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Autore: bells swan    04/05/2013    3 recensioni
Bella, ragazza di 19 anni. Edward, un uomo di 39 anni. È vero, c’è una grande differenza d’età, ma alla fine sono entrambi adulti e vaccinati. C’è solo un piccolo ostacolo: Rosalie, la migliore amica di lei, e la figlia di lui.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, James, Rosalie Hale | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Bella’s pov
 
È già passata una settimana, una settimana che posso dire di aver passato più con James che con Rosalie. Le cose vanno a gonfie vele, James è ancora il ragazzo perfetto di una settimana fa e Rosalie mi incita a vivere questa nuova avventura.
Di contro, non riesco a fidarmi di Royce. È per questo che stasera in discoteca usciremo tutti e quattro per la prima volta in gruppo.
Fin quando è il pomeriggio con i luoghi d’incontro pieni di gente, posso anche permettermi di lasciare Rosalie da sola con Royce, preoccupata comunque che lei andasse con lui da qualche altra parte. Ma il sabato sera, in discoteca, con le persone che si fanno solo i cazzi loro per divertirsi... No, non riuscirei a sopportare l’ansia.
Non ho idea del perché vedo Rosalie piangere per colpa di Royce, non capisco perché temo che lui le possa fare del male, ma mi sento così e fin quando lui non mi darà la prova che è realmente interessato alla mia migliore amica... Non si libererà di me.
Rosalie interrompe il filo dei miei pensieri facendo il suo ingresso nella sua camera da letto con indosso un completino intimo in pizzo rosso. “Allora, Bella? Quale? Questo o questa?” chiede, indicando ad ogni ‘questo’ il pantalone che tiene in una mano e poi la gonna che tiene nell’altra mano.
Piego la testa; la gonna le starebbe d’incanto. “Quella” rispondo, indicandole la gonna. “E se non ti dispiace il pantalone lo metto io” continuo, finendo di truccarmi davanti al suo specchio.
“Prendi pure, se ti interessa ho anche una maglietta da abbinarci” afferma, gettando il pantalone nel letto disfatto e iniziando ad indossare la gonna.
“Papà non ci sarà” annuncia, infilando il top. “Sarà da quella troia...”
Quasi mi acceco nel modo di mettere il mascara, sbagliando mira. “Come lo sai?” continuo, nel modo più naturale possibile.
“Ho ricontrollato i suoi messaggi” risponde senza traccia di rimorso.
“Rosalie!” la rimprovero.
“Andiamo, Bella! La scorsa settimana non ci è andato per non destare sospetti, ma stavolta ci andrà visto e considerato che noi usciremo e secondo lui ritornerò a casa dopo di lui. Be’, sai che ti dico? Chi se ne frega? Può fare ciò che vuole, se vuole scopare può farlo ma che non si azzardi a portarmi quella sgualdrina a casa mia!” esclama, incazzandosi.
Sorrido teneramente, lasciando per un attimo di lato la mia gelosia improvvisa. “Vieni qui” sussurro, allargando le braccia.
Come un cucciolo indifeso, Rosalie si lascia abbracciare. “La odio” sussurra con la voce rotta.
La odio anche io, penso. “Magari è simpatica” provo tuttavia a convincerla.
“Fa sesso con mio padre e non è mia madre, è antipatica” spiega secondo la sua logica.
Scoppio a ridere, cercando di tirarle su il morale. “Su, amore, vedrai che sarà la solita ragazza che frequenta più che altro per soddisfare certi suoi bisogno. Se per lui fosse importante te ne avrebbe parlato.” Nell’intimo, ci spero quasi pure io.
Rosalie sembra pensarci su. “È vero” tenta di convincersi.
“Visto?”
Sospira. “Sì, hai ragione. Ma stasera non voglio pensarci, stasera è la nostra prima uscita a coppie” annuncia sorridendo, la tristezza alle spalle.
“Anche se ufficialmente non lo siamo?” chiedo con un sorriso divertito.
“Anche se ufficialmente non lo siamo” conferma.
 
