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Autore: izayoi007    25/11/2007    16 recensioni
Ed eccomi qui...alla fine sono riuscita a pubblicare anche su questo sito grazie ai preziosi consigli di una della autrici che ringrazio immensamente...Dunque, per quanto riguarda la storia vi dico che è una RyouxIchigo, nuovi nemici, una nuova missione e nuovi dilemmi amorosi, entreranno in scena anche i nostri tre alieni preferiti, in aiuto delle belle Mew Mew!
P.s. Aspetto tanti bei commenti!
P.s.2: Probabilmente dal cap.6 piacerà particolarmente anche alle fan di Kisshu e dei suoi due amici alieni...
baciotti Izayoi007
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP.14 “ UN COMPLEANNO DI TERRORE”

 

 

 

Sorrise alla piccola Hana che, allegra come non mai, le saltellava attorno contenta mentre mostrava alle sue amiche come le stava l’abito che le avevano fatto provare. Davanti a lei, le sue amiche e Keiichiro la guardavano estasiati mentre il giovane Shirogane, con aria veramente annoiata, sedeva indifferente poco distante, a braccia e gambe conserte. Face un giro su sé stessa, guardandosi allo specchio. L’abito era un semplice tubino nero con un grosso fiocco dietro dello stesso colore che le arrivava appena al ginocchio, abbinato ad un paio di eleganti scarpe nere con il tacco a spillo. Senza maniche e con un decolté abbastanza accentuato. Le stava piuttosto bene e le sue amiche dimostravano apertamente il loro consenso.

- Devo ammettere che nonostante tu non sia per nulla raffinata e probabilmente inadatta a portare quest’abito, non stai affatto male…anzi! - commentò Minto ironica, scatenando la rabbia dell’amica, ma alla vista del suo sorriso, ricambiò ampliamente.

- Già, stai davvero bene, Ichigo-san! - aggiunse Retasu, portandosi le mani al petto, deliziata. Ichigo arrossì e prese a fissarsi insistentemente le punte dei piedi, foderate da quelle costose scarpe.

- Vi ringrazio! - rispose con il viso ormai completamente congestionato.

- Ti conferisce un aspetto più elegante e maturo, sembri una bellissima principessa! - esclamò convinto Keiichiro, gentile e galante come al solito. Ichigo si sentì davvero felice per quegli apprezzamenti, ma la sua felicità non durò ancora per molto, dileguandosi alla velocità della luce, nel momento stesso in cui la voce duramente ironica del biondo americano si fece nuovamente sentire.

- Matura? L’unica cosa che possa essere veramente matura e che nel contempo è attribuibile ad Ichigo è Hana…perché la bambina dimostra sicuramente più maturità emotiva di sua “madre”…- sbottò allusivo, alzandosi dalla sedia ed avvicinandosi a loro. La mew rosa, resasi conto del significato di quella frase, gonfiò le guance indispettiva, tanto da sembrare un criceto e chiuse entrambe le mani a pugno, guardandolo con astio crescente.

- Come diavolo ti permetti di…! - si interruppe nel momento in cui sentì le mani di lui fra i suoi capelli. Fissò il ragazzo davanti a sé con stupore mentre, come se nulla fosse, e con una delicatezza tale da spiazzarla, le passava le mani tra la chioma rubino e scioglieva le due codine che le ciondolavano ai lati del capo. Con lentezza, cominciò a sistemargli le ciocche di capelli con l’ausilio delle sole dita, carezzandoglieli come se fossero il bene più prezioso che avesse mai avuto la possibilità di tenere fra le mani. Diede un’ultima sistemata alla frangetta per poi chinarsi lievemente sussurrargli qualcosa all’altezza dell’orecchio.

- Così sì che stai molto meglio, sembri sul serio più grande…- mormorò flebilmente, causandogli piccoli brividi lungo il collo, a causa del suo fiato che le si infrangeva lieve e sottile come una carezza di aria calda, contro la pelle di pesca. Impietrita, lo osservò allontanarsi e risedersi al suo posto. Non riusciva proprio a spiegarsi la moltitudini di sensazioni che la sorprendeva quando se lo trovava di fianco. Era una sorta di felicità immensa mista ad un disagio pieno di emozioni positive. La sua mente perdeva spessore e le sembrava quasi che tutto il mondo attorno a loro scomparisse di colpo. Come se di botto venissero trasportati in una dimensione fatta solo di un bianco infinito e da loro. Sobbalzò quando Minto la chiamò, dandosi mentalmente della stupida per quei pensieri così sciocchi e superflui.

