Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: himsavedme    06/05/2013    2 recensioni
Lui: Giovane poliziotto.
Il più famoso della città.
In tutti i casi acciuffa sempre i criminali, anche i più temuti.
Astuto. Furbo. Intelligente.
Un grande cuore.
Bello come il sole, occhi caldi, castano chiaro, sorriso da smorzare il fiato.
Conosce una ragazza: Natalie, detta Lily. Sarà il vero amore?!
Lui ha solo 19 anni, lui è Justin Bieber.
Lei: Non ama nessuno oltre il suo pitubull, nonché compagno di avventure, Zac.
Ottima bugiarda.
Intelligente. Furba. Ricercata.
Inafferrabile.
Provocante.
Senza pietà.
Bella come il sole, occhi freddi come il ghiaccio, capelli neri come la notte.
Di giorno è Lily, la dolce ragazza della porta accanto.
Di notte è Nat, spietata criminale.
Conosce Justin, un dolce ragazzo. Sarà amore?!
Lei ha solo 19 anni, lei è Natalie Morrison.
Di giorno, ottimi amici.
Di notte, nemici a sangue freddo.
Chi vincerà?!
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caitlin, Christian Beadles, Jeremy Bieber
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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SPAZIO AUTRICE
non ho molto da dire, dato che tanto non servirebbe a nulla. Lasciate qualche recensione per favore. Buona lettura.





- Baby Sitter, Omg! -

 

"Caitlin muovi il culo che siamo in ritardo. Sai come diventa Kim se non siamo puntuali, muoviti!" urlai dal piano inferiore.
"Arrivo arrivo, mi sto mettendo le scarpe." sbuffò, scendendo le scale con una gamba sola, intenta a infilare il piede destro nella scarpa.
E' sempre stata piuttosto goffa, e vederla così in difficoltà mi provocava una sonora risata che non le passò inosservato. Mi fulminò con quegli occhi castani, ma non fece altro che aumentare il mio divertimento.
"S-scusa ma sei troppo rincoglionita." dissi tra un respiro e l'altro.
Si imbronciò e incrociò le braccia, visibilmente offesa.
"Okay okay scusa, andiamo." le aprii la porta, dopo essermi ricomposta.
Prima di uscire però, mi diede uno scappellotto in testa, non molto piacevole.
"Ahio. Perché l'hai fatto?" chiesi massaggiandomi il punto dolorante chiudendo poi a chiave la porta d'entrata e raggiungendo Caitlin.
"Te lo sei meritato." disse senza degnarmi di uno sguardo.
Prima che potessi ribattere il cellulare squillò.
Controllai lo schermo, notando una chiamata in arrivo da Kim.
"Ricordati che se si arrabbia la colpa è tua eh." avvertii Cait prima di rispondere.
Neanche il tempo di dire una sillaba che Kim mi amortizzò un timpano.
"Dove cazzo siete? E' da dieci minuti che sono qui seduta a svangarmi le ovaie, dovevato essere qui alle quattro e sono le quattro e sette minuti, mi prendete per il culo?" alzai gli occhi al cielo, cosa che l'avrebbe fatta irritare ancora di più, ma tanto non poteva vedermi.
"Kim, ti do' tre opzioni e tu scegli quella che più ritieni opportuna:sei stupida; mangi sassi; scavalchi cancelli aperti. Quale preferisci? Insomma sono appena sette minuti, e poi la colpa è di Cait che non si muoveva." sbuffai notando la faccia irritata della mia amica affianco, intenta ad imitare la mia voce prendendomi in giro.
Le tirai un calcio sul sedere mandandola a Wafferculo mentalmente.
"Non mi importa, siete in ritardo e basta." continuò l'altra ermafrodita al telefono.
"Kim, respira profondamente e calmati, siamo quasi arrivate, ciao." senza darle il tempo di rispondere riattaccai, rimettendo il cellulare nella borsa.
Caitlin era ancora offesa per la scenata di prima, era cos' buffa.
"Eddai, sai che ti voglio bene." dissi dandole velocemente un bacio sulla guancia.
"Sisi, come no."
Alzai gli occhi al cielo una seconda volta mentre entrammo nel bar dove Kim ci aspettava.
"Era ora brutte stronze, mi av-" non la feci finire che le tappai la bocca con la mano.
"Prova a dire un'altra parola e tutti i CD di Bieber diventeranno pappa per Zac." la minacciai, cercando di sembrare il più seria possibile.
Vedendo che non rispondeva lentamente le tolsi la mano.
"Ma-" alzai velocemnte l'indice vicino al suo viso, fermandola.
"Sshh."
Sbuffò, mi diede le spalle per afferrare tre cappuccini ed uscire fuori senza dire una parola.
In momenti come questi posso dire di essere fiera di me stessa.


