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Autore: Fiamma Erin Gaunt    05/05/2013    3 recensioni
Roxanne vuole dimostrare a suo padre di non essere più una bambina. Keira vuole superare suo padre, il leggendario Occhi di falco, e dimostrargli che anche se l’ha abbandonata lei è degna del cognome che porta. Due ragazze dal carattere diverso, una solare e allegra e l’altra fredda e dai modi bruschi, destinate a diventare grandi amiche e a combattere al fianco della ciurma di Cappello di Paglia.
****
- Rubber, possibile che tu non te ne sia reso conto? –
- Di cosa? –
- Come di cosa. Del fatto che Roxanne ha una gigantesca cotta per te! –
****
- Non farti illusioni, Zoro, tu non mi piaci. –
- Bene, vedi che la cosa è reciproca? -
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 2













 
La mattina seguente Roxanne si svegliò di buon’ora, riponendo nella sacca tutte le sue cose e dirigendosi al piano di sotto per saldare il conto.
- Te ne vai già, ragazzina? – gli chiese l’uomo al bancone, mentre si affaccendava con il piccolo fornello per scaldarle un po’ di latte.
- Sì, salpo questa mattina. –
- Ah, quindi hai trovato una ciurma. – commentò pacatamente, porgendole il bicchiere e aggiungendo, - Stai attenta, è bollente. –
Lo sorseggiò lentamente, stando attenta a non scottarsi la lingua.
- Hai visto Keira? – chiese d’un tratto, notando che la ragazza non si trovava lì a fare colazione.
L’uomo aggrottò leggermente la fronte, evidentemente anche a lui non andava molto a genio.
- Quella piccola combina guai? No, non si è vista, per fortuna. Comunque, tesoro, mi spieghi perché sei tanto interessata a lei? Siete diverse come la notte e il giorno. –
Prese un paio di secondi, finendo il latte, e poi replicò.
- Non te lo so spiegare, ma ho la sensazione che sia una persona su cui si possa fare affidamento, mi suscita una certa simpatia. –
Il barista la guardò con aria scettica, lavando il bicchiere e riponendolo nella piccola credenza alle sue spalle.
- Dammi retta, ragazzina, quella lì porta solo guai. –
- Faresti meglio a fare il tuo lavoro, barista, invece di dispensare consigli. – intervenne l’ormai familiare voce della spadaccina.
Roxanne le rivolse un cenno di saluto, restando stupita dalla quantità di bagagli che aveva con sé. E pensare che lei era convinta che due sacche fossero troppe.
- Cosa hai lì dentro, tutta casa? – chiese ironicamente, abbandonando lo sgabello su cui era seduta e prendendo in spalla le sue sacche.
Keira le rivolse un’occhiata di sufficienza. – Sono quasi tutte piene di armi, solo questa contiene roba leggera. – replicò, indicando con un cenno quella che teneva sottobraccio.
- Credevo fossi una spadaccina, non che girassi con una santabarbara degna della marina inglese. – osservò stupita.
- Sono molte cose, e la maggior parte di queste non mi piace sbandierarle ai quattro venti. Allora, ti dai una mossa o hai cambiato idea e rimani a marcire in questa bettola per il resto dei tuoi giorni? – aggiunse, scoccando un’occhiata sprezzante alla locanda, che aveva effettivamente visto giorni migliori.
Per tutta risposta Roxanne la raggiunse, sorpassandola e camminando spedita in direzione del porto. Giunta in prossimità della nave, prese una boccata d’aria, assaporando il retrogusto della salsedine che impregnava la brezza mattutina. Era sulla terraferma da poco più di due giorni e già anelava il dolce dondolare delle onde e il vento che le scompigliava i capelli mentre camminava sul ponte. Era nata per questa vita, lo aveva sempre saputo, e finalmente avrebbe potuto dimostrare al mondo intero che lei non era solo la figlia di Shanks il Rosso, ma una pirata degna di questo nome.
