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Autore: HachiXHikaru    05/05/2013    0 recensioni
"(...) cosa avrebbe dovuto fare? Il suo foglio per la scelta della carriera era ancora vuoto, buttato sulla scrivania, e i professori continuavano a sollecitarla di scegliere, ma lei davvero non sapeva che fare e aveva cominciato a non sopportare più la loro insistenza. Era arrivata a pensare di desiderare di non avere più futuro, così da non dover mai scegliere e rimanere al liceo assieme a tutti gli altri. (...)"
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli otto ragazzi erano impalati davanti alla televisione, nessuno fiatava e tutti avevano sgranato gli occhi alla vista di quella scena raccapricciante. Quando all'improvviso lo schermo divenne nero a causa della perdita del segnale il panico crebbe ulteriormente. Mei si alzò all'improvviso dal divano e si diresse a passo svelto alla finestra alla sua sinistra, quella che dava sull'entrata del palazzo; l'amica la seguiva con lo sguardo, ancora troppo confusa per poter parlare.
-Che sta succedendo?-
Chiese ancora sotto shock la bambina puntando i suoi occhi sulla ragazza alla sua sinistra; Touko ricambiò l'occhiata e balbettò qualcosa di incomprensibile.
-Dobbiamo raggiungere al più presto il rifugio a scuola-
Esordì la bionda, cercando di mantenere una voce ferma e calma e Mei annuì.
-Sì, dobbiamo fare così e anche in fretta. Non siamo troppo lontani dal laboratorio e tra poco quelle cose ci raggiungeranno-
La castana passò lo sguardo da Beth a Meirin, per soffermarsi a fissare quest'ultima.
-Ma... Che state dicendo? Come fate a parlare con tutta questa tranquillità?-
-Cosa dovremmo fare Touko? Rimanere qui e aspettare?-
Abbassò gli occhi, non riuscendo a dare alcuna risposta alle domande della mora. Non capiva. Era successo tutto così in fretta e non aveva capito niente. Però Mei aveva ragione, non potevano rimanere lì ed aspettare, dovevano agire e in fretta. Si alzò in piedi e guardò velocemente tutti i presenti, poi, cercando di mantenere la calma come avevano fatto le altre due ragazze, parlò.
-Raggiungiamo in fretta il rifugio a scuola, ma non prendiamo la strada comune, potrebbe esporci, vediamo di usare quella più lunga e appartata-
Vide tutti annuire - chi ancora poco convinto, chi sicuro di sé - e infine gli otto ragazzi uscirono dal palazzo. La castana stava in testa al gruppo, camminando con passi veloci e lanciando di tanto in tanto brevi occhiate dietro di sé per controllare gli altri. Sembrava tutto così assurdo, quasi si trovasse in un sogno; ancora non credeva a quello che stavano facendo, si muoveva, ma ancora non aveva chiara l'intera situazione. Che diavolo stava accadendo? Avrebbe tanto voluto che qualcuno le desse un pizzicotto. Improvvisamente sentì un rumore dietro di sé, come qualcosa che cadeva sulla strada, e per poco il suo cuore non si fermò per lo spavento. Successivamente voltò in dietro la testa, lentamente e fermando la sua corsa, per notare una signora distesa a faccia in giù, i vestiti erano stracciati e presentava ferite su ogni parte del corpo; Amir fu l'unico del gruppo che si avvicinò intenzionato ad aiutarla. Vicino a lei sporse leggermente la testa chiedendole cosa le fosse successo con un leggero tremolio; anche se le era andato incontro non poteva definirsi tranquillo o sicuro di sé. La signora si mosse, come per rialzare la faccia da terra e a quel punto Ryosuke trasalì, sbiancando e allungando prontamente la mano per afferrare il braccio di Amir e strattonarlo via da quella donna. E fortunatamente per il castano fu veloce. La signora, infatti, aveva alzato di scatto la testa e la mano che voleva afferrare il ragazzo ora si agitava nel vuoto. I capelli le stavano diventando completamente bianchi e gli occhi avevano assunto un colore violetto; anche lei, come il cane dell'esperimento, si era trasformata in una strana creatura. Gli otto ragazzi cominciarono a correre, spingendo al massimo le proprie gambe e cercando di allontanarsi il più possibile da quella cosa. Di tanto in tanto la castana lanciava occhiate dietro di sé, per vedere chi - e soprattutto in quanti - li stesse seguendo. Alla signora si unirono altre persone, che, strascicandosi sulle gambe, cercavano di seguirli, le braccia erano protese in avanti e dalla bocca uscivano fuori strani rantolii e gemiti che Touko trovava incomprensibili. Corsero a perdifiato, imboccando strade su strade e cercando di seminare i loro strani inseguitori; dopo aver percorso un bel po' di strada giunsero davanti all'entrata di un grosso magazzino e lì forzarono la porta per entrare. Il luogo era abbastanza grande e buio, pieno di scatoloni impilati contenenti materiali destinati alle scuole; la grande quantità di quelle scatole permise agli otto di nascondersi e riprendere fiato. Ognuno di loro sperava che quelle strane creature - decisamente non più umane - avessero desistito dal cercarli e fossero tornati indietro, lontani da loro.
