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Autore: Tatuata Bella    03/05/2013    2 recensioni
Qualcuno deve averlo avvertito. Qualche stronzetto ha detto a Billie Joe che ci sono e lui è scappato, piccolo topo vigliacco.
“Maggie sei ubriaca.”
“Graz…Grazie dell’informazione.” E non so neanche con chi sto parlando. Mi giro e vedo Trè. Il batterista quello nuovo.
“Ah. Sei tu. E quello stronzo dov’è ora?”
“Billie Joe?”
“Seh. Lui. Biiiiillie Joe. Lo stronzo universale.” Dico.
“Che ti ha fatto?” chiede.
La sua ignoranza in materia è assurda
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrienne Nesser Armstrong, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seguo mia mamma lungo il corridoio dell’ospedale. Mi hanno dimessa subito appena mi sono svegliata, dopotutto non ero in condizioni così pietose evidentemente. Mia mamma è stranamente affabile. Forse gliene ho combinate troppe perché riesca ancora a preoccuparsi per me.
“Ho parcheggiato la tua macchina qui fuori. Ho preso la tua macchina, a proposito…” mamma parla a macchinetta probabilmente per evitare di guardarmi negli occhi. “Ho ordinato il pollo arrosto per domani. Quanti anni sono che non mangiamo il pollo arrosto a Natale, eh Margaret, te lo ricordi?”
La guardo interrogativa: “Domani è Natale?”
Ero così impegnata a bere, fumare e odiare Billie Joe che mi ero perfino dimenticata che era Natale.
“Sì tesoro, oggi è il 24 dicembre.”
Annuisco: “Oh.”
Siamo di fronte alla porta dell’ospedale.
“Chiuditi la giacca prima di uscire, ti prendi un accidente.” Mi dice mamma.
Tiro su il colletto fino a sopra la bocca e faccio due passi fuori, ma mi blocco subito.
Esattamente di fronte alla porta c’è Billie Joe seduto a gambe incrociate in mezzo all’asfalto.
Appena mi vede si alza di scatto e mi viene incontro.
“Come stai?” mi chiede.
“Bene.” Rispondo io. “Che ci fai qui?”
“Volevo vedere come stavi.”
“Sì, intendo…che ci fai qui in mezzo alla strada.”
“Al mi ha cacciato fuori, e io dovevo vederti a tutti i costi.”
Sospiro e ignoro la sua frase: “Devo andare.”
Mi prende per un polso. Odio quando lo fa.
“Per favore aspetta un secondo…voglio solo parlarti un attimo. Voglio capire che cosa ti sta succedendo.” Dice.
“Lasciami perdere Billie. Torna dalla tua ragazza.” Rispondo, secca.
“Adie mi ha mollato.”
Lo guardo torva: “La tua Adie ti ha mollato di nuovo e tu torni da me? Siamo come al solito quindi.”
“No, mi ha mollato perché sono venuto da te.”
Rimango zitta e non dico niente.
“Ti accompagno solo a casa. Parliamo mentre siamo sul tram.”
Sospiro. So che non dovrei farlo ma so benissimo che alla fine lo farò.
“Vado a dire a mia mamma che torno più tardi” dico.
Mentre mi avvicino alla mia maacchina, mi lancio qualche occhiata alle spalle, come per controllare che Billie Joe sia sempre lì, che non abbia deciso di andarsene.
In un secondo torno da lui: “Andiamo allora.” Dico.
Comincia a camminare e io lo seguo. Rimane in silenzio per un po’. Io ho così tanti pensieri, così tanta confusione dentro che vorrei solo fermarmi in mezzo alla strada e urlare più forte che posso.
Billie Joe si ferma alla fermata, appoggiandosi al palo del semaforo. Io mantengo le distanze, ce l’ho ancora con lui e voglio mantenere le distanze. O almeno voglio convincermi che sia così.
“Me lo dici perché sei venuto all’ospedale?” chiedo, dopo un’altra manciata di minuti di silenzio.
“Mi sembra il minimo dato che ti sei ridotta così per colpa mia.” Risponde Billie Joe, con un tono a metà tra il dolce e il protettivo.
“E’ stato soltanto un incidente, tu non c’entri niente.” Ribatto, punta nel vivo.
