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Autore: JustABitchOnAStroll    04/05/2013    5 recensioni
- Ciò non significa necessariamente che voglia parlare con te! -
- Sei proprio una bastarda -
- Sei proprio un coglione - risposi io a tono.
Dopo qualche attimo di silenzio tornò all'attacco - Come mai sei qui? -
Sbuffai - Ho ucciso un po' di gente -
Della serie " Rimaniamo sul vago "
- Ah... E ti vogliono giustiziare per così poco? -
- Sarebbe anche stato " poco " come dici tu, se non avessi ucciso anche tutti gli anziani del mio villaggio... Però è stato stranamente appagante, lo ammetto - dissi sospirando - Come ti chiami? -
- Hidan - fece una pausa - Per essere una ragazza devi aver messo su un bello spettacolo al tuo villaggio... Mi immagino tutto il sangue... - sospirò di piacere - A Jashin-sama sarebbe piaciuto -
- No, non c'è stato nessuno spargimento di sangue - commentai, parecchio scioccata dal suo commento precendente.
- COSA!? -
Rimasi convenientemente zitta.
Bhè, non è che si vedesse tutti i giorni un tizio a cui piacevano sbudellamenti e varie.
Vabbè, nel mio caso "sentisse".
Dannato Kekkei Genkai di merda.
Spero di avervi incuriosito, anche se sapete che dalla mia testolina bacata non può uscire niente di buono!!
Enjoy!
Ciauuu!
Alice_
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Hidan, Kakuzu, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Love is truly blind cap 4 Dire che questo capitolo è lungo è dire poco!
Buon lettura!
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Splash!
Dei bambini stavano giocando in riva ad un fiume sotto gli occhi attenti di una donna, mentre lei si dedicava a rammendare una delle numerose tute sdrucite dei suoi figli.
- Non allonatnatevi troppo! - disse in tono perentorio ai quattro fratelli.
Le rispose un coro di risate.

Il sole stava cominciando a scendere e la donna decise che i suoi figli avevano avuto abbastanza divertimento: avevano solo sette anni, e non era il caso di lasciarli giocare oltre il tramonto.
Oltretutto in quel periodo le strade di Taki pullulavano di criminali e non si fidava nemmeno un po' a lasciare i suoi bambini da soli.
- Ragazzi! Torniamo a casa, su... - cominciò ad alzarsi - Coraggio, sono certa che avrete tutti bisogno di un bel bagno caldo e... - si fermò, accorgendosi solo in quel momento che dei bambini non c'era nemmeno l'ombra.
- Koori? Shira? - le sue parole caddero a vuoto e vennero ingoiate dal silenzio - Matsu?! Haiiro! -
Cominciò a correre, trasportata dall'ansia per la sorte dei suoi figli, finchè non riuscì a distinguere delle orme di piedi piccole e poco profonde.
Erano passati di lì, era sulla strada giusta.
Continuò a correre seguendo la pista che aveva trovato, finchè non si imbattè in una scena che le fece accapponare la pelle.
Due uomini, riversi a terra, indubbiamente morti... Ma senza nemmeno una goccia di sangue a testimoniare un combattimento.
A meno che... NO! pensò la donna, mentre girava uno dei cadaveri e ne scrutava gli occhi.
Oltre alla presenza della morte, poteva scorgerne una seconda, ne erano prova i cerchi rossi attorno le iridi dell'uomo.
Si rialzò in tutta fretta con il cuore che minacciava di scoppiarle nel petto - KOORI! SHIRA! MATSU! HAIIRO!  - urlò in preda al panico, ricominciando a correre.
Ben presto si imbattè in altri cadaveri, tutti morti senza una goccia di sangue.
Avevano tutti il coprifronte segnato da un lungo solco.
Sono incappati in un covo di criminali... Devo trovarli! la donna si sforzò di correre più velocemente e ben presto riuscì a captare dei chakra familiari.
Sbucò in una radura e riuscì a stento a trattenere le lacrime.
- Mamma! - esclamarono i tre bambini,correndole incontro.
Avevano ferite superficiali, ma nulla di serio.
- Matsu! Koori! Shira! - si inginocchiò e li avviluppò in uno stretto abbraccio, poi li allontanò, osservandoli attentamente.
L'unica cosa che la allarmava era la caviglia di uno dei tre gemelli, slogata probabilmente.
- Dov'è vostra sorella? - chiese, rendendosi conto che all'appello mancava la figlia più piccola.
