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Autore: Meramadia94    05/05/2013    2 recensioni
Ryan viene ricattato. La vita di una persona a cui tiene molto è stata messa in pericolo. Per salvarla dovrà scegliere cosa è più importante: l'amore per la famiglia o il suo senso di giustizia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Javier Esposito, Kate Beckett, Kevin Ryan, Nuovo personaggio, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La ragazza non faceva altro che piangere disperata accovacciata su se stessa tenendo il viso tra le mani, sporca di sangue.

Si girò verso di lui e allungò una mano verso di lui urlando-:''Aiutami!!!''

 

Si svegliò di soprassalto guardandosi intorno.

Era nella sua camera, o meglio, nella camera dove dormiva con sua moglie, disteso sul loro letto.

Con la fronte bagnata, ma non riusciva a distinguere se fosse sudore o acqua, visto che fino a poco fa aveva un fazzoletto bagnato sulla fronte.

Castle ed Esposito erano lì con lui a guardarlo, attoniti.

''Dovresti stare giu, ancora un po'...''. gli consigliò Esposito afferrandolo per le spalle per costringerlo a distendersi, ma Ryan non ne volle sapere.

''Che è successo?''- chiese il detective, ancora in stato confusionale.

Fuori ormai era buio, si vedevano gia alcune stelle. Cominciava a credere, e soprattutto a sperare, che quello che aveva vissuto nelle ore precedenti fosse stato solo un brutto sogno dovuto al lavoro e allo stress.

''Dopo la telefonata dei sequestratori ti sei sentito male, così ti abbiamo portato qui.''- rispose Castle avvicinandosi al poliziotto con un bicchiere di Vodka-:'' Bevi.''

Ryan non se lo fece ripetere due volte e mandò giu il contenuto del bicchiere tutto in un fiato.

La gola gli bruciava a causa della fretta con cui aveva inghiottito il liquido ma non era questo a preoccuparlo adesso.

''Dov'è Jenny?''- chiese una volta poggiato il bicchiere sul comodino e dopo essersi messo a sedere sul letto.

''E' di là. Si è spaventata quando ti ha visto andare per terra, ma a parte questo sta bene. Kate è con lei.''- rispose Castle.

Almeno una delle donne a cui teneva davvero era al sicuro.

Si ricordò anche di un'altra cosa che il misterioso sequestratore gli aveva detto, una delle poche cose che ricordava.

SI alzò e si mise in piedi, andando con passo spedito verso la porta della camera.

''Dove vai?''- chiese Esposito.

''Ad assicurarmi che Deborah stia bene.''- fu la secca risposta.

Andò in soggiorno, dove la moglie si precipitò ad abbracciarlo, e subito dopo averla rassicurata accese il computer presente nella stanza.

Una volta che il pc fu pronto andò sulla sua casella di posta privata.

C'era un messaggio non letto, con un allegato.

Una fotografia.

Ritraeva una giovane sulla ventina, camicetta bianca, capelli neri legati a treccia leggermente sfatta ad un lato della testa, jeans blu e scarpe da ginnastica bianche.

Era seduta su una brandina.

Le braccia erano ferite, così come la tempia destra e un fianco.

Era in quei punti che le quattro pallottole l'avevano colpita poco prima di chiudere la chiamata.

Guardò il suo volto: sorrideva all'obiettivo, ma sembrava triste.

Non c'era la minima traccia di disperazione, come se avesse la certezza di uscire viva da quella situazione.

Un sorriso alla videocamera che seppur triste, era carico di fiducia.

Stando all'orario sul messaggio era stato spedito tre minuti dopo la telefonata.

''Almeno non mentivano sul fatto che sta bene.''- fece Ryan un po' più sollevato.

Ma ciò non significava che non li avrebbe pestati a sangue una volta trovati.

''Scusa, di che indagine parlavano?''- chiese Beckett incuriosita.

Ryan sospirò, e li invitò a sedersi sul divano per poterli far stare più comodi mentre parlava.

Jenny si sedette accanto al marito e gli teneva una mano per confortarlo e scaricare così anche lei l'apprensione che provava per la cognata più giovane.

''E' iniziato tutto due settimane fa. Al distretto non c'erano omicidi ma in compenso le denuncie per i furti d'auto si accavallavano.''- iniziò a spiegare-:'' quel giorno chi doveva occuparsene aveva il giorno libero, così l'incarico toccò a me.''

I due detective e lo scrittore cominciavano a capire.

Due settimane prima.

Nello stesso periodo, Deborah aveva sospettato e sostenuto con forza che fosse entrato qualcuno in casa.

''Con il passare dei giorni, mi accorsi di una cosa molto strana, che non aveva senso: le targhe delle auto, venivano ritrovate ovunque, ma le macchine era come se fossero sparite con una nuvola di fumo.

E' stato allora che ho iniziato a sospettare che ci fosse qualcosa di molto più grosso.''- continuò Ryan.

Evidentemente qualcuno aveva scoperto le sue indagini, era entrato nel suo computer, scoperto i suoi natali e una volta scoperto che una delle sue sorelle l'aveva raggiunto a New York...

