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Autore: annetta chan    27/10/2007    17 recensioni
Questa fanfiction è basata interamente sul profondo amore di Goku e Chichi, il quale dovrà superare una durissima prova: la perdita di un figlio.
Il profondo e straziante dolore si impossesserà di Chichi, che allontanerà il marito da sè e si chiuderà nella sua sofferenza, isolandosi da tutto e da tutti. E' proprio in queste situazioni che il vero amore si farà valere e supererà ogni stacolo. Goku dovrà affrontare un nuovo nemico, diverso dai precedenti: il dolore. Ce la farà a sconfiggerlo? Riuscirà a portare nuovamente la pace nel cuore della moglie? Sicuramente questa si rivelerà la sfida più impegnativa che egli abbia mai intrapreso.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Chichi, Gohan, Goku, Goten
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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  "BEYOND THE PAIN"

1°CAPITOLO: BELLE NOTIZIE


Era una fredda sera invernale.
L’aria gelida e il vento pungente accreditavano a quella nottata un aspetto spettrale e tetro.
Le pochissime famiglie residenti nella zona dei monti Paoz erano crollate da un paio d’ore, ormai, nel dolce torpore del sonno.
Nelle case circostanti regnava sovrano il buio; l’unica fonte di luce era il fioco chiarore della mezza luna che, quella sera, sembrava contemplasse una sola abitazione: una piccola casetta dalla forma semisferica, all’apparenza addormentata come tutte le altre.
Si potè scorgere una stanza poco illuminata: si trattava del salotto, dove un fuocherello scoppiettante, alimentato da qualche legna ormai usurata dal calore, rischiarava l’ambiente vicino. Era una stanza piccola ma accogliente; ai lati del caminetto, posto all’interno di una parete nel muro, si ergevano diversi mobili che occupavano una buona parte delle pareti. Al lato destro vi era una grande biblioteca contenente vari tipi di libri; dalla scienza alla storia, dalla geografia all’arte classica, dalle fiabe ai libri comici, addirittura erano sparsi qua e là alcuni fumetti. Al lato sinistro, invece, vi erano conservati un paio di album da foto, insieme a tanti altri soprammobili. Tante cornici contenenti tratti di una vita trascorsa da un’ allegra famigliola erano immortalate in delle foto simpatiche e a volte anche buffe; una ad esempio ritraeva una famiglia composta da tre persone: un uomo, una donna e un bambino. L’uomo e il bimbo avevano il viso impastato di crema, la donna invece, sembrava rimproverasse i due per il pasticcio combinato. Un’altra traeva due freschi sposini, che si tenevano per mano e con l’altra salutavano i parenti. Dovevano essere l’uomo e la donna della foto precedente, anche se un poco più giovani. Al centro della stanza si estendeva un grande tappeto ben curato e decorato da tantissimi fili colorati che formavano una fantasia a forma di rosa spinata. Sopra di esso un tavolino di legno adornato da un abile falegname sembrava avesse chissà quanti anni. A particolareggiarlo era una vaso ricco di fiori variopinti, sicuramente finti, visto la stagione fredda, il che era impossibile crescessero e si mantenessero in quello stato, in un periodo così freddo. Un comodo divano di colore blu circondava il tutto. Infine, nella parete posteriore vicino all’entrata, altri mobili si ergevano, mostrando favolosi bicchieri, posate e piatti, in una bellissima collezione, rinchiusa dal vetro pulito.
Dal buio apparve una donna in vestaglia, i capelli lunghi, mori e mossi ondeggiavano ad ogni suo passo sulla schiena eretta. La pelle chiara e candida, curata nei minimi dettagli, risaltava tutta la sua bellezza. Il viso non riscontrava nemmeno una piccola traccia della stanchezza e del dolore che solo quella donna aveva patito, dimostrando almeno dieci anni in meno. Occhi neri e profondi: a volte avevano il potere di intimidire qualcuno, soprattutto quando si arrabbiava, altre invece rispecchiavano l’immensa fragilità e la voglia di amare, la tenerezza e la dolcezza di una donna.
Teneva in mano una tazza fumante di the; evidentemente non riusciva a dormire, presa da pensieri troppo importanti da trascurare e abbandonare al sonno.
