Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: hipster    06/05/2013    2 recensioni
Kurt Hummel è un ragazzo come tanti: fuma, è il bullo della scuola, tutti lo temono e lo rispettano insieme al suo migliore amico Sebastian. Ma quando una notte sua madre gli farà visita, capirà che la sua vita ha bisogno di una svolta. Per riuscire a salvare la sua vita futura e la sua anima, dovrà servirsi dell’aiuto di un ragazzo, Blaine Anderson.
“Per redimerti completamente dovrai ottenere il perdono da qualcuno puro di cuore che hai ferito e per te ho scelto Blaine Anderson. Avrai il compito di renderlo felice e di esaudire tre dei suoi desideri più profondi. Ma la cosa più importante è che tu ti penta delle tue azioni passate, Kurt. Sii felice, piccolo mio.”
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note: Salve! 
Visto che brava? Tutte le mie paranoie la scorsa settimana non sono servite a niente, perché sono riuscita comunque ad aggiornare. Sono molto orgogliosa di me :') 
Spero che questo capitolo vi piaccia. 
Ma nel caso non vi piacesse, vi invito comunque a scrivere una piccola recensione per farmi sapere cosa ne pensate. Mi aiuterebbe davvero moltissimo. 
E ricordate: con ogni recensione, l'associazione A.L.L.I.E. donerà una matita nera a Darren Criss (l'associazione A.L.L.I.E. è un po' ossessionata da quell'hobbit con la matita nera).
A lunedì, spero!
Al. 




«Kurt, non pensarci nemmeno, non c’è verso che tu mi convinca a cantare con te e Le Quaglie-»
«’Bastian, sei bravissimo, ti sento quando sei sotto la doccia. Abbiamo bisogno di una voce come la tua! Aiutami! Sarà divertente, passeremo più tempo insieme – visto che ti lamenti un giorno sì e l’altro pure perché passo troppo tempo con Blaine – e in più potrai stare più vicino ad Hunter!»

«Io e Hunter non stiamo insie-»

«Sì, okay, se questo ti aiuta a dormire la notte... La riunione comincia tra dieci minuti. A dopo, ‘Bas!» trillò Kurt al telefono, troncando la telefonata prima che Sebastian potesse protestare ancora una volta.

E questa è andata... pensò sollevato: Sebastian era un grande cantante, aveva davvero molto talento anche se non lo aveva mai messo a frutto, e avrebbe sicuramente fatto la differenza nel gruppo: gli Usignoli ne avevano un gran bisogno. L’unico vero problema era far sì che tutti lo accettassero com’era successo con lui e soprattutto che Seb prendesse l’impegno seriamente; era proprio questo il grande problema di Sebastian: amava essere al centro dell’attenzione e essere il più bravo di tutti, ma aveva difficoltà a prendere le cose sul serio, ancor di meno le persone. Per quanto ne sapeva, lui era l’unico ragazzo con cui Sebastian avesse mai stretto un’amicizia sincera e duratura; Kurt non sapeva dire perché lo avesse “scelto”, ma quando ci pensava non riusciva a non sentirsi lusingato. Quando riesci a conquistare la stima e l’affetto di qualcuno che sembra irraggiungibile non puoi far altro che sentirti speciale.

Kurt chiuse la telefonata sentendosi come un militare pronto a partire per l’Afghanistan: convincere Sebastian, infatti, era solo la prima fase di un piano ben articolato e studiato nei minimi dettagli durante la notte precedente. Ed era stata anche la parte più semplice: aveva convocato per quella mattina una riunione degli Usignoli, per poter comunicare loro le sue idee per l’ormai imminente esibizione. Non era nervoso al pensiero di dover parlare con loro, quanto per il fatto di riuscire a convincere tutti. C’era ancora qualcuno ostile alla sua presenza, Kurt se n’era accorto dai mormorii e le occhiatacce diffidenti, e avrebbe dovuto giocare ogni singola carta che aveva, giocando anche sporco se necessario per poterli convincere ad approvare le sue proposte.

