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Autore: Columbrina    04/05/2013    2 recensioni
Avvertimento OOC per sicurezza. Perdonare qualunque incongruenza con il personaggio.
 Quattro storie nello stesso destino, come non andrebbero mai raccontate.
 
 
Birth.
 Aerith Gainsborough, presto, sarebbe andata all’altare. Se lo promise, o meglio gliel’aveva promesso. Sarebbe stata la sposa più bella del mondo, con quegli occhi brillanti che avrebbero esaltato un colore così tenue come il bianco, al suo fianco solo gioia. Nessuna barricata poteva ferrare la certezza.
 
 
Life
 “Trascorri così il tempo quando non hai rogna in giro?”
 “O faccio questo o prendo a pugni qualche belloccio. La più allettante è sicuramente quest’ultima, ma non posso fare questa carognata al futuro marito della mia migliore amica”
 “Giusta osservazione. Comunque, non dovresti essere con Aerith?”
 “E tu non dovresti essere con Cloud?”
 
 
 Death
 “Tu cosa pensavi di fare, piuttosto. Volevi ucciderti? Perché? Pensavo ormai che fosse tutta acqua sotto i ponti. Mi sbagliavo? Certo, perché sono stata una stupida a credere di poterti dare una chance …”
 “Una passeggiata. Ecco cosa volevo fare”
 “No, un suicidio premeditato. Ecco cos’era.”
 
 
 
 Synthesis
 Questa è una fantasia ancora da scrivere.
 
Genere: Angst, Drammatico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aeris Gainsborough, Cloud Strife, Tifa Lockheart, Zack Fair
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco, Contesto generale/vago
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#27. Moody’s mood for love

 