Con passi leggeri si avviò verso la finestra, scostò le tendine azzurre abbinate ai cuscini della stessa tonalità sul divano e squadrò il buio profondamente, come se stesse cercando delle risposte nell’oscurità. Notò che nemmeno la luna era lì a guardarla, coperta delle nubi nere.
Iniziò a nevicare: piccoli fiocchi candidi scendevano dal manto scuro coprendo l’ambiente circostante.
Il suo respiro lento e regolare creava delle piccole chiazze appannate sul vetro freddo.
Si allontanò, dirigendosi ed accomodandosi sul divano, si portò le ginocchia sotto il mento e sorseggiò la bevanda calda, chiudendo gli occhi per assaporarne il sapore gustoso. Poi poggiò la tazza sul tavolino e si portò una mano al ventre.
Sorrise.
Un altro bimbo…
Finalmente, dopo tanti anni, un’altra creaturina avrebbe riempito di felicità la famiglia Son.
Ringarziava mille volte Kami per averle concesso un altro figlio, che forse sarebbe stato l’ultimo.
Quegl’ultimi mesi erano stati per lei motivo di pura e mera felicità: il ritorno sulla terra del suo amato Goku, la gioia di Goten nell’ aver conosciuto il tanto aspirato padre, il fidanzamento di Gohan e Videl, la scoperta di essere dinuovo incinta…
Queste erano decisamente tutte benedizioni, dei premi alle sofferenze patite negli ultimi anni.
Quella mattina era andata in farmacia, aveva comprato il famoso test, e ora… ora stava per diventare mamma per la terza volta.
Nessuno, tranne la sua amica fidatissima Bulma, lo sapeva.
Nemmeno Goku. Voleva fare una sorpresa a tutti.
Sospirò ancora. Era così felice! Chissà la faccia di Goku, quando l’avrebbe scoperto.
Rise di gusto, proiettando nella mente l’immagine del marito con la bocca e gli occhi spalancati, totalmente sorpreso.
Poi, una voce soave e dolce le giunse alle orecchie. Come poteva non riconoscerla? Quel suono così melodioso che per sette anni si era sforzata di imprimere nel cuore e nella mente, in modo che mai potesse dimenticarlo?
Si girò verso l’interlocutore, che con un sussurro l’aveva destata dai suoi buffi e felici pensieri, chiamandola e sedendosi di fianco a lei, avvolgendole un braccio intorno alle spalle.
La fissò per qualche istante, salvo posarle un piccolo bacio sulla fronte, carezzandole una guancia.
"Come mai sei qui, tesoro? Non riesci a dormire?" le chiese dolcemente prendendole le mani posate sul ventre, scaldandole con le proprie.
"No…" rispose sospirando e accoccolandosi alla spalla del marito. Chiuse gli occhi, poi aggiunse "… non riesco."
"C’è qualcosa che ti preoccupa? Qualche brutto pensiero?" continuò il Saiyan con lo stesso tono dolce e allo stesso tempo preoccupato.
La donna abbozzò un sorriso contro la spalla muscolosa del marito; avrebbe aspettato l’indomani nel dargli la bella notizia, quando tutta la famiglia sarebbe stata al completo, compreso suo padre. L’avrebbe invitato per cena e a quel punto avrebbe risolto il mistero.
"No, nessun brutto pensiero…" si limitò a rispondere, salvo scostarsi dal marito per fissarlo negli occhi.
Gli sorrise teneramente; quello sguardo dolce e zuccherato che solo al suo Goku e ai figli mostrava. Lo sguardo di una madre premurosa, di una donna innamorata… lo sguardo di colei che ha trovato pace nel suo cuore.
Con grande sollievo, Goku notò la gioia che traspariva dal volto angelico della donna.
Decise che fosse meglio non assillarla più di domande. Se Chichi avesse avuto qualche problema non avrebbe esitato a parlargliene, no? Quindi che motivo c’era di preoccuparsi?
Si alzò dal divano e le porse una mano.
"Dai, tesoro. È ora della nanna." sussurrò il giovane prendendole la mano e issandola dal comodo sofà. "Le bambine hanno bisogno di dormire, non possono fare le ore piccole come i grandi…" aggiunse ridendo, abbracciandola teneramente.
