-Ma quanto cazzo ci mettono quei
due?- il mio umore non era
proprio dei migliori.
Quella notte era stata un vero
inferno e non avevo voglia
nemmeno di respirare.
Ma l'avevo promesso a Justin.
Così eravamo io e lui ad
aspettare Alex e Luke nel punto in
cui i mercanti avevano iniziato la lunga fila di bancarelle ricoperte
di vari
oggetti.
Il biondo accanto a me
iniziò a ridere attirando su di noi
l'attenzione dei cittadini di Los Angeles. Calmò la sua
risata e a fatica parlò
-Sei proprio di buon umore oggi...- decretò.
Gli lanciai un'occhiataccia che
zittì i suoi dolci e
spensierati risolini.
-Mi guardi come se fosse colpa mia
che non arrivano- disse
serio.
Certo, lui non aveva a che vedere con
il clamoroso ritardo
dei miei amici. Ma, in parte per lui, avevo dormito molto male. Quindi
anche
per causa di Justin ero così nervosa. Questo però
lui non avrebbe dovuto
assolutamente saperlo.
Sospirai e mi avvicinai al suo corpo
caldo. -Scusami-
sussurrai.
-Non preoccuparti, piccola mia- rispose lui avvolgendo con le sue
braccia il
mio corpo.
Piccola mia.
Il suo tono mi colpì
parecchio. Non aveva pronunciato quelle
parole in tono malizioso. Mi erano sembrate una splendida melodia. Una
melodia
dolce e armoniosa. Lui mi vedeva come la cosa più fragile
del mondo, da proteggere
e da coccolare con amore.
Sorrisi. -Ieri io e Nicole abbiamo
provato di nuovo la
canzone- disse stringendomi maggiormente.
Mi paralizzai a quelle parole. Mi ero
completamente
dimenticata che, nonostante il comportamento della mora, loro avrebbero
cantato
insieme al concerto.
Lui si accorse del mio nervosismo
-Ehi, non preoccuparti. Mi
ha chiesto di perdonare il suo comportamento e io non saprei veramente
con chi
cantare, così...- lasciò la frase in sospeso.
Mi staccai controvoglia dal suo corpo
muscoloso e caldo e lo
guadai -Ah. Lei ha chiesto a te di perdonarla?- chiesi scettica.
Nicole non aveva di certo criticato
il sogno di Justin. Il
mio desiderato bacio sotto il vischio era stato definito "banale".
Il biondo si grattò il
collo -Beh, io credo che volesse
scusarsi anche con te- disse riavvicinandomi a lui.
-Sì, va bene, è
meglio far finta di niente. Comunque, com’è
andata?- chiesi curiosa.
-Io... Io naturalmente non ho
cantato. Ho fatto provare a
lei la canzone... Come farò, Emma?- era disperato.
Ancora non era convinto di cantare
davanti a tutte quelle
persone.
-Senti, Justin. Io ho promesso che ti
aiuterò, e lo farò,
chiaro?- dissi sicura. Lui annuì solamente.
In lontananza scorsi la figura alta,
slanciata e bionda
della mia migliore amica e tirai un sospiro di sollievo. Justin mi
guardò
curioso, ma il mio sguardo era rivolto ai due che si tenevano per mano.
-Oh, ma guarda chi ci degna della sua
presenza- dissi
ironica quando Alex e Luke si avvicinarono.
La bionda rispose con una linguaccia,
mentre Justin e Luke
si fissarono increduli.
-Luke?- disse il biondo al mio
fianco.
-Justin?- in contemporanea sentii la
voce di Luke.
-Vi conoscete già?-
domandai curiosa.
Justin mi sorrise -Ovviamente. Quel
coglione è il mio
migliore amico- spiegò.
-Benissimo. Allora devo solo
presentarti Alex. Alex, questo
è Justin. Justin, questa è Alex- dissi passando
lo sguardo dal biondo alla
bionda.
Loro due sorrisero.
-Come mai ci avete messo
così tanto?- chiese Justin.
Nel frattempo iniziammo a vagare tra
le bancarelle ricoperte
di molti oggetti. Alex e Luke arrossirono per la domanda del biondo.
Io risi -Bene, abbiamo già
capito- dissi facendo
l'occhiolino ad Alex.
Justin si unì alla mia
risata con la sua. Dolce, armoniosa e
spensierata. Poi i due ragazzi iniziarono a fare battute e a ridere fra
di
loro. Così io e Alex, qualche passo più avanti,
iniziammo a parlare.
-Justin è molto carino-
sussurrò lei nel mio orecchio,
guardando i due dietro, poi continuò -e ti fissa sempre- io
arrossii alle sue
parole.
Tossii per evitare che notasse il
rossore sulle mie guance
-Ma che dici?- chiesi con una nota acuta nella voce.
Lei rise spensierata, attirando
l'attenzione di Luke e
Justin.
-Che succede?- chiese Justin
sorridendomi dolcemente.