-Non ditemi che... Ci troviamo davanti... A un vero e proprio attacco zombie...-
Commentò ansimante Kyosuke e gli altri si guardarono, senza saper bene cosa rispondere. Il ragazzo non aveva tutti i torti, pareva quasi essere dentro una sottospecie di videogioco, di quelli su vampiri e zombie che comprava sempre Meirin. Solo che era tutto maledettamente reale.
-Per ora cerchiamo di raggiungere il rifugio-
Tutti annuirono alla castana, per poi sussultare in preda allo spavento. Avevano ricominciato a sentire i versi di quelle creature che li stavano raggiungendo dentro il magazzino.
-Forza, andiamo via da qui!-
Esclamò Beth spaventata iniziando a correre verso l'uscita dall'altra parte della stanza; gli altri, ovviamente, la seguirono senza farselo ripetere. Touko pensava, cercando di mantenere la mente lucida; doveva trovare un modo per portarli in salvo, ma come? Non sarebbero riusciti a correre ininterrottamente fino alla scuola, inoltre non sapevano se ci fossero in giro altri zombie. Durante la sua corsa lanciò dietro di sé una delle scatole che si trovavano nel magazzino sperando di essere riuscita a colpire qualcuno dei loro inseguitori. Sperava che questo, in qualche modo, li rallentasse, che servisse a qualcosa, ma aveva fatto perdere velocità anche a lei, che aveva tutti gli altri davanti, intenti a correre. Appena vide la porta dell'uscita iniziò a gridare qualcosa rivolta alla mora.
-Mei, vai al Maki Market, cerchiamo di nasconderci lì!-
Quella annuì e, appena uscita dal magazzino, prese la strada alla sua sinistra diretta al supermercato, seguita da tutti gli altri. Almeno, quasi da tutti. Touko aveva ormai capito che a quelle creature serviva un diversivo e non poteva certo essere una scatola di cartone; lei avrebbe dovuto fargli prendere un'altra strada, in modo da sviargli dagli altri ragazzi. Per questo, dopo che i sette svoltarono a sinistra, lei mosse le braccia verso gli zombie per imboccare, poi, la strada a destra. Sapeva che quella strada era chiusa da una rete, né troppo alta, né troppo bassa, alla quale ci si poteva arrampicare per raggiungere l'altra parte. Non aveva proposto agli altri la cosa, perchè non era sicura che in gruppo avrebbe funzionato. Avrebbero dovuto aiutare Zari a salire, e si sarebbero rallentati a vicenda; e sarebbero potuti cadere vittime dei loro inseguitori. No. Doveva farlo da sola, avrebbe sicuramente raggiunto tutti dopo, prendendo un'altra strada e sperando di non trovare altre creature. Sicuramente non sarebbe morta lì, non poteva. Lanciò velocemente un'occhiata dietro di sé, per constatare quanto stacco ci fosse tra lei e gli zombie; a occhio e croce avrebbe dovuto farcela. Per sicurezza cercò di accelerare il passo, ma sfortunatamente inciampò nel provarci. Merda, merda, merda! Si rialzò in fretta e ricominciò a correre, cercando di non badare al male che le stavano facendo le ginocchia che avevano appena strusciato sulla strada. Gli zombie avevano accorciato di poco la distanza con la ragazza e lei si sforzò di andare ancora più veloce; quando vide la rete che delimitava la fine della strada saltò in avanti e si aggrappò ad essa. Ora doveva solo scavalcarla. Allungò il braccio destro cercando un aggancio per tirare il proprio corpo su e mise le dita nelle maglie della rete; cercò di fare lo stesso coi piedi, provando a non scivolare e in quel momento la raggiunsero. Poteva sentire distintamente i loro lamenti e i