Sotto consiglio delle sue amiche, acquistò l’abito. In realtà, furono loro stesse a pagarglielo, come regalo di compleanno, e lei si era ritrovata ad essere realmente molto imbarazzata per la situazione in cui si era trovata, ma infondo non le era affatto dispiaciuto, solo non sapeva quando avrebbe mai potuto utilizzare un abito del genere, vista la sua eleganza.

Quando furono fuori dal negozio, presero a percorrere la via principale del centro commerciale e decisero di fare una pausa, sedendosi ad un bar a prendere un caffè. Ichigo sorrise ironica ad un commento poco carino di Shirogane che aveva espresso il suo disappunto per il servizio loro offerto, così tanto inferiore a quello che loro stessi offrivano ai loro clienti. Passarono diverso tempo seduti a quel tavolo a discorrere amabilmente tra di loro, fino a quando Ichigo non si sentì toccare una spalla ed allora si voltò, ritrovandosi davanti le sue due migliori amiche: Moe e Miwa.

La bionda le sorrise ampliamente, mostrando la sua dentatura perlacea ed arrossendo quando si ritrovò puntati su di sé gli occhi glaciali del bel biondo che tempo addietro le aveva rapito il cuore.

- Ichigo! Finalmente ti abbiamo trovata! - cominciò la mora, sorridendo a sua volta. La mew rosa sussultò, trovandosele lì. Non si aspettava di certo una loro visita, dopo tutto ultimamente le aveva viste così poco, all’infuori dell’ambiente scolastico.

- Ragazze! Cosa ci fate qui? - domandò sorpresa, non riuscendo a spiegarsi il motivo per il quale le sue compagne di classe la stessero cercando.

- Che domande! Oggi non è il tuo compleanno?! Ti cercavamo per farti gli auguri e per festeggiarlo insieme! - le rispose Moe, cercando di allontanare dalla sua mente il pensiero dell’americano poco distante da lei, che insieme a tutto il resto del gruppo le fissava curiosamente.

- Oh…vi ringrazio…io…- la rossa non seppe proprio che rispondere. E ora? Che avrebbe fatto? Di sicuro non poteva dividersi in due. Non voleva lasciare le sue amiche mew mew e i due americani ma neppure abbandonare le sue due compagne di scuola. Si morse il labbro inferiore indecisa, schioccando alternativamente occhiate furtive ad entrambi i gruppi.

- Ichigo, che ne dici se le tue due amiche si unissero a noi…- propose gentilmente Retasu, quasi le avesse letto nel pensiero.

- Già, sarebbe scortese allontanarle visto che sono venute fin qua solo per te! - aggiunse Keiichiro, sorridendo galantemente alle due, che arrossirono. La mew rosa fu davvero sorpresa di quella proposta, ma anche davvero entusiasta. Almeno ora aveva la soluzione ai suoi problemi!

Sorrise ed annuì felicemente. Ora le mancava solo due cose per essere completamente felice, ma sapeva bene che non era possibile averle in quel momento, nessuna delle due. Il suo sorriso si spense a quel pensiero e la sua mente vagò al pensiero dei suoi genitori in Europa ed a quello di Aoyama al campionato di kendo in Hokkaido. Entrambe le cose le erano precluse al momento e lei ne sentiva infinitamente la mancanza.

- Che succede Ichigo…? Perché quella faccia triste? - le chiese improvvisamente Miwa, scrutandola in viso con aria chiaramente preoccupata.

- Oh…nulla…- la rossa sobbalzò, rispondendo poco convinta. La mora dovette capire che mentiva e la guardò tristemente.

- Non hai sentito Aoyama-kun…vero? - lei la guardò con sguardo affermativo, ma si vedeva che non era solo quello, e sia la mora che la bionda lo capirono ben presto - …e neppure i tuoi genitori…non è vero? - aggiunse Moe, carezzandole fraternamente il capo chino.

