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Autore: Knitting    05/05/2013    1 recensioni
Lidia, un'invasata di 24 anni, ha due ragioni di vita: i dolci e l'amore eterno.
Quando quest'ultimo la delude per l'ennesima volta decide di voltare pagina definitivamente, ormai le principesse sono in grado di salvarsi da sole e lei non sarà da meno.
Potranno un imprevisto, uno psicologo apocalittico e quello che sembrerebbe un principe farla ricadere nel capitolo della sua vita che aveva chiuso per sempre?
Una storia romantica immersa nell'umorismo,, meno superficiale di quello che sembra se si ha voglia di scavare.
Dal cpitolo 9:"Gli alberi divenivano viola, il cielo verde, gli occhi di un personaggio un arcobaleno empio di sfumature, di ricordi e immagini in cui poter sognare, in cui poter andare lontano."
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Breake up
ovvero
i sogni nel cassetto

Un po' di tempo dopo

<< Lorence? >>
L'uomo si riscosse come da un sogno profondo. Al suo risveglio si ritrovò a specchiarsi con due occhi chiari e preoccupati, gli occhi di Anna.
<< Dove sei? >> La ragazza continuò con un strana espressione in viso, difficile da decifrare.
Lui non trovò subito una risposta, era un domanda piuttosto strana, non la comprendeva.<< Qui... >>
<< No...non sei qui. >> Suonò piuttosto duramente, era in tutto per tutto un'affermazione quella della ragazza.
<< Perdonami, ero sovrappensiero... >>
<< C'è qualcosa che ti turba? >>
Qualcosa gli pressò sullo stomaco, Lorence riusciva a sentirlo indistintamente, e per un attimo ebbe quasi l'istinto di riversargli addosso tutto quello che pensava, le sue preoccupazioni, i suoi timori e i suoi sbagli. Ma poi si ricordò di avere di fronte una persona innocente e che non poteva farle questo, che non era giusto da parte sua.
E così, per l'ennesima volta da quando ricordava, represse tutto sul fondo del suo cassetto. Ma come diceva James Matthew Barrie, quel cassetto diveniva sempre più difficile da richiudere.
<< No, no, va tutto bene. Il lavoro ultimamente mi stanca parecchio... >>
<< Ma davvero? >> Non gli fu difficile registrare la nota ironica che Anna impresse nella frase, anche per lui che era l'essere più tonto in questo campo.
Alzò gli occhi aspettandosi di trovarsi in chissà quale espressione, invece era seria, calma come un deserto, solo le labbra gli tremavano appena. << Davvero è solo lavoro Lorence? >>
L'uomo si limitò a fissarla nel più completo silenzio, lasciandola continuare. << Sai, quando mi hai chiesto si uscire non hai idea di come mi sono sentita. Pensavo di aver trovato qualcuno di serio, di gentile e che sapesse qualcosa della vita... >>
<< Sei rimasta delusa? >>
<< No, tu sei così. Sei un uomo, non un ragazzo ingenuo e idealista. Hai dei principi morali, la gente ti ascolta qualsiasi cosa tu dica, credo che tu sappia molto più di me. Ma non avevo preso in considerazione cosa questo avrebbe significato. >>
Lorence la guardò a lungo, non se la sentiva di interromperla, sembrava così sincera.
<< Non avevo preso in considerazione cosa avrebbe significato tutta questa tua maturità, la tua conoscenza del mondo. Tu non sei autonomo Lorence, sei molto più di questo, tu vivi in solitario nella tua testa. La vita ti ha battuto giù abbastanza volte per impedirti di amarmi. >>
Lui rimase piuttosto confuso da quell'ultima affermazione.
Certo non era mai stata una persona dalle grandi effusioni, soprattutto in pubblico, ma si era sempre sforzato di essere affettuoso e ricordarsi delle cose importanti.
Aggrottò le sopracciglia prima di parlare. << Come? >>
<< Tu non potrai mai amarmi, l'ho capito negli ultimi tempi sai? Osservandoti, non sei un tipo di persona che ama due donne contemporaneamente, non precludo che ne esistono ma tu non lo faresti mai. Doneresti un sentimento del genere a una sola persona, e lo hai già fatto e la ragazza non sono io. >>
Lorence si sporse in avanti, le mani poste in avanti come a bloccare qualsiasi altra parola, il petto contratto. << An- >>
<< Avresti potuto amarmi prima, quando eri ancora un ragazzino e non avevi bisogno di qualcuno che ti aiutasse a uscire dal tuo isolamento, quando non avevi bisogno di qualcuno che ti costringesse a fidarsi degli altri. Io non ne sono stata capace, esistono poche persone così, le definiscono quelle giuste. >>
<< Amore, quelle giuste, aiuto, ma di cosa stai parlando? >>
<< Di cosa sto parlando Lorence? >>
<< Non ne ho idea, sembri mia moglie in questo momento! >>
Lei sorrise, non in quel modo stanco che aveva adottato fino a quel momento, ma in maniera gentile, degno di una persona come lei. << Anche lei aveva capito Lorence... >>
<< Cosa? Cosa aveva capito?! >>
<< Che non avevi bisogno di lei. >>
L'uomo strabuzzò gli occhi. << Io avevo bisogno di lei! L'ho sposata, ero suo marito, mi sembrava abbastanza logico! >>
<< A volte la logica non è tutto. L'ha fatto per il tuo bene, aveva compreso che forse si, ora l'amavi e che non l'avresti mai lasciata ma che saresti andato affondo, il vostro matrimonio sarebbe andato affondo, perché lei non era quella giusta. Dimmi, quante volte ti sei appoggiato a lei in tutti quegli anni? L'hai fatta partecipe? Ti sei fidato di lei? >>
<< Non mi sembra un buon motivo per lasciarmi... >>
<< A me sembra più che buono. Lei non aveva nessuno con cui competere, perciò l'ha compreso tardi. Per tua fortuna invece io sono stata costretta a capirlo prima. >>
<< E quindi? >>
<< E quindi sarai tu a scegliere...io rimarrò sempre un po' innamorata di te ma so farmi da parte, non ho l'arroganza di trattenerti. >>
Lorence incrociò le mani sul tavolino del bar dove stavano discutendo, o meglio dove lei gli parlava e lui cercava di comprendere.