loro gemiti e provò a velocizzare la propria arrampicata. Mentre si stava portando in alto, una di quelle creature allungò la mano, cercando di prenderla per il braccio destro e trascinarla giù dove si trovavano loro. Touko fece resistenza, stringendo i denti, e fortunatamente riuscì a farsi lasciare e a scavalcare la rete. Cadde dall'altra parte facendosi male e, dopo aver lanciato un'occhiata agli zombie che la fissavano da dietro la rete, cercando invano di agguantarla, si rialzò a fatica in piedi e riprese a correre. Andava molto più lenta di prima, a causa delle varie lesioni, e si guardava intorno circospetta, sperando che non ne arrivassero altri. Dopo pochi metri, però, dovette fermarsi e poggiarsi al muro di un edificio. Le faceva male la testa, eppure non credeva di averla sbattuta; si rimise subito in piedi, provando a ignorare il dolore, e ricominciò a correre. Doveva raggiungere tutti gli altri al Maki Market e doveva farlo in fretta; quando Meirin avrebbe scoperto che lei non c'era sarebbe tornata sicuramente indietro a cercarla.

Arrivati al retro del supermercato i sette ragazzi aprirono la porta, che per loro fortuna non chiudevano quasi mai, ed entrarono. Il Maki era vuoto e silenzioso, l'unico rumore proveniva dalla piccola televisione sul bancone della cassa. Era accesa, segno che l'impiegato doveva aver assistito da lì all'esperimento - e che forse dopo se l'era data a gambe - ma non trasmetteva niente. Lo schermo non mostrava nessuna immagine e un suono ovattato che rendeva l'atmosfera tremendamente simile a quella dei film dell'orrore. Quando Ryosuke chiuse la porta si accorse che c'era qualcosa che non andava; non pensava di essere l'ultimo, credeva ci fosse la castana in coda al gruppo. Mei, intanto, si stava avvicinando alla cassa, assicurandosi ti essere ben nascosta dagli scaffali; appena si fermò, per riprendere fiato e fare il punto della situazione, la videro sbiancare.
-Dov'è Touko?-
Chiese con voce tremante e gli altri si guardarono.
-Credo abbia fatto da diversivo-
Disse poi Beth cercando di non incrociare gli occhi della mora; quella scosse la testa. No, non era possibile.
-Io torno indietro a cercarla-
Affermò avviandosi verso la porta che dava sul retro del supermercato, ma venne bloccata dalla ragazza dai capelli biondi.
-Non dire idiozie! Tornare là fuori equivale a un suicidio!-
Mei la fulminò con lo sguardo, facendole mollare poco gentilmente la presa. A lei non interessava, voleva andare a cercare la sua amica e niente glielo avrebbe impedito. Le importava poco se per le strade circolassero strani zombie; lei doveva almeno provarci o non se lo sarebbe mai perdonato.
-Non mi importa! A differenza tua io voglio bene a Touko!-
Elizabeth si trattenne dallo schiaffeggiarla. Non la sopportava quando le parlava in quel modo, Mei era sempre convinta di sapere tutto, quando alla fine non sapeva praticamente nulla.
-Vedi di calmarti Fujiwara e ricomincia a pensare in modo razionale! Non sei di nessun aiuto in questo modo e fai sì che quello che ha fatto Touko diventi...-
-Cosa?-
Sussultarono tutti, per poi voltarsi lentamente verso la porta; la castana li guardava provando a sorridere. Non era messa benissimo, ma almeno si reggeva in piedi, aveva qualche livido e sangue misto a sporcizia su varie parti del corpo. La bocca di Mei si aprì in un sorriso e d'impulso le sue gambe si mossero verso l'amica; ma la bionda la bloccò ancora una volta.
