Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Virelei    05/05/2013    3 recensioni
Un giorno il Seirin si accorge dello strano comportamento di Kuroko, che si presenta agli allenamenti mostrando sempre più ferite. Sta nascondendo un segreto? Determinata a scoprirlo, la squadra del Seirin inizia a fare indagini sulla vita di Kuroko, per scoprire presto qualcosa di shockante. Ma la Generazione dei Miracoli ha già fatto la sua mossa. GdM iperprotettiva, AkaKuro, AoKise.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Seijuro Akashi, Tetsuya Kuroko, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Capitolo 4


“Cosa faremo?”

“Non faremo niente, Daiki. Aspetteremo che Tetsuya guarisca prima di fare qualsiasi altra cosa.”

“Ma…”

“Daiki.”

Ci fu silenzio. Kuroko cercò di capire dove si trovava e cosa stavano dicendo. La sua testa era appoggiata a qualcosa di caldo e una mano gli stava accarezzando ripetutamente i capelli. Il suo corpo era attraversato da un leggero dolore, ma non era niente di serio. Poteva sentire un lenzuolo leggero che lo copriva. La mano che passava tra i suoi capelli era confortevole, calmante e non voleva che si fermasse.

Ma fu proprio ciò che fece. La mano si fermò alla base del suo collo, dandogli una leggera stretta affettuosa. “Tetsuya.”

Kuroko seppe di essere stato beccato. Aprì obbedientemente gli occhi, strizzandoli per la luce improvvisa e incontrò lo sguardo fisso di Akashi. Arrossì leggermente quando si rese conto che era coricato sul grembo dell’ex capitano.

“Se arrossisci vuol dire che stai guarendo bene,” disse divertito Akashi.

“Kurokocchi?” si intromise una voce indesiderata.

“Tetsu!”

“Kuro-chin è vivo!”

“Certo che è vivo, baka.”

“Eh? Perché sei così cattivo, Mido-chin?”

Kuroko sbattè le palpebre e fissò i tre giocatori variopinti che si erano chinati su di lui.

Il tiratore numero uno era seduto ai suoi peidi. “Siete venuti, – riuscì a dire - …tutti.”

Midorima fece un sospiro infastidito, “Ovvio che siamo venuti, anche se siamo stati più o meno obbligati.” Poi il suo tono passò da infastidito a preoccupato: “Sei rimasto privo di sensi per qualche ora. Stai bene?”

Tutti aspettarono con ansia la risposta del pallido ragazzo. “Hai… Non fa più male come prima.” Tutti nella stanza furono sollevati. Kuroko tornò a guardare il suo ‘cuscino’. “Ehm…Akashi-kun?”

“Si?”rispose lui con tono indifferente.

“Come sono arrivato qui?” Sentendosi fuori posto, Kuroko si girò con un leggero sussulto e iniziò a giocherellare con il bordo della camicia di Akashi.

Fu Murasakibara a rispondere: “Aka-chin ha portato Kuro-chin fino al suo appartamento, – il ragazzo più alto fece una pausa, poi aggiunse – Oh, ma questa non è la vera casa di Aka-chin. La sua casa è troppo lontana perché ti ci potesse portare.”

Era vero. Se Akashi l’avesse portato fino a casa sua, ci sarebbe voluto un viaggio in treno di quattro ore e allora Kuroko sarebbe stato in pericolo. Ma visto che i suoi genitori se lo potevano permettere, l’asso del Rakuzan aveva un appartamento in tutte le città in cui di solito si spostava.

“Mi hai portato? Mi scuso di essere stato un problema,” disse il ragazzo con educazione, cercando di alzarsi. Venti mani vennero in suo aiuto. Kuroko cercò di non trasalire, ripetendosi che volevano solo aiutarlo. Riuscì a sedersi senza riaprire nessuna ferita, e Akashi gli mise una mano sulla spalla per sostenerlo. Il ragazzo più piccolo posò uno sguardo inespressivo sull’ex prima squadra del Teiko, poi tornò a guardare il pavimento. “Mi dispiace avervi causato tutti questi problemi,” mormorò.

“Baka, – la mano di Midorina lo schiaffeggiò piano sulla nuca, facendo attenzione a non fargli male – Non ci stai causando nessun problema.”

“Midorimacchi ha ragione, Kurokocchi, – disse Kise a voce alta – Noi vogliamo essere qui.”

Kuroko esaminò con meraviglia i ragazzi dai capelli dei colori dell’arcobaleno che avevano percorso parecchi chilometri solo per lui. Avevano tutti un’espressione preoccupata, persino Murasakibara aveva smesso di mangiare la sua barretta di cioccolato. “Grazie a tutti,” disse piano.

Akashi sospirò e si alzò dal divano, sgranchendosi le gambe ed i muscoli irrigiditi. Tutti lo guardarono in silenzio, aspettando la sua prossima mossa. “Hai fame Tetsuya?”