- Ecco…loro…sono molto impegnati…e…insomma…non è una cosa così importante se si sono dimenticati il mio compleanno…so lo stesso che mi voglio bene…- si affrettò a giustificarli. Per cosa poi? La verità era che voleva ad entrambi un mare di bene e nonostante fossero sempre molto impegnati con il lavoro, in genere si preoccupavano spesso per la figlia. Ne era consapevole, però si sentiva triste ed amareggiata. Decise di scacciare via quell’amarezza sciacquandosi il viso. Si scusò ed entrò un attimo nel bar per usufruire della toilette. Una volta dentro, fece ciò per cui si era recata lì, fermandosi un istante a guardare la propria immagine riflessa nello specchio posto sopra il lavandino. Si rendeva conto da sola di non avere un’espressione esattamente felice, ma non sapeva che fare. Le dispiaceva anche del fatto che i suoi amici si erano dati tanta pena per festeggiare il suo compleanno e lei li ricambiava in quel modo…

Sospirò e si apprestò a tornare dagli altri, ma non appena mise piede fuori dalla porta si ritrovò Shirogane appoggiato allo stipite dell‘entrata, con le braccia incrociate e gli occhi chiusi. Sembrava stesse aspettando qualcosa, ma non capiva cosa.

- Finalmente…pensavo che non uscissi più! - ma allora aspettava lei! Rimase basita per qualche istante, per poi riprendere il controllo di sé stessa.

- Cos’è che ti turba? - la domanda di lui, posta così seriamente, con tono quasi preoccupato, la lasciò inaspettatamente, piacevolmente sorpresa.

Che strano…non le dispiaceva affatto che lui si preoccupasse per lei. Si sentiva quasi sollevata del fatto che quel ragazzo che non dimostrava mai interessamento per niente e nessuno che non avesse a che fare con il progetto Mew, rivolgesse le sue attenzioni proprio a lei. La tristezza però non l’abbandonò del tutto.

Esitò qualche istante prima di riuscire a rispondere, ma poi un sorriso amaro si dipinse sulle sue labbra e una domanda le sfuggì dalla bocca come un semplice e lungo respiro.

- Shirogane-kun, volevi bene ai tuoi genitori? - persino Ryou rimase un po’ spiazzato da quella domanda, ma come al solito non lo diede a vedere, limitandosi a fissarla con serietà.

- Certo, li amavo con tutto me stesso. - rispose convinto. Lei abbassò lo sguardo coprendo la sua espressione alla sua vista, con l’ausilio della lunga frangia rubino.

- …e loro amavano te? - domandò di nuovo, lasciandolo ancora più sconcertato.

- Certo, è naturale. - rispose ancora, non capendo il motivo di quell’assurdo interrogatorio.

- …Naturale? - ribatté la rossa, con un tono curioso e perplesso nella voce.

- Sì, ogni genitore ama il proprio figlio, è un sentimento comune a tutti gli esseri viventi di questo pianeta…- spiegò pazientemente.

Solo allora lei alzò lo sguardo, guardandolo con un meraviglioso sorriso dipinto sulle labbra di fragola.

- Well, it’s all right! - gli rispose.

Questa era la volta di lui, per rimanere sorpreso al comportamento di lei o di chiunque altro.

Era la prima volta che gli accadeva, e si sentì spiazzato e smarrito.

Ma in quel momento non gli importò, l’importante fu che lei fosse felice, e quel sorriso dimostrava che lo era: per cui non vi era nessun problema.

Sulle sue labbra, per quanto raro potesse essere, sbocciò un piccolo sorriso che durò un semplice istante, ma che scaldò profondamente il cuore di lei, lasciandola quasi turbata.

Fu anche un altro il motivo per cui ruppe l’incanto che si era venuto a creare tra loro due; improvvisamente il pavimento e le pareti del piccolo bar presero a tremare insistentemente, facendo allarmare e fuggire urlante chiunque vi si trovasse all’interno. Pezzi di parete e calcinacci piovevano dal soffitto, ed ogni cosa vibrava senza controllo. Ryou, comprendendo che se fossero rimasti lì dentro, oltre che rischiare di rimanere schiacciati sotto le macerie, avrebbero potuto essere travolti dalla folla impazzita, senza indugiare oltre, afferrò saldamente la mano di Ichigo e cominciò a correre in direzione dell’uscita, nella speranza di arrivarci senza particolari problemi e, soprattutto, di uscirne incolumi.

La folla li schiacciava e comprimeva e più volte avevano corso i rischio di separarsi, ma lui non aveva alcuna intenzione di mollare la presa e perdere la ragazza.

- Shirogane-kun! Dobbiamo raggiungere le altre ed Akasaka-san! - gridò, sperando che il suo urlo arrivasse all’orecchio del biondo.

- Questo lo so! Il problema sta proprio nel modo di farlo!! - rispose preoccupato, lanciandole un’occhiata veloce, per assicurarsi che stesse bene.