-Che ti è successo?-
La ragazza alzò le spalle.
-Sai Beth, le solite cose... Scappi dagli zombie, cadi mentre corri via da loro...-
Quella socchiuse gli occhi.
-E come ti senti?-
-Mi fa un po' male la testa, ma niente di che, davvero-
A quel punto la bionda si morse il labbro; possibile che l'Aizawa non se ne fosse ancora accorta?
-Togliti il cappello per favore-
Touko alzò un sopracciglio, senza capire bene la richiesta della ragazza, e posò la mano destra sulla visiera, per poi togliersi il cappello e far scivolare il braccio sul fianco; gli altri sgranarono gli occhi, rimanendo in silenzio con lo sguardo puntato su di lei. La ragazza non riusciva a capire il motivo di quegli sguardi, e lanciava occhiate agli amici sperando che qualcuno le spiegasse cosa fosse successo. Alla fine Beth le passò il suo specchietto. Touko lo prese, tenendolo fermo davanti al proprio viso con la mano sinistra, quando riuscì a vedersi trasalì. I capelli che erano soliti incorniciarle il viso stavano diventando bianchi, mentre il resto non aveva perso il colore naturale e l'occhio destro da azzurro aveva assunto il colorito violetto della bestia che aveva azzannato lo scienziato. Non capiva come era potuto accadere, eppure non l'aveva morsa nessuno. Sussultò, girandosi di scatto verso il braccio destro. Lì dove lo zombie l'aveva afferrata poteva notare il segno lasciato dalle unghie sporche di sangue di quest'ultimo; deglutì, per poi guardare terrorizzata tutti gli altri. Mei mosse leggermente le labbra, provando a dire qualcosa, ma non ci riuscì, alla fine Ryosuke ruppe il silenzio.
-Quindi... Che si fa?-
Hiro gli lanciò un'occhiata.
-Dipende tutto da lei, se comincia a trasformarsi come tutti gli altri c'è il rischio che ci morda-
-Smettila Hiro, Touko non farebbe mai una cosa del genere!-
La castana strinse i pugni.
-Lascia perdere Meirin... Ha ragione lui, sono solo un pericolo per tutti voi, forse dovrei andarmene-
Amir la guardò.
-Non andrai da nessuna parte, se poi dovesse succedere qualcosa vedremo cosa fare, ma per ora mi sembri lucida di mente-
Lei annuì leggermente, per poi iniziare a cercare sugli scaffali qualcosa che potesse coprirle la bocca; in quel modo non avrebbe potuto mordere nessuno. Trovò una maglietta bianca, che strappò e legò sulla bocca, il resto se lo fece legare sulla ferita.
-Ora dove andiamo?-
Chiese Zari senza staccare gli occhi dall'Aizawa; quella si rimise il cappello in testa.
-Al rifugio della scuola, l'obiettivo non è cambiato, ora dobbiamo solo provare a uscire senza farci notare e...-
Ma non riuscì a finire la frase che qualcosa batté fuori dalla porta; sembrava quasi che una persona ci si fosse gettata contro. I ragazzi indietreggiarono, il cuore aveva ricominciato a battere all'impazzata.
-Avevo capito che li avevi seminati!-
Esclamò spaventato Kyosuke. Touko si guardò intorno, sperando di trovare una via d'uscita e, quando notò una porta dietro al banco della cassa per poco non sorrise. Fece cenno agli altri di seguirla e si fiondò verso la porta, aprendola grazie alle chiavi che erano appese lì vicino. Quando entrarono tutti la castana richiuse a chiave. Il posto, un piccolo magazzino, non era molto largo e la maggior parte dello spazio era occupata dalle scatole piene di rifornimenti per il supermercato. Touko cercava di non stare troppo vicina agli altri, Mei era spalla a spalla con Hiro, che provava a guardare qualunque altra cosa rispetto alla mora, Zari stava rannicchiata per terra, Beth era con la schiena su una scatola e aveva Amir proprio di fronte, che cercava di tenersi in piedi, vicino a lei stava Ryosuke, anche lui in equilibrio precario, e Kyosuke era spiaccicato nell'angolo tra due scatole.
