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Autore: EvansLove    25/11/2007    1 recensioni
"C'era la neve... era la notte di Natale del nostro settimo anno..." "Complimenti, te lo ricordi proprio bene..." ma la rossa non voleva smettere. "Remus, ho bisogno di ricordarlo, ne ho bisogno, capisci??" "No, Lil, non voglio..." cominciò a dire, ma lei lo interruppe. "Fallo per me!" lui la guardò. Lily poteva sembrare tanto pura, ma sapeva come ottenere quello che voleva, in fondo. "E sia!"
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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31 Ottobre 1981, confini con la Foresta.

Drriin. Lo squillio del campanello risuonò come un eco nella vasta casa silenziosa di Remus Lupin.

Il salone era vuoto, e anche molto disordinato, e dava l'idea che l'uomo che ci vivesse fosse stato abbandonato da tutti. In realtà, era anche troppo impegnato con gli amici, al punto da non avere tempo per riordinare la casa.

La sera prima aveva fatto l'alba con Sirius.

Già, Sirius era l'unico che ancora poteva fare il cazzareggione come quando erano ragazzini. Con la sua moto volante, a momenti lo faceva sentire male. Erano andati in giro, avevano sorvolato solo Hogsmeade, avevano voluto stonarsi un pò da quell'atmosfera cupa di terrore che regnava. E Remus, per una volta, aveva provato a fare il 'cattivo ragazzo', nel senso che non aveva badato alle norme di sicurezza e aveva 'vissuto veramente' come gli aveva detto il suo migliore amico proprio la sera precedente.

Drrriiin.

Un'altro squillio insistente. Dalle scale riecheggiò la corsa del propietario della casa. "Arrivo!" urlò

"Un momento!" e, maledicendo il suo disordine, mentre inciampava in due o tre oggetti non meglio identificati, Remus Lupin arrivò finalmente alla porta.

"Ciao!" disse sorridendo.

Alla porta c'era una bella donna, dai lineamenti fini, i capelli rossi e gli occhi verdi che gli sorrideva. "Ciao Rem!" poi il biondo si scansò di lato per farla entrare, e cercò di sistemarsi i capelli con le mani, poi, appena si accorse che era impossibile, si sedette sul divano di fronte a lei.

"Baldoria ieri sera??" disse lei, guardandosi attorno con il sopracciglio alzato. Remus sorrise.

"Siamo usciti con Sirius, sai, per stonarci. In fondo abbiamo ventun anni, non possiamo mica vivere solo di male e bene!" Lily spalancò il sorriso anche agli occhi "Detto da te suona così strano!"

Il biondo la guardò. Quanto tempo era passato. E ancora quel sentimento non passava.

"Harry e James?" chiese. "A casa. Sanno che sono qui, in fondo, avevo solo bisogno di vedermi con il mio migliore amico!" già. Era ormai tanto tempo che non stavano più da soli.

"Ormai è tanto che non stiamo più da soli..."
"Da quella volta, Remus!" disse con convinzione la rossa. Negli occhi di Remus cominciarono a correre i ricordi.

Erano più giovani, erano da soli, faceva freddo, era la notte di Natale e lei era bella, i suoi occhi sorridenti, le sue labbra invitanti...

"Ti ricordi??" disse lei. Remus non rispose subito. Con la bacchetta fece comparire due tazze di thè e ne offrì una a Lily, mettendoci due zollette di zucchero, un goccio di latte e uno di limone, come piaceva a lei. Poi, vedendo che doveva rispondere per forza, posò la tazza dopo averne bevuto un goccio, e abbassò gli occhi.

"Sì, mi ricordo!" Lily sospirò e fissò il liquido ambrato girare nella tazza.

"C'era la neve... era la notte di Natale del nostro settimo anno..."

"Complimenti, te lo ricordi proprio bene..." ma la rossa non voleva smettere.

"Remus, ho bisogno di ricordarlo, ne ho bisogno, capisci??"

"No, Lil, non voglio..." cominciò a dire, ma lei lo interruppe. "Fallo per me!" lui la guardò. Lily poteva sembrare tanto pura, ma sapeva come ottenere quello che voleva, in fondo. "E sia!" Remus poggiò la tazza e si accomodò meglio sul divano, guardando ostinatamente da un'altra parte, mentre sentiva la rossa parlare.

"Dormivamo insieme, perchè eravamo tanto amici... e l'avevamo già fatto, in fondo." aspettò invano un commento da Remus, e poi riprese, la mano che aveva cominciato a tremarle.

"Stavamo parlando dell'amore... forse è stato quello il jolly da non giocare.."
"Ormai è successo Lily, e non capisco perchè..." Lily non lo fece finire.

"E poi, avvolti sul mio letto, nello stesso piumone, ci siamo avvicinati... ci siamo baciati!" posò la tazza che aveva cominciato a tremare troppo vistosamente. "Ma stavo con James!" disse alla fine in un sospiro, mentre si prendeva il viso fra le mani e poggiava i gomiti sul tavolo.