I  tre bambini puntarono quasi simultaneamente verso un sentiero che si addentrava nel folto della foresta, un posto che era visitato raramente persino dai ninja più temerari per via degli animali che vi si aggiravano.
Si diceva che si nutrissero del chakra delle loro vittime e poi le sbranassero, per marcare il territorio.
- Perchè diavolo l'avete lasciata andare lì?! - urlò la donna, guardando prima il sentiero e poi i suoi figli.
Si inginocchiò nuovamente - Adesso fate i bravi e tornate a casa da papà. -
La bambina fece per parlare e aprì la bocca, ma venne zittita ancor prima di aver potuto cominciare - Shira, ti prego... Vai con i  tuoi fratelli. - la donna sorrise e le diede un bacio sulla fronte.
- Va bene mamma... -
Quando li vide scomparire nel verde del bosco tirò un gran sospiro e fece dei veloci sigilli.
I suoi occhi, da blu intenso cominciarono a cambiare fino a diventare bianchi, mentre la sclera si tingeva di un rosso cremisi.
Si mise a correre per la strada che le avevano indicato i figli e giunse, dopo aver seguito le impronte della figlia per una buona mezz'ora, in una seconda radura.
Una cascata, di quelle per cui Taki era famoso, si tuffava in un piccolo laghetto, dal quale partiva un torrente che si insinuava nella boscaglia.
Vicino ad una roccia stava la bambina mancante.
Aveva lo sguardo fisso davanti a sè e, seguendolo, la donna non riuscì a sopprimere un gemito di orrore.
In piedi, davanti alla figlia, seminascosto dall'ombra degli alberi, stava un enorme animale con le mascelle strette attorno al busto di un uomo che aveva ancora gli occhi aperti.
E manifestavano sempre i cerchi rossi attorno alle iridi.
- Haiiro... Vieni qui, senza fare movimenti bruschi... - disse piano la donna, osservando con crescente preoccupazione la figlia che non parlava e non accennava a muoversi.
- Haiiro! - disse un po' più forte.
La bambina si alzò e mosse qualche passo instabile, ma non verso di lei.
Si stava muovendo verso l'animale.
- Ferma! - urlò lei, guadagnandosi uno sguardo carico d'odio da parte della bestia - Haiiro, non muovere un altro passo! -
Vedendo che la figlia non l'ascoltava si frappose tra lei e l'animale, cominciando a guardare la creatura negli occhi.
Dapprima non successe nulla, poi gli occhi dell'animale si dilatarono e lasciò andare il cadavere dell'uomo.
La donna si aspettava pienamente che cadesse e che morisse, non che la figlia gli si parasse davanti e la guardasse negli occhi, causandole un dolore inimmaginabile.
Urlò e questo sembrò riportare la bambina indietro dalla strana trance in cui era caduta - Mamma? - chiese con un fil di voce, osservando la donna ansimare a terra - Mamma! -
Le si avvicinò e si inginocchiò, cominciando a scuoterla - Mamma! Mamma! -
- Haiiro... S-stai bene? - chiese tirandosi a sedere - Chiudi gli occhi per favore... -
La bambina obbedì, asciugandosi un rivolo di sangue che colava dall'occhio destro.
- Adesso torniamo a casa... Tieni - le porse la sua lunga sciarpa rossa - Avvolgitela attorno al capo e agli occhi -
Haiiro annuì dubbiosa - Ma mamma, se la metto come faccio a vedere dove vado? -
- Sei una ninja, percepisci il chakra delle cose. Puoi muoverti con quello -
La bambina obbedì e si avvolse la testa con il tessuto.
Non posso sopportare di vedere il Reiko... Non dopo quello che è successo...


Mi svegliai di soprassalto.
Due settimane erano passate dalla mia entrata nell'Akatsuki e andavo d'accordo più o meno con tutti.
Soprattutto con ( non l'avrei mai detto ) Hidan.
In ogni caso era da tanto tempo che non facevo un sogno così vivido... E non sapevo se fosse un bene o un male.
- Oi, Haiiro. Si può sapere chi cazzo sono questi Matsu, Koori e Shira? -
Spalancai l'occhio visibile e lo guardai come se gli fosse spuntata una seconda testa.
- Ok, ok! Se non vuoi dirmelo la smetto! Ma cazzo, non guardarmi così! Mi fai paura! -
- Ah, lo prendo come un complimento allora - bofonchiai io, tirandomi su dal letto e osservando Hidan per bene.
Che cazzo, cosa aveva contro le magliette il ragazzo?