Si diresse verso la sala del Consiglio, camminando deciso e risoluto, salutando chi lo incrociava con un cenno del capo, troppo nervoso per parlare o anche semplicemente sorridere senza sembrare una statua. Lì, davanti alla porta chiusa, vi trovò Sebastian: aveva un’espressione imbronciata e le braccia incrociate al petto per il disappunto, ma almeno era lì e Kurt, ne era sicuro, non era mai stato così felice di vederlo. Avrebbe avuto bisogno di una faccia amica, con tutto il polverone che stava per sollevare.

Spalancò la porta e vide che molti dei suoi compagni – tra cui anche Blaine che gli sorrise caldamente – erano già lì ad aspettarlo. Kurt deglutì vistosamente quando gli sguardi di molti si indurirono nel riconoscere Sebastian, ma non si lasciò intimorire. O almeno, finse di non lasciarsi intimorire. Non sapeva esattamente perché avesse così tanta paura di parlare loro: fino a poche settimane prima non sarebbe stato per niente spaventato da quei ragazzi. Ma fino a poche settimane fa il tuo destino non dipendeva da questi ragazzi... disse una voce maligna dentro di lui; si costrinse ad ignorarla, altrimenti si sarebbe bloccato e sarebbe fuggito via. Si ripeté che Kurt Hummel non scappa mai davanti ai pericoli, si schiarì la gola e cominciò: «Non ci siamo ancora tutti, ma credo di poter cominciare almeno dicendovi perché vi ho convocati qui.» disse e mentre parlava gli ultimi ritardatari varcarono la soglia e si affrettarono a sedersi ai propri posti sui divanetti. Kurt li salutò con un cenno del capo e continuò:
«Vi ho fatti venire qui perché volevo parlarvi di alcune idee che ho per migliorare la nostra esibizione alle Regionali».

Adocchiò David che scriveva tutto frettolosamente sul verbale e deglutì ancora nervosamente. Le riunioni con le New Direction non erano state affatto così e la cosa lo faceva sentire a disagio; quelle riunioni sembravano così “formali”, come avrebbe immaginato fossero quelle in una multinazionale. Si sentiva come se fosse stato intrappolato nella fossa dei leoni: quanto tempo sarebbe passato prima che cominciassero ad attaccare?
«Cosa abbiamo bisogno di migliorare? Credo che siamo già perfetti così!» ribatté Thad, aggrottando le sopracciglia.  Ecco, appunto. E pensare che aveva appena iniziato. Doveva essere un record. «Infatti. Blaine è un ottimo solista, vinceremo sicuramente anche senza modificare nulla» esclamò Jeff, beccandosi una gomitata da parte del suo vicino, Nick, che lo guardò male. Jeff restò zitto, intimorito dallo sguardo dell’amico, che sembrava intenzionato a ribattere.

«E non c’è dubbio – intervenne Kurt, cogliendo l’occasione al volo, anche per salvare Jeff e distogliere da lui l’attenzione di Nick – che Blaine sia straordinario, ma non può farcela da solo. Alle Regionali competeremo con alcuni dei gruppi più forti e i cantanti più bravi della regione e non possiamo permetterci di fallire: l’intera scuola conta su di noi! Blaine è bravissimo, certo, ma non è il solo. Ci sono tante voci speciali qui tra noi e alcune sono ancora estranee e sconosciute...»

«Ben detto, Kurt!» esclamò Nick, sollevando il pugno in segno di esultanza, prima che venisse a sua volta zittito da Wes. Era risaputo che Nick avesse tentato molte volte di strappare un assolo a Blaine, senza mai riuscirci purtroppo, a causa dell’infatuazione di Wes per la voce e il portamento di Blaine sul palco; Kurt sorrise sollevato nella sua direzione, lieto di avere almeno una persona a parte il suo amico che lo sostenesse, mentre Blaine gli faceva cenno di continuare, sorridendogli incoraggiante e sollevando i pollici.
«Ecco perché come prima proposta, vi chiedo di accettare il mio amico Sebastian Smythe, che non vede l’ora di poterci aiutare a vincere insieme le Regionali!» esclamò con il tono più allegro che riuscì a racimolare.

