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Autore: LonelyWolf    02/05/2013    1 recensioni
La protagonista della storia si chiama Basma, ed è una ragazza di 16 anni che vive in Arabia Saudita.
Basma, stanca dell'opprimente insistenza del padre, che vuole a tutti i costi organizzare la vita dei suoi sette figli, decide di scappare di casa, senza alcuna meta, affidandosi alla saggezza di Allah, che saprà guidarla verso le giuste direzioni. Non sarà però un viaggio semplice il suo, infatti si imbatterà in un soldato Italiano, Giuseppe, che riesce a fuggire dopo 2 anni di prigionia in Iraq, a cui Basma salva la vita. Insieme decidono di dirigersi in Egitto, in modo che Giuseppe possa raggiungere l'Italia e tornare a casa, mentre per Basma l'Egitto rappresenta un nuovo ambiente, molto stimolante, nel quale vivere. Tra i due ragazzi nasce del tenero durante il viaggio. Questo nuovo amore però risulterà possibile tra due persone così diverse?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Arrivarono a Tayma verso le cinque e mezza del pomeriggio, quando il sole stava ormai calando e colorava la città di arancione.  Le strette stradine erano costeggiate da case costruite con un tipo di pietra locale che dava loro un magnifico effetto chiaroscuro. Alcune donne stavano chiacchierando davanti la propria casa, ma si erano zittite nel vederli passare e adesso bisbigliavano qualcosa. Anche gli uomini, che stavano seduti a un tavolo giocando a carte, si voltavano a guardarli, con aria curiosa e poco accogliente. Calò un silenzio inquietante, rotto solo dai passi del cammello.
Aveva detto Basma a voce bassa, in modo che solo Giuseppe potesse sentirla.
Improvvisamente uno degli uomini seduti al tavolo si alzò e si fermò proprio davanti al loro, impedendogli di continuare il percorso e facendo cenno alle donne di chiudersi in casa, da dove avrebbero spiato la scena da dietro le scalette della finestra.
L’uomo era alto e grasso, vestito con un dishsasha marrone e una kufiya beige. Il suo sguardo era aggressivo e minaccioso.
“Salve, straniero.”
Disse rivolgendosi a Giuseppe, che però rimase in silenzio.
“Come ti chiami?  E cosa ti porta qui?”
Ancora una volta Giuseppe non rispose.
I cittadini osservavano la scena in silenzio, alcuni sorridevano, altri erano seccati. Giuseppe aveva capito cosa quell’uomo gli aveva domandato, ma era impietrito dalla paura, e il suo sguardo si spostava spasmodicamente.
“Rispondi!”
Gli aveva ordinato Basma in un sussurro. Giuseppe si schiarì la voce e parlò, cercando di camuffare il suo accento, fingendosi uno del luogo.
“Salve a te. Mi chiamo Youssef e sono diretto in Egitto. Tu come ti chiami?”
“Rani. Sei diretto in Egitto… Quindi ti trovi qui per riposare una notte e poi ripartire?”
Giuseppe annuì, poco convinto.
“Come pensi di arrivare in Egitto?”
Giuseppe ci pensò un attimo, poi indicò qualcosa davanti a lui.
 “Con cammello.”
Quella risposta aveva scatenato una risata generale, tutti gli uomini seduti al tavolo stavano ridendo, anche le donne, da dietro le persiane, e persino Rani, che aveva la risata più chiassosa di tutte.
“Sei simpatico, Youssef. Come si chiama tua moglie?”
Giuseppe aveva scosso la testa indicando Basma col dito, pronto a dichiarare che quella lì non fosse sua moglie, ma lei fu più veloce e urlò il suo nome.
“Basma! Io mi chiamo Basma, molto piacere.”
Rani spostò velocemente lo sguardo su Basma, tramutando nuovamente la sua espressione facciale. Basma aveva sentito ansimare alcune donne da dietro le loro persiane. Sapeva cosa stava succedendo.