Edward’s pov
 
“Allora per stasera è confermato?”
Chiudo gli occhi a quella domanda, sospirando piano. “Sì, Lauren. Vengo a casa tua verso le dieci, per te va bene?”
Tanto mia figlia non sarebbe rientrata prima della mezzanotte.
“Sì, sì, va benissimo. Ho anche una sorpresa da farti vedere.” Il tono è deliberatamente malizioso, segno che la sorpresa si riferisce a uno dei tanti completi d’intimo che ha sfoggiato durante quest’ultimo mese.
“Non vedo l’ora” mormoro. “Adesso vado, ci vediamo più tardi.”
Blocco la chiamata mentre sento la voce di Lauren ricambiare il saluto, infilando la chiave nella toppa entrando in casa mia, per poi posare la ventiquattro ore per terra. Tolgo il cappotto, appendendolo, e slaccio la cravatta.
“Papà, che fai qui?” chiede sorpresa Rosalie.
Stasera sarebbe uscita insieme a Isabella e qualche altra amica, una serata in qualche bel ristorante di Port Angeles, e si è preparata per uscire entro breve.
“Sei bellissima, amore mio” mi complimento sorridendole.
Rosalie arrossisce, sorridendomi entusiasta. “Grazie, papà” sussurra abbracciandomi velocemente.
Le lascio un bacio fra i capelli, notando solo in quel momento che sì, è stupenda però... “Rose, quella gonna non è un po’ troppo corta? E quel top non lascia un po’ troppa carne scoperta?” domando incrociando le braccia al petto.
“E dai, papà” borbotta.
“Mi creda, signor Cullen, è la cosa più coperta che l’ho convinta ad indossare.”
Alzo lo sguardo sentendo la voce di Isabella parlare con me, morendo quasi sul colpo. Che cazzo...? Cioè, so che ha ormai diciannove anni, però...
Quei capelli sciolti e vaporosi sulle spalle da dove sbucano fuori? O quelle gambe fasciate da un pantalone grigio che le esalta insieme alle scarpe dal tacco a spillo? E il ventre piatto? E da quando Bella ha il seno?!
“Signor Cullen, si sente bene?” chiede la ragazza, inarcando le sopracciglia e avvicinandosi a me.
Da quando il suo profumo è così femminile?
Scuoto la testa, notando solo in quel momento l’assenza di mia figlia. “S-sì, sto bene, ero solo... distratto.” Dico la prima cosa che mi viene in mente, annuendo convinto.
Isabella sorride nervosamente, fissandomi come se fossi impazzito senza essere del tutto convinta.
Porca...
“Okay, Bella, possiamo andare” annuncia Rosalie ritornando con la borsa in mano, mentre mette dentro il cellulare.
“Rosalie, mi raccomando, tieni SEMPRE il cellulare a portata di mano” le raccomando risvegliandomi.
“Sì, sì, papà, tranquillizzati” dice divertita indossando il cappotto.
“Non è troppo corto, poi non senti freddo?” domando, inarcando un sopracciglio.
Mia figlia alza gli occhi al cielo. “Buona serata, papà” mi augura lasciandomi un veloce bacio sulla guancia e uscendo di corsa fuori.
Bella ha appena finito di indossare il cappotto. Non sentirà freddo anche lei?!
“Buona serata, signor Cullen” mormora. Il sorriso sembra un po’ finto o mi sono rincoglionito io?
“Anche a voi, ragazze.” Quando mi sorpassa, la fermo per un polso, sorprendendo prima che lei me stesso. Che diamine...? “Bella, mi raccomando” mormoro.
Bella mi fissa, sorpresa, senza capire.
“Mia figlia... lei non è matura quanto te” le spiego.
Rosalie è tutta la mia vita, morirei per lei, ma lei per prima ammette che in quanto a buonsenso Isabella la batte.
Bella sorride, stupendomi per quanto è carina quando lo fa. “Non si preoccupi, sarò la sua guardia del corpo” promette, prima di raggiungere mia figlia.
Osservo mia figlia controllare qualcosa nel suo cellulare e Bella entrare in macchina e accendere il motore. Dalla soglia di casa mia, le vedo allontanarsi, pensando che sì, hanno diciannove anni ma che comunque sono ancora delle bambine e io devo pensarci sempre due volte prima di dare a mia figlia il permesso per uscire.
Cazzo, lo so che è ormai quasi maggiorenne, ma in questo momento i ventuno anni sembrano così lontani e lei così piccina che a volte rivedo la bambina di quindici anni che era qualche anno fa.
Entro dentro casa, osservando l’orologio. Sono le otto. Meglio mangiare per poi andarmi a preparare.
 
