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Autore: KiarettaScrittrice92    04/05/2013    2 recensioni
No! Non parliamo del tradizionale Detective Conan. Questo è un racconto fantasy!
Shinichi è un povero ragazzo, abbandonato dai genitori, che sono andati a visitare le altre terre, che per guadagnarsi da mangiare deve lavorare in delle miniere e viene sfruttato. Ma la sua vena ribelle e combattiva lo porterà verso un viaggio che gli cambierà la vita!
Troveremo tutti i personaggi di Detective Conan, in un fantasy indimenticabile.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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CAPITOLO 31

Il mare che perdona il vulcano

 

Il sole era appena sparito dietro il fitto tetto di foglie verdi. 
Durante il viaggio il ragazzo aveva imparato a conoscere i suoi nuovi compagni, sebbene qualcuno rimaneva ancora alquanto misterioso. Quella sera in cui aveva incontrato il ragazzo di nome Saguru, aveva capito parecchie cose. Tutto ciò che né Shiho né Kaito, ossia Ombra Bianca, potevano sapere. Tutto ciò che riguardava la profezia, loro quattro e Black Island.
La persona con cui aveva fatto più amicizia però, era la bella cameriera alla locanda dai capelli biondi. Era una ragazza vivace, piena d’iniziative e soprattutto parecchio chiacchierona.
«Sonoko? - chiese il ragazzo. Lei si girò, erano in testa al gruppo che si era appena inoltrato nel bosco per raggiungere la capitale. - Se la persona che ami ti tradisse, tu lo perdoneresti?»
Tra i due calò il silenzio interrotto solo dai passi dell’intero gruppo e dai cinguettii degli uccelli. Quei pochi minuti di silenzio al ragazzo sembrarono interminabili. Quel silenzio lo opprimeva, come un fazzoletto sulla bocca, sembrava che quell’assenza di parole gli risucchiasse il respiro dall’interno. Come se per un attimo i suoi polmoni si fossero fermati. Poi finalmente la ragazza parlò, facendogli riprendere fiato.
«Ti perdonerà. Se ti ama davvero ti perdonerà. Anzi sono sicura che se avrai quel visino disperato non resisterà.»
Il ragazzo la guardò interrogativo, poi lei scoppiò a ridere.
«Dico sul serio. Si vede lontano un miglio quanto ci tieni a lei e quanto ti senti in colpa. E se è davvero la ragazza di cui mi hai parlato in questo viaggio, ti perdonerà.»
«Lo spero.» sospirò il ragazzo, tornando coi pensieri alla sua dolce principessa.
«Non tradirla mai più. Nè con le parole né con il corpo, potrebbe essere l’ultima volta che lo fai.»
I due ragazzi si girarono. Aveva parlato uno dei cinque che avevano deciso di unirsi a loro. Probabilmente lui era il più misterioso di tutti. Aveva penetranti occhi verdi, che ghiacciavano sempre Shinichi ogni volta che ne incrociava lo sguardo. I suoi corti capelli neri erano coperti da un berretto blu scuro, tranne per un piccolo ciuffo ribelle che gli cadeva sulla fronte. Sua madre, Yukiko, l’avrebbe chiamato un tirabaci. Ricordava perfettamente la storiella di sua madre su quello strano ricciolo che viene ai ragazzi coi capelli lisci, diceva che capitava raramente e che faceva di quell’uomo una vera e propria calamita per molte donne.

 

Il cuore sembrava voler sfondarle il petto. Non ci poteva credere. Non poteva credere che in un solo mese tutto quel dolore e rancore erano passati lasciando nel cuore solo quel maledetto amore che l’aveva legata a lui. Com’era possibile una cosa del genere.
Eppure stava succedendo. Affacciata nella terrazza del maestoso castello verde di Tochi, lo vedeva avvicinarsi con il suo gruppo al seguito. In tutto erano otto, ma lei aveva occhi solo per lui. Quell’incedere lento, quello sguardo profondo quanto l’oceano che rappresentava e quel viso un po’ nervoso che l’aveva emozionata il primo giorno.
Dietro di lei sentì dei passi, ma non si voltò, voleva guardare il più possibile quel ragazzo, come se solo con lo sguardo avesse avuto la conferma che quello che stava per fare era giusto o no. Ad un tratto una voce la distrasse, una voce che ormai era amica.
«Ran, non vieni ad accogliere i nuovi arrivati?»
La ragazza si voltò decisa e fece un cenno di assenso alla bella regina di quelle terre, per poi seguirla. Era vero, era stata lei la causa del suo rancore, eppure non era riuscita a serbarne neanche una goccia per lei. In fondo come si poteva biasimare. Shinichi era un ragazzo affascinante e lei aveva avuto una grande fortuna ad essere riuscita a conquistarlo. Perciò come poteva solamente pensare di prendersela con lei, era lui che avrebbe dovuto resistere e che non c’era riuscito.