La vide barcollare e portasi una mano alla bocca, respirando a fatica. Dannazione! Pensò frustrato, lei era più bassa di lui ed in mezzo a tutta quella confusione non riceveva sufficiente ossigeno per respirare. Strinse il pugno libero, mentre rifletteva nel tentativo di trovare una soluzione ma non fece in tempo a formulare nessuna ipotesi che vide un calcinaccio particolarmente grosso, crollare e cadere proprio di fianco a loro. Guardò il soffitto e si stupì di vedere, attraverso il buco creatosi nella parete la faccia sorridente di Purin.

- Shirogane onii-san prendi la mano di Purin! Ti tireremo su! - al suo fianco vide il resto del gruppo e Keiichiro che faceva un cenno affermativo con il capo.

Allora si voltò verso la rossa che oramai era piegata sulle ginocchia, e l’afferrò per la vita.

- Tirate su prima lei! - gridò al resto dei suoi amici, sollevandola di peso da terra, sotto le proteste della rossa che cercava di non far vedere al biondo ciò che aveva sotto la gonna e nel contempo, rossa come un pomodoro, gli intimava di lasciarla andare, non comprendendo nulla della situazione.

Quando Ichigo fu in salvo, anche lui si fece tirare su ed entrambi si ritrovarono sull’ampio terrazzo dell’edificio, visto che prima erano all’ultimo piano.

- Ma che diavolo sta succedendo qui?! - sbraitò Ichigo, cercando di tornare a respirare regolarmente.

- Beh…il caro zietto a deciso che era arrivato il momento di farsi vedere! - la voce di Kisshu la raggiunse e si voltò, sbarrando gli occhi, non appena si accorse della presenza dei tre alieni.

- Cosa?! - sopraggiunse Shirogane - Così presto?! - domandò allarmato, stringendo un pugno.

- Già, stanno attaccando proprio questo posto con diversi e piuttosto potenti chimeri! - esordì Pai, guardando inorridito le orribile belve oltre il parapetto, inseguire folle di essere umani urlanti, che fuggivano spaventati.

- Ed ora? Cosa facciamo? - Retasu strinse un pugno al petto mentre fissava la folla di gente che si riversava per le strade come una mandria impazzita di bufali in mezzo alla savana.

- Beh…non vedo altra soluzione…attacchiamo!! - suggerì Kisshu, lanciandosi giù, seguito a ruota dai suoi compagni.

- Forza ragazze, tocca a voi! - le incoraggiò Kei, sorridendo sicuro. Le altre annuirono in risposta e si prepararono, dopo aver eseguito la trasformazione, a lanciarsi giù. La prima fu Zakuro, seguita a ruota da Purin, Minto ed una titubante Retasu. Anche Mew Ichigo stava per saltare, ma fu trattenuta per l’orlo della gonna da una piccola e paffuta manina rosa.

- Mamy….- la rossa si voltò a guardare la bambina che aveva gli occhi lucidi ed un espressione preoccupata, prossima al pianto. Intenerita, si chinò per arrivare al suo livello e tentò di rassicurarla con una carezza.

- Non ti preoccupare piccola, la mamma torna presto! Nel frattempo rimani con papà, e fai la brava! - le sussurrò dolcemente, lanciandosi poi giù per l’edificio.

Rimasti soli, Ryou e Kei, presero la bambina e scesero ai piani inferiori a cercare un modo per essere d’aiuto alle Mew Mew e per raccogliere più dati possibili con il supporto di Masha.

Ovunque regnava il caos: la gente impazzita imperversava per le strade e correva terrorizzata per le vie di fuga dell’enorme centro commerciale ormai ridotto piuttosto male, nel disperato tentativo di sfuggire a quelle enormi creature dall’aspetto disgustoso di gigantesche mantidi religiose. I due giovani americani osservavano preoccupati quell’inquietante spettacolo di distruzione, vedendo ogni tanto qualche colpo colorato vibrare nell’aria e le figure agili delle Mew Mew e degli alieni, abbattere i chimeri, che sembravano non voler mai finire. Masha volava impazzito sopra le loro teste comunicando a gran voce la presenza degli alieni.

Uno di questi, sfuggito al controllo delle ragazze, stava quasi per attaccarli con una forte zampata ma un fascio di luce viola, partito lateralmente, lo eliminò qualche secondo prima dell’impatto. La Mew viola atterrò agilmente davanti a loro con ancora la sua arma in mano e un espressione decisa dipinta in volto. Aveva un leggero fiatone e sudava visibilmente.

- State bene? - chiese, tra un respiro e l’altro, guardandosi attenta attorno.

- Sì, grazie Zakuro…- rispose Keiichiro, guardando i suoi compagni.