Chichi sorrise contro il possente petto del Saiyan. Quel calore così estasiante non smetteva mai di sorprenderla. In più suo marito, quando voleva, si rivelava un dolce orsacchiotto bisognoso di affetto, di premure, peggio di un bambino. A dire il vero, entrambi diventavano un po' bambini quando rimanevano soli. Era il bello della loro coppia, ed era un lato che nessuno conosceva, oltre a loro due.
"Chi sarebbe il bambino, qui? Se non sbaglio sei proprio tu che a volte, dimostri di avere meno anni di Goten. Adesso fai la predica a me?" rispose a tono la donna, continuando a sorridere perché Goku aveva rafforzato l’abbraccio, prendendola tra la braccia e dirigendosi verso le scale.
"Sei la mia bella bimba… spesso ti lamenti che non ti dimostro abbastanza affetto, e adesso che ti faccio le coccole ti arrabbi. Sei proprio strana…" si lamentò il giovane sempre giocosamente, ormai arrivato davanti alla porta della loro camera.
L’appoggiò a terra, a qualche metro dall’uscio della loro stanza, imprigionandola al muro, maliziosamente.
"Oh, povero il mio bimbo frignone e piagnucolone." sussurrò giocosamente Chichi, avvicinandosi alle labbra del marito per unirle in un bacio stampo ricco di dolcezza. "Adesso va meglio?" continuò sorridendo; ormai le sue labbra erano sempre incurvate in un sorriso perpetuo. Quel bambinone non smetteva mai di fare lo scemo, mettendole il buonumore. Anche se, quando combinava i suoi disastri, il sorrisino tenero spariva in un istante per lasciar spazio all’ira funesta, ormai conosciutissima al povero Saiyan.
"Uhm… cos’era quella roba? Sai fare di meglio, carina…" le rispose con voce eccessivamente alta, il che gli fece guadagnare uno scappellotto dalla moglie.
"Shh! Ma dico, sei impazzito? Vuoi svegliare i tuoi figli, per caso?" lo rimproverò, anche se non riuscì a trattenere il sorriso: Goku era troppo buffo quando faceva finta di essersi fatto male.
"Ahi. Sei cattiva… e poi i tuoi figli non si svegliano neanche a colpi di onde energetiche, te lo garantisco." rispose, questa volta quasi sussurrando, il viso imbronciato. .
"Umpf! Chissà da chi hanno preso…" ribatté Chichi, uscendo dalla morsa pericolosa del marito e voltandosi per entrare in camera. "E non sei mai stato bravo a fingere, quindi smetti di massaggiarti quella testa vuota e vieni a dormire. Domani sarà un giorno speciale…" sorrise tra sé e sé, facendo pressione sulla maniglia ed entrando nella stanza, lasciando Goku in balia di domande e perplessità.
'Che cosa mi nasconde quella furbetta? E poi cosa significa: domani sarà un giorno speciale? È forse il compleanno, l’anniversario, l’onomastico di qualcuno? Mah, io ci sto capendo ben poco!' si ritrovò a pensare il giovane Saiyan, seguendo a ruota la consorte e chiudendo dietro di sé la porta della loro camera. Il guerriero più forte dell’universo aveva saggiamente deciso di mandare i suoi quesiti a quel paese, abbandonando la mente a dilettevoli sogni o più probabilmente a quelli golosi.
Presto avrebbe scoperto che la notizia del giorno seguente sarebbe stata molto più importante di un semplice onomastico.



Il sole mattutino aveva fatto capolino dalle alte ed innevate montagne che circondavano la vallata.
Come ogni brava donna che si rispetti, Chichi, si era precipitata al piano di sotto per preparare una sostanziosa e genuina colazione ai suoi figlioletti che, come ogni altro bimbo o ragazzo della loro età, avrebbe presto varcato la soglia dell'odiata scuola, intenti a seguire o meno le lezioni del giorno.
Come d’obbligo, ormai, il piccolo Son fu il primo a gustarsi le squisitezze accuratamente disposte sulla superficie legnosa, seguito quasi a ruota dal fratello maggiore.