- Comunque, Kakuzu ti sta aspettando -
Rimasi lì come una scema, - Per cosa? -
- Non me lo ha detto il coglione - disse lui, tendendo una mano in avanti e guardandosi le unghie. Sbuffò,- Cazzo, devo già rimettere il fottutissimo smalto... -
- Fammi capire bene, siete un'organizzazione criminale, composta praticamente da soli uomini e mettete un cazzo di smalto?! -
- Ridi poco bastarda che lo dovrai mettere anche tu! -
- Non credo proprio - dissi io risoluta, guardandolo di sbieco con l'occhio dello Shikaku - Non sono mai stata molto... Err... Femminile -
- Tutte balle, sei una ragazza, no? Quindi fai poche storie e mettiti questo fottutissimo smalto del cazzo! - mi passò una boccetta do smalto verde, come il suo.
- Ti ho detto che non lo metto - replicai ancora.
- Allora dovrò costringerti - disse leccandosi le labbra e ghignando come un idiota.
Inquietante, se chiedete a me.
In un baleno ero sul letto, lunga distesa, con un braccio immobilizzato dalle sue gambe - Prova a fermarmi adesso, cogliona! - disse svitando il tappo della boccetta di smalto e cominciando a metterlo sulle mie unghie - E stai ferma! -
- Ti piacerebbe! - replicai io, cercando di sottrarmi alla sua presa, ottenendo soltanto una stretta ancora più micidiale.
- Sì cazzo, mi piacerebbe! - disse con un sorrisetto poco raccomandabile.
- Ma se stai ridendo... Ahaaha! Smettila, mi fai il solletico! -
Fece una faccia da finto innocente - Oh, sul serio bastarda? Quindi se faccio così ti da fastidio? -
Soffocai una risata nel cuscino - Sme-smettila! -
- Facciamo così, io la smetto e tu ti fai mettere lo smalto. -
Dovetti convenire che era un buon compromesso.
Dieci minuti dopo mi ritrovai con tutte e due le mani con le unghie verdi e Hidan che se la rideva di fianco a me - Adesso tocca alle unghie dei piedi! -
Feci una faccia che evidentemente doveva avere del comico, perchè si mise a ridere pure più di prima - Sto cazzo! -
- Ah sì? Devo forse ricordarti chi è il più forte tra noi due, bastarda? -
- Devo forse ricordarti che Kakuzu mi aspetta? -
- Il vecchiaccio può aspettare un altro po'... - fece per agguantarmi un piede, ma mi mossi fuori portata, - Non vorrai seriamente costringermi a fare come prima, vero? -
- Tzè, come se potessi... - dissi socchiudendo l'occhio visibile e riggiustandomi la benda che era un po' caduta - .... Prima non ero in guardia -
Quando mi saltò addosso ero pronta e, con una mano sul petto lo spostai quel tanto che bastava perchè non mi immobilizzasse.
- Oh, andiamo Haiiro-chan non vuoi giocare? -
- Veramente vorrei evitare di morire per mano di Kakuzu! - risposi leggermente seccata, ma anche divertita.
Si sdraiò sul letto, incrociando le braccia dietro la testa - Ma cazzo, lasciati un po' andare! -
Ero lì lì per rispondere con un secco " no " quando sentii delle braccia cingermi la vita - Che cazzo stai facendo?! -
Ammetto che la mia esperienza con i ragazzi ammontava a zero e che in prigione non avevo fatto particolaremente bei incontri ( il migliore che avevo incontrato l'avevo di fronte ).
Arrossii come una pazza, quasi raggiungendo la stessa tonalità del mio occhio e i girai per guardarlo male.
Almeno ci provai, perchè dopo neanche due secondi si era risdraiato, ma doveva aver fatto male i suoi calcoli, perchè cadde dal letto e si portò dietro pure me.
Ma non è che ebbe la decenza di cadere prima, no!
Caddi prima io ( non so nemmeno come ) e lui adosso a me.
Per qualche secondo credetti di essermi fatta qualcosa di permanente alla schiena, poi arrivò la sensazione di soffocamento.
Incontrai lo sguardo di Hidan a pochi centimetri dalla mia faccia, mentre sorrideva strafottente.
- Lo so che tutte le ragazze mi vogliono, ma non ti pare di affrettare un po' i tempi? -
Roteai gli occhi e lo guardai male - Quando hai detto " Lasciati andare " pensavo più a qualcosa del tipo " rilassati " non " Cadi dal letto " ! -
- Be' io avevo in mente qualcosa di più piacevole per tutti e due, bastarda -
Lo guardai con uno sguardo che diceva chiaramente " stammi-lontano-o-non-vivrai-per.vedere-un-altro-giorno " - Devo scuci- mi bloccai.