“Come osi interrompere due uomini, donna?”
Anche Giuseppe si voltò a guardarla, ma il suo sguardo esprimeva confusione. Basma chinò il capo e rimase in silenzio.
“E tu come osi permetterglielo?”
Diceva adesso, indicando Giuseppe, che era entrato nel panico e non sapeva come reagire: Rani sembrava parecchio disgustato, Basma manteneva la posizione di castigo e tutti gli uomini e le donne nascoste stavano aspettando una sua risposta. Sapeva che la sua posizione era molto delicata al momento, che non avrebbe potuto sbagliare, quindi resse il gioco.
“Sì, come hai osato? No sei donna che tuo padre ha promesso a mio. Mi vergogno di te, moglie!”
Urlò, brandendo il dito contro Basma. Sembrò che quella fosse la cosa giusta da fare, perché adesso  gli uomini annuivano, dandogli la loro approvazione. Rani però rimase impassibile.
“Se non rispetti me, io dico a tua famiglia che tu disonori loro.”
“Da dove vieni?”
Gli chiese Rani improvvisamente.
“Io? Io…”
Temporeggiò cercando un aiuto da Basma, che però non avvenne.
“Io viene da Italia.”
“Italia eh? E dimmi un po’, per quale motivo hai sposato una donna araba? Perché mai suo padre ti avrebbe dato questo consenso?”
Giuseppe deglutì sonoramente. Si trovava di nuovo alla berlina, sotto gli occhi accusatori di cinque uomini arabi i cui volti esprimevano disprezzo.
“Perché… Perché io salvato vita. Io salvato padre da fame. Io dato lui mio cibo, lui molto grato, lui fa di me marito di Basma.”
Sebbene alcuni uomini fossero soddisfatti, Rani sembrava ancora dubbioso. Da quando in qua un uomo arabo prometteva la propria figlia in sposa al primo straniero?
“Ascolta Straniero, questa volta voglio crederti. Ma la vostra presenza qui costituirà un grande problema per noi, per cui non voglio che restiate in città per più di tre giorni. Non dovrete avvicinarvi alle nostre donne o ai nostri bambini, non dovrete farvi vedere in giro se non al momento della partenza, per cui niente giri turistici o passeggiate per la città. Alloggerete nel funduq che gestisco, che, non per vantarmi, è il più lussuoso di tutta la città. Nutrirò e curerò anche il tuo cammello, per qualche spicciolo in più. Questi sono i patti, sta a te decidere.”
Rani incrociò le braccia, in attesa di una risposta. Giuseppe guardò Basma, poi il cammello. Capì subito che la proposta di Rani non era altro che una minaccia, che non avrebbe potuto rifiutare quella proposta, che Rani stava cercando di imbrogliarlo.
Guardò ognuno di quegli uomini fisso negli occhi, che ridevano di lui sotto i baffi, e poi guardò Rani.
 “Accetto.”
Disse, e, come per magia, l’uomo si scansò e permise loro di proseguire.
“Il mio funduq si trova proprio in cima a questa strada, vi raggiungerò presto, voi incamminatevi.”
Giuseppe eseguì gli ordini e, senza fiatare, si allontanò in silenzio, ma Basma lo vide mordersi compulsivamente le labbra e lo sentì fiatare più affannosamente del solito.
Aspettò di essere abbastanza lontano da orecchi indiscreti per poter finalmente lamentarsi con Basma.
“Cosa succede in questa città? Chi crede di essere quello uomo?”
Basma parlò con voce pacata.
“Un imprenditore. Vuole solo sfruttarci al massimo, stoglierci ogni centesimo.”
Giuseppe non rispose, ma sentiva ribollire il sangue nelle vene, e cercando di mantenere un minimo di calma, continuò a tenere le redini del cammello in mano, con più forza del dovuto. Anche Basma rimase in silenzio; comprendeva la rabbia di Giuseppe, Rani si era comportato in pessimo modo, il tutto solo per guadagnare qualche spicciolo di più.