“Certo. Come no.”
“Credi davvero di essere così importante? Hai scelto Adrienne perché è lei che ami, bene, me ne sono fatta una ragione e adesso sto bene, fino a quando non ti metti tra i piedi.”
“Ah sì è evidente che stai bene, infatti sei solo andata in coma etilico.”
Abbasso lo sguardo. Ma chi voglio prendere in giro?
“…era un coma indotto veramente.”
Billie Joe mi fissa negli occhi con uno sguardo che significa ‘smettila di cercare scuse’.
Sta arrivando il tram. Billie Joe mi tende una mano e io la prendo. Si dirige verso il tram e mentre cammina intreccia le dita alle mie, con noncuranza, come se non volesse dare alcun peso a questo gesto.
Ci sono due posti che sembrano essere stati lasciati vuoti apposta per noi, ci sediamo e lui riprende il discorso da dove lo aveva lasciato.
“Mi dispiace. Sono stato uno stronzo, e non dovevo lasciarti da sola…ma rimedierò a tutto, te lo prometto.”
Scuoto la testa: “Non voglio che torni da me perché ti faccio pena…”
“Meggie, è una mia responsabilità quello che ti è successo…”
“No, non lo è.” Rispondo secca. “E’ colpa mia. Mia e basta, sono solo io la responsabile di quello che faccio, e se mi consideri come una ragazzina a cui badare non hai capito niente di me. Non credere che basti così poco per ricomprarti il mio affetto.”
“Meg, non potresti smetterla di dire queste cose? Sappiamo entrambi perfettamente come stanno le cose, tu vuoi me e io adesso sono qui, mi dici qual è il problema?”
Non riesco a credere che mi stia dicendo queste cose e che non si renda nemmeno conto che mi sta offendendo e che mi sta trattando come una ragazzina.
“Sai che c’è? Sei veramente uno stronzo.” Sbotto, mi alzo e vado verso la porta del tram.
“E adesso dove cazzo vai? Meggie, non fare scenate, per favore…” mi si avvicina e mi prende per un braccio.
Io strillo di lasciarmi e intanto le porte del tram si aprono, Billie Joe non mi lascia andare, così io strillo più forte e strattono il braccio finchè lui non mi lascia. Mi precipito fuori dal tram.
Ho così tante emozioni in testa mescolate alla rinfusa e mischiate insieme che non riesco a capire più nulla. Rabbia, frustrazione, confusione, vergogna e in mezzo a tutto c’è sempre, fortissimo, l’amore per Billie Joe, che non se n’è mai andato, nemmeno adesso che sembra davvero sia finita. Forse.
Mi gira la testa, forse per colpa del coma recente e di tutte quelle flebo, sono così debole, mentalmente e fisicamente che non riesco nemmeno a reggermi in piedi. Mi appoggio alla pensilina della fermata del tram, con la testa tra le braccia e cerco di respirare profondamente.
Una mano mi sfiora una spalla. Sobbalzo e caccio un urlo.
“Hey…calmati sono solo io.”
Billie Joe. Non dovrei, ma in tutta la mia vita non sono mai stata così felice di vederlo, anche adesso che l’ho appena mandato a cagare, ho un estremo bisogno di lui.
“Non…non mi ero accorta che eri sceso anche tu.”
“Te l’ho detto, non ti lascio più da sola. Puoi urlare, insultarmi quanto vuoi, ma non me ne vado più.” Il suo tono incute una profonda sicurezza.
Lo fisso negli occhi e lui ricambia il mio sguardo con i suoi occhioni verdi. Lotto stoicamente per costringermi a non piangere, a non muovermi, a non esplodere.
Si avvicina a me a grandi passi e mi stringe a se, prendendomi fra le braccia.
“Piccolina, stai tremando…” mi sussurra. Parla sottovoce, bisbigliando le parole direttamente sul mio orecchio.
Fa scorrere le dita tra i miei capelli, premendo delicatamente il mio viso contro il suo petto, continuando a ripetermi piano che va tutto bene. Io mi stringo a lui, tuffando il viso nel suo giubbotto e aggrappandomi alle sue spalle così intensamente che credo di aver lasciato i segni delle unghie sulla sua giacca di pelle.
