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Autore: annetta chan    23/11/2007    13 recensioni
Questa fanfiction è basata interamente sul profondo amore di Goku e Chichi, il quale dovrà superare una durissima prova: la perdita di un figlio.
Il profondo e straziante dolore si impossesserà di Chichi, che allontanerà il marito da sè e si chiuderà nella sua sofferenza, isolandosi da tutto e da tutti. E' proprio in queste situazioni che il vero amore si farà valere e supererà ogni stacolo. Goku dovrà affrontare un nuovo nemico, diverso dai precedenti: il dolore. Ce la farà a sconfiggerlo? Riuscirà a portare nuovamente la pace nel cuore della moglie? Sicuramente questa si rivelerà la sfida più impegnativa che egli abbia mai intrapreso.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Chichi, Gohan, Goku, Goten
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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                                                      “BEYOND THE PAIN”

2°CAPITOLO: SHOPPING, INCONTRI, GELOSIE…

Era un freddo sabato invernale.
L'atmosfera che circondava la vallata dei monti Paoz era quasi fiabesca: le sontuose ed imponenti montagne, ricoperte da un manto delicato ed immacolato di neve, brillavano ai dolci e fiochi raggi solari che, seppur il freddo pungente si facesse sentire, riscaldavano l'ambiente circostante donando un po' più di sollievo agli abitanti della zona.
Qualche nuvoletta bianca decorava l'azzurro di quella splendida giornata.
Un tenue venticello scuoteva le chiome imbiancate dei sempreverdi, facendo cadere a terra qualche mucchietto di neve con un leggero tonfo.
Un bimbo di circa sei, sette anni osservava il paesaggio con curiosità e spensieratezza; il bambino era seduto sulle ginocchia sopra il lettuccio, si era appena svegliato, indossava ancora il pigiamino pesante, gli occhietti vispi e i capelli più spettinati del solito, ereditati dal padre. Un sorriso dolce e sbarazzino abbelliva quel visetto d’angelo; ogni tanto sghignazzava, divertito dall’impacciamento di un piccolo scoiattolo alle prese con una ghianda birichina e di proporzioni enormi per l’animaletto.
Il piccolo era solo nella stanza ancora buia, il fratello maggiore si era alzato già da qualche minuto, intento a fare colazione al piano di sotto, visto che avrebbe dovuto fare da baby-sitter al fratellino… sì, lui che avrebbe potuto trascorrere un’intera giornata con Videl doveva fare da badante al proprio fratello, visto che i genitori sarebbero usciti per fare compere. Roba da matti!
Il piccolo Son sentì dei passi lenti e profondi avvicinarsi; capì subito di chi si trattasse, ma non volle distogliere lo sguardo da quell’ incantevole paesaggio; per lui la neve era sempre stata una piacevole visione, anche solo guardarla lo rendeva felice, strano per un bimbo che non si accontenta mai di poco.
Sentì l’uscio della porta scricchiolare e poi chiudersi nuovamente dopo qualche secondo, qualcuno era entrato nella sua camera e ora stava camminando nella sua direzione, percepì quasi immediatamente l’abbassamento del materasso su cui aveva appoggiate le ginocchia, segno che quell’intruso si era seduto sul proprio letto.
Una mano grande e calda si appoggiò sulla sua spalla e una voce altrettanto suadente e profonda lo convinse a voltarsi.
Goku era salito in camera del figlioletto per aiutarlo ad alzarsi e a fargli fare la colazione, non era da Goten rimanere troppo tempo a letto, soprattutto quando il profumino invitante di una torta alle mele lo aspettava di sotto, pronta ad essere divorata dal piccoletto.
Alla vista dell’amato padre, Goten esibì uno dei suoi sorrisi più ingenui e felici, anch’essi ereditati dal genitore, per poi gettarsi al collo del proprio papà con tutta la forza che aveva in corpo facendolo cadere rovinosamente a terra, stralunato e ancora poco abituato alla tenerezza e a tanta dimostrazione d’affetto del piccolo Son.
Con destrezza e senza alcuna difficoltà si alzò nuovamente appoggiando il figlioletto in piedi sul letto in modo che potesse arrivare all’altezza della propria spalla.
“Buon giorno anche a te, Goten.” Scherzò il padre scompigliandogli i capelli ribelli.
Il piccolo sorrise, adorava e stimava tantissimo il suo papà, gli voleva tanto bene e amava essere stretto tra le sue braccia, tra quelle braccia così grandi e forti, così calde ed accoglienti che riuscivano a cullarlo e tranquillizzarlo, in qualsiasi momento.