Ci fu  un silenzio tombale per due secondi – e Kurt sapeva che non significava niente di buono, perché quei ragazzi non stavano mai in silenzio, avevano sempre qualcosa da dire e da contestare – prima che tutti esplodessero in  proteste indignate.

«Come puoi semplicemente proporlo, Kurt?! Smythe non ha mai provato nessun interesse ad unirsi al nostro gruppo-»

«E poi adesso, quando le Regionali sono così vicine? Non avrà il tempo di imparare le canzoni e le coreografie-»

«E chi ci assicura che sia un bravo cantante? Non possiamo rischiare di perdere perché prendiamo un novellino con noi alla vigilia di una gara!»

Kurt si fece piccolo piccolo sotto i loro sguardi di fuoco, mentre Sebastian lo guardava con aria di sufficienza, come a dire “Visto? Non mi accetteranno mai, te l’avevo detto”.

«Hey, silenzio!» esclamò Blaine alzandosi in piedi e ottenendo il silenzio tanto agognato.
Kurt rimaneva sempre stupito dall’autorità che sembrava esercitare Blaine nel Consiglio: tutti lo rispettavano e lo ascoltavano quasi con reverenza, sebbene Blaine fosse tra i più giovani e sembrasse troppo dolce e piccolo e ingenuo per essere un leader. Ma in questi casi era così evidente che fosse nato per esserlo: con la sua postura, il suo atteggiamento sicuro e la sua voce ferma quasi obbligava gli altri ad ascoltarlo e ad appoggiarlo. Blaine aveva una personalità così magnetica e carismatica da far sentire spesso Kurt invidioso.

«Perché dovete avere così tanti pregiudizi su Sebastian? Sì, si è comportato male in passato e nemmeno io posso ignorarlo, ma perché non dargli una seconda possibilità? Avete pensato la stessa cosa quando Kurt si è unito a noi, l’esperienza non vi ha insegnato proprio nulla? Non dobbiamo giudicarlo a priori, la maggior parte di noi non lo conosce nemmeno così bene, se non per la fama che ha. Io mi fido del giudizio di Kurt e so che non l’avrebbe proposto se non fosse assolutamente certo che Sebastian merita di stare con noi. Diamogli una chance!» esclamò accorato.
Kurt adorava quando Blaine faceva questi discorsi perché sembrava parlare con tutto il corpo; il suo viso espressivo si illuminava di determinazione e la sua voce si faceva concitata e decisa. Gesticolava animatamente con le mani e guardava tutti negli occhi, uno ad uno, convincendoli solo con la forza del proprio sguardo. Incantava tutti con il suo atteggiamento e anche Kurt si sentiva sempre un po’ più attratto da lui dopo averlo visto così.

Come previsto, molti annuirono sentendo il discorso di Blaine, tra cui anche Wes che diede a Sebastian il permesso di cantare un pezzo per la sua audizione, zittendo con un secco colpo del martelletto un tenue borbottio di protesta. Proprio mentre il ragazzo intonava la prime note di “Glad you came”, Kurt riuscì ad intercettare lo sguardo di Blaine e mimò un “grazie” con le labbra.
Blaine gli sorrise e gli fece l’occhiolino, facendolo sorridere a sua volta.