Non dovettero attendere molto che a loro si affiancarono Mew Mina e Kisshu.

- Avete visto Mew Ichigo? - domandò ansiosa la prima, cercando anch’ella di riprendere fiato, mentre lanciava l’ennesimo colpo azzurro.

- No, perché? - Ryou si sentì stranamente preoccupato, perché sentiva che la risposta dell’amica non gli sarebbe piaciuta per nulla?!

- Beh…l’ultima volta che l’abbiamo vista sembrava in difficoltà, insomma…aveva un braccio ferito piuttosto profondamente…- confessò Kisshu preoccupato, osservando qualcosa aldilà della grande vetrata, che circondava l’area centrale dell’edificio, nel quale interno, al piano terra vi era ubicata una sorta di enorme piazza, attorno alla quale sorgeva tutto l‘edificio.

Nessuno di loro ebbe il tempo di aggiungere altro che un’altra orda di gente, preda del panico più assoluto, li travolse come un fiume in piena, facendoli dividere per diversi minuti.

Il biondo afferrò la mano della sua bambina, giusto qualche secondo prima di venire completamente assalito, ma perse quasi subito di vista il resto dei compagni. Ogni tanto si intravedevano tra di loro grazie ai colpi lanciati o qualche testa conosciuta che sbucava all’interno della folla.

Quando finalmente ebbero distrutto l’ennesimo mostro dal quale quella gente fuggiva, riuscirono a ritrovarsi e perfino Pai e Retasu si riunirono al gruppo, comparendo l’ora davanti.

- Ragazzi, state tutti bene? - chiese apprensiva la mew verde. Pareva che fossero tutti integri, fino a che un urlo di mew Purin ruppe il silenzio.

- HANA!! - gridò la ragazza, guardandosi attorno - Hana è scomparsa!!! - gridò ancora, con tono allarmato.

- Dannazione!! - imprecò Shirogane, maledicendosi per averla persa di vista, ma la teneva per mano e non si era reso conto che lei si era staccata, fino a quando l’urlo della mew gialla non aveva fatto in modo che lui se ne accorgesse.

- Niente panico! - affermò Zakuro sicura, cogliendo il guizzo preoccupato negli occhi del giovane americano - Dividiamoci ed andiamo a cercarla! - concluse, cominciando a correre, seguita da Keiichiro e Minto. Senza perdere un secondo, Ryou fece lo stesso, nella direzione opposta, seguito a ruota da Retasu Pai e Kisshu. Rimasero lì solamente Purin e Taruto. I due si guardarono negli occhi e poi, facendo spallucce, partirono di corsa, in un’altra direzione ancora.

 

 

Aveva il fiatone, un braccio gravemente ferito ed ancora due grossi chimeri da sconfiggere che la osservavano maligni, vibrando le enormi zampe in una sorta di movimento ipnotico, regolare e quasi canzonatorio. Ichigo strinse gli occhi ed assottigliò le labbra; si mise in posizione di attacco e con uno slancio, accompagnato da un lungo grido si lanciò su di loro, con tutta la forza che le era rimasta in corpo. Ingaggiarono una lotta piuttosto aspra in cui la mew rosa riuscì ad evitare ed infliggere diversi colpi, alcuni dei quali le avevano permesso di liberarsi di uno dei due mostri. Ora ne rimaneva solamente uno. Decisa, partì velocemente all’attacco, sicura e determinata, ma una mossa inaspettata del nemico la fece cadere a terra e scivolare per diversi metri sul pavimento liscio dell’edificio. Non fece in tempo a capire cos’era successo che si ritrovò l’enorme creatura, gongolante per quella vittoria sicura, addosso, pronta a colpirla con violenza. Una goccia di sudore freddo le attraversò la tempia destra ed una leggera imprecazione le sfuggì dalle labbra fini. Chiuse gli occhi e si preparò a ricevere il colpo, riparandosi il volto con le mani in un mero tentativo di proteggersi. Con sua grande sorpresa però, nulla le accadde e quando riaprì gli occhi, si ritrovò davanti una Mew Minto piuttosto agguerrita.

- Mew Minto! - gridò felice, alzandosi in piedi e raggiungendo lei e gli altri due compagni che erano con lei, per ringraziarli.

- Ichigo-san, stai bene? - le chiese gentilmente Keiichiro, prendendole una mano ed esaminando le sue ferite, in particolare quella al braccio che pareva particolarmente profonda.

- Sì, non è nulla! - mentì, staccandosi dal giovane e guardandosi attorno.

