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Autore: dragon_queen    06/05/2013    2 recensioni
[MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Se anche un solo bambino crede in loro, i guardiani continueranno a combattere e a vincere. Ma se la stessa cosa valesse anche per Pitch? Se esistesse qualcuno che prova una paura talmente profonda da risvegliare l'Uomo Nero?
Se vi ho incuriosito, vi invito a leggere :)
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Frost, Nuovo personaggio, Pitch, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO VII

 

Kim era rimasta seduta sul terrazzo, le spalle al profondo strapiombo, mentre tra le mani teneva ancora la pietra di Luna, la quale aveva smesso di brillare. Continuava a riflettere sulle parole dell'Uomo della Luna, sulla sua ipotetica missione, sui tre elisir.

Ma se i suoi poteri erano stati concepiti a fin di bene, come potevano far gola a Pitch? Lui era il male, l'oscurità, e non avrebbe per caso sperato in una sua collaborazione? Se era così se lo poteva anche scordare.

La ragazza aveva appena preso una decisione: avrebbe combattuto, avrebbe smesso di comportarsi come una persona dal cuore di pietra. In fondo, ne valeva della sua stessa vita, di quella dei guardiani e dell'intero pianeta.

Si disse quindi che era giunto il momento di tirare fuori la grinta e la prima cosa da fare era comunicare agli altri la sua decisione. Probabilmente, con il loro aiuto, avrebbe potuto scoprire più velocemente quali erano le capacità donatale dalla Luna e come poteva sfruttarle al meglio.

D'un tratto dei passi vicini la costrinsero ad alzare la testa. I suoi occhi furono catturati da due fanali ametista che la fissavano, colpevoli.

Jack era tornato e non sembrava odioso e antipatico come qualche ora prima, anzi. Aveva l'aspetto di un povero cucciolo smarrito e bastonato, bisognoso di coccole e attenzioni.

Kim sorrise appena, nascondendo metà del volto nella grossa sciarpa avorio che il guardiano le aveva regalato.

-Ciao- disse lui, distogliendo lo sguardo.

-Ciao- rispose lei, cercando di apparire fredda e distaccata.

In fondo, doveva sembrare ancora arrabbiata con lui, altrimenti si sarebbe persa ogni sapore della vendetta che aveva preparato. Non aveva mai permesso a nessuno di trattarla come una stupida o una bambina e Jack Frost non sarebbe stato certo il primo. Sorrise segretamente.

-Come ti senti?- chiese ancora lui, senza tornare a guardarla.

-Meglio, anche se sono ancora arrabbiata con te per come mi hai trattata- rispose Kim risoluta, incrociando le braccia sul petto.

-Mi dispiace, d'accordo? Non posso darti torto se tu non vuoi entrare in tutta questa storia dei guardiani e il resto-

-Allora perchè sei qui?-

-Voglio provare a farti cambiare idea-

Finalmente lui era tornato a guardarla negli occhi e quello sguardo così intenso fece tremare la ragazza. Sentì un'insolito calore salire alle guance e il cuore cominciare a battere più che mai.

Stavolta fu lei ad allontanare lo sguardo.

-Cosa hai in mente?- domandò allora, mostrando un profilo per niente interessato.

-Voglio farti visitare il nostro mondo, come viviamo noi guardiani, per cosa ci adoperiamo. Se riuscirò a farti cambiare idea allora ci aiuterai, altrimenti troveremo un modo per farti tornare normale e non sentirai più parlare di noi. Ci stai?-

Kim alzò allora il viso, incontrando nuovamente gli occhi ametista di Jack, il quale gli stava tendendo una mano per suggellare l'accordo. Spostò quindi lo sguardo dalla sua mano al viso di lui, per poi afferrarla e usarla per rialzarsi in piedi.

-Fammi strada- disse, simulando poco entusiasmo.

Senza che se lo aspettasse, Jack le circondò la vita con un braccio.

-Ma cosa...- tentò di dire lei, facendo uscire dalla sua bocca solo un balbettìo imbarazzante.

-Reggiti-

-Come?-

Non fece però in tempo a rendersi conto di niente che il guardiano dell'inverno aveva già preso il volo. D'istinto lei gli circondò il collo con entrambe le braccia, nascondendo poi il viso nel suo petto. Non potè per questo scorgere la dolce occhiata che lui le rivolse, sorridendo appena.