Salutata la madre, si incamminarono, o meglio presero il volo verso l’edificio odiato da ogni studente.
Dopo un paio di minuti fece la sua comparsa il padre di famiglia.
Quella mattina si era alzato presto per i consueti allenamenti giornalieri, ma dopo un paio d’ore - con stupore e meraviglia di Chichi - eccolo tornare a casa: tuta a brandelli, mani e braccia arrossate, e qualche fiocco di neve tra i capelli ribelli.
'Sembra brizzolato...' pensò sorridente la donna.
"Che hai combinato?" gli chiese esasperata, asciugando le mani al grembiulino, per poi portarle ai fianchi.
"Sono andato ad allenarmi da Vegeta… però l’ho trovato un tantino adirato e non mi ha dato il tempo di salutare Bulma, che mi ha trascinato a forza nella Gravity Room, e insomma… sono dovuto scappare…" rispose il Saiyan, cercando di concludere il discorso frettolosamente per dirigersi verso le scale, ma non fece in tempo. La fatidica domanda arrivò prima che lui potesse svignarsela.
"E quindi? Come si spiega la neve tra i capelli? Se è vero che vi siete allenati nella Gravity Room, non dovresti apparire un pupazzo di neve … dico bene?" lo guardò sospettosa per qualche secondo, cominciando a battere nervosamente un piede a terra. "Che cosa hai combinato, Goku? Non dirmi che avete distrutto di nuovo la stanza." Se davvero aveva centrato il punto, non avrebbe invidiato né Vegeta né il marito. Proprio due giorni fa, Bulma aveva costruito una nuova stanza, perché quei due l’avevano disintegrata. Si era arrabbiata anche parecchio e Chichi le aveva garantito che se fosse successo di nuovo avrebbe lasciato a digiuno Goku per parecchio tempo… ciò spiegava anche quella risposta affrettata e sfuggente.
Son Goku, invece, stava tremando di paura. Sì, Chichi aveva proprio fatto centro, e ancora una volta non era riuscito a farla franca. Sudando freddo si voltò verso la moglie, e non fu contento di vedere quello sguardo tagliente e poco promettente che aveva sul viso.
"Chichi, i-io…"
"Taci! Dimmi, piuttosto: Bulma lo sa? Oppure sei codardamente scappato lasciando a Vegeta tutta la colpa?" chiese con lo stesso tono la donna, sperando vivamente che Goku avesse almeno avvertito l'amica dello spiacevole inconveniente.
"Bulma lo sa… anzi, Vegeta ha dato tutta la colpa a me, e mi sono preso una bella sfuriata, mentre quell’altro se la rideva sotto i baffi. Oh, ma questa me la paga!" disse stringendo i pugni e digrignando i denti. "Sì, sì. La prossima volta non mi tratterrò e allora assaggerà la mia vera forza." continuò Goku, afflitto per aver distrutto la Gravity Room e consapevole ormai, che si sarebbe dovuto sorbire un’altra sfuriata da parte di sua moglie, questa volta. Coraggiosamente alzò lo sguardo: Chichi lo guardava ancora male, poi gli si avvicinò e Goku sentì una scarica di brividi freddi lungo la spina dorsale. Si era cacciato in un bel guaio. 'Grrr, maledetto Vegeta.'
Si fermò ad un passo dal Saiyan, lo squadrò per l’ultima volta, poi esasperata abbandonò la rabbia ed incurvò le labbra in un sorriso.
Goku non rimase sorpreso, ma pietrificato. Quello era un buon segno, oppure era solo un vile giochetto della moglie per rabbonirlo? Sicuramente una cosa era certa: quella non era la reazione che si aspettava.
"Vedi Goku; oggi è un giorno importante. La giornata era iniziata perfettamente, possibile che tu debba sempre combinare qualcosa che mi mandi su tutte le furie?" incrociò le braccia e chiuse gli occhi, avvilita, salvo sospirare. "Incomincio a pensare che tu lo faccia apposta." alzò il viso per guardarlo dritto in faccia e vedere se fosse effettivamente così, ma dall'espressione inebetita di Goku si poteva capire ben poco. Sorrise. "Dai, sbrigati. Vai di sopra, lavati e già che ci sei, portami la cassetta delle medicazioni."