Sebastian incantò tutti, proprio come Kurt aveva sperato avrebbe fatto; era bravissimo e molti si alzarono in piedi per applaudire quando concluse la sua audizione. Il ragazzo donò loro un sorrisetto presuntuoso, ma anche soddisfatto, che si trasformò in un ghigno quando incrociò lo sguardo di chi prima aveva ipotizzato che lui non fosse un bravo cantante. La votazione fu unanime e Sebastian divenne subito un membro a tutti gli effetti; quando si sedette accanto ad un sorpreso Hunter – che lo aveva guardato a bocca aperta per tutto il tempo da quando aveva varcato la soglia – Kurt giurò di vederlo sorridere felice guardando il ragazzo, sorriso che divenne ancora più luminoso quando Hunter gli accarezzò con discrezione la gamba, come per congratularsi silenziosamente con lui: Kurt credeva di adorarli già come coppia; doveva assolutamente inventarsi qualcosa per farli uscire allo scoperto, perché erano semplicemente adorabili insieme.
Kurt sospirò sollevato e tornò ad alzarsi: se fosse sopravvissuto anche al discorso che stava per fare avrebbe potuto considerarsi per davvero graziato dagli dei o addirittura immortale.

«Ora, vorrei proporre delle audizioni per un nuovo solista...» disse, ma quasi non riuscì a concludere la frase, perché molti cominciarono a protestare animatamente, senza curarsi di Wes che tentava di riportare l’ordine a suon di martelletto. Kurt tentò di convincerli ad ascoltarlo perlomeno – “Sono stato per molto tempo in un altro gruppo e so che è difficile cambiare, ma ne abbiamo bisogno per stupire i giudici...” – ma era quasi impossibile discutere con una turba di ragazzi indignati che squittiva proteste a destra e a manca. Kurt si sentiva come intrappolato in un manicomio.

Blaine si alzò di nuovo in piedi e intimò il silenzio, cogliendo Kurt di sorpresa quando annunciò: «Ho un’idea!».
Molti lo guardarono scettici, tra cui Kurt che diavolo avesse in quella testa ricoperta di gel quel pazzo di un hobbit. Non avevano concordato nulla prima, se non l’aiuto che avrebbe offerto Blaine nel caso l’ingresso di Seb negli Usignoli avesse provocato problemi e, ad essere sincero, temeva che Blaine potesse peggiorare la situazione dividendoli ancora di più.

«Voi non volete un altro solista e mi sento molto lusingato e fortunato per questo, ragazzi, perché mi fa capire quanta fiducia avete in me, ma Kurt ha ragione: da solo non posso competere con gli altri gruppi e i giudici hanno bisogno di vedere cose nuove, qualcosa che solo noi possiamo dargli – disse, parafrasando un discorso che Kurt gli aveva fatto tempo prima, facendo sorridere il ragazzo perché Blaine ricordava le sue parole, lo ascoltava davvero quando parlava e teneva in considerazione le sue idee – per questo voglio proporre un duetto.» concluse, sorridendo sornione. Si guardò intorno, quasi aspettando le proteste che non arrivarono, perché Kurt esclamò: «Perfetto!». La sua voce era entusiasta e riprese subito la parola, approfittando del fatto che tutti fossero zitti e meditabondi. «È un’idea geniale, Blaine! Sarà originale, perché mai ci hanno visto fare qualcosa del genere, ma soprattutto sarà un’ottima occasione per mettere in mostra alcuni talenti fenomenali che abbiamo! Quindi, per quanto riguarda le audizioni, quando sareste disposti a...?» disse, sentendo già il cervello mettersi in moto mentre pensava a chi sarebbe stato più adatto accanto a Blaine per poi passare alla canzone più adatta...
«Oh, no. Nessuna audizione.» esclamò Blaine, interrompendo sia le sue parole che i suoi pensieri e guadagnandosi occhiate incuriosite e confuse da parte di molti. Il riccio rivolse uno sguardo preoccupato e quasi nervoso a Wes, che annuì con fare incoraggiante, perciò prese un respiro profondo – così innaturale per una persona sempre così sicura di sé – e continuò: «Voglio cantare questo duetto con Kurt.» annunciò, e oh, bentornata sicurezza, il suo tono di voce era deciso e sicuro, da “non ammetto repliche”, e la mascella di Kurt crollò perché era davvero l’ultima cosa che avrebbe mai immaginato; Blaine non gliene aveva mai parlato prima. Certo, avevano cantato più volte insieme dei duetti (anche alcuni schifosamente romantici, che Kurt amava più di quanto fosse lecito), ma mai e poi mai avrebbe immaginato che Blaine volesse cantare con lui ad una gara ufficiale, che si fidasse di lui a tal punto e lo ritenesse così bravo: il pensiero era troppo anche per una “Diva” come lui.