''Pensi a delle corse clandestine?''- osò Castle.

Solo ora capiva come si sentiva l'amico: un po' come si era sentito lui quando un pazzo aveva iniziato a perseguitare Beckett per ''colpa'' del suo libro su Nikki Heat.

Ryan annuì.

''Ma perchè non ce l'hai detto?''- chiese Esposito.

Ora si spiegava perchè ultimamente il collega era sempre distratto, quelle foto nascoste appena qualcuno arrivava, risposte vaghe appena qualcuno gli rivolgeva una domanda...

Quando era impallidito alla vista della collana rinvenuta ed era saltato come una saetta in sala relax per telefonare, aveva creduto che il collega avesse allacciato una relazione extra coniugale con un'altra donna.

''Perchè non ne ero sicuro. In mano avevo solo sospetti e qualche indizio poco concreto. Non c'erano gli estremi per aprire un indagine.''- spiegò Ryan.

Ora però avrebbe voluto tornare indietro, forse nulla di tutto questo sarebbe successo.

''Qualcuno la pensa come te, visto che ha fatto prelevare Deborah con la forza, qualcuno che non vuole che questa faccenda venga approfondita ancora.''- fece Castle.

Beckett prese il cellulare.

''Chiamo la Gates per dirle che la pista dello stalker è un vicolo ceco, e che revochi il mandato.''- ma Castle le impedì di farlo prendendole il cellulare.

''Aspetta.... quello può essere ancora utile.''- disse con gli occhi che brillavano.

''Non vedo come.''- fece Beckett.

''Pensaci attentamente...''- le suggerì Castle-:'' se Deborah era tenuta d'occhio per sapere con esattezza come, dove e quando trovarla, potrebbero non essersi limitati solo alle ricetrasmittenti in casa, probabilmente l'hanno anche fatta seguire...''

''... e se l'hanno fatta seguire e le foto che Charles ha scattato in negozio non erano le uniche esistenti...''- iniziò a capire Beckett.

''... il misterioso rapitore o chi ha preso parte al sequestro deve essere stato ripreso.''

Si trovarono tutti d'accordo.

Era debole, ma pur sempre una speranza.

''Ryan per il momento tu non fare nulla. Debby serve loro viva e in salute, per un po' la tratteranno con tutti i riguardi...''- consigliò Beckett.

Ryan annuì.

''Va bene.... Jenny... credo che per te sia meglio andare a stare da qualche amica per i prossimi due, massimo tre giorni.''- disse Ryan a un certo punto.

La moglie lo guardò sbalordita.

''Non se ne parla nemmeno, io rimango con te.''- fece Jenny.

''E' un avvertimento. Il rapimento di Deborah è un avvertimento.''- mise in chiaro il detective-:'' Sanno tutto, dove abito, chi frequento, dove lavoro, che ho una famiglia.... questo giro è toccato a mia sorella, ma la prossima volta se la prenderanno con te o con qualcun'altro che sanno essermi molto caro. Non posso permetterlo.''

Non era riuscito a proteggere sua sorella ma non avrebbe permesso che accadesse lo stesso alla sua adorata moglie.

''Ryan ha ragione, Jenny...''- concordò Beckett-:'' quella è gente che non scherza, non si fermeranno finchè non avranno avuto ciò che desiderano, ma dobbiamo cercare di ridurre le loro possibilità al minimo.''

Era convinta che la decisione di Ryan di mandare Jenny lontana da casa era un'ottima idea, ma non si sarebbero limitati solo a questo.

Le avrebbe messo dietro una squadra pronta ad intervenire al minimo movimento sospetto.

Jenny ci pensò un po' e poi annuì comprensiva.

''Va bene.... vado a preparare una borsa con qualche vestito e poi vado dai miei genitori.''- Kate la accompagnò di là per aiutarla e nel frattempo contattò una squadra per proteggerla.

''E' colpa mia...''- disse Ryan mettendosi le mani nei capelli-:'' solo colpa mia.''

Si sentiva un vero schifo: la vita della sorella, e forse quella della moglie e dei suoi amici erano nei guai, tutto per colpa di una stramaledettissima indagine che lui aveva deciso di avviare senza parlarne con nessuno.

''Stavi solo facendo il tuo mestiere, nessuno può rimproverarti per questo...''- disse Castle nel tentativo di dargli un po' di conforto, anche se sapeva che era inutile.

Quando si era in una situazione del genere non esisteva niente da dire che potesse essere di conforto.

Venti minuti dopo si ritrovò solo nell'appartamento: Kate, Castle ed Esposito accompagnavano Jenny in albergo, e lui ne approfittò per fare una doccia e mettere qualcosa sotto i denti, e poi si fece un caffè.

Lo aspettava una lunga notte.

Avrebbe spulciato tutto quello che aveva raccolto e il suo personale archivio alla ricerca della minima traccia per risalire al responsabile di tutto questo.

''Buonanotte Debby...''- disse sorridendo alla finestra, ammirando un attimo la luna e le stelle-:'' ovunque tu sia.'' 

  
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