Bella’s pov
 
Quando giungiamo alla discoteca di Port Angeles, una delle tante, i ragazzi sono già lì.
Royce e James ci aspettano appoggiati alle rispettive macchine, posteggiate vicino, mentre parlano. Più che altro, Royce parla, James lo ascolta annuendo ogni tanto.
Durante questa settimana mi è sembrato di capire che nemmeno a lui piace tanto Royce. Un punto a suo favore.
Quando Royce ci vede, James che ci da le spalle, il viso gli si illumina di un sorriso che oserei definire da bastardo. James si gira, mentre anche il suo viso si illumina di un sorriso. Ma il suo sorriso è così diverso da quello di Royce che fa sorridere anche me.
“Come va? Ce ne avete messo di tempo” esordisce Royce, prendendo vicino a sé Rosalie. “Noi entriamo” mormora sbrigativamente.
Li osservo entrare in discoteca, voltandomi poi verso James. Gli sorrido ma lui non ricambia.
“Royce non mi piace” mormora subito.
Sospetti confermati.
Faccio una smorfia. “Nemmeno a me..." sussurro.
Alla fine sorride. “Vieni, andiamo” mi invita prendendomi per mano.
Glielo lascio fare, anche se non provo nulla. Non ho provato quella specie di scossa quando Edward ha toccato il mio polso. Quando l’ha fatto, ho avuto solo l’impulso di violentarlo sulla soglia di casa sua; mentre se a farlo è James provo solo l’impulso di abbracciarlo teneramente a me. Dopotutto, è grazie a lui se in questa settimana mi sono sentita meno sola.
 
01:24
 
“Sei stanca?” chiede James urlando per sovrastare il rumore assordante della musica.
“Un po’, anche se mi sono divertita” rispondo.
Mi sono divertita davvero: chi l’avrebbe mai pensato che io, Isabella Marie Swan, potessi divertirmi a ballare? Per di più in discoteca!
Solo... è da un po' che non vedo Rosalie...
“L’hai vista?” chiedo a James.
“Chi?”
“Rosalie!”
Come ricordandosene solo in quel momento, si guarda intorno. “Bella, qua non c’è” mormora serio.
Un brivido serpeggia lungo la mia spina dorsale. Certo che è lì, se noi non l’abbiamo vista è perché sarà a ballare e le varie coppie la nascondono ai nostri occhi!
Ma imitandolo, non posso non concordare con lui. Non la vedo nemmeno quando salgo in ginocchio barcollando sul tavolino delle bibite.
“James...” sussurro preoccupata.
“Stai tranquilla, Bella, vedrai che la troviamo, sarà qua intorno” cerca di rassicurarmi, accarezzandomi i capelli.
“Magari è fuori” consiglio speranzosa.
“Andiamo, okay?” mormora subito.
 