- Dove sono gli altri? - chiese apprensiva, lasciando vagare rapidamente lo sguardo in torno, alla ricerca di qualcuno di loro, nella speranza di scorgerne qualche testa o parte del corpo che fosse.

- Ci siamo divisi. Nella confusione abbiamo perso Hana e abbiamo deciso di separarci per cercarla! - le rispose Zakuro, facendo allarmare immediatamente la Mew Rosa che la guardò, con sguardo terrorizzato.

Avevano perso Hana?! E Shirogane in tutto quello dove diavolo era?!

Insomma, infondo solo quello doveva fare: tenero d’occhio la bambina!

- Che cosa?! - domandò, lasciandosi prendere dall’angoscia.

- Non temere! La ritroveremo! - la rassicurò l’altra, appoggiandole solidale una mano sulla spalla e sorridendole appena. Ichigo rispose al sorriso, ma appena voltò distrattamente lo sguardo verso l’esterno, oltre la vetrata, il suo sguardo mutò rapidamente: il terrore si dipinse sul suo volto a quella visione. Hana era lì, e terrorizzata, fissava letteralmente sgomenta la folla urlante che, inseguita da diverse di quelle creature aliene che stavano affrontando, puntava dritta nella sua direzione. A quel punto, Ichigo non ci vide più. Guidata esclusivamente dall’istinto, fece qualche passo indietro e lanciandosi in una corsa furiosa, spiccò un lungo balzo contro la vetrata, rannicchiandosi su sé stessa e cercando di proteggersi il più possibile dalle eventuali schegge di vetro. Infranse la vetrata e si lasciò cadere nel vuoto giù in strada, atterrando su “ quattro zampe” con un balzo felino.

Il tutto successe tanto rapidamente che né Minto, né Zakuro e neppure Keiichiro, riuscirono a rendersene conto e quindi a reagire di conseguenza. Rimasero quindi lì, affacciati alla vetrata, fin o a che, in una di queste parallela alla loro, notarono che i loro compagni - Ryou Kisshu, Pai e Retasu - facevano altrettanto e fissavano sgomenti la scena.

 

 

Ormai non aveva più fiato nei polmoni, erano diversi minuti che correva e andava così veloce, dettato dalla preoccupazione e dalla disperazione, che non si era fermato un attimo. Aveva perso Hana. Aveva perso la sua futura figlia: l’unico legame effettivo e concreto che aveva con Ichigo. L’unica garanzia di una loro futura storia insieme e lui, che vantava sempre una certa intelligenza e superiorità, era stato totalmente incapace di badare alla bambina. Si sentiva un’incapace e continuava a darsi mentalmente dell’idiota per come le cose gli erano sfuggite di mano. Continuò così, perso nei suoi pensieri, fino a che la voce affaticata ma comunque gentile di Retasu lo raggiunse, solo allora si fermò, accorgendosi di averli distanziati di parecchio.

- Shirogane-san!!! Ti prego fermati! Non serve a nulla continuare a correre a casaccio! - gridò la mew verde, ormai al limite. Vide il biondo fermarsi e guardarla. Il suo viso era stravolto, non lo aveva ma visto così, se non quando era davvero preoccupato, in quanto in genere anche se in ansia, riusciva sempre ad essere pienamente in sé e a mantenere il sangue freddo. E lui era realmente, sempre e solo preoccupato per una cosa…anzi, da qualche tempo, per due: Ichigo ed Hana. Si sentì un po’ gelosa a quel pensiero ed il suo viso si intristì, ma decise che non era quello il momento di pensare ad una cosa del genere, quindi tornò alla realtà e decise di seguire quello che i suoi amici stavano dicendo.

- Ormai abbiamo cercato ovunque, ma di quella mocciosa nessuna traccia…- esordì Kisshu distaccato, quasi annoiato -…io direi che dobbiamo ritenerla spacciata…oram…- non terminò la frase, poiché fu violentemente strattonato per il bavero della maglietta e qualche istante dopo si ritrovò, a pochi centimetri dal suo, il bel viso del biondo americano, ora contratto dall’ira, che lo fissava furioso a brevissima distanza dal suo.

- Io non ho alcuna intenzione di rinunciare, se tu vuoi farlo, liberissimo di tornartene a casa!! - gli sibilò, con uno tono talmente tagliente che pareva più affilato della lama di una katana. Detto questo mollò malamente la presa sull’alieno che cadde a terra con un tonfo sordo. I due si scambiarono un’occhiata astiosa e l’alieno quasi ringhiò sommessamente.