Alex a fatica riuscì a
trattenere le lacrime.
-Niente. Solo che Alex spara cazzate
a tutto spiano, vero?-
chiesi guardando la diretta interessata.
Lei tossì violentemente
per le risate e alzò il pollice,
incapace di parlare. Era proprio una pazza. Ma l'adoravo con tutto il
cuore.
Quando vidi una bancarella di
collane, bracciali e
orecchini, mi fermai. Gli altri continuarono a camminare e non si
accorsero di
nulla.
-Fate anche incisioni?- chiesi
speranzosa a un uomo
brizzolato con gli occhiali enormi e dalla montatura scura.
Lui mi sorrise -Certo. Che cosa
vorresti scrivere e su
cosa?- mi chiese indicando una fila di bracciali.
Ne vidi uno che catturò
subito la mia attenzione. Il
cinturino era formato da due strisce di cuoio scuro
intrecciate tra di loro. Una targhetta d'argento splendeva, pronta per
un'incisione.
Lo afferrai e lo porsi all'uomo
-Potrebbe scrivere
"Believe"?- chiesi pensando al sogno di Justin.
Il suo sogno di diventare un
cantante.
Sogno ostacolato dalla sua
insicurezza e dalla sua paura.
Volevo che lui riuscisse a credere nel suo sogno e in se stesso.
Il signore annuì e dopo
qualche minuto mi guardò soddisfatto
-Ecco a te- disse. Era stupendo.
Non vedevo l'ora che Justin lo
indossasse.
-Ti serve altro?- chiese
impacchettando il bracciale.
Guardai nuovamente il bancone e il
mio sguardo si fermò su
una catenina argentata.
Il ciondolo appeso era a forma di
cuore, tutto elaborato
alla perfezione, con un brillantino in alto a sinistra. Presi in mano
il
cuoricino e per sbaglio feci una lieve pressione sul lato sinistro. Il
ciondolo
si aprì prontamente, mostrando così due superfici
interne lucide e luminose.
-Sì... Potrebbe incidere
qui dentro "Sisters"?-
chiesi.
Lui annuì e, dopo avermi consegnato il bracciale, incise la
scritta dentro il
cuore.
Frugai all'interno della mia borsa e
tirai fuori il mio
portafogli. Lo aprii e trovai ciò che stavo cercando: una
piccolissima foto.
Alex aveva un occhio chiuso e la
lingua di fuori, mentre io
ero intenta a mordermi il labbro inferiore mostrando il mio vecchio
amico,
l'apparecchio fisso. Sorrisi involontariamente. Quella foto era una
parte
importante di me. Ma, avendone una copia in camera mia, decisi che
l'avrei
ritagliata per inserirla dentro il ciondolo.
-Tieni- disse sorridendo.
Risposi al sorriso e afferrai il
pacchettino contenente la
collana.
Pagai e mi girai in cerca dei miei
tre amici.
Mi ritrovai Justin davanti, con il
respiro affannato -Ecco
dov'eri, Emma!- esclamò sollevato.
Risi -Non scappo, non preoccuparti.
Ho solo preso dei
regali- risposi alzando le spalle e mostrandogli il sacchetto
contenente i due
pacchetti.
Mi abbracciò -Mi hai
lasciato con quei due che non fanno
altro che guardarsi amorosamente e baciarsi- disse drammatico
provocando
un'altra mia risata.
-Quanto sei scemo...- dissi
spingendolo dal gomito.
-Ti va una cioccolata calda?- mi
chiese guardando il mio
profilo.
Lo guardai negli occhi nocciola
-Sì- risposi sorridendo.
Mi afferrò la mano e mi
portò davanti ad un piccolo bar. Dei
tavoli con delle sedie erano sistemati davanti alle vetrate.
-Siediti qui. Nel frattempo io prendo
la cioccolata, va
bene?- sorrise rassicurante.
Annuii semplicemente e mi sedetti su
una delle sedie blu.
Il freddo era insopportabile,
così cercai di scaldarmi le
mani con il mio fiato. Poi le strofinai una contro l'altra.
Guardai di fronte a me e notai una
chioma scura. Al suo
tavolo erano sedute in totale tre ragazze, lei con altre due.
All'improvviso si
girò verso di me e la riconobbi.
Nicole.
Distolsi lo sguardo, ma non
abbastanza in tempo da evitare
di vedere il suo sorrisetto.
Proprio non riuscivo a comprendere il
suo comportamento.
Potevo capire che non le piacesse la mia canzone, ma se nemmeno mi
conosceva,
che bisogno c'era di guardarmi con odio?
Dopo alcuni minuti tornò
Justin con in mano due bicchieri.
-Ecco la cioccolata, Emma- disse appoggiandoli sul tavolino e dandomi
un bacio
sulla guancia.
Iniziai a sorseggiare dal mio
bicchiere. Era deliziosa e
molto calda. Così calda che mi vennero i brividi.