“Che ci fai qui tutto solo? Non dirmi che non hai fame, perché non ci credo…” continuò Goku guardando quegli occhioni dolci, sorridendo perché quel bimbo aveva lo stesso sguardo dolce e tenero di Chichi, nei suoi momenti di calma e spensieratezza.
Il piccolo si voltò nuovamente verso la finestra, osservando per l’ultima volta il bianco paesaggio, per poi rivolgere l’attenzione sul padre che non aveva smesso di osservarlo.
“Guardavo la neve!” rispose ingenuamente il piccolo indicando con l’indice della mano destra l’ambiente fuori dall’abitazione, mentre con l’altra manina si teneva stretto alla spalla del padre.
“Mi piace davvero tanto…” continuò sentendosi prendere in braccio dal genitore che lo portò fuori dalla stanza incamminandosi verso le scale.
“Ti prometto piccolo, che appena io e la mamma torniamo dalla città giochiamo a palle di neve.” Sussurrò Goku all’orecchio del figlioletto evitando di farsi sentire dalla moglie, che avrebbe sicuramente contestato quella sua stramba ed infantile idea.
Goten, invece sorrise. Non vedeva l’ora! Avrebbe aspettato con trepidanza il ritorno del papà per sconfiggerlo a palle di neve.
Arrivati di sotto, Goku poggiò il figlio a terra che corse dalla madre per darle il buon giorno, poi con la velocità di una lepre, si fiondò al tavolo per trangugiare le pietanze preparate dalla donna.
Gohan, invece, non aveva uno sguardo molto felice; avrebbe preferito un miliardo di volte uscire con Videl che badare a quella piccola peste, ma per i suoi genitori questo ed altro, dopo tutto anche loro si meritavano un po’ di privacy, ora che la madre aspettava il suo futuro fratellino o sorellina.
Rimase però, colpito dallo strano ed inusuale abbigliamento del padre, lui che si era affezionato alla sua tuta arancione e che mai e poi mai l’avrebbe trascurata, ora indossava semplicissimi abiti “terrestri”.
Qui c’era lo zampino della madre, era sicuro che la donna avesse usato la scusa della città per farlo vestire come le pareva, anche lei comunque, aveva approfittato della situazione per mettersi un po’ in “tiro”: un filo di trucco, degli abiti che le donavano alla perfezione ed infine i capelli sciolti; sua madre era proprio una bella donna, ma lei non amava mettersi in mostra, preferiva essere apprezzata da suo marito e da coloro che le volevano bene. Per lei questa era la vera bellezza.
Goku, si avvicinò furtivamente al tavolo ancora imbandito, allungando una mano verso un pezzetto di torta sperando di non essere colto in fragrante dalla moglie.
Peccato Chichi conoscesse fin troppo bene il proprio marito e voltandosi lo fulminò con lo sguardo.
“Goku, che cosa stai facendo?” chiese non molto dolcemente la donna avvicinandosi pericolosamente al marito. “Guarda che noi dobbiamo partire da casa fra 5 minuti se vogliamo arrivare al centro commerciale quando ancora non è pieno! Ti consiglio vivamente di allontanarti da quella torta e di aspettarmi in macchina!” continuò Chichi rimproverando il marito per la mossa azzardata e poco astuta.
“O-ok, tesoro. Non ti scaldare, eh?” rispose il giovane timorosamente acchiappando il giubbotto dall’attaccapanni e prendendo le chiavi dell’automobile sul tavolino.
I ragazzi, sghignazzanti per i buffi battibecchi tra i genitori, salutarono il padre tra risate e bocconi vari.
La donna finì di asciugare le ultime stoviglie, poi prese anche lei il suo cappotto assicurandosi di avere con se carte di credito e soldi.
Si diede un’ultima aggiustatina ai capelli e al lucidalabbra, maledicendosi per aver messo quel coso che era riuscito soltanto a farla dannare per l’intera mattinata.
Infine, con sguardo aggravato si voltò verso i figli, troppo impegnati ad ingozzarsi per salutarla. Roteò gli occhi in segno di esasperazione, perché i suoi figli dovevano ereditare la maggior parte dei difetti del marito? Ah già, erano saiyan, certo!
Con sdegno e voce alterata raccomandò i figlioletti, sperando che, almeno quello, la degnassero di qualche attenzione e che in particolar modo, le prestassero un minimo di ascolto.