Solitaria, notava che sull’asfalto battuto del viottolo che percorreva il cortile si stava sciogliendo un manto bianco sporco, reduce di una nevicata plausibile. Aveva il viso arrossato e gli occhi iniettati di sollievo, che pendevano in bilico tra la coscienza archiviata e aloni di fiato caldo sul vetro della finestra, che veniva subito rigato dall’indice turgido, per poi rimarginarsi con altri refoli e questo con costanza recidiva fino a che non provò sollievo appoggiando la testa di peso alla superficie tersa, che lasciava intravedere la notte che si stagliava solitaria dinanzi a sé, mentre dalla città in sottofondo poteva sentir risuonare il tramestio e le luci soffuse che potevano venir spenti con un bacio, quando voleva in bocca solo sapore di menta fresca mista a neve sporca.
Tifa Lockheart era un tutt’uno con i suoi spiragli: sempre in attesa e in quel momento era trepidante nell’assaporare il prezzo della gratitudine per aver peccato così d’altruismo; eppure la stasi sembrava non terminare tant’è che decise di compensare il tutto con l’impellente freddo che trapelava dalla notte e dalla finestra, carezzandosi il ventre pasciuto e ripetendosi “Ci saremo solo noi per lui …”
La notte avrebbe portato a risvolti inattesi, anche se sentiva di non aver bisogno di lui in quel momento perché doveva far ordine alle sue priorità, consolandosi della consapevolezza che tra pochi mesi non avrebbe avuto più dubbi del centro intorno a cui avrebbe gravitato la sua vita. E la chiamava per nome, cantando una canzone familiare che parlava di una donna arrivata alla follia solo ed esclusivamente per amore, facendolo passare per un sentimento nocivo, ma che quando lo si prova può portare solo gioia gravitazionale.
“Una pazza che è pazza per amore”
Una voce sfaldò il canto, rompendolo come un bacio spegneva le luci di una città in subbuglio. Si voltò di scatto, perché questa volta non se l’aspettava davvero. Zack aveva la stessa posizione da autostoppista allampanato, tutto studiato, tranne che nel suo sguardo sincero.
“Yo!” disse, spostando il peso dallo stipite della porta e muovendosi docilmente verso la sedia occupata dai suoi piedi per prendervi posto “Pensavo che si stesse svolgendo un sontuoso banchetto qui …”
Tifa mise i piedi fasciati da un paio di vivaci calzini a tema natalizio sulle ginocchia dell’amico “Spiacente, tutto esaurito. In compenso c’è un bel buffet di avanzi nel frigo”
“Ho già mangiato, grazie. Sono solo venuto a vedere come stavi”
“Queste visite stanno diventando un tantino insistenti, non trovi?”
“No, io sono come il vento, gioia … Mi alzo quando meno te lo aspetti e travolgo tutto con le mie folate, non lasciandoti neanche il tempo di respirare perché sai che sarebbe inutile andare contro di me. Questa è la mia carta vincente”
Tifa fischiò.
“Quanto tempo ci hai messo per tirar fuori questa perla?”
“Credimi, non basterebbe neanche una vita”
Si lasciarono cullare dalla caldana che si specchiò nei loro volti fissanti la notte che si stagliava impenitente, senza dar segni di vita, mentre il manto sporco si confondeva con l’asfalto; Zack ogni tanto le accarezzava e le pizzicava i piedi, cantando una canzone dai ritmi infantili del tipo Questo porcellino andava a letto con la sua bella e premeva l’alluce per poi procedere progressivamente con l’indice Questo porcellino dormiva fino a tardi e il medio Questo porcellino era un eroe e terminava con un sommesso Questo porcellino va a consolare la sua amica gravida, il tutto sotto gli occhi e le risa sincere di Tifa, che rischiavano di svegliare tutta la casa per quanto erano intense e rintronanti. Soffriva il solletico meno di quanto soffrisse l’insofferenza.
“Questo porcellino è uno stupido …” esordì a un certo punto, portandosi istintivamente una mano al ventre perché le solleticava troppo.
“Questo porcellino è arrapante …”
“Questo porcellino è… Un porcellino e basta. Sei un porcellino e basta”
“Così mi elogi”
Lei fischiò di nuovo.
“L’aria natalizia ti giova, sai?”
“Più che altro mi giova il fatto che sto raggiugendo la data di scadenza”
“Per me rimani sempre un porcellino aitante”
Zack le sorrise, senza replicare con il solito trasporto perché amava quella complicità. E Tifa capì, sorridendo a sua volta.
E poi i toni si fecero familiari.
“Dov’è il biondo?” chiese come se fosse di prassi, pur conoscendo già il tutto, avendolo letto negli occhi scuri di Tifa che, essendo così bui, riuscivano ad assorbire tutto e celarlo sotto spoglie recondite.
“In giro”  soffiò lei, sorridendo serafica “E Aerith?”
“In giro”
“Staranno scopando!” rise lei, prendendosi beffa di lui con leggerezza.
“Lo spero. Il sesso è il motore che muove il mondo” fece lui “Anche se vorrei essere io ad aiutare Aerith a muovere il mondo”
“Io e Cloud direi che abbiamo già fatto abbastanza” cercò di sdrammatizzare lei, carezzandosi in modo convulso il ventre pasciuto, su cui indugiarono gli occhi sinceri di Zack e che parvero illuminarsi, ma senza straziarsi. Allora lui scoccò un fugace bacio al ventre, facendola sussultare.
“Valerie ha scalciato”
A quel punto Zack contrì il volto in una smorfia sghemba, ma al contempo era partecipe alla gioia immensa di Tifa, che era riuscita a dimenticare i dissapori che aveva con sé stessa.
“Il biondo ha approvato?”
“Cosa?”
Valerie Strife. Strano forte” fece lui “Com’è strana questa situazione …”
“Spiegati”
Voleva solo sentirselo dire, perché nulla era meglio come una strigliata soffiata in faccia come un refolo crudele.