 

Si stavano avvicinando al castello e il ragazzo iniziava a distinguere nettamente ogni singola pietra cristallo che componeva la maestosa struttura, che aveva lasciato Sonoko e Mitsuiko a bocca aperta. Gli altri stranamente non avevano mosso un dito, come se tutto quello per loro fosse assolutamente normale, solo il ragazzo biondo della sua stessa età si era lasciato sfuggire un “Fantastico!”, ma nient’altro.
Ad un tratto due figure si stagliarono sull’enorme ingresso di quercia. Vederle così vicine, l’una all’altra, nello stesso momento, bloccò per un attimo il suo cuore. Di nuovo quella sensazione di rimanere senza respiro lo travolse, poi però appena fu abbastanza vicino da vedere distintamente ogni minimo dettaglio dei loro corpi, qualcosa dentro di lui o tutto dentro di lui, tirò un respiro di sollievo. Non aveva più nessun timore. Avrebbe affrontato qualsiasi punizione gli avesse riservato il destino, ma per lui esisteva solo una ragazza ed era quella che aveva di fronte.
Il gruppo raggiunse l’ingresso e la regina con il suo bellissimo sorriso scarlatto diede il benvenuto ai nuovi arrivati.
L’uomo dai corti capelli corvini, rimase agghiacciato da quello sguardo. Quei bellissimi occhi verde acqua l’avevano colpito. Per il semplice motivo che avevano qualcosa di terribilmente familiare. Qualcosa che al solo pensiero gli faceva male al cuore.
Entrarono tutti dentro il castello, al seguito di quella meravigliosa ragazza dai corti capelli ramati, avvolta in un bellissimo abito color ambra. Tutti tranne Ran e Shinichi, che erano rimasti all’ingresso a fissarsi a vicenda come impietriti da qualche strano incantesimo.
Fu la ragazza la prima ad aprire bocca, e il risentire quella voce dopo poco meno di un mese mosse a Shinichi qualcosa nel profondo.
«Ti devo parlare!» disse, dopodiché senza un’altra parola lo prese per il polso e lo trascinò lontano dal palazzo verde smeraldo.
Camminarono per vari minuti, sebbene a Shinichi sembrarono lunghe ore, mentre il suo cuore continuava a martellargli nel petto. Non sapeva se era per l’emozione o per la paura di perderla per sempre, ma non voleva lasciargli tregua e più batteva, più quel battito sembrava mozzargli il fiato.
Finalmente si fermarono. Era una piccola radura alla periferia della capitale e sulla destra Shinichi poteva intravedere il lago che fungeva da bagno pubblico per tutta la popolazione.
Il silenzio come al solito era interrotto solo dai cinguettii degli uccelli, ma non ci volle molto perché la principessa iniziasse a parlare.
«Ora ascoltami bene Shinichi, prescelto di Feuer. Ciò che hai fatto è deplorevole e disgustoso e non perdonerei nessuno per quest’oltraggio. Eppure con te non posso. Non posso far altro che accettare le tue scuse, perché altrimenti finirei vittima di questo mio grandissimo errore se non lo facessi. Ciò però non vuol dire che io dimenticherò quel che hai fatto. Mai. Neanche, quando saremo vecchi e ammalati. Il tuo errore ti dovrà pesare sulla coscienza finché vivi. - ci fu un grave minuto di silenzio, in cui Shinichi si sentiva vile e indifeso proprio come il giorno in cui l’aveva tradita. Poi la ragazza riprese - Tuttavia, non posso fare a meno di pensare che tu sei un mago del fuoco, il prescelto di Feuer. Ciò vuol dire che la furia e gli istinti del vulcano e del fuoco vorticano in te come in me vorticano la calma e l’impetuosità del mare e dell’acqua. Perciò, capisco perché l’hai fatto. E ti posso dire con franchezza e gioia che mai, come in questo momento, il mare perdona il vulcano, perché lo ama.» concluse, con finalmente quel bellissimo sorriso.

  
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