Il ragazzo credeva che molti avrebbero protestato – nemmeno l’autorità di Blaine poteva evitarlo, altrimenti sarebbe stato chiaro che il ragazzo avesse qualche fottuto potere voo-doo con cui controllava gli altri, perché non era possibile contenere quegli Usignoli – e sembrava quasi che Nick stesse per dire qualcosa, ma Jeff gli sussurrò qualcosa all’orecchio che apparentemente gli fece cambiare idea e lo fece sorridere.

«Mi sembra un’ottima idea, Blaine!» disse in tono entusiasta, incoraggiando di conseguenza tutti gli altri ad annuire e ad esprimere i loro giudizi positivi, lasciando Kurt completamente a bocca aperta. Il ragazzo si sentì arrossire e balbettò dei ringraziamenti per la loro fiducia inaspettata e, diavolo, doveva essere davvero emozionato, perché Kurt Elizabeth Hummel non balbetta mai.

Sebastian doveva essersene accorto, perché ridacchiò e gli lanciò un bacio in punta di dita, che gli fece roteare gli occhi; ma la distrazione era servita allo scopo, perché adesso le guance di Kurt non sembravano più tramutate in fuoco liquido.
La riunione si concluse così, tra saluti e sorrisi e congratulazioni a Kurt. Il ragazzo li ringraziò ancora, non sapendo bene cosa dover dire esattamente, perché era davvero la prima volta che gli capitava una cosa del genere – che qualcuno si fidasse di lui – e si avvicinò a Blaine con l’intenzione di ringraziarlo, di chiedergli perché l’aveva fatto, dirgli qualcosa, qualsiasi cosa, ma quando se lo trovò di fronte non poté far altro che guardarlo. Era rimasto completamente senza parole.

Blaine non sembrava più tanto sicuro di sé adesso che era da solo con Kurt. Si mordicchiava il labbro inferiore – e Kurt avrebbe tanto voluto dirgli di smetterla, perché rischiava davvero di rovinarsi le labbra – e si torturava le mani, evitando lo sguardo di Kurt.
«So che non te l’ho chiesto prima e per te è una sorpresa – cominciò esitante, spostando il peso del corpo prima su un piede e poi sull’altro in un modo così adorabile da farlo sembrare un bambino – ma vorrei davvero cantare un duetto con te alle Regionali, Kurt.» disse, guardandolo finalmente negli occhi con un’espressione preoccupata e speranzosa insieme, come se temesse che Kurt potesse dirgli di no.

Sembrava così timido mentre lo guardava con quegli occhioni da cucciolo smarrito, che Kurt avrebbe accettato comunque, anche se non avesse voluto. Represse l’istinto di abbracciarlo e si limitò a sorridergli caldamente e ad annuire: «Sono felice che tu mi abbia scelto. Non credevo che tu me lo avresti chiesto, che tu potessi avere tanta considerazione di me. Non vedo l’ora di cantare con te.» ammise sinceramente. Avrebbe voluto dirgli molto, molto altro, ma le parole sono niente senza i fatti, solo sabbia che scivola via tra le dita: niente di certo o affidabile. Avrebbe presto dimostrato la sua gratitudine impegnandosi al massimo e portando gli Usignoli alle Nazionali.