Nel giro di qualche minuto i due si trovarono in vista di un enorme palazzo dorato, niente in confronto a quello di Nord, ma comunque da mozzare il fiato.

Kim, quasi dimentica del fatto che stava letteralmente volando a molti metri d'altezza, si allontanò appena dal guardiano, sospirando, incantata.

-Dove siamo?- chiese lei, non appena entrambi misero piede su di un'ampia piattaforma.

Quando Kim si staccò da Jack, lui avvertì un improvviso e inspiegabile senso di abbandono, come se il contatto con la ragazza lo avesse inaspettatamente riportato indietro nel tempo, ai giorni in cui era ancora un essere umano. La fissò attentamente mentre lei si guardava intorno, affascinata, vedendola per la prima volta simile a quella piccola creatura che aveva incontrato anni prima.

In quel momento lei si voltò, cogliendolo in fallo. Jack vide Kim ricambiare il suo sguardo, confusa, piegando leggermente la testa di lato.

-Che c'è?- chiese la ragazza.

-Niente. Dunque questo è il palazzo di Dentolina, il luogo dove lei e le sue fate raccolgono i dentini dei bambini di tutto il mondo e li conservano come se fossero un grande tesoro-

-Davvero? Posso vedere le fate?- chiese inaspettatamente Kim, comportandosi proprio come una bambina che scopre per la prima volta qualcosa di impossibile e fantastico.

Il guardiano sorrise appena, mentre lei si sentì improvvisamente avvampare.

-Ecco...insomma...mi piacerebbe- si riprese poi, riassumendo un'aria da adulta, cosa che turbò un poco Jack.

Non ebbero però il tempo di dire niente, in quanto un rumore di ali li distrasse entrambi.

-Ehi ragazzi, ero sicura che foste voi. Ho sentito il gelo del tuo vento, caro Jack- disse la voce di Dentolina, giunta in volo da quello che pareva il centro del palazzo.

-Allora Kim, ti piace il mio regno?- chiese la fata, svolazzando intorno alla ragazza.

-E' bellissimo-

-Sai, qui sono conservati anche i tuoi dentini. Sono tra quelli che più preferisco, se posso dirtelo-

-Perchè?- chiese stupita Kim.

-Ecco, vedi, sono diversi da quello di qualunque bambino. Devi sapere che non è un caso che io e le mie fate conserviamo ogni molare o incisivo che i bambini perdono. I denti conservano i ricordi della persona. I tuoi però, prima di chiunque altro, avevano assunto un'aura diversa, più seria, adulta, come se lo spirito fanciullesco si fosse improvvisamente spento-

A quelle parole la ragazza si fece di colpo seria. Sapeva di cosa stava parlando Dentolina, ricordava il momento in cui aveva deciso di abbandonare la sua parte spensierata e infantile, solo per dare a sua nonna meno preoccupazione e dimostrarsi matura e affidabile.

-Posso vederli?- chiese all'improvviso.

-Certamente- rispose la fata.

Fischiò sonoramente e una piccola fatina le si avvicinò subito. La guardiana le sussurrò qualcosa e la piccola creatura si allontanò, per fare ritorno dopo qualche secondo con tra le manine un cilindro dorato.

-Ecco a te- disse la fata, porgendolo poi a Kim, la quale lo accettò con mano tremante.

Lo fissò per qualche attimo, sentendo distintamente gli sguardi di Jack e Dentolina che la guardavano, attenti. Poi, d'un tratto, dal cilindro si sprigionò un'intensa luce che fece piombare la ragazza nel bel mezzo dei suoi ricordi.

Vide i volti sorridenti dei suoi genitori, sostituiti poi dalle immagini di lei, piccolina, che ascoltava affascinata le storie che suo nonno Jamie le raccontava, mentre stringeva al petto il suo coniglietto di peluche. Poi, di colpo, i bei ricordi furono sostituiti da quelli brutti: la morte dei suoi genitori e la scomparsa di suo nonno. Vide se stessa, sola, mentre guardava gli altri bambini giocare e divertirsi, considerandoli solo degli infantili. In quel momento aveva deciso di abbandonare la sua fanciullezza e diventare un'adulta responsabile.