Shirogane non gli piaceva e mai gli sarebbe piaciuto.

Stava per alzarsi e riempirlo di botte, ma l’intervento di Pai, spinto ad intervenire da un gridolino allarmato della mew verde, lo costrinse a desistere.

- Basta! Litigare non serve a nulla! Non farà altro che indebolirci ed impedirci di usufruire di tutte le energie per abbattere il nemico! - mormorò al fratello, ma non troppo piano per non essere sentito anche dall’altro. Con uno “tsk” di stizza, voltò il viso contrariato dall’altro lato con uno scatto, quando, improvvisamente, un rumore di vetri rotti, come da un’esplosione od uno schianto, catturò l’attenzione di tutti loro, vertendole verso il punto da cui era arrivato il boato. Sbarrarono gli occhi e si precipitarono alla finestra nella vetrata quando si accorsero che quel rumore era stato provocato da Mew Ichigo che a tutta velocità si era lanciata contro i la parete di vetro, nel tentativo di sfondarla e lanciarsi di sotto.

- Per quale motivo poi - si chiese Shirogane, assottigliando le labbra e sbarrando poi gli occhi, quando si rese conto di quale fosse l’obbiettivo.

Il grido inorridito di Retasu diede voce ai suoi pensieri.

- HANA!!! - una folla inferocita si stava dirigendo verso la piccola, per sfuggire all’attacco degli alieni e incurante di qualsiasi cosa, si riversava disperata per la strada, travolgendo ogni cosa.

Se nessuno di loro fosse intervenuto, o perlomeno Ichigo non fosse arrivata in tempo, per la bambina non ci sarebbe stato più alcuno scampo; la folla l‘avrebbe investita con tutta la sua furia.

 

Ichigo atterrò agilmente a terra.

Senza curarsi di altro, si mise a correre in direzione della bambina, lanciando, nel frattempo, diverse occhiate preoccupate alla fiumana di persone che ormai le aveva raggiunte.

Aveva paura: e se non ce l‘avesse fatta? Se non avesse raggiunto in tempo la bambina. Scosse il capo. Non doveva pensare a certe cose.

Lei sarebbe riuscita a salvarla a tutti i costi!

Allungò il passo e finalmente riuscì a raggiungerla.

L’afferrò per la vita ed esattamente un attimo prima che la ressa di gente le travolgesse, spiccò un lungo balzo nella direzione di uno dei cumuli di macerie che si erano formati a causa della distruzione degli edifici lì attorno.

Riuscì a vedere una delle scarpette di Hana, che per la foga aveva perso, volare a terra e venire schiacciata con violenza. L’avevano scampata bella!

Ichigo però, non fece in tempo a rallegrarsene perché, quando ormai aveva appoggiato i piedi su di una grossa colonna rovesciata, questa, sotto il loro peso, ed a causa alla precarietà del suo stesso equilibrio, ed allo sporadico movimento del terreno, provocato dall’attacco alieno, crollò su sé stessa, costringendola a saltare nuovamente, alla ricerca di un altro riparo.

Il balzo non fu esattamente come lei si aspettava e, per via della stanchezza e delle ferite, finì per riuscire solo ad aggrapparsi al muro di cemento di un’altra maceria che si trovava più in alto ma che in quel momento le era parsa il più stabile. Rimase quindi a penzoloni, in precaria stabilità e per di più, con l’ulteriore peso di Hana, che pur essendo solo una bambina, era appoggiata esattamente al braccio ferito e ciò non le permetteva un gran movimento. Strinse i denti e tentò di tirare su la bambina, tanto da permetterle di salire sulla parete e mettersi al sicuro, ma lo sforzo fu totalmente inutile: il braccio le doleva troppo.

Aveva paura e sentiva dolore un po’ ovunque. Guardò la piccola che si reggeva a lei, spaurita ma fiduciosa, e si sentì enormemente in colpa. Sapeva di non riuscire a reggere ancora per molto, ma la cosa peggiore era che oltre a sé stessa si sarebbe trascinata Hana con sé, e lei non voleva assolutamente una cosa simile!

- Dannazione! - sbottò furiosa con sé stessa, per la sua incapacità.

Le dita cominciavano a cederle e lei non riusciva più a tenersi aggrappata.

Strinse istintivamente di più a sé Hana e si preparò a cadere, sapeva che cadere da quell’altezza e per di più in mezzo a quella accozzaglia di gente in fuga le sarebbe stato fatale, ma sperava di fare almeno scudo con il suo corpo alla bambina, in modo da riuscire a salvare almeno lei.