-Hai freddo?- mi chiese premuroso.
Risi. Si preoccupava sempre tanto per
me... Era adorabile.
Scossi la testa -No, non
preoccuparti- risposi sorridendo.
-E così quei due stanno
insieme...- aprì il discorso lui.
Scoppiai a ridere e lui mi
guardò divertito -Sì, l'altro
giorno Alex era molto entusiasta... E pensare che prima di quella
relazione,
per lei esisteva solo Matt Kayse- commentai pensando alla mia migliore
amica.
-Quel Matt Kayse di cui mi hai
parlato quel venerdì?- chiese
lui guardando il suo bicchiere.
-Sì, proprio lui- risposi
distrattamente.
Ripensai ai primi giorni di Dicembre.
Al mio odio nei suoi
confronti quel giorno al centro commerciale e poi il venerdì
al mercatino.
Erano cambiate così tante
cose...
Io e lui eravamo diventati migliori
amici e stavamo sempre
insieme.
Rabbrividii un'altra volta e Justin
avvicinò la sua sedia
alla mia per poi abbracciarmi e stringermi contro al suo petto caldo.
-Grazie, Justin- dissi. Poi alzai la
testa e lasciai un
delicato bacio sulla sua guancia.
Lo sentii sorridere. -Emma, io devo
dirti una cosa...-
deglutì il biondo.
Lo guardai negli occhi incuriosita
-Dimmi tutto- lo
incoraggiai.
-Ecco, io...- iniziò, ma
fu interrotto.
-Justin!- esclamò.
-Nicole?- il biondo la
guardò e poi sorrise.
Che cosa stava per dirmi Justin?
Nicole non avrebbe potuto
interromperlo in un altro momento?
Mi alzai di scatto dalla sedia: non
volevo stare ad
ascoltare i loro discorsi.
-Dove vai, Emma?- mi chiese Justin
bloccandomi per il
braccio.
Con quello libero presi il mio
bicchiere di cioccolata quasi
pieno -Vado a cercare Alex, magari ci vediamo dopo- risposi sicura,
nonostante
fosse solo una scusa.
Lui farfugliò qualcosa di
incomprensibile, poi mi lasciò il
braccio.
Sorrisi e mi allontanai. Mi sarebbe
piaciuto finire la mia
cioccolata, ormai fredda, insieme a Justin e soprattutto sapere cosa
volesse
dirmi.
Mi ritrovai nuovamente nella strada
illuminata e occupata
dalle bancarelle. Girovagai per dieci minuti fino a quando vidi la
signora che
mi aveva venduto la sciarpa bianca. Lei sembrò riconoscermi
e sorrise. Io
ricambiai.
Ammirai le varie sciarpe, poi ne
afferrai una verde per
provarla.
All'improvviso sentii un improvviso
calore sul fianco destro
e vidi una mano prendere un lato della sciarpa. Lasciai che la
prendesse lui e
che me l'avvolgesse intorno al collo.
-Risalta il magnifico colore dei tuoi
occhi- disse
baciandomi la guancia.
Arrossii -Grazie- poi presi un
cappello nero e glielo infilai.
I minuti successivi li passammo a
provare sciarpe, cappelli
e guanti e a ridere.
Dopo che coprii completamente il suo
viso con tanti tessuti
colorati, lui mi abbracciò ridendo. Mi sembrava strano,
però, che non avesse
ripreso il discorso di prima.
Stavo per chiedergli cosa dovesse
dirmi, quando una ragazza
dalla chioma scura si avvicinò alla bancarella. La riconobbi
subito, mentre
Justin, essendo girato verso di me, non si accorse della sua presenza.
-Justin! Non posso crederci, allora
è proprio destino,
oggi...- disse ridacchiando.
Il biondo, riconoscendo la voce, si
girò e sorrise -Hai
ragione, Nicole- disse.
Mi allontanai per la seconda volta
quella serata.
Camminando intravidi una bancarella
che attirò la mia
attenzione. Vendeva le palle di vetro natalizie, alcune riempite di
neve, altre
di brillantini.
Ne notai una in particolare. Era di
media grandezza e
infiniti brillantini argentati danzavano intorno a due pupazzetti: un
ragazzo e
una ragazza uniti in un bacio candido.
Presi in mano la palla e la osservai
scuotendola dolcemente.
Sotto c'era una piccola chiave dorata. La girai con attenzione e una
dolce
melodia iniziò a suonare.
Ero rimasta veramente affascinata.
La appoggiai sul ripiano e tornai
velocemente verso casa,
come sempre piena di dubbi a tormentarmi la mente.
Ciao
a tutti!
Finalmente
sono riuscita a pubblicare…
Comunque,
per la scena del bar e della bancarella, mi sono ispirata al video
Mistletoe,
naturalmente…
Ci
tengo a ringraziare chi ha inserito la storia tra le
preferite/seguite/ricordate
e
chi ha recensito!
Un
abbraccio coccoloso,
Morena