Non volevo che nessuno sapesse del mio occhio - Devo per forza ucciderti per farti smettere? -
- Potresti darmi quello che voglio, cazzo! -
- E cosa vuoi per l'esattezza? -
- Te -
Spalancai il mio occhio fino al limite del possibile e allontanai la testa quel poco che potevo.
Che cazzo si era bevuto?
- Vediamo... Oggi è Venerdì... Direi che si può fare... MAI -
Si avvicinò ancora di più e sentii una sensazione di bagnato sul naso.
Aprii l'occhio e lo vidi con in mano il pennello dello smalto - Hidan, dimmi che non l'hai fatto! -
- Troppo tardi cogliona! - si tirò su di scatto e corse fuori.
Quando mi guardai allo specchio cominciai a tremare, chiusi l'occhio e strinsi i pugni.
Presi fiato e, - HIDAAAN! SE TI PRENDO TI DISTRUGGO! -
Mi misi a tempo record i miei vestiti e ci buttai sopra la cappa nera a nuvole rosse, per poi lanciarmi ad un inseguimento folle.
Il primo che incrociai fu Deidara.
- Oh, ciao Haiiro-chan... Co- mi guardò un attimo e si morse un labbro.
Probabilmente per evitare di mettersi a ridere come un idiota, - Che cosa ti ha fatto Hidan, un? -
- Grrr.... Mettiamola così. Ha avuto la bella idea di costringermi a mettermi lo smalto. Approposito, l'hai visto? -
Cercai di non pensare che avevo una striscia di smalto verde che mi attraversava la faccia in una linea che partiva dal sopracciglio sinistro e arrivava fino alla parte destra del collo.
- E' andato da Kakuzu... Sono fuori e ti aspettano, da quello che ho capito, un! -
- Grazie Dei-kun. Ci si vede! - ricominciai a camminare

- HIDAN! -
- Oh, eccola che arriva. Ce ne hai messo di tempo! -
- Io ti uccido! Se Kakuzu adesso mi ammazza perchè non ero in orario, ti darò la caccia come spirito! -
- Se se... Vero Kakuzu? -
- Non mi importa. Cominciamo l'allenamento - disse atono l'avaro, mentre mi si parava davanti.
- Che? - feci giusto in tempo a parlare che una massa informe di filamenti mi colpì di striscio.
- Se questa fosse stata una vera battaglia saresti già morta. Lascerò passare questa volta, ma da adesso in poi io attacco per uccidere. E di sicuro sai che fine hanno fatto tutti i miei partner precedenti. -
Veramente non lo sapevo. Le uniche cose che sapevo di Kakuzu erano che era il contabile dell'organizzazione e che combatteva utilizzando tutti i tipi di chakra, oltre che quei cazzo di tentacoli.
Schivai senza problemi il colpo successivo e cominciai a correre verso il tesoriere, evitando nel processo tutti i colpi dei filamenti che mi indirizzava contro.
Dopo un po' doveva essersi stufato, perchè cominciò ad attaccarmi con il taijutsu.
Mi spinsi all'indietro per evitare una gomitata, atterrai sulle mani e mi spinsi in alto, poggiandomi su un albero.
Sorrisi a Kakuzu e saltai nella chioma.
Ne riemersi poco dopo con la mia arma preferita, un naginata*, per poi scagliarmi su Kakuzu che, con una strana tecnica fece deviare la lama.
Era come se avesse indurito la propria pelle.
Non ebbi tempo di ponderare la cosa oltre perchè una nuova ondata di filamenti si stava dirigendo a tutta velocità verso di me.
Feci roteare la mia arma e li falciai completamente, per poi saltare su un ramo per evitare di venire colpita da altri attacchi.
- E che cazzo Haiiro! Smettila di girarci attorno! -
Decisi di ignorarlo prontamente - Parla quello che mi ha smaltato la faccia... - saltai giù dal ramo, evitando la mano di Kakuzu, che si era staccata dal suo corpo per venire a prendere me.
Saltando da un albero all'altro cercai di capire come oltrepassare la barriera che il tesoriere ergeva per evitare che lo ferissi con la lama, finchè un particolare ricordo non mi fece fermare su un ramo, sgranando l'occhio verso il contabile.