Il viso di Blaine si illuminò di gioia come quello di un bambino la mattina di Natale e fu lui a gettargli le braccia al collo e abbracciarlo con forza mentre esclamava: «Grazie, grazie, grazie! Sono così felice che tu abbia accettato, Kurt!» e sembrava davvero un bambino iperattivo mentre saltellava e rideva eccitato e sproloquiava su quanto fosse felice di avere un amico come Kurt, che rise di gusto nel vederlo così entusiasta. Kurt adorava i momenti di euforia di Blaine, che gli ricordavano costantemente quanto fosse stato stupido un tempo a giudicarlo una “macchina da guerra” senza sentimenti, fatta di educazione ed efficienza. Era interessante e affascinante scoprire nuovi lati di Blaine ogni giorno, e Kurt spesso si chiedeva se fosse mai riuscito a conoscerlo per davvero. E, cosa più importante, si chiedeva se fosse possibile innamorarsi ogni giorno di più di Blaine a mano a mano che conosceva ogni più piccola sfumatura del suo carattere.


Riuscì eventualmente a liberarsi di lui dopo un po’ con la promessa che sarebbe andato in biblioteca a cercare su internet una canzone per il loro duetto; si sentiva un po’ in colpa ad avergli mentito così spudoratamente, ma la fase B del suo piano per realizzare i desideri di Blaine era già in atto e non poteva più aspettare: avrebbe pensato poi ad una canzone adatta a loro.

Uscì di corsa dalla sala e raggiunse Sebastian che lo aspettava ai piedi delle scale dove gli aveva dato appuntamento. «Alla buon’ora, Hummel!» esclamò il ragazzo, sollevando il polso sinistro come a mostrargli un inesistente orologio.
«Scusami, Blaine mi ha trattenuto.» disse Kurt a mo’ di spiegazione mentre gli faceva segno di seguirlo. «Per una sveltina veloce?» chiese Sebastian sfacciato, sorridendo maliziosamente in un modo che fece indignare Kurt. «Ovviamente no, Blaine non è certo il tipo!» sbottò infastidito, roteando gli occhi e accelerando il passo. Sebastian rise: «Perché, tu sì?» ribatté, sempre più sfacciato, meritandosi un’altra occhiataccia da parte di Kurt che lo divertì ancora di più.

«Allora, cosa vuoi che faccia per te, tesoro?» disse poi, quando fu evidente che Kurt non aveva intenzione di rispondergli. Il suo tono sembrava quello professionale di un uomo d’affari e Kurt scoppiò a ridere.
Quando smise e tornò a respirare normalmente, si voltò appena per guardare il viso acceso di curiosità di Sebastian e sorrise: «Devi aiutarmi a trovare una persona, ‘Bastian.»
 

******

 
«Kurt, sbrigati a trovare quel cazzo di fascicolo, sei dentro da un’ora almeno! Se ci trovano qui dentro ci uccidono.» sibilò Sebastian, facendo capolino dalla porta e adocchiando Kurt che stava rovistando tra decine e decine di documenti. «Lo so, non mettermi fretta. Tu piuttosto torna a fare il palo.» ribatté Kurt in tono autoritario. Sebastian sbuffò infastidito e richiuse la porta dietro di sé; Kurt gli fece eco subito dopo, sentendo la rabbia montargli dentro mentre richiudeva l’ennesimo cassetto dello schedario. La Dalton vantava di essere una delle migliori scuole dell’Ohio e non aveva i suoi cazzo di documenti salvati su un modem, così da essere trovati accuratamente e velocemente.

Kurt stava cercando il fascicolo di Blaine. Doveva sapere di più sulla sua famiglia e su dove vivevano. Il ragazzo era sempre stato schivo nel parlare dei suoi genitori: aveva detto a Kurt solo che sua padre si chiamava Aidan Anderson ed era un avvocato, mentre sua madre, Amihan Anderson, era stata – prima di avere figli – una promettente pianista.