“Ragazzi, mi raccomando, non combinate disastri e fate in modo che quando torni non trovi un porcile, mi sono spiegata?” i ragazzi annuirono, senza nemmeno staccare gli occhi dal cibo. La donna, quindi uscì di casa incamminandosi verso l’auto dove Goku la stava pazientemente aspettando, si fermò di colpo: aveva dimenticato di dire ai ragazzi di fare i compiti e di non sprecare troppo tempo davanti alla tv, la Chichi esigente avrebbe sicuramente fatto marcia indietro, pronta ad elencare ai propri figli quello che dovevano e non dovevano fare in sua assenza, ma la parte indulgente vinse, convincendola a lasciar perdere e a concentrarsi sulla mattinata di shopping in compagnia della dolce metà, già… sperando che non la faccia imbarazzare troppo quel suo continuo gorgoglio di stomaco.
Salì in macchina e si allacciò la cintura di sicurezza; si diede un’ultima controllata allo specchietto e non fece in tempo a mettersi comoda che il ragazzo accelerò, fortuna che aveva messo la cintura, pensò con un pizzico di sollievo la donna, per poi fulminare con lo sguardo il marito, che invece sembrava si divertisse a far prendere questi colpi alla propria consorte, sorridendo sadicamente.
Il viaggio verso la città sembrava interminabile per Chichi; i continui scherzetti del marito non facevano che innervosirla e renderle il percorso casa-città molto spiacevole; incominciava a pensare che Goku lo facesse apposta, così che se ci fosse stata una prossima volta, avrebbero evitato di prendere l’automobile. E come se non bastasse beccarono quasi tutti semafori rossi, che iella!
Finalmente giunsero a destinazione, il più grande centro commerciale della città dell’Ovest era lì, davanti a loro, eretto in tutta la sua maestosità e magnificenza; Chichi sentiva già l’adrenalina salirle alle stelle pensando a tutte lo cose che avrebbe potuto comprare quel giorno.
Per Goku invece non era proprio così; non capiva perché alle donne piacesse così tanto spendere soldi in cianfrusaglie o in miliardi di vestiti, già si immaginava le miriadi di borse che avrebbe dovuto trasportare per l’immenso centro commerciale.
Con estremo rammarico notò che tutti i maschi delle coppiette non avevano un’espressione felice e che, come lui, sorridevano falsamente alla gioia e all’eccitamento delle proprie compagne.
Poi, senza neanche rendersene conto, in pochi secondi si trovò all’interno dell’edificio, trasportato dall’entusiasmo di Chichi.
Entrambi si fermarono a contemplare gli arredamenti natalizi, le tantissime luci che adornavano quel posto rendendolo quasi… incantato, i tanti alberi agghindati a festa, le canzoncine in sottofondo che riscaldavano l’ambiente, le coppiette felici che si tenevano per mano osservando le esposizioni dei negozi, scambiandosi ogni tanto qualche dolce effusione, le grida felici dei bambini sulle giostre, vederli strattonare i cappotti dei genitori per attirare l’attenzione sul giocattolo che volevano comprare… l’atmosfera natalizia si poteva definire davvero magica!
Goku osservò la moglie, quanto era bella quel giorno! Con quel suo provocante e sensuale look dimostrava qualche anno in meno, nonostante avessero ormai quarant’anni inoltrati tutti e due.
Vedere i suoi occhi brillare alla sola vista di tutto ciò, vedere quel sorriso appena accennato su quelle labbra morbide e perfette gli inondava il cuore di tenere e dolci sensazioni, avrebbe voluto stringerla forte a sé, era così irresistibile… poi notò il suo sguardo un po’ invidioso e malinconico mentre osservava una giovane ed allegra coppietta camminare mano nella mano…
Beh, infondo… perché no? Anche lui poteva fare quello sforzo, insomma lei se lo meritava, era il minimo, la sua natura saiyan non gli avrebbe mai consigliato di farlo, ma dopotutto lui era anche un po’ terrestre, giusto?
Così, con delicatezza e decisione cinse la mano piccola della donna nella sua, stringendola un poco e avvicinandola più a sé, sentendola avvampare, osservando quel visino d’avorio colorarsi di un rosso acceso e vedere con estrema gioia, quella luce, quella tenerezza che la caratterizzavano e che lui adorava.
Sembrava una dolcissima bimba bisognosa d’affetto… poi quando gli sorrideva, un sorriso vero e sincero, un sorriso riconoscente… il sorriso di un angelo… Dio, quanto era bella, sentiva il cuore saltargli in gola. Possibile che gli facesse ancora quell’effetto?
Anche lui contraccambiò al gesto, sapeva bene che la moglie impazziva quando la riempiva d’attenzioni, e oggi… quella mattina gelata e fredda, l’avrebbe trasformata in una giornata ricca di calore e amore… Chichi se lo meritava davvero!
Così, insieme, mano nella mano come ogni amante che si rispetti si incamminarono per gli immensi corridoi costeggiati da svariati negozi decorati da coloratissimi addobbi natalizi.

