre narrato e molti di più!
"Dove mi stai portando?" 
"A casa mia" fu l'unica risposta che ricevette.
Dopo tanto altro cavalcare, arrivarono difronte ad una foresta. "E' qui che dall'era dei tempi abitano gli illuminoni. Un tempo anche io abitavo qua" La aiutò a scendere e, dopo averla deposta a terra, iniziò ad allontanarsi lentamente.
"E tu non vieni?" La voce di Tera era piena di dubbi "Non puoi lasciarmi sola" Ora il suo tono era terrorizzato e nei suoi occhi si affacciavano le prime lacrime "Non puoi andare via"
L'illuminone si fermò, sembrava molto combattuto. Tornò vicino alla bambina "Qui sarai al sicuro, sono gli esseri più intelligenti di tutta Straminia. L'hai detto anche tu" accennò un sorriso in quel suo strano viso di vetro.
"Lo sei anche tu! Sei un illuminone, no?"
Il suo volto si oscurò "Non ho più le loro capacità" il suo volto si illuminò "Da giovane ero uno dei massimi esponenti degli illuminoni ma, ahimè, un'incidente mi ha gravemente danneggiato... Oramai la mia mente non lavora più come quella di un illuminone e questa è la mia più grande vergogna. Per questo motivo mi trovavo nel limbo quando ti ho trovata"
Tera sembrava profondamente dispiaciuta per quel suo nuovo amico "A me non sei sembrato per niente stupido"
"Certo, appartieni ad una razza inferiore" 
"Beh, forse non sei il più sensibile" disse la bambina con un tono scherzoso.
"Mi dispiace, non volevo insultarti" 
Tera scosse la testa "Non ti preoccupare. Ora fammi vedere il tuo straordinario mondo" gli porse una mano e quello la fece risalire sulla sua groppa.
"Dove vuoi andare?" 
"Non conosco questo posto.. Portami a vedere qualcosa di bello!" 
L'illuminone partì in una corsa sfrenata. Il vento le sferzava il viso, eppure riusciva a cogliere ogni dettaglio del paesaggio; sopra le loro teste schizavano velocemente e in continuazione gli uccelli postali, la rete di scambio di messaggi più efficiente ed ecologica mai inventata. Gli alberi erano dei colori più strani e alcuni crescevano persino al contrario! L'aria era fresca e piena di buoni odori e spesso Tera dovette calarsi all'ultimo momento lungo la groppa dell'illuminone per schivare delle frasche o dei serpenti che si sporgevano da esse.
 
Arrivarono nei pressi di un bellissimo lago dalle acque cristalline, dalle nuvole cadeva un'immensa cascata e, intorno alla scogliera che lo delimitava, crescevano degli altissimi papaveri. Sparsi qua e la c'erano tantissimi strani animali e l'acqua pullulava di sirene e pesci. 
Quando si avvicinarono alla scogliera, un pesce del destino saltò fuori dal lago e si librò verso Tera sotto gli occhi attenti dell'illuminone "Stai attenta a quello che ti farà vedere"
Tera annuì, sapeva tutto su di loro. I pesci del destino erano tra gli animali più desiderati dell'intera Straminia poiché avevano il potere di predire il futuro di chi ritenevano degno, ma non tutti erano in grado di guardarlo senza impazzire.
Quello continuò ad avvicinarsi fino ad arrivare esattamente sopra le mani di Tera, la quale le protese e le mise a coppa per accogliere l'occhio del pesce. Appena esso si posò sulla sua mano, un brivido percorse la sua schiena e la sua vista si offuscò. 
 
-Correva a perdifiato, qualcuno la inseguiva. 
Una freccia le sibilò accanto al viso graffiandole una guancia. Cominciò a piangere, senza smettere di correre. 
Sentì un forte rumore di zoccoli vicino a lei "Sono spacciata, non sarei dovuta venire qui" era l'unico pensiero che le passava per la mente.
Una mano possente la afferrò per la maglietta e la buttò bruscamente sulla sua schiena "Non avrei mai dovuto portarti qui. Ti ho condannata"
Era lui! L'aveva salvata un'altra volta! "Che cosa stai dicendo? Mi stai salvando!"
"No, piccola. Sono stato un egoista... Tu sei stata così buona con me e io ti stavo consegnando a loro!" il suo tono era terribilmente triste e afflitto da una colpa schiacciante "Gli umani sono banditi dal nostro mondo da quando una di loro quasi lo distrusse. Gli illuminoni, oltre ad essere le più intelligenti, sono anche le creature che portano più rancore sulla faccia di Straminia e pensavo di poter essere riammesso tra di loro consegnandogli te... Mi dispiace! Non avrei mai dovuto fare nulla del genere... Ma ora loro sanno che tu sei qui! Ti devo far tornare nel tuo mondo"
Continuarono a correre a perdifiato in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri e concentrato sulla strada da percorrere. 
Tera rivide in lontananza la cascata che avevano attraversato all'andata e sentì il passo dell'illuminone affrettarsi. "Ce l'abbiamo fatta" fu il pensiero che passò nelle menti di entrambi. 
Una freccia si conficcò in una zampa dell'illuminone recidendogli un tendine. 
Urlò ferocemente e cadde pesantemente a terra. Tera rotolò poco lontano da lui "Scappa! Puoi farcela!" La bambina non se ne andava "Vattene!" si avvicinò ancora di più a lui "Non puoi fare niente per me. Non essere stupida. Scappa. Saperti in salvo è l'unica cosa che può farmi rendere accettabile questo momento" Tera lo guardò ancora per qualche secondo e poi, con le lacrime ad offuscarle la vista, corse verso la cascata. 
Era ormai vicinissima quando una freccia sibilò sopra il corpo dell'illuminone e si andò a conficcare nel suo esile corpo-
 
Davanti ai suoi occhi tornò lo stupendo lago, ma ora sapeva di non poterne godere a lungo senza rischiare la sua vita e quella del suo nuovo amico.
"Che hai visto?"
Si volse verso l'illuminone "Niente di importante. Portami a casa"
   
 
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