“No, io…”

“Mangerai, – disse l’ex capitano in tono risoluto – Ti cucinerò qualcosa, e dovrai mangiare tutto ciò che ho preparato.” Kuroko non ebbe modo di parlare perché Akashi si chinò, gli arruffò i capelli con affetto e si diresse in cucina.

Per qualche ragione, quando il temuto giocatore ebbe lasciato la stanza, fu come se la temperatura si fosse alzata di qualche grado. Tutti, incluso Kuroko, si rilassarono.

“Uaaah,”il biondo rumoroso pianse e si attaccò al braccio della persona più vicina, che sfortunatamente era Aomine. “Akashicchi fa davvero paura.”

“Lasciami andare!” Aomine tentò di scuoterselo di dosso.

“Silenzio, – ordinò Midorima – Ci può ancora sentire. E penso che a Kuroko i rumori forti diano fastidio.” Si girarono tutti a guardare il ragazzo silenzioso. “Se stai male , Kuroko, ce lo devi dire. È anche questo un ordine di Akashi. Si arrabbierà se verrà a sapere che stai facendo finta di niente.” Il ragazzo dai capelli verdi giocherellava con una mano con un tubetto di colla (che probabilmente era il suo oggetto fortunato di quel giorno) mentre usava il medio dell’altra per tirarsi su gli occhiali.

Kuroko abbassò lo sguardo. “Capisco. Quanto sono…gravi le mie ferite?”chiese cautamente.

Midorima sospirò. “Per fortuna non hai niente di rotto. Ma le tue costole hanno delle contusioni importanti. Hai delle ferite abbastanza grandi alla testa e sugli arti, ma, – serrò per un momento le labbra – la parte messa peggio è la tua schiena.” Questo spiegava perché Kuroko non era appoggiato allo schienale del divano.

“Peggio come?” Kuroko quasi non voleva saperlo.

“Sembra…sembra che sia stata colpita con una mazza.”

Tutti sussultarono per la scelta di parole di Midorima. Per quel che ne sapevano, Kuroko avrebbe potuto essere stato davvero picchiato con una mazza. “Capisco,” fu l’unica sua risposta.

Murasakibara si sedette al posto lasciato da Akashi. Prese la barretta di cioccolato che non aveva mangiato, ne morse metà e si bloccò quando vide Kuroko. “Ne vuoi un po’, Kuro-chin?” chiese porgendo la barretta mezza mangiata.

“Nooo!” Kise si tuffò verso di lui. “Questo è un bacio indiretto! Kurokocchi è troppo prezioso per il tuo sputo disgustoso!”

“Disgustoso?”fece il broncio Murasakibara.

Aomine intervenne e strappò Kise via da Kuroko. “Ehi, non toccare Tetsu!”

“Eh? Perché no? Aominecchi!” si lamentò Kise. Ma il ragazzo abbronzato non lasciò andare Kise, e si ritrovò davanti uno sguardo con gli occhioni da cucciolo spalancati. L’asso del Touou arrossì.

“P-perché potresti far male a Tetsu!”Rispose Aomine con una mezza verità.

“Ooh, Mine-chin è geloso di Kuro-chin,”annunciò Murasakibara, dopo che Kuroko ebbe gentilmente declinato l’offerta. “Mine-chin, ti piace Ki-chin?”

“Cosa? Aominecchi è geloso? Solo perché sono il tuo rag-“

Aomine coprì con una mano abbronzata la bocca di Kise. “Stai zitto, – sibilò – Akashi potrebbe sentire-aah!”

Un paio di forbici volarono nello spazio quasi inesistente tra Kise e Aomine, conficcandosi nella parete vicino a loro. Tutti tranne Kuroko e Midorima deglutirono rumorosamente.

“C’è qualcosa che mi state nascondendo, Ryouta? Daiki?”chiese una voce letale. La temperatura calò.

Kise fece una risatina nervosa. “A-Akashicchi, non nascondiamo n-niente…”

“Osi mentirmi?”

Il biondo sussultò e si nascose dietro la stazza di Aomine. “Mi dispiace, Akashicchi, – mugugnò Kise – E’ tutta colpa di Aominecchi!” Il ragazzo chiamato in causa lo guardò male aprì la bocca per protestare, ma sentì che gli si chiudeva la gola non appena vide lo sguardo di Akashi; non era uno sguardo che avreste voluto vedere. In quel momento vide la sua vita scorrergli davanti agli occhi.

Akashi si schiarì la gola, probabilmente preparando una punizione terribile per i ragazzi tremanti, ma fu interrotto da una voce calma: “Akashi-kun.” Il playmaker del Rakuzan spostò la sua attenzione sul ragazzo più basso. “Le ferite stanno cominciando a farmi di nuovo male, – confessò Kuroko – Specialmente la schiena.”