Si voltò per tornare a lavare i piatti, ma quando si girò trovò il marito ancora lì impietrito, ad osservarla incredulo.
"Beh? Cosa ci fai ancora qui? Ti si sono incollati i piedi al pavimento?" scherzò Chichi, lanciandogli un’ occhiata divertita.
Sì, decisamente stava male. Non era da lei un comportamento simile.
Con forza si avvicinò alla moglie e magicamente trovò il coraggio per parlarle.
"Chichi, tesoro… non è che hai la febbre, vero?" le chiese premurosamente il marito.
Chichi invece sorrise. Quello sciocchino! Pensava stesse male!
"Ma che scemenze vai dicendo? Non sono mai stata meglio." gli rispose con incredibile naturalezza, notando lo sguardo del Saiyan farsi più sospettoso.
Goku inarcò un sopracciglio ed incrociò le braccia. Stranamente la paura l’aveva abbandonato lasciando il posto a dubbi e sospetti che dovevano essere chiariti.
"Tu mi nascondi qualcosa, dimmi la verità! Se fossi stata 'normale' mi avresti mangiato dalla rabbia, ne sono certo."
"No, ma che dici… perché dovrei nasconderti qualcosa, scusa?" chiese con voce tremante, abbassando lo sguardo e voltandosi dall’altra parte, dirigendosi poi al lavello e continuando il lavoro lasciato in sospeso. Non voleva rivelargli la notizia prima del tempo, doveva aspettare che la famiglia fosse riunita...
"Uhm… davvero?" pronunciò il Saiyan avvicinandosi alla donna, scovando in lei quella nota di preoccupazione per nulla promettente. "Ne sei davvero sicura, Chichi? Guarda che è inutile che fai la finta tonta, non sono così stupido in fin dei conti." continuò Goku con sguardo indagatore, vedendo apparire sul volto della moglie un sorriso birichino.
Quest’ultima si lavò le mani, le asciugò, si slegò il grembiule e lo poggiò su una sedia lì vicino.
Poi, con un sorriso guardò il marito negli occhi e gli si avvicinò. Gli passò le mani attorno al collo, accostandosi al suo corpo roccioso.
"Va bene, se proprio sei così trepidante ti accontenterò. Sei pronto alla notizia bomba?" gli chiese ironicamente, sobbalzando quando sentì le labbra bollenti del marito poggiarsi sul suo collo elegante.
"Mmm… sentiamo questa bomba." rispose continuando ad assaporare la pelle profumata della moglie, sentendo il bisogno sempre più forte di assaggiare ogni strato di quella pelle seducente e invitante.
"Okay, bada che sarà una notizia stravolgente. Non ti conviene distrarti in questa maniera."
"Tu, non ti preoccupare. Sono abbastanza attento."
"Bene." Chichi inspirò profondamente e con tutta la dolcezza e tenerezza che aveva in corpo pronunciò la fatidica frase: "Goku… stai per diventare di nuovo papà…".
Chichi sorrise. Gliel’aveva detto.
In quel preciso istante, il maritò si fermò. Alzò la testa e guardò profondamente la moglie negli occhi.
"C-come, come hai detto?"
"Sono incinta, Goku. Aspettiamo un altro figlio…" Chichi percepì lo stupore e la confusione del giovane. Per un attimo ebbe paura che quella notizia non fosse affatto piacevole per lui, anzi che ne fosse rimasto deluso. Ma poi… quando vide i suoi occhi farsi lucidi, quando vide apparire una nuova luce in quelle nere perle notturne, una luce diversa da quella dello stupore, della meraviglia; la luce della pura e mera gioia, la luce della felicità, sorrise.
Uno dei sorrisi più felici e veri di tutta la sua vita.
Goku l’abbracciò con tanta forza da quasi toglierle il respiro, la staccò leggermente ed incominciò a riempirla di baci, diversi da quelli di prima. La prese in braccio, la fece girare in aria come una bambina. Era felicissimo, era al settimo cielo.
