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Autore: wintershield_    04/05/2013    4 recensioni
Juliet è una normalissima studentessa universitaria, con un futuro brillante ad aspettarla. La sua vita viene però sconvolta dall'assassinio del suo fidanzato da parte di una demone di nome Lilith. Il desiderio di vendetta e di risposte la porterà ad entrare a far parte del mondo dell'occulto e dei cacciatori di esseri soprannaturali grazie allo zio. Sul suo cammino incontrerà due fratelli cacciatori: Sam e Dean Winchester, che le cambieranno la vita più di quanto si sarebbe mai aspettata.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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12.
 
 

Non aveva mai pensato di ritrovarsi in una situazione del genere, non aveva mai pensato che si sarebbe presa una cotta per due ragazzi contemporaneamente. Due fratelli, il che rendeva le cose ancora più gravi, meravigliosi che aveva adorato come eroi durante i racconti di suo zio e che aveva adorato, tra alti e bassi, quando li aveva conosciuti di persona. Forse avrebbe potuto prevederlo, insomma era già praticamente cotta di loro ancora prima di conoscerli.
Eppure eccola lì, tra due fuochi…
"Ecco qui, agenti. Gwen Master, è tutta vostra!", la voce del dottore la fece trasalire e la distolse dai suoi pensieri.
"Ehm, g-grazie...", rispose perplessa, guardando il cadavere steso davanti a lei, che era appena uscito dalla cella frigorifera.
I Winchester cominciarono ad esaminarla, mentre lei se ne stava un po' disparte. "So che fa parte del mestiere, ma mi fa un po' senso..."
"Tranquilla Julie, ci pensiamo noi...", le disse Sam sorridendo, poi si rivolse al fratello: "Non ci sono segni di aggressione, sembra davvero morta di cause naturali..."
"Sì, dipende che cosa ha provocato queste cause...", intervenne Dean.
"Ha delle occhiaie molto profonde e marcate, questo è un po' anomalo."
"Dici che è per la storia degli incubi? Come se prima di morire non avesse dormito per molto tempo?"
"Non saprei, dovremmo controllare le altre vittime. Hai tu i loro nomi, Juliet?”
“Sì, ecco…”, rispose mostrando il ritaglio di giornale che si erano procurati. Cercarono anche le altre e constatarono che riportavano gli stessi segni della prima: solo profonde occhiaie, così marcate da sembrare solchi.
“Okay, a questo punto sono davvero anomale. Che razza di creatura può provocare la morte attraverso gli incubi?”, chiese la ragazza.
“Non so, ma stando a quello che dice qui, la causa della morte è stata una febbre altissima, gli incubi erano la patologia che avevano prima, non sono apparentemente collegati alla loro morte. Il problema è che tutte loro avevano questi tremendi incubi che si confondevano con la realtà. E se c’è una cosa che ho imparato in tutti questi anni di caccia è che le coincidenze non esistono.”, spiegò Dean.
“Forse dovremmo parlare con il dottore che le aveva in cura. Magari ci potrebbe spiegare meglio come si manifestavano questi incubi, o le varie fasi della loro malattia.”, suggerì Juliet.
“E’ una buona idea”, approvò Sam, “Dite che questo dottore lavora qui all’ospedale?”
“Proviamo a chiedere al tizio dell’obitorio.”, fece Dean per poi uscire a chiamare l’uomo.
“Per cosa le posso essere ancora d’aiuto, agente?”
“C’era un medico che aveva in cura tutte le pazienti? Qualcuno che tutte avevano in comune?”
“Oh, sì, erano tutte in cura dal dottor Jefferson, il miglior psichiatra dell’ospedale.”
“E potremmo parlarci con questo dottor Jefferson?”
“Penso proprio di sì, il suo studio è al terzo piano dell’ospedale, chiedete lì e vi diranno dove trovarlo.”
“La ringrazio molto. Andiamo.”
Abbandonarono l’obitorio e si diressero al terzo piano. Scendendo dall’ascensore si scontrarono con uomo di media altezza con i capelli brizzolati e i baffetti.
“Ci scusi.”, mormorò Sam.
“Niente, scusate voi.”
Prima di andare oltre, Juliet lanciò un’occhiata al cartellino che l’uomo portava attaccato al camice.
“Un momento, lei è il dottor Jefferson, lo psichiatra?”
“Sì, sono io. Chi mi cerca?”, rispose l’uomo, passando ai raggi x la ragazza.
“Agente Pierce, FBI.”, fece lei secca alzando gli occhi al cielo e mostrando il distintivo, falso ovviamente.
“E per cosa vi servo, agente?”
“Dobbiamo farle qualche domanda sulle ragazze morte recentemente.”, intervenne Dean con tono seccato. “Quindi si concentri su quelle morte e non le vive.”
“Come scusi?”
Juliet fulminò Dean con lo sguardo, d’accordo che entro poco tempo quel tizio avrebbe ricevuto un calcio nelle parti intime, ma reagire così non era conveniente per il loro caso. Il biondo ricambiò lo sguardo della ragazza e ne capì le intenzioni.
“La prego di scusarmi, sono un po’…protettivo nei confronti della mia collega. Procediamo?”
“Sì, venite pure nel mio studio.”
Quando entrarono Sam iniziò a fare le domande al dottore. “Quindi, lei ha avuto in cura tutte le giovani morte?”