Akashi si accigliò. “Capisco; ho quasi finito di prepararti da mangiare. Shintaro, mettigli ancora della pomata e cambiagli le bende, senza fargli male. Per quanto riguarda voi, – lanciò un’occhiataccia al ragazzo che stava mangiando, al biondo tremante e al campione che sudava – Farete meglio a stare tranquilli e ad aiutare Tetsuya a guarire. Ryouta, Daiki, – si rivolse a loro e sentì che entrambi deglutirono – Non pensiate che io non sappia della vostra relazione. Dirò ai vostri attuali capitani di raddoppiare la durata dei vostri allenamenti come punizione per avermi mentito.” Fece una pausa, poi: “Lo stesso vale per te Atsushi, tu e Himuro siete diventati troppo affettuosi.”

Il ragazzo più alto arrossì e fece il broncio. “Aka-chin, non è giusto. Non mi piace allenarmi con la mia squadra.”

Lo sguardo di Akashi si addolcì un po’ su Murasakibara. Aveva un punto debole per il ‘bambino della famiglia’, un po’ come per Kuroko. “Motivo in più per allenarti, Atsushi…Ma dirò al tuo capitano di aumentare i tuoi allenamenti solo di un terzo.” Ignorò Ryouta e Daiki, che erano rimasti a bocca aperta, e si girò per tornare in cucina. “Tetsuya. Grazie per aver detto onestamente come ti senti. Più tardi…parleremo di ciò che è successo.”

Non avendo più nulla da aggiungere, tornò in cucina per fermare il fischio acuto del bollitore. Nel salotto la temperatura si alzò di nuovo.

“Cavolo, – si lamentò subito Aomine – è come una madre opprimente.”

“È colpa tua,” gli disse schiettamente Midorima. Aveva preso il kit di pronto soccorso e stava tirando fuori gli oggetti necessari a cambiare le bende di Kuroko. “Se tu non avessi mentito non sarebbe mai successo. Kuroko, sto per toglierti la giacca. Stai fermo, così non ti farò male.”

“Hai,” obbedì Kuroko.

“Non ho mentito! È colpa di Kise!” Il campione abbronzato guardò male il suo fidanzato.

“Il suo sguardo mi metteva troppa pressione, – si difese Kise – Non volevo morire, ma non volevo neanche che Akashicchi ci dividesse!” Un rossore comparve sul suo volto.

Murasakibara aveva un’espressione imbronciata. “Aka-chin si è arrabbiato con me e mi ha aumentato gli allenamenti,”disse tristemente.

“Almeno non te li ha raddoppiati!”gli urlarono entrambi.

“Ahia,” disse all’improvviso Kuroko, trasalendo per una fitta alla schiena.

Il ragazzo dai capelli verdi si sistemò gli occhiali e posò un batuffolo di cotone. “Scusa, ma devo disinfettare le ferite perché non si infettino. Farà male.” Prese un nuovo pezzo di cotone, lo bagnò con il disinfettante e toccò lentamente il grosso taglio sulla schiena pallida del ragazzo.

Kuroko gemette per il bruciore e provò ad allontanarsi dal disinfettante, ma perse l’equilibrio e rischiò di cadere a terra, se non fosse stato per le forti mani di Murasakibara che lo afferrarono. Lui e Midorima lo aiutarono a rimettersi dritto. “S-scusa, Midorima-kun.”

“Non fa niente, so che brucia.”

“Cos’è stato quel rumore?” La voce di Akashi raggiunse il salotto e lui entrò portando un vassoio con una zuppa di noodles al pollo appena fatta, un’insalata condita con salsa, del pane e del the caldo. Il profumo fece venire l’acquolina a tutti i giocatori.

“Scusa, Akashi-kun. Ero io.”

“Hm.” Akashi guardò Midorima, che era improvvisamente molto occupato ad avvolgere il petto di Kuroko con delle nuove bende. “Non appena Shintaro avrà finito mangerai. E mi aspetto che tu finisca tutto.”Strinse gli occhi guardando il ragazzo con severità. “Capito?”

Kuroko guardò il pasto abbondante con nervosismo: “Tutto, Akashi-kun?”

“Tutto.”

“Akashicchi ha ragione, – disse Kise – Sei troppo magro e leggero, Kurokocchi!”

Tutti erano d’accordo.

Quando tutte le sue bende furono cambiate, Kuroko iniziò lentamente a mangiare. La Generazione dei Miracoli osservò in silenzio per qualche minuto, poi il capitano del Teiko parlò. “Allora, Tetsuya, ci diresti che cosa è successo?” Non era una domanda; sapevano tutti che era un ordine.