Mentre avvertiva le lacrime che scendevano lungo le guance, le visioni scomparvero, riportandola alla realtà. Avvertì una mano che le si posava sulla spalla e, voltandosi, incrociò lo sguardo con quello di Jack, il quale pareva preoccupato.

-Tutto bene?- le chiese.

Lei, con un colpo secco, si asciugò le lacrime e, inaspettatamente, sorrise.

-Si, tutto bene. Ne avevo bisogno. Grazie Dentolina- concluse poi, rivolta alla fata.

-Nessun problema. Torna pure a trovarmi quando vuoi- squittì l'altra e si allontanò veloce.

Jack rimase in silenzio, aspettando una reazione da parte di Kim. All'improvviso non era più sicuro che il suo metodo fosse quello giusto. Poi però la ragazza si voltò verso di lui e sorridendo, disse:

-Adesso dove mi porti?-

Lui fece per avvicinarsi, ma inaspettatamente lei fece un passo indietro.

-Ti dispiace se ti salgo sulle spalle, stavolta?-

Il guardiano, confuso, si limitò solo ad un segno di assenso. Così la ragazza lo raggiunse alle spalle, aggrappandosi poi saldamente.

-Pronta?- chiese allora Jack prima di spiccare il volo.

-Andiamo-

 

I due raggiunsero una verdeggiante radura, la quale era invasa da fiori e strane pietre. Quando Kim toccò terra, sentì distintamente qualcosa che le si muoveva tra i piedi. Abbassò lo sguardo, stupendosi nel vedere una moltitudine di piccole uova colorate che correvano su delle piccole gambe. Si inginocchiò, facendone salire una sul palmo della sua mano.

-Sono adorabile- disse poi, sorridendo sinceramente.

-Dunque, a cosa devo l'onore?- risuonò una voce dietro di loro ed entrambi si voltarono, trovando ad osservarli Calmoniglio, le braccia incrociate sul petto.

-Non ti fa piacere una visita?- chiese allora Jack, svolazzando attorno al guardiano.

-Le tue, mio caro Frost, non sono mai disinteressate-

-Voglio mostrare a Kim quello che comporta essere un guardiano- rispose l'albino, appollaiandosi poi su una delle roccie a forma di uovo.

-Sono nel pieno dei preparativi. Sai quanto è importante la Pasqua?-

-Mai quanto il Natale, a detta di Nord-

-Ehi ghiacciolo, cerchi guai?-

-Io la trovo fantastica. Ricordo mio nonno che mi portava alla caccia delle uova ogni anno- li interruppe Kim, mentre, delicatamente, poggiava il piccolo uovo colorato a terra, assieme ai compagni.

Sorrise teneramente, tanto che si imbarazzò addirittura Calmoniglio, il quale, schiarendosi la voce, disse:

-Lo credo bene. Al contrario di quello che afferma lo sbarbatello, la Pasqua è una festa importante, in quanto segna un passaggio tra l'inverno e la primavera. È come una...-

-Rinascita- concluse Kim, voltandosi per guardare nella sua interezza il regno del guardiano.

-Era così che il nonno me la raccontava e spesso ricordava di quando le uova non vennero trovate a causa di Pitch e i bambini smisero di credere in te- aggiunse poi.

-E come dimenticarlo? Il coniglio qui si rimpicciolì a grandezza di un qualunque animaletto con la coda a sbuffo-

-Frost, io ti ammazzo!!-

Ridendo l'albino si avvicinò velocemente a Kim e, nonostante le sue precedenti proteste, la afferrò nuovamente per la vita, stringendola a sé e prese il volo.

-Grazie Calmoniglio, mi sei stato molto utile- gridò il guardiano, mentre l'altro lo minacciava di fargli molto male.

Kim non potè fare a meno di sorridere. Nonostante avesse già in precedenza deciso di aiutare i guardiani, vedere con i propri occhi cosa loro facevano per i bambini del mondo non poteva essere comparato a niente di reale.

-E adesso dove andiamo?- domandò poi, rivolta a Jack.

-Adesso aspettiamo la notte-

  
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