“Voglio dire. Lui e lei. Tu e io. Uno scambio equo, sì, però fino a prova contraria Aerith è mia moglie e tu sei in attesa del bambino di Cloud. E tu hai approvato… Insomma, ti stai gettando la zappa sui piedi e stai mandando a monte anche i miei piani matrimoniali”
Tifa, però, sorrideva placida, come se niente potesse turbarla; sembrava addirittura divertita dalle concitazioni di Zack che di solito prendeva tutto così a cuor leggero.
“Mi spiace dirtelo, ma Aerith aveva bisogno di una felicità che non puoi dargli tu, per ora. Sei stato stupido, lo ammetto, però lei ti ama e questo è fuori discussione. Mi ha confessato che non può avere bambini …” a quel punto Zack strinse forte un lembo sporgente dei pantaloni troppo larghi “E io ho voluto contribuire a far partire la sua felicità da zero. Sono guariti e lo so, quindi ho deciso di concedergli un atto che avrebbero conservato in gran segreto, ma con una restrizione e un vincolo fondamentali: non dovranno mai guardarsi indietro e far finta che sia stata un’occasione per finire di scrivere un capitolo lasciato incompleto. La consapevolezza dell’amore di Aerith per te e il fatto che Cloud e io saremo una famiglia tra poco mi sono stati complici e un’ottima compagnia”
“Ecco perché eri a canticchiare una canzone su un amore scadente” fece lui, per mettere in prova il suo scetticismo che, finalmente, veniva  a galla senza rese alle sue leggerezze che tirava fuori quando era Tifa quella a non crederci. Era stato un buon maestro e lei aveva ricambiato il favore, mostrandosi fiera nel suo altruismo, che però aveva macchiato per sempre la felicità con un bacio scarlatto.
“E’ la prima che mi era venuta in mente”
“E non la canzone dell’asino che vola? O quella di Mister e Miss Jones? Stai messa proprio male”
“Meglio non covare rammarico”
“E vorresti portarti questo peso sulla coscienza?”
“Forse”
“Io no”
“E perché?”
“Perché sai che non sono buono”
Risero nuovamente, perdendosi per la prima volta in uno sguardo fugace e silenzioso, lasciando trapelare molti sentori di varia natura; per esempio Tifa ebbe l’impressione di sentire il respiro caldo di Zack sul suo viso e lui, di rimando, le carezzava in modo così lascivamente docile il profilo delle gambe un po’ di turgide di come le ricordava, ma sempre bellissime.
“Senti …” esordì poi lui, abbassando lo sguardo in silenzio.
“Mh?”
“Credi che potremmo ammalarci anche noi, dico, della stessa cosa di cui soffrivano Cloud ed Aerith?”
Tifa alzò le spalle.
“Non lo so, sinceramente” asserì lei “Hai forse sintomi strani?”
“Potrebbe essere un sintomo il fatto che sei incinta e ho voglia di scoparti?”
Senza scomporsi minimamente, alzò di nuovo le spalle, mentre alla bocca del ventre vi fu un altro calcio che innescò un subbuglio inatteso e impalpabile; era brava ad assorbire tutto nei suoi occhi scuri.
“Può darsi”
“Oppure può essere un sintomo il fatto che quando ti accarezzi il ventre sei arrapante ai miei occhi”
“Zack!”
“Vedi? Mi sono eccitato, guarda …”
“Sei disgustoso!”
“Ci avevi sperato, eh?”
E gli diede uno di quei buffetti che lui adorava di nascosto e si persero in nuove risate senza pudore, complici nella fedeltà reciproca e negli altri, mentre il manto sporco sembrava coprirli senza raffreddarli perché si scaldavano a vicenda nei loro sguardi.
“Posso dirti io una cosa ora?”
“Certo, Tifa. Qualunque cosa” disse, facendo un gesto marziale.
“Credo che ci stiamo già ammalando”
A quel punto Zack emise un profondo sospiro, tirato fuori da un meandro recondito, fino a spostarlo sulla punta della lingua e infine fuori in una smorfia tonda.
“Come al solito hai ragione tu”
“I sintomi sono evidenti”
“E noi troppo ciechi per vederli e troppo assorti dagli altri per sentirli”
“Siamo patologicamente recidivi …” soffiò lei, terminando i giri di parole e tornando a guardarlo come se non ci fosse altra scelta alla complicità.
“Allora penso che dovremmo guarire anche noi, come hanno fatto loro”
Senza preavviso allora, Zack si protese verso il suo corpo e il suo viso con una lentezza disarmante, che lasciò il tempo a lei di fare spazio nella sua mente per rendersi effettivamente conto di ciò che stava accadendo e lasciò fare agli eventi, offrendogli il volto d’avorio e alzando il collo come se volesse immolarsi su un altare come pasto sacrificale, pur di assaporare la medicina per la patologia che avevano diagnosticato. E sapeva che le sarebbe piaciuta. Lo capiva dal fatto che adorava il modo in cui il respiro di Zack calò sul suo viso, aprendosi all’unisono col suo e lasciando che i tripudi soffocassero l’uno con l’altro, mentre nel silenzio si librò uno schiocco preceduto da due gemiti univoci. Lo trovava adorabile.
Fu tutto semplice e maccheronico, per certi versi. E terminarono senza sorridersi, anzi sentirono che qualcosa di gravoso stava per discendere su di loro, senza bisogno che stipulassero nuove rese per palesarlo. Tentarono di abbozzare qualcosa, ma il disagio bloccava le vie.
“Meglio che vada” disse frettolosamente lui, chinandosi nuovamente per baciarle la gota, finendo per urtarle di nuovo le labbra, attraversate da un gemito fremente “A proposito, baci bene”
E fece per andarsene con un sorriso incorniciato da un volto attraversato da un colorito arrossato, di certo non dovuto ai gelidi refoli di vento.
Tifa rimase per alcuni istanti col respiro sospeso, inumidendo la bocca con la punta gelida della lingua nella speranza di cacciar via quell’indelebile traccia di medicina amara, che scendeva veloce e puntigliosa di sintomi analitici che spuntavano come funghi.
“Anche tu baci bene”