Erano passati due giorni dal concerto di Justin, e anche se lo nascondevo, mi sentivo tremendamente vuota.
Ogni volta che il suo viso, o la sua voce mi ripiombavano in testa, cercavo di tenere la mente occupata, per non tornare ad annegare in un mare di lacrime.
"Cait, guarda, è stupendo!" esultò all'improvviso Kim indicando un vestito all'interno della vetrina di un negozio.
Quei due esseri cominciarono ad urlare come oche, tanto da farmi sentire in imbarazzo.
"N-non le conosco io eh..." cercai di convincere più me stessa che i passanti che ci guardvano storto. Dio, perché ogni volta che uscivo con loro me ne dovevo pentire?
"Natalie, noi andiamo dentro a vedere, tu che fai?" mi chiese Kim.
La voglia di stare in quel negozio ad annoiarmi era pari a zero, poi c'era il sole, avrei preferito di gran lunga fare una bella passeggiata per le strade della grande metropoli. 
"Voi andate, io vado a fare un giro. Ci vediamo a casa." le salutai, lasciandole al loro negozio.
Fischiettando mi incamminai, senza una meta precisa.
Amavo Los Angeles, era una città piena di vita, a cui non mancava nulla, neanche i criminali.
Ripensai al mio passato, al mio cambiamento, arrivando alla conclusione, che oltre alla mia rottura con Justin, la mia vita era finalmente felice.
I problemi non mancavano, ma erano cose normali, cose che tutti devono affrontare.
Se ne avessi la possibilità, non tornerei più indietro. Ho la mia famiglia, Conor, Cait, Chris, Kim, e tutti i nuovi colleghi a cui mi sono affezionata, più uniti che mai.
Sto bene qui, dove sono, anche se quel vuoto, che solo una persona può riempire, non mi abbandona mai. 
I miei pensieri vennero interrotti da uno strano borbottio generale.
Tutti i passanti indicavano una bimba piangente sul ciglio della strada, sul lato opposto al mio, probabilmente si era persa.
Stavo per andarmene, quando notai la bambina attraversare la strada, senza prima controllare che non ci fosse alcuna macchina, ma il momento di avanzare era quello più sbagliato.
Infatti, in quell'istante una macchina sfrecciò a tutta velocità, e se la bimba nel giro di pochi second non si sarebbe spostata, l'avrebbe presa in pieno.
Gli occhi dei testimoni erano terrorizzati, e nessuno muoveva un muscolo, mentre bambina avanzava, insieme alla macchina.
I metri diminuivano a vista d'occhio, e l'auto non aveva intenzione di fermarsi, così non me lo feci ripetere due volte.
Mi buttai sulla strada, spingendo la bimba, spaventata, contro il mio corpo, tanto da riuscire a tornare sul marciapiede, mentre la macchina sparì dietro una curva.
Il cuore riprese a battere regolarmente per qualche istante, finché non mi accorsi di quale vita avevo appena salvato.
"Jazzy, ti ho trovata, mi hai fatto prendere un colpo!" un uomo si avvicinò a noi, prendendo in braccio Jazmyn, ancora scioccata.
La riempì di baci, cercando di farla calmare.
Mi alzai da terra, alquanto in imbarazzo.
Jeremy, notando la mia presenza, alzò il capo, rimanendo sorpreso.
"Natalie! Non so come ringraziarti, davvero. Fino a poco fa era con me, mi sono distratto un attimo e non l'ho più vista. Se non ci fossi stata tu... non oso immaginare cosa sarebbe successo." era alquanto scosso e spaventato.
Nonostante l'accaduto, ero felice di aver rincontrato Jeremy e la piccola Jazzy.
Ammetto che li ho sempre ritenuti come una piccola parte della mia famiglia, soprattutto dopo quello che abbiamo passato.
"E' un piacere rivederti Jeremy, e comunque stai tranquillo, ora va tutto bene." lo rassicurai accarezzando una guancia bagnata di Jazmyn, ancora troppo spaventata per rendersi conto di avermi difronte.
"Anche io sono felice di rivederti dopo... dopo quello che è successo cin Justin, e mi dispiace molto che sia finita così, sinceramente. Comunque è già la seconda volta che le salvi la vita, dovrò ripagarti in qualche modo."
Non risposi, notando che Jazzy finalmente ripresa, sorridermi.
"Natalie, mi sei mancata!" esultò saltandomi addosso.
L'abbracciai forte, cercando di sentire ancora quel calore che tanto mi era mancato.
"Anche tu piccola, molto." le lasciai un bacio sulla guancia per poi prenderla in braccio.
"Comunque grazie mille Jeremy, ma non ho bisogno di nulla." dissi sorridendo.
A quella frase, una piccola luce attraversò gli occhi di Jazmyn.
"Papà, potrebbe esere lei." esultò.
Essere io, per cosa?
Li guardai con aria interrogativa, notando poi la faccia di chi la sa lunga di Jazzy e Jeremy.
"Ottima idea Jazmyn. Allora, io, Jazzy, Jaxon e mia moglie siamo venuti qui per qualche mese, per stare un po' con Justin. Io e Erin ovviamente lavoriamo, e Justin non può stare tutto il tempo con i bambini, così stiamo cercando una baby sitter. Ci conosciamo bene, Jaxon e Jazzy ti adorano, quindi, se vuoi, vorresti essere la loro baby sitter? Sei una ragazza di fiducia, e ovviamente ti pagheremo. Accetti?".
Io. Casa Bieber. Ogni giorno. Ma scherziamo? Neanche morta.



"Ehi Nat, che hai? E' da quando siamo tornate che fissi un punto vuoto del soggiorno."
disse preoccupata Cait sedendosi accanto a me.
"Si infatti, ci dici che succede?" intervenì Kim, sedendosi dall'altro lato.
Senza staccare lo sguardo dal puntino rosso del lettore DVD, risposi.
"Io, casa Bieber, tutti i giorni."
"Eh? Puoi spiegarti meglio?"
"Sono la baby sitter dei fratelli di Bieber."
Cait sputò sul tavolino di vetro il caffè che stava bevendo, mentre Kim mi fissava ad occhi sgranati.
"Ci prendi in giro?" quasi urlò quest'ultima.
Senza staccare lo sguardo dal lettore scossi la testa.
"Okay calmiamoci. Questo, cosa starebbe a significare?" chiese nuovamente Caitlin.
"Dovrò vedere Justin tutti i giorni."




 

 

 

 

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