Non è fuori, non in bagno, non è nemmeno dentro la discoteca. Dove cazzo può essere andata? Le avrò fatto anche più di cinquanta telefonate, ma niente. Il telefono è irraggiungibile.
Se entro cinque minuti non la trovo chiamo il padre.
Mi sento sollevare dal sollievo quando finalmente la trovo. O meglio, è lei a trovare me. Ma il sollievo dura poco quando vedo la gonna e il top sollevati più del dovuto, i capelli scompigliati, il trucco sbavato perché sta piangendo.
“Rosalie!” esclamo quando mi si avvicina.
“Andiamo via, ti prego” mi supplica abbracciandomi.
Le lacrime che ha già versato lei stanno per riempire pure i miei occhi per averla trovata in quello stato. Ti prego, fa che non...
“Rosalie, Royce ti ha fatto del male?” chiede serio James, allontanandola da me.
Scuote la testa, ma è chiaro che qualcuno le ha fatto del male e che quel qualcuno è lui.
“Dov’é?” chiede ancora James, il tono di voce che non ammette repliche.
“NO!” urla Rose. “Non mi ha fatto niente, okay? Voglio solo andare a casa, è possibile, cazzo?” continua stravolta.
Annuisco freneticamente. “Va bene, Rose, ti accompagno io, okay?” annuisce, stringendosi a me e lasciandosi trasportare fuori.
James ci segue, assicurandosi che non ci siano altri intoppi.
Gli lancio una veloce occhiata, annuisce. “Fammi sapere” mi dice con labiale per non farsene accorgere da Rosalie. Faccio di sì con la testa.
Raggiungo Forks e di conseguenza casa di Rosalie nel minor tempo possibile, superando anche i limiti di velocità. Se mi fermano, vedranno lo stato di Rosalie e denunceremo Royce, cosa che Rose non vuole, e se non mi vedono torno al più presto a casa.
‘Stasera sarà da quella troia.’
Rosalie ha ragione, Edward non c’è, la casa è al buio più completo. Ma al momento, la consapevolezza che lui magari proprio in questo istante sta facendo sesso non mi fa provare nulla di nulla. L’unica cosa che desidero è fare stare bene Rosalie, tranquillizzarla, starle il più vicino possibile, e infine chiamare Edward. E pur sempre suo padre e ha il diritto di saperlo.
Rosalie non ha fatto altro che singhiozzare, ogni singhiozzo una pugnalata. Cerco di trattenermi il più possibile dallo scoppiare a piangere perché so che se lo facessi Rosalie starebbe ancora più di merda.
“M-mi a-aiu-ti?” sussurra, riferendosi al suo stato.
“Certo” mormoro con voce rotta.
La aiuto a struccarsi, facendola sedere sulla sedia della sua toeletta, lei appoggiata a me, e poi la aiuto a spogliarsi per farle indossare il pigiama.
“Bel-la, puoi ri-manere c-con me?” chiede infine, coricandosi sul letto.
“Sì, Rose, dormo qui con te, okay? Ma tu domani mi dici tutto, va bene?”
DEVO saperlo. Se Royce le ha fatto del male, io...
“D-domani” promette.
L’abbraccio stretta, come una mamma con la sua bambina, mentre pian piano il singhiozzo passa e si addormenta fra le mie braccia.
So di essere solo la sua migliore amica, ma purtroppo sua mamma non c’è. E mi dispiace un casino, perché so che in questo momento l’unica persona al mondo che possa farla stare meglio è proprio sua mamma.
 
Da quando siamo arrivate a casa è passata mezz’ora. Distrutta, Rosalie si è addormentata subito.
Facendo più attenzione possibile, mi scosto da lei per poter prendere il cellulare e chiamare suo padre. Vado in salotto per farlo, chiudendo la porta della camera di Rosalie.
Compongo il numero di Edward, memorizzato nella mia rubrica da tempo ma mai utilizzato. È incredibile che debba farlo proprio adesso.
Edward risponde al primo squillo. “Bella?” chiede sorpreso e forse un po’ assonnato.
Sono le due passate, eppure tiene il telefono a portata di mano nonostante sua figlia ormai sia abbastanza grande per uscire. E il risultato si vede.
“Edward...” inizio, e al diavolo il lei. “Mi dispiace chiamarti, ma...” Non so come continuare.
“È successo qualcosa?” chiede subito, capendo.
“Non lo so ancora.”
 