-Quanto dovremmo rimanere chiusi qua dentro?-
Touko lanciò un'occhiata alla bambina alzando le spalle.
-Non lo so... Non vedo cosa sta succedendo là fuori sfortunatamente-
Odiava quella situazione. Lei poteva diventare un pericolo e se fossero rimasti in quello spazio ristretto non ci avrebbe messo molto a trasformare in zombie tutti quanti; dovevano trovare un modo per andarsene e alla svelta. Ad un certo punto, per cercare di non cadere, Amir portò avanti la mano sinistra, intento a farla posare su una delle scatole proprio dietro la bionda. Facendolo, però, le spinse un po' troppo, causando la caduta della pila. Il ragazzo si spinse prontamente indietro col piede, finendo con la schiena addosso a Touko, mentre Ryosuke si affrettò di andare ad aiutare Elizabeth che stava per essere travolta dal contenuto di quelle scatole, Zari si lanciò in avanti in direzione della castana e Hiro si mise davanti a Mei, per proteggerla da qualunque cosa; in tutto questo, Kyosuke rimaneva appiattito al suo posto. Dopo un po' Ryosuke lanciò un'occhiataccia a Amir.
-Complimenti, genio, avresti potuto farle male-
Il ragazzo passò lo sguardo da lui alla bionda.
-Mi dispiace Elizabeth, è stato un incidente...-
Lei scosse la testa, cercando di sorridergli, ma Ryosuke non riusciva a smettere di fissarlo in malo modo. Quel maledetto non si era neanche preoccupato di proteggerla. Touko osservava la scena in silenzio, guardando un po' a disagio il castano che era praticamente appiccicato a lei.
-Ehi, secondo voi cos'è quella cosa?-
Chiese Zari indicando col braccio destro un punto più scuro sulla parete, mostrato grazie alla caduta di alcune scatole provocata da Amir. Touko socchiuse gli occhi, cercando di mettere a fuoco il punto indicato dalla bambina, per poi scostare il ragazzo e fare dei passi avanti. Cercò di non calpestare le scatole di cereali e le magliette che erano sparse in terra e arrivata davanti alla barricata di scatole ne prese una, spostandola. Quello che aveva visto Zari non era altro che il pezzo di una porta, nascosta nel magazzino del Market, e ora la castana stava provando a creare un passaggio; quando gli altri capirono le sue intenzioni iniziarono ad aiutarla. Dopo pochi minuti tutto fu libero e davanti agli otto ragazzi si presentò una normale porta in legno.
-È chiusa...-
Sussurrò Touko dopo aver provato a girare la maniglia; Amir le si avvicinò.
-Forse dovremmo provare a sfondarla-
Lei gli lanciò un'occhiata scettica, poi si scostò leggermente e mosse le braccia in direzione della porta; Kyosuke, però, superò il ragazzo.
-Lasciate fare a me, questa non è roba per femminucce-
Non sopportava di starsene con le mani in mano, così si era offerto, in qualche modo, di buttare giù quella porta; dopotutto non pareva così stabile. Prese un po' di rincorsa, per poi dare una spallata al legno; alla fine, però, si ritrovò rannicchiato in terra a tenersi il braccio dolorante. Amir sbuffò, incrociando le braccia e guardandolo.
-Sei davvero un idiota-
Hiro, intanto, si avvicinò alla porta, cominciando a girare la maniglia, mentre Touko continuava a ripetergli che era chiusa; il ragazzo, allora, girò una manopolina al centro del pomello sbloccando e aprendo finalmente la porta. La castana soffocò un colpo di tosse, per poi affacciarsi a vedere cosa ci fosse dall'altra parte. Era completamente buio là dentro, più della stanza dove si trovavano loro. La ragazza fece un passo, immergendosi in quell'oscurità e, tastando con le mani, constatò che era un tunnel; la fine, però, non era visibile.