- Ehy, Roxanne, sei arrivata finalmente! – esclamò Rubber, affacciandosi dalla prua e sorridendole allegro.
- C’è anche la simpaticona con te? – aggiunse Zoro, ricevendo uno schiaffo sulla nuca da Nami.
- Sei proprio un buzzurro. – borbottò la navigatrice, rivolgendo un saluto amichevole alle due ragazze. Keira lanciò le sacche sul ponte, preparandosi a prendere lo slancio per balzare a bordo, quando Sanji le venne incontro.
- Mia incantevole spadaccina, lascia che ti aiuti a… -
Non fece in tempo a terminare la frase che la ragazza atterrò al suo fianco, spingendolo di lato con una leggera spallata e recuperando le sue cose.
- Sono perfettamente in grado di fare da sola. Dove le posso lasciare queste? – aggiunse, rivolgendosi a Rubber.
- Potete portare le vostre cose nella cabina, Nami vi mostrerà dove si trova. –
Roxanne si lasciò aiutare a salire da Sanji, ringraziandolo con un lieve sorriso e seguendo la navigatrice e la spadaccina alla volta della zona notte.
- Purtroppo non abbiamo molto spazio e le cabine devono essere divise, spero che non sarà un problema per voi dormire insieme. – spiegò, aprendo la porta e facendosi da parte per dar loro modo di osservare la stanza. Le dimensioni erano modeste, ma c’era un piccolo armadio in cui riporre i vestiti, due letti di media misura e persino una piccola scrivania.
Keira si guardò attorno, saggiando la consistenza del materasso, che non era né troppo duro né troppo morbido. Non era poi così male, se non fosse stato per la condivisione. Non era mai stata molto brava a socializzare, né le era mai interessato farlo, ma una convivenza forzata imponeva un seppur minimo scambio di parole.
- Bè, è carina. – commentò Roxanne, a cui la cabina sembrava assolutamente perfetta dopo essere stata per due notti sul materasso sporco e bitorzoluto della locanda.
- Vi lascio il tempo di ambientarvi, se avete bisogno ci trovate sul ponte. – le informò Nami, chiudendosi dietro la porta.
Aveva dei seri dubbi sulla convivenza tra quelle due ragazze, che erano gli esatti opposti, ma in fin dei conti anche lei e Nico Robin avevano avuto un po’ d’incomprensioni i primi giorni ed ora avevano legato al punto da considerarsi sorelle.
- Quale letto vuoi? – chiese Roxanne, nel vistoso tentativo di rompere l’imbarazzante silenzio che era sceso tra loro.
- Prendo quello di destra. – replicò, lasciando le sacche nell’incavo tra il letto e la parete e sdraiandosi sul materasso.
Una foto scivolò dalla tasca dei suoi pantaloni in pelle nera.
- Ti è caduta questa. –
Lo scatto felino con cui la mora si mosse e le strappò la foto dalle mani la lasciò senza parole.
- Hai mangiato un frutto del diavolo? – le chiese con titubanza.
Gli occhi grigi di Keira la fulminarono con un’occhiata in cui si mescolava in egual misura diffidenza e ostilità.
- E se anche fosse? –
Roxanne alzò le mani in un gesto di resa, - Ehy, calma, la mia era solo una domanda. Si può sapere perché te la prendi tanto? –
- Fai troppe domande, non ti è passato per la testa che io non voglia risponderti? –
Sbuffò, alzando gli occhi nocciola al cielo. Non c’era niente da fare, quella ragazza sembrava avercela con il mondo intero.
- Bè, scusa tanto. Quando avrai voglia di parlare, mi troverai qui. –
Rimasero in silenzio per un paio di minuti finchè Keira, non sapendo bene neanche lei il perché, si decise a rompere il silenzio.