Kurt aveva fatto ricerche su ricerche su internet, ma non aveva trovato niente di significativo, se non il sito dell’ufficio del padre di Blaine, con l’indirizzo e il numero di telefono di questo, a Columbus. Li aveva salvati entrambi sul suo smartphone, ma non voleva davvero andare lì; andare in un ufficio gli faceva pensare che Blaine fosse “una questione di lavoro”, e ormai da tempo rendere felice il suo amico non era più un lavoro.

Evidentemente non aveva ancora capito con quale criterio le segretarie tenevano gli ordine quegli schedari, perché era il terzo cassetto che perlustrava da cima a fondo alla ricerca di qualcosa di utile e poi richiudeva sbattendolo. Sebastian fece di nuovo capolino per sussurrargli di sbrigarsi, mentre Kurt sollevava lo sguardo per fulminarlo ancora una volta e intimargli di tornare a fare il “palo”.
Aveva provato a chiedere queste informazioni “legalmente”, ma tutti in segreteria si erano rifiutati di aiutarlo. E dopotutto, chi fa da sé, fa per tre. Giusto?

«E se cantassimo una canzone di Adam Lambert?» chiese, a voce abbastanza alta da essere udito da Sebastian che era tornato di nuovo fuori. Il ragazzo aprì la porta ancora e si affacciò per poterlo guardare con espressione scettica: «Siamo in Ohio, Kurt. Se canti una canzone sull’amore omosessuale con un ragazzo, come credi che potrebbero reagire gli spettatori, i giudici e compagnia bella? Sei intelligente, ragiona con la tua bella testolina anziché con il pene. So che muori dalla voglia di portarti a letto quel nanetto, ma almeno non mandare a monte il lavoro di tutti!» esclamò.
Kurt abbozzò un sorriso: «”Il lavoro di tutti”? – ripeté facendogli il verso – “Di tutti” o solo di Hunter?» chiese malizioso, sollevando un sopracciglio quando Sebastian sbuffò. «Perché sei così convinto che mi piaccia o che mi importi minimamente di lui?» sbottò il ragazzo, roteando gli occhi con fare infastidito, ma Kurt poteva vedere chiaramente che era chiaramente arrossito.

«Va bene, okay. Come vuoi.» disse, roteando gli occhi a sua volta. «Io continuo a pensare che tu abbia una cotta per lui. Ma se non vuoi parlarne con me è okay!» aggiunse, prima che Sebastian richiudesse la porta, forse sbattendola un po’ troppo forte. Si affrettò a cercare il fascicolo, perché sebbene Sebastian fosse un cretino alle volte, in quel caso aveva ragione e ci stava mettendo troppo: qualcuno avrebbe potuto vederli e lì sarebbero stati sospesi sul serio. Immaginava che rovistare nei documenti personali degli studenti nella segreteria scolastica fosse qualcosa per cui venir sospesi.

Quasi urlò dalla gioia quando finalmente riuscì a trovare il fascicolo di Blaine. Cominciò a sfogliarlo velocemente, reprimendo una smorfia quando vide che il ragazzo aveva voti impeccabili e aveva partecipato a così tante attività extracurricolari da riempire un intero foglio: Blaine era letteralmente un ragazzo modello e il figlio diligente che tutti i genitori volevano avere: mai un brutto voto, mai un’assenza ingiustificata, nessuna punizione. E Kurt sarebbe stato davvero impressionato se avesse saputo che Blaine lo faceva perché gli interessava davvero la scuola, e non perché voleva impressionare suo padre: glielo aveva rivelato tempo prima, e Kurt era rimasto sinceramente sorpreso per questo. Blaine non si sentiva abbastanza, credeva che suo padre non lo amasse e che si vergognasse segretamente di lui, del fatto che fosse gay; dopotutto, i suoi genitori avevano avuto lui molti anni dopo aver avuto il loro primo figlio: Blaine si era considerato sempre un errore.