Il ragazzo posò tremando il cucchiaio e fissò il pavimento. Mosse nervosamente le mani. “Una gang mi ha picchiato,” mentì piano Kuroko, non osando alzare lo sguardo sui volti increduli. Non voleva che loro si preoccupassero ancora di più per lui. Era così frustrante il fatto che continuava a fare sempre affidamento sugli altri. Voleva essere più indipendente, più utile per i suoi amici.

Una mano scattò all’improvviso e afferrò il mento di Kuroko. Fu strattonato e la sua faccia si fermò a pochi centimetri da quella di Akashi. I suoi occhi blu incontrarono quelli eterocromi e arrabbiati dell’altro. “Non mentirmi Tetsuya.” Il comando fu detto con tono animalesco, profondo e furioso. “Non mentire né per gli altri né per te stesso. Ci dirai la verità e mi obbedirai senza questioni. Mi hai capito, Tetsuya Kuroko?”Il capitano si fermò quando vide delle lacrime formarsi in quegli occhi blu, di solito inespressivi. Disse la frase successiva con un tono più dolce, più gentile e con più preoccupazione. “È stata tua madre, non è vero?”

Kuroko annuì con le lacrime agli occhi prima di gettarsi su Akashi, che per istinto lo circondò con le sue braccia, passandogli una mano tra i capelli e l’altra intorno alla vita. Le braccia di Kuroko circondavano il petto del capitano mentre il suo viso era premuto contro la sua spalla.

Il fragile ragazzo singhiozzava. Delle parole confortevoli venivano dette vicino al suo orecchio e la mano sulla sua testa lo accarezzava. Il resto della Generazione dei Miracoli si avvicinò ai due, ed ognuno fece la sua parte per calmare il ragazzo che piangeva. Ognuno mise da parte i propri problemi personali e si concentrò su Kuroko.


Perché, checché ne pensasse Kuroko, per loro il ragazzo dai capelli azzurri non era un’ombra. Era la loro luce e lo era sempre stato, da quando lo avevano incontrato per la prima volta. Ed ora, era loro dovere far splendere di nuovo quella luce e guarire un Tetsuya Kuroko ancora una volta spezzato.


“Dobbiamo davvero farlo, ne siete sicuri?” chiese nervosamente Kagami.

“Certo che dobbiamo, – disse Riko – Dobbiamo scoprire che sta succedendo a Kuroko. E se è davvero malato, ovviamente dobbiamo aiutarlo a sentirsi meglio!”

“Beh, si, ma era davvero necessario fare irruzione nella segreteria per trovare l’indirizzo di Kuroko?”

Riko fece un sorrisetto, “Non si chiama irruzione se hai la chiave!”

“Una chiave che hai rubato.”

Preso in prestito.

“Senza permesso.”

La coach del Seirin non seppe più come controbattere. “Hei, ci siamo,” annunciò Hyuuga. L’intera squadra si fermò di fronte alla piccola casa. Percorsero il vialetto ed esitarono davanti ad una porta blu. “Beh? Non bussi, Kagami?”

“Eh? – l’alto giocatore guardò incredulo Hyuuga – Perché io?”

“Perché, – Hyuuga fece un sorriso diabolico – Io sono un tuo senpai, e quelli del primo anno dovrebbero obbedire ai loro senpai.”

L’occhio di Kagami ebbe un tic. Ha solo un anno più di me! Pensò indignato Kagami, ma bussò comunque forte alla porta. Il pomello dorato venne subito girato e sulla soglia apparve una donna alta. Aveva dei capelli lisci e azzurri, pettinati con una riga sulla destra, ed occhi dello stesso colore di quelli di Kuroko. Dev’essere sua madre pensò Kagami.

“Cosa volete?”sibilò la donna.

“S-salve signora, – Riko fece un inchino rispettoso – Siamo amici di Kuroko-kun e volevamo sapere se oggi potevamo vederlo…”

Immediatamente l’espressione della donna cambiò e da acida e scontrosa divenne eccessivamente dolce. “Oh, siete amici di Tetsu?” Il modo in cui pronunciò il nome vece venire i brividi a Kagami, anche se non ne capì il motivo. “Sfortunatamente Tetsu è scappato via poco fa, non riesco a trovarlo da nessuna parte! Ma, – fece un sorrisetto – Forse voi ci riuscirete. Conoscete Tetsu, no? Potreste trovarlo e riportarmelo a casa? Suo padre ed io siamo molto preoccupati.” I suoi occhi avevano un luccichio, “Tetsu-kun mi manca così tanto!”






NdT: Ciao a tutti ;)
Spero di essere riuscita a correggere tutti gli errori di battitura…
In questo capitolo vediamo un po’ come funzionano i rapporti all’interno della Generazione dei Miracoli… Che ne dite?
Ringrazio tutti i lettori, sperando che il capitolo vi piaccia!
A presto, Nienor_11




   
 
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