- Kakuzu... Conosci la tecnica del Rancore della Terra... -
Lui si limitò a saltare sul ramo dove stavo e parai un pugno indurito con il manico metallico del naginata - Hn. Se mi batti, avrai le tue risposte -
Ringhiai e con una spinta al massimo delle mie capacità riuscii ad allontanarlo quel tanto che bastava per saltare nella chioma dell'albero dove di trovavamo e creare un clone, spartendo il mio chakra in maniera che non si distinguesse chi dei due fosse la vera Haiiro.
Uscii con il mio clone allo scoperto e evitai altri filamenti.
Stavo seriamente cominciando a stancarmi, mentre Kakuzu era ancora fresco come una rosa.
Fu allora che arrivò l'illuminazione: se Kakuzu utilizzava il Rancore della terra, allora era vulnerabile ad attacchi di fulmine.
- Se ti batto risponderai alle mie domande, dunque? - dissi, gasatissima per la mia monumentale scoperta.
Lo guardai mentre cercava di capire quale fosse la vera me.
Dopotutto muoversi con il chakra aveva i suoi lati positivi. Sapevo controllarlo in maniera impeccabile, dopotutto avevo anche avuto tempo per fare pratica, in prigione.
Si piegò in avanti e mi preparai a togliermi dalla traiettoria del suo attacco, ma non arrivò niente.
Sembrò che qualcosa stesse uscendo dalla sua schiena e mi stropicciai l'occhio per assicurarmi di non avere le allucinazioni - Che cazzo...!? -
Osservai una strana creatura ergersi vicino a Kakuzu, era completamente nera e sembrava interamente composta dai filamenti che da ormai mezzora attentavano alla mia vita.
- Arte del fuoco: Sofferenza istantanea! - la creatura aprì la bocca e una potente vampata investi la radura, investendo in pieno il mio clone, mentre l'onda d'urto mi mandò a sbattere contro un albero.
Ci saltai sopra e creai altri due cloni, spartendo ancora il chakra in parti uguali, ma rimasi nascosta questa volta.
Per poter vincere avrei dovuto coglierlo di sorpresa.
Avrebbe potuto esistere una missione più complicata?
Ne dubito fortemente.
La mia carta vincente era solo che non sapeva la natura del mio chakra e la fortuna aveva voluto che fossi in vantaggio sotto questo aspetto.
Dopotutto l'elettricità batte la terra.
Mandai i due cloni in avanscoperta e uno venne incenerito praticamente subito - Non puoi sconfiggermi con dei semplici cloni - disse calmissimo, mentre l'altro mio clone si faceva inseguire dal mostro del fuoco.
Strisciai fino a raggiungere le spalle di Kakuzu, saltando fuori dai cespugli e cercando di attaccarlo con il naginata.
Come previsto deviò il colpo, togliendomi di mano l'arma, ne approfittai e realizzai una serie di sigilli.
- Arte del Fulmine: Tornado del drago di tuono! - urlai mentre un drago formato interamente da fulmini si abbatteva sull'avaro.
Spiccai qualche balzo indietro e cominciai ad ansimare.
Avevo dovuto usare la mia tecnica più potente; Kakuzu non era stato ammesso all'Akatsuki perchè a Pain girava così, dopotutto.
Quando il polverone che avevo sollevato si posò, il contabile era ancora in piedi, dietro di lui il mostro del fuoco.
Per un po' non successe niente, poi la maschera sembrò sciogliersi e collassò ai piedi del tesoriere.
- Complimenti, hai appena messo fuori uso uno dei miei cuori. Per oggi il tuo allenamento termina qui -
Ancora ansimante raccolsi il mio naginata e mi avvicinai all'avaro - Mi...Devi... Qualche risposta -
- Suppongo che sia così - rispose senza scomporsi minimamente.
- Oi coglioni! Ma che cazzo sta succedendo?! -
- SILENZIO, NON HO DIMENTICATO CHE MI HAI SMALTATO LA FACCIA! - mi buttai addosso all'albino e rotolammo nei cespugli.
Quando tornammo alla base dovetti passare un'ora in bagno a togliermi rametti e foglie dai capelli, per farla breve.
__________________________________________________________________
Uff... Non credo di aver mai scritto così tanto in vita mia...
Spero che vi piaccia... Non ho nemmeno la forza di salutarvi come si deve...
Ma ne approfitto per ringraziare tutti quelli che mi hanno recensito!
Grazieee!
Al prossimo capitolo allora!
Ciauuuuu!
Alice_

* Il naginata è un'asta con fissate da una parte una lama, dall'altra uno spuntone.
Nel prossimo capitolo farò un disegno e lo posterò, assieme con quello di Haiiro.
   
 
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