Trovò quasi subito l’indirizzo di casa di Blaine e lo salvò sul suo smartphone, poi richiuse il fascicolo e lo ripose dove lo aveva trovato. Si guardò intorno un paio di volte per sincerarsi di non aver lasciato nulla fuori posto, poi uscì, raggiungendo Sebastian.
«Spiegami di nuovo perché non potevi chiederlo direttamente a Blaine, il suo indirizzo.» borbottò Sebastian infastidito, mentre si allontanavano furtivamente dalla porta, come se non fossero mai stati lì. «Di nuovo, ‘Bas, perché Blaine non deve sapere che io voglio presentarmi da suo padre a casa sua. Non voglio dargli false speranze, nel caso vada male.» spiegò, forse per la centesima volta, mentre Sebastian roteava gli occhi. «Sinceramente, non capisco perché tu lo faccia. Cosa hai intenzione di dire a papà Anderson?» chiese in tono sarcastico, lasciando però trapelare la sua sincera curiosità. «Devo- Devo parlargli di una cosa che riguarda Blaine.» rispose Kurt esitante. Non era che non si fidasse di Sebastian, ma non voleva dirgli la verità: quelle erano questioni che riguardavano la vita di Blaine, e lui non voleva che la cosa diventasse di dominio pubblico; Sebastian aveva una gran brutta boccaccia e aveva una passione per i pettegolezzi (prima che diventassero amici, aveva messo in giro la voce che Kurt faceva la doccia vestito perché era troppo pudico).

«Credo che sappia che sia gay- Oddio, non vuoi chiedergli di sposarti, vero?!» esclamò Sebastian, fermandosi e bloccando anche Kurt mettendogli una mano sul petto e guardandolo con gli occhi spalancati come se fosse pazzo.
«Oh, Cristo, ‘Bas, certo che no! Non siamo fidanzati, non stiamo nemmeno insieme, e io non- insomma- Sono cose private, okay?! Fatti gli affari tuoi!» esclama Kurt, arrossendo terribilmente per l’immagine che Sebastian aveva evocato nella sua mente: lui e Blaine, vestiti con un elegante completo, che si tenevano per mano davanti ad un guidice; sorridevano entrambi emozionati, guardandosi negli occhi come se non esistesse altro al di fuori di loro due; la fede d’oro brillava alla mano sinistra di Blaine, intrecciata a quella di Kurt come se quello dovesse essere il suo posto per sempre. Ma ciò che lo faceva arrossire non era tanto la fantasia in sé, quanto il fatto che l’idea non era così tremenda e improponibile come avrebbe dovuto.

Gli piaceva in un certo senso, più di quanto fosse lecito.

Scosse la testa per scacciare quei pensieri pericolosi, mentre Sebastian si lamentava del fatto che poiché queste questioni erano così “private”, forse Kurt avrebbe dovuto lavorarci da solo la prossima volta, senza il suo aiuto.
Fortunatamente, Sebastian ebbe l’intelligenza di zittirsi quando vide Blaine avvicinarsi a loro quasi saltellando mentre percorreva il corridoio deserto.

«Ho trovato la nostra canzone!» annunciò a Kurt il riccio, con un sorriso a centosessantadue denti, porgendogli uno spartito. Kurt aggrottò le sopracciglia, guardandolo con diffidenza e cercando di nascondere i suoi pensieri che Blaine sembrava sempre leggere così bene: la sua fantasia di pochi istanti prima sembrava ancora troppo presente.
«Niente Katy Perry, vero?» chiese ironico, sebbene fosse decisamente preoccupato che Blaine avesse scelto una canzone di cattivo gusto per il loro duetto. Non voleva bocciargli l’idea e smorzare il suo entusiasmo, ma non voleva davvero cantare una pessima canzone alle Regionali solo per non vedere i suoi grandi occhioni tristi. Il ragazzo rise divertito, incantando Kurt per un attimo con la sua risata cristallina e contagiosa che amava tanto. «Niente Katy Perry,» confermò con un sorriso orgoglioso.
«È “Candles”, degli Hey Monday.»






Modificato il 04/01/2014

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: hipster