"Chichi, amore è una notizia stupenda! Ma perché non me l’hai detto subito?!" le chiese ancora euforico, poggiandola a terra e baciandola sulla bocca. Oh, era così felice!
"Beh, veramente ve lo volevo dire stasera a cena. Avevo intenzione di invitare anche mio padre, ma mi hai scoperta. Non ho resistito." rispose felice, appoggiando il viso contro il petto del marito, sentendolo sussultare: gli aveva sfiorato una ferita di combattimento abbastanza profonda.
"Ahia, ahia… mi ero dimenticato delle ferite…" disse sempre ridendo, fregandosene poi della ferita e baciando con ardore la moglie.
"Dai, padre pasticcione! Vai a farti un bel bagno e poi ti medico quelle ferite."
"No, non ne ho voglia. Dobbiamo festeggiare, tesoro!" rispose continuando a non darle tregua con baci sul collo, sulle labbra, su ogni parte del viso.
"Dai, non fare il bambinone! Su, fila a lavarti e fai veloce, capito?"
"Vado a lavarmi solo se vieni con me…" rispose malizioso dandole un ultimo bacio più intenso sulla bocca.
Chichi arrossì, sebbene quella proposta non fosse poi così strana. Era normale per loro due fare il bagno insieme. Forse era arrossita per il tono con cui gliel'aveva chiesto... o forse semplicemente per colpa della gravidanza. Tuttavia rifiutò, colpendolo anche stizzosamente al petto.
"No, non vengo con te. Ho altro da fare, io!"
"Dai, non farti pregare. Guarda che ti porto di forza, eh?"
"Non ci provare, razza di scimmione senza cervello. Ti ho detto che vengo dopo a curarti le ferite!"
Goku sorrise malizioso."Oh, ma per quello non c’è problema. Nel mio cassetto ho due fagioli magici; me ne basta uno e torno subito in sesto." si chinò sul suo viso, salvo guardarla con un espressione da cane bastonato. "Dai, vieni."
"No, non verrò!"
"Sì, invece."
"No…"
"Sì…"
"No.."
"Sì…"
Goku si chinò e le diede uno dei suoi rari ma efficaci baci, quelli che la mandavano in delirio… aveva i suoi assi nella manica per convincerla. Ormai conosceva tutti i suoi punti deboli.
"Adesso vieni, vero?" le chiese teneramente con voce suadente,carezzandole una gota.
Chichi aveva gli occhi lucidi per l'emozione, mentre le guance avevano assunto un leggero colorito roseo. Era imbronciata, ma ormai la decisione era presa. Goku era un bravo persuasore, quando ci si metteva d'impegno.
"Uffa… sei impossibile." rispose con tono vinto, arrossendo ancora di più quando sentì per l’ennesima volta le labbra calde del marito poggiarsi delicatamente sul suo collo.
"Lo prendo come un sì."
In un attimo, Chichi si era ritrovata tra le braccia del marito che velocemente saliva le scale, verso il piano superiore.
Sospirò, affondando il viso nel suo collo muscoloso. Era mai stata tanto felice, in vita sua? Non lo sapeva con certezza, ma di certo non aveva mai visto Goku così raggiante.
Sorrise pacificamente. 'Sì, lui l’ha presa bene…' pensò, rilassandosi contro il possente corpo del suo Saiyan. '…più che bene!'.
span>


TO BE CONTINUED….

Salve a tutti.
Eccomi quì con la mia prima longfic.
Devo confessarvi che sono abbastanza nervosa, è la prima volta che mi succede.
Spero vivamente che questo primo capitolo vi sia piaciuto, vi anticipo subito che i primi capitoli saranno i più "divertenti", parlerò un po' della gravidanza di Chichi e di quello che succederà in casa Son in questo periodo.
Ringrazio tutti coloro che saranno così gentili da lasciare un commentino, oppure chi continuerà a seguire la mia ff. ^^ Grazie di cuore.
Vi aspetto al prossimo capitolo.
1 bacione a tutti.
Vostra Annetta Chan

*Chiedo umilmente scusa; ringrazio infinitamente dianatabo che mi ha avvertita che non si vedevano i dialoghi. Scusate tanto. ^^ Me non lo sapeva ihihi. Grazie. Annetta*
  
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