-Ragazzi, io vado a trovare la fine di questa galleria... Voi non muovetevi, ok? Appena scopro qualcosa torno indietro-
Mei scosse la testa.
-Perchè devi andare da sola?-
-Perchè io ormai non ho più niente da perdere!-
Esclamò facendo zittire l'amica, poi le diede le spalle, facendo di nuovo quel passo verso l'oscurità. Avanzava piano piano, un piede alla volta, e teneva le braccia tese, sfiorando con le dita della mano le pareti ai suoi lati. Era nervosa, diavolo se era nervosa, ma la frase che aveva detto a Meirin era vera. Lei ormai non aveva più niente da perdere... Eccetto loro ovviamente. E avrebbe affrontato tutto quello che le si fosse presentato davanti per salvare i suoi amici. Dopo qualche passo rischiò quasi di cadere a causa dell'inclinazione presa dal pavimento. Infatti, dopo aver allungato la gamba destra, convinta di posare il piede alla stessa altezza del sinistro, quello le parve sprofondare nel vuoto. Un po' come quando si scende le scale e non ci si accorge di essere arrivate all'ultimo gradino. Si bloccò un attimo, col cuore che aveva ricominciato a battere all'impazzata, e deglutì. Piano piano cominciò a percorrere al buio quella strana discesa chiedendosi dove l'avrebbe mai potuta portare. E inoltre, che diavolo ci faceva un posto simile nascosto nel magazzino di un supermercato? Percorsa un bel po' di strada, sentì che il pavimento era ritornato dritto, le pareti, invece, si erano entrambe piegate ad angolo retto; era arrivata a un incrocio. La ragazza poteva solo andare a destra, a sinistra o tornare indietro. Guardandosi intorno potè notare una scritta luminosa sul muro alla sua destra, era il numero quattro inscritto in un cerchio e sembrava indicare la strada che aveva appena percorso. Alzò un sopracciglio non riuscendo a capire. Vuol dire che ci sono altre tre strade simili a questa? Guardò da una parte, poi dall'altra, ma non riuscì a decidere quale percorso prendere; e se fosse finita in un vicolo cieco? E se ci fossero state delle trappole? Ah, maledizione! Poggiò la schiena al muro davanti a sé e sentì una specie di “clic”. Sobbalzò, scansandosi immediatamente per paura di aver attivato qualcosa di strano, ma nessuna trappola parve azionarsi; l'unica cosa che accade fu l'apertura di una parte del muro. Era una porta nascosta e Touko, per pura fortuna, aveva trovato il pulsante per aprirla. Si sporse, per vedere dove l'avrebbe condotta e sgranò gli occhi nel constatare che si trattava di un appartamento nascosto nel sottosuolo. Mosse pian piano i piedi, addentrandosi nel salotto; non sentiva alcun rumore, quindi ipotizzò di essere da sola. Eppure alcune luci erano accese. Si mosse circospetta, studiando bene il posto. Lei si era ritrovata in un salotto - molto più grande di quello dell'appartamento suo e di Mei - e procedendo a destra c'era la cucina. Davanti a lei, invece, c'era una porta socchiusa, e si mosse proprio in quella direzione; alla sua destra c'era un'altra stanza che finiva prima del lato del perimetro dell'appartamento per dare spazio alla cucina. Arrivata davanti alla porta Touko allungò il braccio destro, per poi bloccarsi poco prima di toccarla col palmo. Aveva paura, paura di scoprire cosa mai avrebbe potuto trovare là dentro. Quello era davvero un posto sicuro? Ma poi... C'era ancora un posto sicuro per loro? Deglutì, facendosi forza. Peggio di così non può andarmi. Aprì completamente la porta stando sull'attenti. Quella stanza doveva essere una sorta di laboratorio, c'erano strumenti, fiale, siringhe e monitor ovunque; ma non c'era neanche un'anima. Entrò, facendo scivolare piano la mano sulla porta e guardandosi intorno; possibile che quel posto fosse inabitato? Si fermò, fissando i vari oggetti nella stanza e chiedendosi chi potesse mai servirsene, e per che cosa poi? All'improvviso, mentre continuava a guardare la stanza vuota, qualcosa l'afferrò da dietro.

  
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