<< Questa sera esco con Mark. >> Lidia parlò con calma occhieggiandolo da sotto le cigli ma l'unica risposta che ricevette fu un grugnito, che fosse di assenso o di diniego non ne aveva idea.
<< Ormai è quasi un anno che stiamo insieme e penso voglia dirmi un cosa importante...sarebbe anche ora non trovi, Batman? >> Lei continuava in maniera piuttosto timida.
<< Trovo. >>
<< Stiamo alludendo alla stessa cosa? >>
<< Alle tue possibili nozze, si credo di si. >> Lorence lo disse con noncuranza mentre aggiustava quelle sue odiatissime carte che da vari mesi a quella parte non sembravano mai nella posizione giusta.
<< No! Ma che sciocchezza! >>
<< Perché? Io domandai a mia moglie di sposarmi un anno dopo che ci fidanzammo... >>
<< Bè, guarda un po' come è finita e per di più Mark non è te! >>
L'uomo sospirò. << Si, lo avrai rimarcato una decina di volte. Ma se non era questo, allora cosa deve dirti? >>
La ragazza puntò gli occhi al cielo spalancando le braccia come per invocare aiuto. << Forse che mi ama? >>
<< Di solito viene con la proposta... >>
<< Perché ci tieni tanto che mi sposi?! >>
Lorence rise. << Sarebbe anche ora no? >>
Lidia rimase in silenzio, per la prima volta dopo mesi, non aveva nulla da dire.
<< Che c'è? Ho detto qualcosa di sbagliato? >>
<< No no. E tu e Anna? >>
<< Che cosa ti ha detto? >>
<< Che l'hai lasciata... >>
<< Oltre a ciò non c'è altro da dire. >>
La ragazza sorrise timida, con apprensione. << E tu stai bene? >>
<< Sono stanco che me lo chiediate tutti! Lo sai, quando ho divorziato mio fratello infilava la testa nella mia stanza ripetendo sempre la stessa cosa. “Davvero è tutto ok?”. >>
<< Te lo chiedevano perché sei un coglione e un bugiardo e hai la fisima di soffrire in silenzio! Di sacrificare la tua felicità per gli altri! >>
L'uomo scombinò tutte le carte, sbatte le mani sulla scrivania.<< Io sono masochista, mi piace soffrire! >>
<< Bene, non mi preoccuperò mai più per te! >>
<< Brava, pensa alla tua situazione sentimentale che miracolosamente è arrivata a questo punto! >>
<< Non sono io che sono divorziata! >>
<< No certo, perché non hai mai avuto il coraggio di sposarti, altrimenti sai che ro- >>
Lidia era in piedi. << Che ti prende oggi?! Taci adesso! Ora uscirò da quella porta, avrò la mia bella serata e chiuderò la tua maledetta voce dietro un porticina, zitto! Non esisti, non esisti... >>
La ragazza se ne uscì a lunghe falcate ignorando completamente l'altro.






  
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