La strada che conduceva al funduq era in salita, e Giuseppe la percorreva senza neanche guardarla, confidando che Basma lo avrebbe fermato quando vi fossero finalmente giunti. Erano appena arrivati a Tayma, ma avrebbero già voluto ripartire, sapevano di non essere i benvenuti, sapevano che si sarebbero approfittati di loro in ogni modo possibile in quei tre giorni, e Giuseppe non riusciva a sopportarlo. Se fosse stato nel suo paese si sarebbe ribellato, avrebbe espresso il suo rifiuto e avrebbe persino ricorso alle mani, se fosse stato necessario, ma qui era diverso, era tutto diverso.
“Odio qui.”
Aveva detto a Basma sottovoce.
“Anche io. E’ la prima volta che vengo a Tayma enon immaginavo che avrebbero fatto tanti problemi solo perché…”
“No, odio Arabia.”
Aveva precisato, zittendo immediatamente la ragazza.
“Non puoi odiare tutto un paese a causa di una sola persona, non trovi?”
“Una persona?”
La sbeffeggiò, ridendo amaramente.
“Visto tante persone cattive, visto tante cose brutte qui. Voglio solo tornare a Italia.”
“Parli dell’Italia così bene che la fai sembrare il paese delle meraviglie, ma, anche se non l’ho mai visitata, sono così intelligente da sapere che non può essere perfetta così come tu la descrivi. Anche in Italia ci sono gli imbroglioni, quelli sono dappertutto, non negarlo.”
Giuseppe non parlò, ma morse ancora con più insistenza il suo labbro inferiore.
“E poi hai visto troppo poco del mio paese, prometto che io stessa ti farò vedere i suoi lati positivi. Vedrai che non è tutta gentaglia manipolatrice, vedrai che esistono anche uomini e donne per bene, ti sorprenderò.”
Gli aveva detto Basma con entusiasmo, toccandogli il braccio nel tentativo di coinvolgerlo.
“Dimmi solo quando arrivati.”
Restò spiazzata. Perché quel ragazzo era così ostile? Perché aveva deciso di odiare tutto ciò che riguardava il suo paese? Non era la prima volta che criticava il suo mondo, e la cosa la infastidiva non poco. Basma cercava continuamente di instaurare un buon rapporto con quel ragazzo, ma lui non faceva il minimo sforzo per venirle incontro. Forse avrebbe semplicemente dovuto ignorarlo, e rassegnarsi al fatto che non avrebbe proprio potuto cambiare il suo modo di pensare. Ma sì, che fosse libero di pensare ciò che voleva, di odiare ciò che riteneva giusto odiare, di naufragare nel mare di ignoranza e pregiudizi nel quale stava lentamente annegando, rifiutando ogni ancora di conoscenza e tolleranza. Incrociò le braccia, facendo un broncio invisibile, e tornò a guardare la strada.
“Siamo arrivati.”
Disse infine, con tono acido, costringendolo a fermarsi di botto. Lo sentì borbottare mentre scendeva dalla carrozza e, ancor prima di dargli il tempo di poter porgerle la mano per aiutarla a scendere, Basma era saltata giù dalla carrozza, finendo in ginocchio per terra.
“Che cosa fai?”
La rimproverò Giuseppe, ma lei non ci fece caso, e si avvicinò al portone di ingresso, dove attese l’arrivo del ragazzo che si stava preoccupando di legare saldamente il cammello a una staccionata. Afferrò i borsoni e li trascinò fino al portone, dove entrambi attesero in silenzio l’arrivo di Rani.


PS- Ringrazio tutti voi per aver lasciato dei commenti positivi, non immaginate neanche quanto io li abbia apprezzati. Mi date la forza e la voglia di continuare a scrivere. Grazie davvero =) E mi scuso per il ritardo, prometto che stanotte pubblicherò due capitoli ;D Buona continuazione =)
  
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