“Tutte quante, sì.”
“Esattamente che cosa avevano manifestato in comune?”
“Inizialmente erano andate in cura da uno psicologo per insonnia e incubi molto frequenti, ma poi vedendo che i casi si moltiplicavano, le hanno mandate da me. Gli incubi si intensificavano sempre di più e mentre dormivano la loro temperatura saliva vertiginosamente.”
“Quanto tempo è passato prima che morissero?”
“Una settimana, non di più. Anche noi stiamo cercando di capirci qualcosa, ma l’unica ipotesi che finora abbiamo formulato è stata quella di un’epidemia che provoca febbre e allucinazioni…”
“Però è un’ipotesi un po’ tirata, non crede? Un’epidemia che colpisce solo ragazze sui venticinque anni?”
“Non esistono altre soluzioni razionali. Andiamo, non si possono uccidere delle ragazze con incubi e febbre, come si farebbe?”
“Non ne ho idea.”
“Appunto. A questo proposito, che ci fa l’FBI qui? Non mi sembra un caso di vostra competenza…”
“Lo lasci decidere a noi questo.”
“D’accordo, se è tutto, vi saluterei. Ho parecchio lavoro da fare.”
La risposta non arrivò alle orecchie di Juliet, perché la sua attenzione era stata catturata da un dipinto appeso alla parete dello studio del dottore.
“Non è bellissimo?”, la interruppe l’uomo.
“Come scusi?”
“Il dipinto di Henry Füssli, The Nightmare. E’ un capolavoro, non trova signorina? Come cattura l’attenzione e ti rapisce, ti attrae ma allo stesso tempo ti spaventa.”, fece lui passandole un braccio intorno alle spalle.
“Anche se sono un’appassionata d’arte, questo quadro mi trasmette solo inquietudine. E mi tolga le mani di dosso, subito.”
“Ma io volevo solamente…”
“Ho una pistola. Uomo avvisato, mezzo salvato.”
La verità era che c’era davvero qualcosa in quel dipinto che la attirava molto, come se la volesse tenere lì incollata per sempre. Non ne capiva il motivo, ma sarebbe rimasta lì a guardarlo tutto il giorno. Sentiva una paura maggiore crescerle dentro ogni volta che il suo sguardo si posava sulla creatura che spiccava al centro del dipinto. Non la riconobbe, non aveva mai visto niente del genere nei libri di suo zio. Era una specie di mostriciattolo con un aspetto grottesco ma spaventoso allo stesso tempo.
Il dottore fece un gesto arrendevole con le mani e andò ad aprire la porta del suo studio per uscire i tre e questo la distolse dai suoi pensieri.
Prima di abbandonare la stanza, Dean si fermò sulla soglia e affrontò l’uomo con uno sguardo duro e minaccioso. Juliet alzò gli occhi al cielo, tornò indietro e lo trascinò con se prendendolo per un braccio.
“Sam, per favore, aspettaci in macchina. Io e Dean dobbiamo fare un discorsetto.”, disse lei con tono minaccioso.
“Non mangiatevi…”, rispose il ragazzo prima di lasciare l’edificio diretto al parcheggio. Juliet aspettò che fu fuori dalla sua vista per spintonare Dean.
“Ehi, ehi!”
“Ma che diavolo ti è preso, eh? Vuoi far saltare la nostra copertura?”
“Oh, scusami davvero tanto, se ti volevo difendere da un maniaco!”
“Per l’ultima volta, Dean, io mi so difendere da sola! Non c’è bisogno che tu faccia l’eroe!”
“Beh, a Milton Creek non mi è sembrato che tu ti sia saputa difendere molto bene!”
“Era una situazione diversa, okay? Mi hanno colta di sorpresa!”
“Certo…”
“Quando fai così mi viene davvero voglia di metterti le mani addosso!”
“In che senso?”, chiese con aria maliziosa e divertita.
Juliet grugnì e lo spintonò ancora. Uscì con l’eco della risata di Dean a farle da sottofondo.
Raggiunse l’Impala e vide che Sam non era da solo. Stava parlando con una ragazza molto più bassa di lui, con i capelli castani e mossi. Sentì immediatamente una fitta fastidiosa alla bocca dello stomaco.
Dean arrivò pochi secondi dopo. “Ehi, Juliet, non ti sei arrabbiata davvero, giusto? Stavo scherzando, giuro.”
“Lo so, lo so. Piuttosto, chi è quella ragazza con cui sta parlando Sam?”
“Oh, merda.”
“Perché? Chi è?”, chiese allarmata. Comprese subito che quelli erano palesi sintomi di gelosia.
“Adesso lo scopri.”
Sam e la ragazza misteriosa si avvicinarono ai due e il più giovane dei Winchester si rivolse a Juliet.
“Finalmente vi posso presentare: Juliet, lei è Ruby. E Ruby, lei è Juliet.”

*Angolo autrice*
Beh, oltre a ringraziarvi delle bellissime recensioni, oggi voglio riempire diversamente questo spazio, ovvero con un po' di...gif!!!!
Cercherò di essere parziale con le coppie per non far intendere nulla!!
Ci tengo a precisare che le gif non sono mie, le ho solo montate come piacevano a me! altre invece sono prese da video crossover qua è là! 
Spero vi piacciano!!
Vi saluto, un bacione! e vi dirò che il prossimo capitolo ci sarà lunedì perché nel fine settimana sono alla JUS IN BELLOOOOOOOOOOOO!!!!! per cui andrò da LORO cioè ODDIO! e farò la foto con Jared e Jensen, posso morire felice dopo.
Per evitare di sclerare oltre, vi lascio con le gif!
Ciaooo!!
un bacio
Ju 


  
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