Il tempo passò in fretta, i due sposini si divertirono molto a fare compere, Goku questa volta aveva previsto male, anche lui era contento di aver trascorso una mattinata felice con la propria consorte, quando invece si aspettava una lunga e monotona esperienza, sempre a correre dietro alla moglie, in una costante “caccia al vestito più carino”.
Si era dimenticato che a Chichi non importava il vestito firmato, l’indumento all’ultima moda, sciupare senza limiti di spese la propria carta di credito senza un minimo di contegno… no! Quella “giornata di shopping” era forse una scusa per trascorrere più tempo insieme al proprio marito, da soli, come due sposi fanno odiernamente.
Più volte l’aveva stretta a sé, mentre passeggiavano tra i corridoi dell’immenso edificio, amava sentirla accoccolarsi e rilassarsi al calore del suo corpo, sembrava così indifesa!
A parte quando stava per rovesciarle il gelato addosso mentre cercava di stamparle un bacio a fior di bocca, per fortuna che se ne era accorto in tempo, ci mancava solo che combinasse una delle sue, in una giornata come quella!
Ormai era ora di pranzo, i due si erano trovati così tanto bene che non fecero caso al trascorrere veloce del tempo.
Si sedettero su una panchina lì nelle vicinanze per riposare i piedi, stanchi di aver camminato per ore attraverso labirinti di luci e arredamenti.
Avevano giusto un paio di borse, non tanto pesanti, una contenente soltanto vestiti, l’altra… beh, ormai traboccava di dolci… Goku aveva approfittato dell’ affabilità della moglie per mettere qualcosa sotto i denti.
In silenzio osservavano le famigliole avviarsi verso l’uscita dell’edificio, non capendo tanta confusione e fretta di uscire.
Perplessa, Chichi guardò l’orologio da polso indossato per la prima volta proprio quel giorno: le 12.30. Ci mise qualche secondo a capire la gravità della situazione, loro a quest’ora dovevano essere a casa a preparare il pranzo ai suoi….Troppo tardi! Proprio in quel preciso istante sentì il noto e ormai conosciuto borbottio di stomaco.
Il rumore era stato così forte che molte persone si voltarono per capire la fonte di quello  strano suono.
Goku, imbarazzato come sempre, si portò una mano tra i capelli, spettinandoseli, ridendo ingenuamente. Si aspettava un’occhiataccia da parte della consorte, ma quello che vide sul viso della donna fu un’espressione preoccupata e disperata.
Le si avvicinò, prendendole le mani, alzandole il mento con una mano scrutando la profondità dei suoi occhi, rammaricandosi quando rincontrò quell’espressione agitata.
“Eih, che c’è?” le chiese dolcemente cercando di tranquillizzarla con delicate carezze sulle gote arrossate. La donna sospirò, alzandosi in piedi, liberandosi dalle premurose attenzioni del saiyan, leggermente irritata. Possibile che suo marito non afferrasse la gravità della cosa?
“Goku… è la mezza! Noi dovremmo essere a casa! Oddio, chissà i ragazzi come saranno in pensiero!” Scattò la donna, sentendo l’ansia salirle ogni minuto di più, bisognosa ora più che mai di un bel calmante.
Il saiyan, comprese le preoccupazioni della moglie, si alzò dalla panchina cercando con lo sguardo qualche punto di ristoro, un bar, qualsiasi luogo in cui potessero fermarsi a pranzare. Con grande sollievo ne individuò uno. Aveva un’idea!
“Senti, tesoro facciamo così…”incominciò il ragazzo catturando l’attenzione della donna “Adesso noi telefoniamo ai ragazzi informandoli che non verremo a casa per pranzare, poi andremo in quel ristorante là, dove mangeremo in santa pace. Poi si vedrà.” Continuò il ragazzo, sorridendo soddisfatto quando vide gli occhi di lei rasserenarsi.
Senza nemmeno dargli il tempo di batter ciglio, Chichi prese sottobraccio il marito, correndo a più non posso verso il ristorante nelle vicinanze, per prenotare un tavolo dove poter pranzare decentemente, alzando dietro di loro una scia polverosa data la velocità con cui si erano volatilizzati.
Con frenesia si sedettero ad un tavolino dalla forma circolare vicino alla finestra: il paesaggio non era male, fortunatamente gli era capitata la zona da cui si poteva scorgere l’oceano all’orizzonte.
Chichi sorrise entusiasta; chissà come sarebbe stato romantico la sera, quando il cielo si sarebbe dipinto di rosa, sfumando verso il violetto, il blu e vedere poi il mare tingersi dello stesso colore, grazie al riflesso dell’acqua.
I suoi lunatici e zuccherati pensieri però vennero bruscamente interrotti da quell’insopportabile e ormai fastidiosissimo brontolare di stomaco.
Questa volta però non risparmiò al marito un’occhiataccia, il quale le rispose con un semplice: “Che ci vuoi fare… sono fatto così!” per poi massaggiarsi lo stomaco con aria sofferente. Quanta pazienza che ci voleva con quei saiyan!
“Goku… intanto che aspetti, renditi utile!” pronunciò con la solita esasperazione la donna, per poi lanciargli svogliatamente il menù.
“Ordina qualcosa anche per me… vedi di non esagerare però!” continuò Chichi lasciandogli un’occhiata furbetta per poi avvicinarsi al marito e lasciarli un dolce bacetto sulla guancia svignandosela verso il più vicino telefono pubblico.
Non sapeva quale enorme sbaglio stesse commettendo la povera donna, lasciando un uomo solo, affascinante, in un tavolino da due posti, in un centro commerciale dove di galline e vecchie conoscenze ne incontri a bizzeffe!
Goku, quindi, rimase al tavolo; per niente stupito del comportamento della moglie, tanto per lui era solo un piacere ordinare cibo a quantità non specificate…