Lui continua ad accarezzarmi piano i capelli e io non riesco più a trattenermi, mi lascio andare in un pianto che stavo trattenendo da troppo tempo.
“Non…Non ci capisco più niente…” tento di dire, ma la mia voce è strozzata dal pianto.
“Non importa, non ci pensare…ci sono io, andrà tutto bene.”
Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dalle sue braccia, senza pensare a niente che non siano le dita della sua mano sinistra che mi massaggiano i capelli e quelle della destra che scorrono piano sul tessuto della mia giacca, lungo la mia schiena.
“Te lo ricordi?” chiede all’improvviso.
“C…cosa?” chiedo.
“Questo è il posto dove ci siamo baciati la prima volta.”
Alzo la testa dal suo petto e incrocio il suo sguardo, con gli occhi spalancati: “Davvero te lo ricordi?”
Mi fissa e sorride al mio sguardo stupito: “Certo che me lo ricordo.”
Mi sfiora il viso con la punta delle dita andando a intercettare una minuscola lacrima che scivola lungo la mia guancia, poi prosegue a disegnare i contorni del mio viso con la punta del polpastrello. Si ferma con la punta dell’indice sotto il mio mento e guida le mie labbra verso le sue. Tutta la mia anima vuole così tanto questo bacio che anche la parte più razionale del mio cervello non riesce più ad opporsi per impedirlo. Semplicemente lascio che accada e socchiudo le labbra, pronta al contatto che non tarda ad arrivare. Ci baciamo lì, appoggiati alla pensilina del tram, alla nostra pensilina del tram, non so dire per quanto tempo. Alla fine sono io che separo con fatica le mie labbra dalle sue e ritorno con il viso premuto contro il suo petto, mantenendo gli occhi rigorosamente chiusi, con troppa paura per aprirli.
Dopo qualche minuto arriva un altro tram.
Billie Joe mi prende per mano e mi guida verso il vagone, sale e si siede su un sedile. Il tram è quasi vuoto, ma lui, senza lasciare la mia mano, mi fa sedere sulle sue ginocchia, circondandomi le spalle con un braccio. Io mi accoccolo e appoggio la testa sulla sua spalla, con gli occhi chiusi.
“Dove andiamo?” chiedo.
“Ti riporto a casa..”
“No…non voglio tornare a casa…” rispondo. Continuo a dare la colpa alle flebo e alla sfilza di medicinali che mi hanno dato, ma mi sento come fossi nel dormiveglia, sull’orlo di cadere addormentata da un momento all’altro.
“Ok, allora andiamo da un’altra parte.” Dice Billie, posandomi un bacio fra i capelli.
“Dove?”
“Non lo so, da qualche parte.”
Ha ripreso a cullarmi, come se fossi una bambina e io continuo a perdere il controllo del mio cervello ogni secondo di più.
“Ti amo.” Bisbiglio. Non volevo dirlo veramente è solo che lo sto pensando così tanto che le parole sono uscite da sole dalla mia bocca.
Per un secondo penso che Billie Joe non risponda: rimane in silenzio e immobile, a parte il suo respiro regolare che gli fa muovere il petto su e giù; poi dice, altrettanto piano: “Lo so.”
Non mi importa che non abbia detto “anch’io”. Non me lo aspettavo nemmeno, mi basta solo che mi abbia risposto.
Mi addormento, cullata dal movimento lento delle sue mani sulla mia spalla.
 
(Adrienne)
Non è esattamente il modo in cui mi ero immaginata di passare la mattina di Natale: in saletta con la solita gente, tutti attorno al tavolino tirato su di fortuna intenti a girarsi una canna.
Io sono seduta sulla poltroncina e guardo fissa la parete. Non sono molto loquace da quando Billie Joe se n’è andato da Meggie.
La porta si apre e mi volto di scatto.
Faccio un verso di disappunto a voce alta appena vedo Billie Joe che entra. Lui si blocca sulla porta: “Me ne vado?” chiede. Ha un viso sincero, come se realmente non avesse voglia di litigare. In realtà sembra piuttosto a terra, come se fosse troppo stanco per qualsiasi cosa.