Edward’s pov
 
Indosso i pantaloni con il telefono in mano, mentre Bella mi spiega tutto ciò che è successo quella sera. Rosalie non è andata a cena con le amiche, è andata in una discoteca, Rosalie non era con le amiche, era con Bella e altri due ragazzi, Rosalie si è persa, e poi è ritornata piangendo senza voler spiegare nulla.
E accidenti, mentre succedeva tutto questo io mi sono addormentato dopo aver scopato con Lauren!
“Sto arrivando” annuncio, bloccando la chiamata.
“Mmh... ma che è successo?” chiede Lauren, coprendosi con il lenzuolo, svegliandosi per il casino che sto facendo.
Non le rispondo nemmeno; corro fuori dalla porta recuperando le chiavi e il cellulare, le uniche cose che mi sono portato, e dirigendomi verso la mia auto mentre Lauren si alza per inseguirmi e cercare di capire.
Cinque minuti: da casa mia a casa di Lauren sono passati solo cinque minuti che a me sono sembrati non finire mai, cazzo.
Bella viene ad aprirmi sentendo il rumore di una auto, mentre mi fissa preoccupata.
“Come sta?” le chiedo immediatamente, dirigendomi verso la camera da letto di Rosalie.
La mani prudono, l’unica cosa che voglio è abbracciare con forza mia figlia e assicurarmi che stia bene e la seconda è uccidere a suon di pugni quel figlio di puttana che ha osato farla stare così male.
Prego Dio che lui non le abbia fatto ASSOLUTAMENTE nulla, mi accontento anche di una delusione d’amore, posso sopportarlo, ma se lui le ha messo le mani addosso...
“Edward, stai calmo” mi ordina Bella, fermandomi subito. “Rosalie sta dormendo, adesso sta bene, e domani ci spiegherà tutto okay? Ma non svegliarla, era esausta...” spiega parlando piano.
“Le ha fatto qualcosa? Le ha fatto bere qualcosa per poi toccarla? Bella, rispondimi” le ordino con fervore, prendendola per le spalle.
“Edward, io non so nulla!” ripete. L’ha già detto, ma in questo momento sono troppo teso per ricordarmelo. “Adesso ti siedi, io preparo qualcosa di caldo e...”
Ma no, non posso bere thé o camomilla. Mi farebbero stare solo più male. “Rosalie sta dormendo?” chiedo svelto.
Sembra presa alla sprovvista. “S-sì, ma...”
“Bene” sussurro, dirigendomi verso la porta di casa e uscendo fuori.
“Edward, aspetta!” urla Bella. “Magari non è più in discoteca, o magari c’è ancora ma se Rosalie si svegliasse? Ci hai pensato?” chiede inseguendomi.
“Rimani tu con lei” dico svelto.
“Non ti lascio andare a fare un omicidio e a parte questo avrà bisogno pure di te!”
Mi fermo di scatto perché ha ragione. VAFFANCULO! Prendo a calci la macchina, tanto per sfogarmi. Ha fottutamente ragione, non solo lo ucciderei senza fargli emettere alcun suono, ma probabilmente Rosalie, sconvolta com’è, riprodurrà gli eventi della sera in sogno, svegliandosi di soprassalto.
Ma non riesco a stare fermo, ad aspettare domani per sapere se quel bastardo le ha fatto del male...
“Edward! Edward! Ti vuoi calmare, cazzo?” chiede Bella, fermando la mia mano prima che rompa il vetro della portiera. Mi prende il viso fra le mani, ma io non la vedo.
Riesco solo a vedere un ragazzo dalla faccia ignota toccare con le sue mani sporche il corpo di mia figlia.
IO solo posso toccarla, IO solo posso accarezzare il suo viso, IO solo perché sono IO il padre! Se quel ragazzo non ha avuto rispetto per il corpo di mia figlia, io non ne avrò per il suo!
“Adesso ti calmi, entri dentro, ti siedi, e bevi qualunque cosa che io ti preparerò, mi hai capito!?” domanda autoritaria, urlando quasi.
La fisso, incapace di rispondere. “Bella... e se la svegliassimo?” supplico infine. “Se invece di aspettare domani ci facessimo dire tutto adesso?”
Sono impazzito, lo so. So che mia figlia deve solo riposare ma ho bisogno di sapere immediatamente se qualcuno ha fatto del male alla mia bambina...
“Edward, non possiamo. Lasciamola riposare, va’ a riposare anche tu” mi sprona dolcemente. “Tanto io resto qui, va bene? Se Rosalie si sveglia ti chiamo subito? Ma sei esausto e devi dormire.”
Scuoto la testa, ancora stretta alle sue mani. “Non ce la faccio” sussurro, stavolta svuotato completamente.
Vorrei fare tante cose: svegliare mia figlia e chiederle come sta, chiederle se le ha fatto del male, chiederle chi è, denunciarlo, ucciderlo, sfogarmi su quel bastardo come un pugile su un sacco della box.
“Ci sono io, okay?” continua. “Dai, vieni dentro, si congela...”
È lei a portarmi dentro, lei a farmi sedere sul divano, lei a preparare qualcosa di caldo senza sapere se sia thé o camomilla. La bevo, ma non mi importa. Seguo lei, perché in questo momento ne ho un disperato bisogno.
 
 
 
 
   
 
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