Chichi correva alla ricerca di un telefono pubblico, possibilmente non occupato. Ispezionò quasi tutte le cabine telefoniche del piano e, quando ormai cominciava a perdere la speranza, ecco che davanti a lei comparve il tanto ricercato telefono, libero e funzionante che non aspettava altro che lei.
La cosa buffa era che la cabina non si trovava nemmeno tanto lontano dal ristorante.
E pensare che aveva sprecato metà del tempo a fare il giro della mela, quando ce l’aveva quasi di fronte. Stare con Goku a volte la sfiniva davvero!
Frettolosamente compose il numero di casa e a risponderle fu il primogenito, Gohan.
“Eih, mamma! Si può sapere dove siete finiti? Qui, IO sto perdendo il lume della ragione per colpa del moscerino che continua a lamentarsi perché ha fame…”
Povero Gohan… il fratellino quando si trattava di cibo, poteva battere anche i livelli di lamentele del padre…
“Scusa Gohan, ma c’è un problema…” iniziò Chichi, sperando vivamente che il povero figlio maggiore non svenisse alla notizia poco piacevole che stava per dargli.
“E-ecco… vedi… insomma, io e papà non… non verremo a casa a pranzare.”
Trascorsero una decina di secondi in silenzio, sì, il povero Gohan l’aveva presa proprio male.
“Gohan…” incominciò la donna con tono mortificato, ma non riuscì a dirgli quello che voleva visto che il figlio la interruppe.
“I-io, io lo sapevo! Bah, dovevo immaginarlo che sarebbe finita così…” disse, chiudendo gli occhi, implorando il sostegno e un aiuto divino, visto la terrificante impresa che avrebbe dovuto affrontare. Si passò una mano sugli occhi, per poi continuare:
“Dimmi… devo ordinare qualcosa, vero?” interpellò il giovane, rassegnato all’idea di dover restare ancora troppo a lungo in compagnia del fratellino.
Già, parli del diavolo… il povero Gohan non potè mai sapere quello che avrebbe dovuto fare, visto che il piccolo Goten si fiondò dall’adorato fratellone.
“Chi è, Chi è? Sono la mamma è papà? Passameli, passameli dai!” insisté il giovanotto, strappando letteralmente di mano la cornetta al fratello.
“Mammina sei tu?” il piccoletto per rivolgersi alla madre intenerì anche la voce, sperando di persuaderla, convincendola a tornare a casa il più presto possibile. Anche lui si era stancato del fratellone che non faceva altro che parlare al cellulare con Videl.
“Goten, piccolino, ciao! Senti, la mamma ha fretta; passami tuo fratello…”
Il figlioletto rimase un po’ deluso dalla richiesta materna, sperava lo tranquillizzasse, dicendogli che presto sarebbero tornati a casa e che avrebbe preparato il pranzo…
Il piccolo non potè fiatare perché Gohan, stanco e al limite della sopportazione, strappò a sua volta la cornetta al fratellino, parlando con la madre.
“Dai, mamma. Fai presto, prima che possa pentirmi…”
Chichi colse la palla al volo, diede accuratamente tutte le istruzioni al figlio maggiore, che cercò di ascoltare la maggior parte delle azioni che avrebbe dovuto compiere, nonostante Goten non lo lasciasse in pace un momento.
La donna, non riuscì nemmeno a salutare i figli, avendo sprecato tutto il tempo prestabilito per la chiamata. Riattaccò, lasciando tutto nelle mani del primogenito, imprecando contro sé stessa, per non aver fatto caso all’orologio prima di combinare il guaio!
Sempre velocemente riprese il cammino verso il ristorante, dove avrebbe ricevuto una spiacevole visita.