"Già" disse Remus, che aveva risentito le stesse emozioni di quella sera. Il calore del piumone li avvolgeva e avevano detto tante cose...

"Per te com'è l'amore, Remus?" lui l'aveva guardata.

"Dovresti dirmelo te, Lily Evans Potter!" le aveva risposto enfatizzando l'ultimo cognome, Lei aveva fatto una risata simile ad uno sbuffo e aveva detto "Sono solo due mesi che ci sto insieme, non lo so se lo amo!" e aveva guardato il soffitto. Remus l'aveva fissata. Per dissimulare la ragazza aveva cominciato a fissarsi le unghie.

"Io non so dirtelo, Lil, mi dispiace!" la rossa aveva annuito.

"Comunque dicono che essere innamorati significa sempre avere voglia di stare con quella persona, e avere voglia di vederla felice, ad ogni costo!" Remus la fissava. Erano veramente troppo vicini sotto quella coperta.

"Già... dicono anche che si potrebbe morire per quella persona,.."
"O restare da soli!" aveva precisato lei. Come accidenti faceva a sapere quello che gli passava per la mente in quel momento??

"Remus, io ti piaccio, vero??" Remus era rimasto spiazzato.

"Sì!" aveva detto alla fine. Non aveva senso mentire a lei, lo avrebbe subito scoperto.

"Sai, anche a me sei piaciuto per un pò di tempo!" e lo aveva guardato negli occhi, con la sua espressione sempice e ingenua. Bella, come sempre, magica come tutte le volte che stavano da soli e... unica.

L'atmosfera era troppo bella per essere sprecata. Si erano avvicinati e si erano baciati. Si erano dati due o tre baci, uno di seguito all'altro, per non pensare che non dovevano, per non pensare che tutto sarebbe potuto andare meglio molto tempo fa, e poi si erano addormentati, vicini.

"E hai scelto lui!" disse il biondo alla fine.

Lily fece un roco sospiro spezzato. "Non pensare sia stato facile!" e lui si girò in tempo per vederla che si asciugava una lacrima. "Lily, lo so che per te non è stato facile, ma io da quella sera, non riesco a pensare ad altro, al tuo viso, ai tuoi occhi puri e sinceri... mi sono chiesto fino a logorarmi il cervello se in quegli occhi tu volevi dirmi di più, se era vero amore quello che ti aveva attraversato o se era solo un momento... ma poi ti vedevo felice con James e mi immaginavo io al posto di James, mi sono immaginato io, vestito bene all'altare che ti metteva la fede al dito, perchè pensi non sia venuto al battesimo di Harry?? Non potevo, non ce l'avrei fatta. Io devo amare quel bambino, non posso pensare che avrebbe potuto essere figlio mio, non potevo proprio per niente.... ed è stato difficile starti vicino in questi anni.. davvero difficile..." e prese aria. Aveva parlato per tutto il tempo, senza respirare e Lily lo aveva guardato.

"Lo so, cosa credi, l'ho capito... ti leggo tutto negli occhi, lo sai!"

"Lo so, l'hai sempre fatto e continuerai a farlo.... allora, vuoi vedermi soffrire, venendo qui a berti un thè, mentre ti diverti a raccontarmi di come quella sera mi hai preso in giro??" rideva quasi. Diventava pazzo al solo pensiero.

Lily fece un profondo respiro. Stava per cedere.

"Voldemort ci dà la caccia!" disse tutto d'un fiato. Remus si voltò verso di lei

"Cosa??" lei annuì "Sì!! Ce lo ha detto Silente e io non voglio morire, Remus, ho solo ventuno anni, devo vedere crescere mio figlio, devo fare ancora tante cose e io non voglio morire, non so cosa mi succederà, non sono pronta, non.... non voglio!" e scoppiò a piangere. Remus le accarezzò una spalla che tremava, scossa dalle lacrime.

"Non ti preoccupare Lily, non succederà... James non è uno stupido, non lascerà che Voldemort faccia morire la donna che ama e la madre di suo figlio!" Lily fece una mezza risata

"No, non lascerà che io muoia, almeno finchè potrà..." poi ci fu un momento di silenzio. Nessuno dei due si rese conto di quanto tempo passò, poteva essere stata anche mezz'ora, anzi, forse un'ora.

Poi Lily si alzò "Ora devo andare, Remus. Scusa se sono venuta, ma ne avevo bisogno..."
"Capisco, Lily, tranquilla!" si era alzato anche lui e la stava accompagnando al portone.

Lei si fermò e lo guardò negli occhi. Solo per un breve, intenso momento.

Poi arrivarono al portone. "Mi dispiace che hai trovato del disordine, Lil..." la rossa alzò le spalle con un sorriso. Non c'era più traccia delle lacrime nei suoi occhi.