 

 

 

 

 

 

Synthesis

 

#Moody’s mood for love: E’ tanto che questa storia non cammina, eppure sente già male ai piedi perché si sta avviando sul viale del tramonto. Di tutti i capitoli preferiti che ho scritto, questo è stato senza dubbio il più appagante; spero che quei piccoli tremiti che ho sentito io una volta che l’ebbi finito arrivino anche a voi, temerari lettori che mi avete seguito fin qui.

La riscossa Fack è partita in sordina perché ho dedicato a loro pochi capitoli, quindi spero di poterla continuare anche dopo Cheats, con le urla che merita perché Tifa e Zack, insieme, sanno trasmettermi euforie e sensazioni che credevo perse; anche Cloud ed Aerith – e Cloud e Tifa, a loro modo – sanno farlo, ma con toni diversi.

 

Non so se l’atteggiamento di Tifa possa essere circoscritto alla sfera dell’ingenuità e dell’auto-commiserazione o a un latente egoismo. Mi spiego meglio: conscia dell’amore ormai cementato di Cloud per lei e il bambino che porta in grembo – e similmente, quello ritrovato di Aerith per Zack – ha deciso di diventare una combattente e smettere di raccogliere i cocci, ha deciso di ripristinare tutto quello che è accaduto, sanando i capitoli lasciati incompleti perché Cloud, ingravidandola, ha scelto lei e non l’altra.

Zack, però, è timoroso che questa concessione di Tifa possa far ammalare Cloud ed Aerith.

E, ancora una volta, si consolano a vicenda, ritrovandosi in una spirale di paranoie, attese e desideri che non troveranno mai realizzazione. Propendo più per questo rapporto amici nella cattiva sorte che per l’ammalarsi inesorabilmente della patologia dell’amore, anche perché sarebbe circoscritto solo alla carnalità e solo dopo tanto, tanto tempo di travagli e maturazioni diventerà un amore degno del suo nome.

Il fatto è che sono vittime di un amore che lascia incompleti e in quel bacio hanno cercato di trovare la metà che avevano perso e a lungo cercato.

Si sono ammalati sì, ma non allo stesso modo di Cloud ed Aerith: sono malati d’amore e pensano di non essere curati abbastanza, perciò cadono nello sconforto e diventano dei pazzi che sono pazzi d’amore. In poco tempo, Zack è diventato la roccia di Tifa perché riesce a capirla, prova il suo stesso dolore e sente i suoi respiri, i battiti del suo cuore e delle sue incertezze.

 

 

Prometto di riprendere la lettura di una storia che mi sta molto a cuore, forse anche troppo e di recensirla con costanza, tempo e ispirazione permettendo. Manila, la tua sorellina sta per tornare!

 

 

S.

   
 
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