Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic
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Autore: Assasymphonie    02/05/2013    3 recensioni
« ... e soprattutto dovresti smetterla di lavorare di notte. Tutti dicono che a stressarsi tanto si diventa vecchi e vengono fuori le rughe molto prima del tempo. »
{ SinJa }
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ja'far, Sinbad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo del capitolo: Everlasting.
Personaggi: Sinbad / Ja'far
Rating: Giallo
Note dell'autore: One-shot / Shonen-ai / Sentimentale / Fluff
Disclaimer: Personaggi, luoghi e abitudini sono di proprietà del mangaka; lo scritto e le situazioni sono di mia proprietà.


.Everlasting.

« ... e soprattutto dovresti smetterla di lavorare di notte. Tutti dicono che a stressarsi tanto si diventa vecchi e vengono fuori le rughe molto prima del tempo. » La stanza, senza tutto quel vociare incessante, sarebbe risultata davvero silenziosa; nessun respiro oltre il proprio, solo il lieve rumore del bruciare dello stoppino della torcia e la penna che grattava sopra il foglio di pergamena pesante, profumato di umidità. Troppo umido, lo sapeva benissimo, ma le mani pallide non volevano lasciar perdere e le parole scorrevano leziose così come le cifre, i calcoli, i risultati e tutta una serie di cose totalmente estranee al paio di occhi color del bronzo che scintillavano poco sopra la bocca che continuava a ciarlare. Ancora e ancora.
« Non credi faccia terribilmente caldo stanotte? Ho scelto apposta questi vestiti per venire a trovarti, Masrur dice che è una foggia tipica e in effetti funziona! » Già, "vestiti". Ja'far li aveva visti molto bene, questi vestiti: una sorta di tunica aperta sui fianchi, di un lino talmente impalpabile da dare l'idea di star indossando carta di riso; i due lembi separati, coprenti il davanti ed il dietro del corpo, erano fissati da una cintura dorata che portava un rettangolino di stoffa ricamata, sempre sui toni caldi delle steppe e delle pianure. Nel complesso bellissimo, è innegabile, se unito a sandali allacciati fino a poco sotto il ginocchio e lunghi capelli violacei, profumati di mirra, sparsi su quello che doveva essere il /suo/ divano. Ora non era più tale così come più tale non era l'atmosfera silenziosa, rotta in soli cinque minuti di presenza. Non soltanto faceva tutto quello che avrebbe dovuto fare lui, ma in più doveva anche essere disturbato?
Le labbra seriche lasciarono cadere sull'inchiostro ancora umido un sospiro silenzioso, ma la penna fu riposta dentro il calamaio e il corpo diafano di Ja'far, ancora stretto in quella sua casta tunica da lavoro con i bordi ricamati in verde ma nessun copricapo a coprire i capelli bianchissimi, ruotò quanto bastava per incontrare lo sguardo prezioso altrui.
« Sin. » La voce del più giovane era tranquilla, senza la benché minima traccia dell'irritazione che lo aveva portato quasi a distruggere un pezzo di carta molto meno costoso di quella pergamena, che ora giaceva in un angolo dell'ampio tavolo di legno proprio accanto alla lanterna con cui si aiutava per vedere. Anzi, le labbra portavano un sorriso gentile e gli occhi grigi erano pieni di premure. « Stai comodo? Vuoi un altro cuscino? »
Non poteva crederci, Ja'far era così gentile! Lo sguardo di pura meraviglia del re di Sindria illuminò totalmente l'ambiente molto più di quella esigua fiammella; speranza, desiderio? Magari lasciava quelle noiose carte per venire a sedersi accanto a lui, giusto per scambiarsi un paio di coccole della buonanotte? Pieno di fiducia annuì, splendendo ancora e ancora. Splendeva sempre, Sinbad.
Peccato che quella luce venne soffocata immediatamente da un cuscino, sì, che andò ad impattare con un suono morbido proprio contro la faccia del re, seguito quasi immediatamente da un corpo sopra il bacino, stoffa ruvida contro la pelle delle gambe e il profumo di crisantemi che tanto caratterizzava quel corpo bianco, delicato e segnato dell'uomo del suo destino. Ma quello che non aveva messo in conto sono state- le mani!
Mani che premevano non sul cuscino come si era aspettato -e come giustamente avrebbe meritato-, ma contro il petto, contro la stoffa. Mani le cui dita andavano quasi dilaniando il lino sottile che cedeva alle loro moine affabili, scoprendo sempre di più la pelle ambrata di Sinbad. Una reazione totalmente inaspettata, una reazione... istintiva?
In verità il primo piano di Ja'far era stato quello di premere il cuscino sul viso di Sinbad e di soffocarlo una volta per tutte, magari; un piano essenzialmente semplice ma in cui qualcosa, come sempre, era andato più storto del previsto. Un qualcosa di assolutamente imprevedibile eppure terribilmente semplice una volta accettato o almeno riconosciuto: perché Sinbad doveva avere un profumo così intenso? Perché la sua pelle doveva essere più rovente dell'aria del deserto, perché il sapore del suo fiato mischiato a quello dell'oro e dell'argento doveva essere così irresistibile, tanto da costringerlo a togliere il cuscino?
Lo spettacolo che diede, probabilmente, avrebbe potuto ridestare i morti: sentiva le guance in fiamme, sentiva gli occhi velati da un film di... lacrime, probabilmente, ma ciò che non sentiva era il desiderio di fermarsi. « Sin- » Una differenza consistente tra il nome dell'altro prima e adesso, sussurrato appena, il viso basso e i capelli che andavano sfiorando il petto ormai denudato dell'altro che- che si mise a ridere?
Una risata fragorosa che rimbalzò in ogni angolo della stanza prima di morire su quelle stesse labbra bianche capaci di guarire e di ferire, coprendole completamente e rendendole succubi di un contatto umido il cui risuonare riusciva a sciogliere i nodi di tensione nelle spalle di Ja'far, rendendolo molle creta tra quelle mani così grandi. « Ti ho sedotto, visto? » Un rapido movimento di bacino, ancora una risata, e ancora un bacio. Tutto questo altro non era che un piano solo per raggiungere lo scopo, solo per strapparlo a quelle carte umide per farlo sciogliere nel suo abbraccio caldo e secco? Il vento del deserto non era mai apparso così dolce: che quella notte potesse durare per sempre, questo pensava mentre storceva le labbra in una smorfia e tirava in basso una ciocca dei lunghi capelli di Sinbad, solo per rispondere alla scarica di mitraglia di pochi attimi prima. Avrebbe mai smesso di inventare cose come queste, avrebbe mai smesso di cercare di essere sempre migliore per avere la sua approvazione o per strappargliela?
Ja'far sperava ardentemente di no, più di ogni altra cosa. Ancora più della sparizione delle lentiggini.

.Fine.

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Primo, piccolo esperimento. Inutile dire a chi è dedicata, /vero cara/? <3
   
 
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