"Bè, non fa niente, e poi... Gratta e netta!" il salotto tornò pulito come una volta.

"Grazie!" disse lui sorridendo. Lei alzò le spalle.

"E, mi raccomando, stai tranquilla, non ti succederà niente!" lei scosse le spalle. Fece per uscire, ma poi si voltò.

"Ma se ti dicessi che anche io non smetto di pensare a quel bacio??" Remus rimase immobile, senza sapere che fare. Erano di nuovo troppo vicini.

Lo baciò.

"Ti voglio troppo bene per essere semplicemente un'amica!" disse, e poi se ne andò sorridendo, come sorridendo era entrata. Remus rimase a guardarla finchè non si smaterializzò poco lontano.

Poi il biondo si sfiorò le labbra come a non crederci.

Notte fonda, forse l'una. Remus non dormiva, ripensava a Lily, alle parole che si erano detti, a quel lungo giorno di due anni prima, a come le sue labbra erano tornate invitanti come una volta, nonostante lui pensasse fosse tutto passato ormai... lo distrasse dai suoi pensieri, un gufo ambrato. Il gufo di Peter. Lo fece entrare senza esitazione e srotolò il foglietto legato alla zampa. La familiare grafia diceva.

Corri a Godric's Hollow.

Remus non sapeva cosa significava quel biglietto, ma di certo non era una cosa buona. Si precipitò fuori casa e corse via, verso la casa delle persone che amava di più al mondo. Ci corse proprio.

Corse per parecchi chilometri, fino ad arrivare ad un cumulo di macerie.

Il suo cuore mancò parecchi battitti.

Cominciò a frugare fra le macerie come un matto, cercando un segno, qualunque cosa che dicesse che quel Marchio verde che brillava nel cielo non voleva dire niente, cercava una piccola speranza per potercisi aggrappare con tutte le sue forze, ma quelle piccole speranze furono scacciate dalla sua mente, dopo che, scansata una maceria che non voelva identificare, si ritrovò il viso inerme di James, con gli occhiali spezzati e rovesciati, la bacchetta stretta in mano.

"O mio Dio!" disse, e continuò a cercare furioso. Come un pazzo, con gli occhi di fuori, senza rendersi conto di quello che faceva. Non si rese conto se urlava, o pensava solo di trovarla viva, di trovarla come quel pomeriggio, sorridente. Poi la trovò.

Ma non era nè viva e nè sorridente.

La prese in braccio. I capelli lunghi gli solleticavano il braccio, gli occhi erano chiusi, come se si fosse aspettata di morire e si fosse arresa all'idea. Lily.

La Lily dei tempi della scuola, la Lily che amava, dolce Lily, splendida Lily, innocente Lily, pura come il suo nome, innamorata della vita, Lily... se ne era andata.

Sentì un rombo, irriconoscibile. La moto di Sirius si era fermata davanti alla recinzione della casa. Sentì l'unico amico che gli era rimasto scendere in fretta dalla moto e precipitarsi, mentre le lacrime scendevano libere sulle sue guance e il cuore si spezzava dentro di lui.

"Che è successo?" Sirius si era fermato poco lontano, incapace di andare avanti, incapace di affrontare l'inevitabile verità, la sola verità che non avrebbe mai voluto accettare.

Remus si girò, portando in braccio Lily.

"La fine, Sirius. E' la fine!" Sirius impallidì e rimase boccheggiando per circa un minuto, vedendo il corpo di Lily inerme nelle braccia di Remus. Poi andò diretto verso il corpo di James, lasciato scoperto da Remus, e pianse. Remus non aveva mai visto Sirius piangere. Mai.

Dopo un pò sentirono un vagito. Sirius ci arrivò per primo.

Era Harry, nascosto dietro una pietra, che piangeva. Probabilmente, prima dormiva. Sirius lo prese fra le sue braccia. "Ma che è successo, Sir?" il moro scosse la testa. Non lo sapeva, non lo voleva sapere. Voleva solo che quelle stelle non continuassero a brillare così spudoratamente nel cielo, quando non c'era niente per cui splendere. Voleva solo tornare a sfottere il suo migliore amico.

"Io ora vado a casa, Sirius!" disse Remus. Non ce la faceva a stare ancora là. Preferiva andare a casa e addormentarsi, pensando che magari, il giorno dopo si sarebbe svegliato e avrebbe scoperto che era stato tutto un brutto sogno... si sarebbe ritrovato ancora una Lily sorridente la domenica a pranzo, a casa loro.

Poggiò il corpo della donna che amava per terra e le portò con le dita, un singolo bacio.

"E io ti voglio troppo bene per vederti morire, Lily!" disse. Poi se ne andò. Non sapeva dove e non sapeva cosa avrebbe fatto. Di certo, ora la sua vita non sarebbe stata più la stessa.

  
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