Goku, era pacificamente seduto al tavolino, impegnato a scegliere il proprio menù, già perché quello della moglie l’aveva già deciso, conoscendola avrebbe ordinato un primo e un po’ di carne, tutto qui.
Poi, una voce femminile, un po’ ovattata, ma familiare lo invitò ad abbandonare il proprio impiego.
Una donna: capelli lunghi, lisci, tendenti al rossiccio, occhi azzurri e sguardo magnetico, fisico non male per la sua età, una voce civettuola ma allo stesso tempo sensuale gli comparve davanti, sbucata chissà da quale buco. Notò con una lieve nota d’imbarazzo e inquietudine che lo stava scrutando, arrossendo quando posò il suo sguardo su zone riservate e di certo eccitanti per una femmina…
“Goku, che piacere! Come stai?” lo stuzzicò la donna, sedendosi vicino a lui, avvicinandosi pericolosamente.
Il ragazzo si allontanò, lasciandogli un’occhiata non molto gradita.
“Ci conosciamo?” le chiese ingenuamente, sperando con tutto il cuore che la sua dolce metà non vedesse quella scena, perché altrimenti si sarebbe scatenato il finimondo.
“Oh, Goku… non ti ricordi di me? Che delusione… e pensare che gli uomini non mi scordano mai, tanto facilmente…” gli rispose con una finta nota di amarezza, pronta ad attaccare la preda con una delle sue strategie per incatenare gli uomini a sé.
Poveretta, si era cacciata in un bel guaio, visto che in quell’attimo arrivò la moretta.
“Ma davvero…? Che strano, mi domando perché!” la interruppe Chichi proprio mentre si stava avvicinando a Goku, il quale avrebbe sicuramente respinto la signora, ma che rabbrividì, perchè presto si sarebbe scatenata una sanguinosa guerra.
La sconosciuta, squadrò Chichi con malo modo, con un’espressione del tipo “Ma chi ca**o sei?!”. Peccato che la moretta sapesse leggere nel pensiero…
“Piacere…” disse ironicamente, porgendo la mano alla donna, la quale non si mosse di un millimetro. “Mi chiamo Chichi e sono la moglie di Goku!” continuò quasi sadicamente, evidenziando un ghigno spaventoso che non piacque per niente al saiyan.
Certo che sua moglie sapeva come essere cattiva, a volte.
Beh, la reazione dell’allegra donnina non fu altrettanto pacifica, infatti si girò verso Goku con sguardo indagatorio, cercando la verità negli occhi dell’uomo, il quale sorrise, alzandosi in piedi, avvicinandosi alla moglie, cingendole la vita con un braccio.
“Chichi, ti presento… come ti chiami, scusa?” le chiese con tono sbarazzino, guadagnandosi invece uno sguardo agghiacciante, ma che non ebbe alcun effetto temerario sugli sposini. La signora, ormai consapevole della sua sconfitta, scattò in piedi, stufa di essere umiliata in quel modo da una donna che nemmeno conosceva, ma soprattutto da una delle sue prede che fino a quel momento non avevano mai resistito alla sua  “straordinaria bellezza”.
Sbuffò con sdegno, prendendo la borsetta.
“Tsk, l’amore…” borbottò, lasciando soli i due innamorati, scorgendo la manina esile di Chichi muoversi in un gesto assomigliante vagamente ad un saluto.
Goku sorrise, com’era crudele sua moglie.
La donna finalmente lo guardò, notando con fierezza che la stava osservando con una nota di ammirazione.
“Sei proprio impossibile Goku, lo sai?” chiese dolcemente la donna, portandosi le mani ai fianchi, assumendo la posa tipica di quando lo sgridava.
“Non posso lasciarti solo un momento, che ti ritrovo già attorniato da allegre signore pronte a farti la corte…” continuò con lo stesso tono, ridendo quando il marito l’abbracciò, stringendola forte a sé, donandole un piccolo bacio sulla nuca.
“Che ci vuoi fare… non è colpa mia se sono attraente…” scherzò il giovane, staccandola un poco per guardarla negli occhi, ora lucidi e ricchi di tenerezza.
Dov’era finito lo sguardo sadico di poco fa? Quella donna non smetteva mai di sorprenderlo.
“In un certo senso è anche colpa tua… sei tu che hai voluto che mi vestissi in questo modo…” continuò, sfiorandole le labbra con un dito, spostandolo poi alla gota, percependone la morbidezza.
Chichi sorrise; in parte aveva ragione… comunque non aveva motivo di cui preoccuparsi, tanto Goku sarebbe rimasto suo per sempre.
Si alzò in punta di piedi, arrivando appena alle labbra del marito, unendole in bacio dolce e ingenuo. Uno dei baci più semplici a questo mondo, eppure così ricco di tenerezza… così unico da farti vivere quei magici momenti, quell’estasi appagante, quelle sensazioni che ti mandano in tilt il cervello… perché è questo il potere di un bacio.
Per loro, una coppia così unita, una coppia unica, buffa e tenera, un semplice sfiorarsi di labbra significava tutto.
Il ragazzo strinse più a se la donna, staccandosi poi leggermente, poggiando una mano sul ventre della moglie, sorridendo amorevolmente.
Chichi accarezzò una guancia colorita del marito, avvicinandosi al suo viso per un altro bacio. Peccato che a rovinare quel magico momento fu il solito, stancante, snervante, insopportabile e fastidioso brontolio di stomaco.
La moretta decise di rimandare le dolci effusioni col maritino pasticcione a più tardi.
Sfidava qualsiasi donna a resistere più di cinque minuti con un individuo così particolare, forse lei sarebbe stata l’unica a sopportarlo per una vita.
E per questo ringraziava mille volte il cielo!