“No.” Rispondo, secca. Posso anche tollerare la sua presenza.
“Oh ma non ci sta nessuno a casa il giorno di Natale, eh.” Fa notare Billie, sedendosi anche lui attorno al tavolino e dando una pacca sulla spalla di Mike.
“Come sta Meg?” chiede subito Trè. Sembra che quei due si adorino.
Billie Joe mi lancia un’occhiata un po’ preoccupata prima di rispondere: “Bene. Cioè…non proprio bene, ma sta meglio. E’ uscita dall’ospedale, adesso è a casa…mi ha detto che ti avrebbe chiamato, non l’ha fatto?”
“Sì, sì, certo…ma volevo saperlo da te come sta…insomma, se sta bene veramente.”
Billie Joe alza le spalle: “Non lo so, spero di sì.”
“E tu?” interviene Mike.
“Io che c’entro?”
“Rispondi e basta.”
“Non mi va di parlarne adesso.”
Mike gli rivolge uno sguardo così intenso che sembra che Billie Joe scompaia.
“Ok…ok…hai vinto.” Acconsente Billie Joe, lanciandomi un’altra occhiata preoccupata.
“Allora?”
“Non lo so…non…non lo so. Lei sta meglio è questo l’importante.”
“Quindi finisce così? Hai scelto Meggie?”
Non mi perdo nemmeno un microscopico movimento di Billie Joe. Voglio proprio vedere la sua reazione.
Non c’è molto da interpretare, i suoi gesti sono piuttosto chiari: nasconde la testa tra le braccia, appoggiandola sul tavolo.
“Le voglio bene.” Dice, con la voce soffocata dalle sue stesse braccia.”Lei ha bisogno di me, e mi ama sul serio.”
“Ma tu…?” Mike oggi lo sta proprio torturando.
“Ma io amo Adie, CAZZO. Lo so da sempre che amo Adie, lo sa tutto il mondo che amo Adie, CAZZO!” esclama, alzando di scatto la testa tra le braccia.
A questo punto intervengo: “Hey! No, ma tranquilli, continuate pure a parlare come se non fossi qui.” Sbotto, sarcastica.
Trè mi guarda un po’ stranito: “Io proprio non ti capisco…ti ha appena fatto una dichiarazione d’amore e la tua reazione è questa? Sei scocciata?”
Questa faccenda sta diventando una questione di stato e io sto cominciando a stufarmi.
“No, non sono scocciata, sono stanca. Billie mi ama uh che bello, anche io lo amo, ma tanto con me non ci starai mai, pezzo di stronzo, perché sarai sempre legato a Meggie in un modo o nell’altro e cazzo, se per te è più importante la sua felicità della tua e anche della mia allora accomodati, ma io non sto qui ad aspettarti.”
Billie mi fissa negli occhi con quel suo sguardo stanco, senza nemmeno cecare qualcosa da dire per ribattere.
“Aspettate…fatemi fare un riassunto…” interviene Trè: “Allora…Meggie ama Billie Joe. Ma Billie Joe non ama Meggie, perché ama Adie…e anche Adie ama Billie Joe, ma lui non può stare con lei perché non vuole ferire Meggie. Giusto?”
“Carino, eh? Potrebbero farci una soap opera.” Commento io, acida.
“In poche parole, Billie, sta a te decidere.” Aggiunge Mike.
“No, per un cazzo, lui non è in grado di decidere, ho deciso io.” Dico. “Quindi Billie, stai con Meggie, oppure non starci fai il cazzo che ti pare, quello che è certo è che io me ne tiro fuori una volta per tutte.”
Mi alzo ed esco sbattendo la porta, maledicendo tutto e tutti, perché l’unica volta nella mia vita che mi sono innamorata sul serio il destino, oppure qualche entità, non lo so, ha deciso di rovinarmi tutto pezzo per pezzo.


ANGOLO DELL'AUTRICE
Sera!
Allora...sono particolarmente legata a questo capitolo è sicuramente uno di quelli a cui tengo di più, l'ho scritto tutto di getto in una notte (ecco perchè perdo il sonno xD) e rileggendolo mi sono accorta di essere stata un pò tanto fluffosa...:D a voi il giudizio!
Un bacio!
Ire
  
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