- Sì, ho mangiato un frutto del diavolo, soddisfatta? –
La rossa si voltò a guardarla, contenta per il fatto che finalmente avesse messo da parte almeno un po’ della sua diffidenza.
- Forte, e che frutto era? -
- Uno Zoo Zoo, mi trasformo in una pantera. Hai finito con l’interrogatorio, adesso? –
Decisa a non sfidare ulteriormente la sua buona stella, annuì e le annunciò che sarebbe andata sul ponte a vedere se c’era bisogno di una mano.
Keira non la degnò di una risposta e, una volta rimasta sola, estrasse nuovamente la foto. Osservò il volto dai tratti volitivi, addolciti da una leggera spruzzata di lentiggini, e gli occhi che sembravano tizzoni ardenti. Dio, quanto le mancava. Si raggomitolò su se stessa, stringendo le ginocchia al petto e lasciando la foto accanto a sé. Non aveva dormito molto la notte precedente, un po’ per l’emozione di aver finalmente trovato una ciurma e un po’ per l’effetto che le aveva fatto vedere Rubber, che per certi versi gli ricordava così tanto Lui; perciò ora, su quel materasso stranamente comodo, le venne del tutto naturale chiudere gli occhi e addormentarsi.
Venne svegliata da un leggero scricchiolio, quando il Sole era ormai tramontato da un pezzo e il cielo stellato faceva da cornice alla loro traversata. Strizzò gli occhi, sfruttando la sua vista felina per localizzare l’intruso e puntargli contro la spada. Dall’odore sapeva con certezza che non si trattava di Roxanne.
- Fermo dove sei. –
- Accogli sempre così chi ti porta la cena? – le domandò una voce maschile dal tono decisamente ironico. La riconobbe come quella dell’ ex cacciatore di pirati.
Dopo aver fatto un po’ di luce e aver avuto la certezza che si trattasse di lui, replicò.
- Avresti dovuto bussare. –
- L’ho fatto, ma non mi hai sentito. –
- Se avessi davvero bussato, credimi, ti avrei sentito. – lo contraddisse.
Lo spadaccino imprecò silenziosamente.
- Ok, hai ragione; non ho bussato, ma era tutto buio e non volevo svegliarti. – ammise.
E pensare che all’inizio  l’idea di lasciarle il piatto sul comodino e andarsene via gli era sembrata geniale.
- Bè, ormai, visto che sei entrato, dammi pure. – replicò, prendendogli il piatto dalle mani.
- Ti dispiacerebbe puntare quella spada da un’altra parte? –
Lo accontentò, rinfoderandola e mettendosi seduta.
- Sei stata molto veloce. –
- Sono la figlia di Drakul Mihawk, che ti aspettavi? –
- È sua quella foto? – chiese incuriosito.
Keira la mise via in fretta, ma Zoro riuscì a vedere che si trattava di un ragazzo che doveva avere più o meno la loro età, anche se in quella frazione di secondo non riuscì a stabilire chi fosse.
- Sei venuto per portarmi la cena, e lo hai fatto, ora puoi anche andartene. –
Annuì, voltandole le spalle e uscendo dalla cabina.
- E poi sono io il buzzurro. – borbottò, mentre chiudeva la porta.
- Ti ho sentito. – gli fece notare la ragazza, con una sfumatura nella voce che non era propriamente negativa.
Lo spadaccino si allontanò con un lieve sorriso divertito dipinto sul volto. A quanto pareva la piccola serpe aveva anche l’udito sviluppato.
 
 
 











Spazio autrice:

Eccoci con il nuovo capitolo. Lo so che ho postato il precedente solo poche ore fa, ma non ho resistito alla tentazione, praticamente si è scritto da solo. Avete un bel po’ d’indizi, quindi mi sembra scontato, ma chi sarà il misterioso ragazzo della foto e perché Keira lo conosce? Come sempre, attendo un vostro giudizio. Al prossimo capitolo.
Baci baci,
               Fiamma Erin Gaunt
 
 

  
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