To be continued…


^.^ Eihlà! Salve gente!
Sono tornata con il secondo capitolo della mia nuova storia… con un tremendo ritardo… scusate, ma purtroppo questo è stato un periodo un po’ difficile.
I mie amati (-___-‘’) prof mi hanno riempita di interrogazioni e compiti in classe… non ho mai avuto tempo per dedicarmi seriamente alla fanfiction.
Sappiate, però, che i miei aggiornamenti non saranno frequentissimi.
A me piace pubblicare capitoli ben fatti, non frettolosi, dove si vede che ci ho messo impegno e volontà. Spero non mi odierete per questo. ^^
Spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto almeno un po’.
Aspetto vostri commenti.
Grazie!
Ora passo ai ringraziamenti. ^_^

A Evy: Ciao! ^_^ Sono felicissima che ti piaccia la mia ficcy. Spero vivamente che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento. Grazie ancora! Al prossimo capitolo. 1 bacione. ^^

A meridiana: Ciao Faby! Non preoccuparti per il ritardo… se qui c’è un bradipo… beh, quella sono io! ^.^ Grazie, grazie mille. ^//^ sei davvero troppo gentile. Per me è un vero sollievo sapere che ti piace e che sono migliorata rispetto alle prime ficcy… *Annetta sospira sollevata*. ^^ Spero che ti piaccia anche questo. Prenditi tutta la calma che vuoi per recensire. Io non ho nessuna fretta. Ciao! 1 bacione.

A sexxxychichi: Ciao! Scusa, ti chiedo umilmente perdono per il ritardo, ma questa scuola mi sta facendo dannare. Spero ti piaccia anche questo capitolo. Grazie ancora. 1 bacione! ^^

A Sybelle: *_* Ma ciau, tessora! ^^  Che bello sentirti… da quanto tempo! ç___ç. Davvero ti piace la fic? Me felicissima! Adesso… ti ho inebriata… non esagerare dai… ^//^ se no arrossisco, eh!     Spero di non averti delusa ^^, al prossimo chappy! ^_^ Grazie 1000 ancora. Tvtttb! 1 bacione.

A gokina94: Ciao! Ti prego non uccidermi per il ritardo del capitolo. ^^ Aspetto un commentino. Grazie. 1 bacione.

A Camy/Chicchi: Ciao! Sono davvero felicissima che ti piaccia la fanfic. Sai, all’inizio pensavo non fosse un gran che, poi quando ho visto la tua recensione e quelle delle altre ragazze che hanno apprezzato la storia, non ho fatto altro che gioire. ^^
In verità anche io mi sono sempre chiesta perché lei e Goku non possano aver avuto un terzo figlio… mah, non so proprio che dirti. ^_-  Ora non esagerare dai… ognuno ha i suoi gusti, non penso che la ff sia piaciuta a tutti, proprio perché dipende dalle persone.
Ora ti saluto. Grazie per il consiglio. A presto e 1 bacione!

A Elvis93: Ma ciao, Francy! Come va? Davvero ti piace? ^^ Sono felicissima. Ecco qui il secondo capitolo con un leggero (-.-) ritardo. ^_^ a presto, carissima! 1 bacione.

A Ciuiciui: ^_^ Ciao Chiaretta! *____* Non sai quanto mi sia preoccupata per quella storia dei personaggi OOC. Non avrei mai voluto cambiare il carattere dei nostri piccioncini, quando io li adoro così per come sono. Non lo farei per nulla al mondo. U.U
Sono contentissima che tu abbia percepito il cambiamento di Goku rispetto alle altre saghe, perché effettivamente è così. Purtroppo la gente pensa che Goku sia un tonto, scemo, ecc… che è ingenuo è vero, ma secondo me, col tempo, crescendo, maturando quella ingenuità che aveva da ragazzino se ne sia andata col tempo. Resterà sempre un pasticcione, un ragazzino nello spirito, ma non fino al punto di non sapere cosa significhi sposarsi. Anche nel cartone si vede il suo cambiamento (es, quando dice a Bulma di fare un bel bimbo…). Non sai quanto mi faccia felice sapere che i miei personaggi ti piacciano, per me è una vera soddisfazione. Ovviamente sono d’accordo con te su tutto quello che riguarda Chichi, perché noi abbiamo capito il suo vero aspetto interiore, perché noi la conosciamo e non la giudichiamo per quello che sembra in apparenza.
Ihihih, non svelo nulla… però una bella femminuccia ci starebbe… *.* ok, come non detto. XP Già, ho voluto evidenziare il fatto delle foto proprio perché quei ricordi, a volte buffi, a volte felici, rimangano sempre impressi nel cuore dei personaggi come un promemoria delle bellissime vicende che hanno caratterizzato la loro famiglia.  Io sono convinta che dopo tutti quegli anni di assenza, entrambi sentano un estremo bisogno di stare insieme, di recuperare, in qualche modo, il tempo passato lontano dalla persona che amano. ^_^ Io li vedo così, giocosi, teneri… con una voglia matta di amare ed essere amati. ç_ç grazie per l’incoraggiamento, sei sempre troppo gentile. Sai, credo che questo capitolo sia concentrato soprattutto sulla coppia, invece che sulla questione del bimbo… forse sono uscita dal tema della storia… -___- oddio che disastro.
Aspetto un tuo commentino, un tuo parere. Speriamo in bene… ora ti saluto. Ti voglio un mondo di bene, ancora grazie per il commento. 1 bacione!

A Usako89: ^_^ Grazie, l’hai addirittura aggiunta ai preferiti… *_* quale onore! Spero ti piaccia anche questo capitolo. Grazie ancora. 1 bacione!