Solo in quel momento, sentendo le dita scivolare sul bagnato e poiché fin ora era stata troppo presa da ciò che doveva fare, si accorse che stava piovendo, ma non si trattava di una leggera pioggia primaverile, piuttosto di un vero è proprio temporale. Doveva inoltre, piovere da parecchio perché sia lei che Hana erano completamente inzuppate e tremanti per il freddo.

Si distolse presto dai suoi pensieri, quando sentì mancare del tutto la presa;pensò che ormai fosse la fine, ma prima di precipitare, si sentì afferrare per il polso ed istantaneamente sollevare con una facilità incredibile.

- Shi - Shirogane-kun? - lo chiamò, sorpresa e sollevata, non appena riconobbe la persona che era davanti a sé. Com’era bello, anche sotto quella pioggia: le parve quasi un angelo sceso dal cielo per aiutarle con quei capelli biondi, e gli occhi azzurri che risplendevano sotto la luce intermittente di qualche lampo che squarciava il cielo. Il vento faceva sfarfallare di qua e di là i capelli e gli abiti asciutti…un momento…asciutti?!

Com’era possibile che sotto quell’acquazzone, l’americano non si stesse neppure bagnando?!

Lui le sorrise debolmente,distogliendola dalla sua riflessione personale, in modo quasi strano e allungò l’altro braccio verso di lei, sempre tenendola sospesa con l’altro.

C’era qualcosa che non andava nel ragazzo, ma lei non capiva cosa fosse…

- La bambina…passami la bambina…- mormorò ad un certo punto lui, incitandola con un movimento dell’arto.

Lei, ancora un po’ intontita, gliela porse, guardandolo diffidente; era davvero molto strano…

Ryou afferrò la bambina, stringendola per la collottola e sorrise malignamente.

- Grazie…sciocca!! - la mew rosa spalancò gli occhi mentre sotto il suo sguardo attonito, quello che fino ad un attimo prima, era Ryou Shirogane, si trasformò in uno strano alieno dai capelli raccolti in una lunga treccia argento e gli occhi color dell’ambra, lo sguardo freddo e spietato dal ghigno canzonatorio, ed il corpo ricoperto da quella che pareva una strana armatura di origine occidentale, in stile “antico guerriero romano”. Si rese conto di essere stata ingannata ma non fece in tempo a ribattere nulla che l’altro lasciò la presa, facendola precipitare verso il vuoto, con un lungo grido di stupore e paura, che si perse nel vento, al ruggito di un potente tuono.

 

 

 

Ok, senza dilungarmi troppo, passo direttamente ai saluti e ringraziamenti per chi ha continuato a sperare e per chi continua a seguirmi nonostante la mia poca costanza, ma nonstante tutto, state tranquilli che continuerò a scrivere!!! Mi scuso immensamente per il ritardo ma il mio pc si era letteralmente fuso ( nel vero senso della parola!!! ^^'') .

Ringrazio e saluto: 

Killkenny,
Dark_angel,
Geo88,
ECA90,
Ele chan,
Ranpyon,
Elisa,
sakurabethovina,
kashia.


Per scusarmi del ritardo, metterò delle anticipazioni del prossimo chap. che credo vi interesseranno moltissimo:

"...Dal canto suo, Ryou non sapeva che pensare.
Beh…non che avesse pensato molto quando, passato lo spavento e soffermatosi ad osservarla, aveva notato quanto fosse incredibilmente bella lei, sotto la pioggia, quel completino rosa, lievemente scollato e talmente bagnato da aderire perfettamente alle sue dolci curve.
I capelli dal colore quasi abbagliante, le si erano appiccicati al viso, seguendone la linea e scorrendole lungo il collo e le spalle.
Ma la cosa che più lo aveva attirato erano indubbiamente le labbra, così piene ed invitanti, inumidite e rese scintillanti e dalla pioggia si muovevano lente e sensuali ( almeno nella sua mente) ad ogni parola emanata dalla sua bocca rosea.
Non aveva resistito: l’aveva afferrata e dopo averla attirata a sé, l’aveva baciata con quanta più passione era capace.
E lei non si era opposta, contro ogni sua previsione, dopo un attimo di quello che a lui era sembrata sorpresa, aveva risposto…e con il suo stesso ardore!..."

Bene, spero di avervi incuriosito almeno un pò....un bacione ed al prossimo chap.! Saluti Izayoi007

 

  
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