A lauratheangel: Ciao! Ecco un’altra fan della coppia Goku/Chichi! Sono contentissima che ti piaccia! Sei gentilissima. ^//^ Spero che questo capitolo sia di tuo gradimento. Grazie ancora! 1 bacione!

A chichina: ^//^ ehi, quanti complimenti… grazie! Mi fai arrossire, adesso. Sei troppo gentile. ^///^ Spero ti piaccia il continuo. 1 bacione e a presto!

A Claudia: Ciao. Sì, è vero… anche io penso che questo argomento sia un po’ difficile e che vada trattato con la dovuta cura. Mi sto impegnando molto nei capitoli, cerco di dare il meglio di me e di mettere tutta la passione che provo per questa coppia. Non mi hai offesa, però non posso negare che sia rimasta un tantino delusa quando ho letto che i personaggi ti sembravano OOC. Credimi, non era assolutamente mia intenzione cambiare il carattere dei personaggi, modificarli… ma vedi, io Goku e Chichi li vedo così. È vero che nel manga e anche nel cartone non ci sono momenti di questo genere, anzi, piuttosto si evidenziano le scenate che Chichi fa al marito, ecc… sinceramente non credo che lei sia sempre così dura con Goku, almeno nei momenti in cui sono soli, nei momenti d’intimità. Sbaglio? ^_^ poi questa è una questione di punti di vista. Grazie comunque per aver espresso una tua opinione, cercherò di rendere i loro dialoghi un po’ meno OOC. Mi sforzerò, farò del mio meglio. Hai la mia parola. Grazie ancora. 1 bacione!

A Kiki87: *__* Ciao Sara!!! Mi sembra inutile dirti quanto io abbia apprezzato la tua recensione e soprattutto quanto mi abbia reso felice sapere che la mia storia sia stata una piacevole lettura per te. ^_^ hai notato la descrizione della notte, di Chichi… bravissima! Mi fa piacere, non sai quanto, che tu abbia percepito la tenerezza, la dolcezza di Chichi attraverso la mia descrizione. Era proprio quello che volevo far capire alla gente, ma a quanto pare l’hanno capito in pochi… *_* eh, sì… Goku io me lo immagino così; dolce, giocoso e tanto, tanto innamorato! Sbarazzino, sì… ma anche passionale! *__* lo adoro troppo.
Che posso dirti, mia carissima Saretta? Le tue recensioni mi scaldano sempre il cuore, mi rallegrano, perché riesci a fare un’analisi completa del capitolo, riesci a scovare tutte le emozioni che cerco di far trasparire al personaggio, ovviamente nemmeno in minima parte di come fai tu… ogni volta che rileggo le tue recensioni mi ritrovo, senza accorgermene, un sorrisone a trentadue denti. ^^
^_^ Sono felicissima che ti sia piaciuta la reazione di Goku alla notizia della gravidanza.
In questo capitolo, se hai notato, non ci sono moltissimi dialoghi, forse di meno rispetto al primo. Ho cercato di descrivere più le scene, sperando che sia riuscita a combinare qualcosa di azzeccato. Concordo perfettamente con te riguardo al rapporto non verbale, infatti anche nell’anime, non si scambiano tante parole… piuttosto si osservano, si sorridono e abbracciano! *___* pucccioooosi! *.*
Uhm… temo di essere uscita un po’ dal tema, con questo capitolo, vero? Volevo ambientare i primi capitoli nel periodo della gravidanza, narrare le cose che accadono durante i mesi, però… forse sono uscita un po’ dal tema principale. Grr, che rabbia!
Grazie, grazie infinite per gli incoraggiamenti. Spero di non averti delusa! Aspetto un commentino! Ti voglio un mondo di bene!! Bacioni e abbracci ai FCM! ^_-

A Elechan86: Ciao! ^_^ Sono felicissima che ti sia piaciuto il primo capitolo. Uhm… non ti è piaciuto il modo in cui Chichi gli ha annunciato di essere incinta, dici? Mi dispiace… spero di aver rimediato, almeno un pochino, con questo capitolo.
Eh, sì… ci saranno molte lacrime, purtroppo. ^^ Ma non solo quelle. L’amore trionfa sempre! *Annetta assume posa da eroina con vento che le scompiglia i capelli…* ehm, ok scusa! ^^ Grazie per la recensione. Spero tanto che ti sia piaciuto anche il secondo capitolo. Ciao, e ancora grazie. 1 bacione!

A dianatabo: Ehi, ciao! Grazie per avermi avvertita sulle virgolette… sono proprio una tonta. Come ho detto in precedenza, mi sto impegnando molto con questa storia, so per certo che è un argomento difficile, ma voglio provare. ^_- grazie ancora. 1 bacione!

Ringrazio anche tutti coloro che sono arrivati fino alla fine e che continuano a seguire la mia ff.
Spero di poter tornare presto con il terzo capitolo, scuola permettendo! ^_^
Ora scappo. 1 bacione a tutti.
Vostra Annetta Chan.
  
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