Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |       
Autore: dragon_queen    06/05/2013    1 recensioni
[SOSPESA...PER IL MOMENTO :)]
E se Shuichi Akai non fosse morto per mano di Rena durante quel fatidico incontro? E se per puro caso fosse approdato in casa di un'inimmaginata vecchia conoscenza che non pensava fosse possibile ripiombasse nella sua vita?
Può Akai ricominciare a provare dei sentimenti simili a quelli che sentiva per Akemi?
E se l'Organizzazione scoprisse che in realtà il Silver Bullet è ancora vivo?
(Da non considerare dall'ep.552 ita in poi)
***Una prova, quindi non so ogni quanto aggiornerò. A seconda anche da quanti la leggeranno :)***
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gin, Nuovo personaggio, Shuichi Akai
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

FILE 5

 

Reiko sentì l'acqua della doccia scorrere da dietro la porta del bagno, segno che Akai aveva cominciato a lavarsi.

Pensò per un attimo a come lui l'aveva guardata poco prima, come se in qualche modo avesse capito e condividesse il suo stesso tipo di dolore. Poi si ricordò di quello che le aveva detto riguardo la sua somiglianza con qualcuno che lui conosceva e che era venuto a mancare in circostanze alquanto violente. Probabilmente anche il suo passato non era stato affatto facile.

A quel punto però il mistero attorno ad Akai si infittiva ancora di più, rendendola restìa a lasciarsi completamente andare in sua presenza. Qualcosa in lei però le diceva che poteva fidarsi, ricordandosi del ragazzino che lei aveva conosciuto.

Mentre la pentola che aveva messo sul fuoco iniziava a bollire, Reiko si avvicinò al bagno, poggiando l'orecchio sulla porta e sentendo l'acqua scorrere. Così accostò la porta che dava su una piccola anticamera che fungeva da spogliatoio, intravedendo gli abiti scuri di lui lasciati scompostamente sul pavimento.

Si inginocchiò a raccoglierli. Aveva intenzione di lavarli e di provare a rammendare la camicia, in modo che lui potesse rimetterli.

Mentre raccoglieva i pantaloni, però, qualcosa cadde da una delle tasche con un rumore sordo: un cellulare.

Reiko rimase per un attimo a fissare l'oggetto, indecisa se dare un'occhiata per scoprire qualcosa in più oppure lasciar perdere.

In quel momento il display si illuminò, dando il segnale di un messaggio ricevuto da un numero che non era stato segnato in rubrica. In quel modo la sua curiosità ebbe la meglio.

Raccolse il cellulare e lo aprì. In effetti c'era un messaggio non letto.

Sentendo ancora l'acqua scorrere al di là del vetro appannato, decise che arrivata a quel punto non aveva più possibilità. Così premette il pulsante centrale della tastiera e sul display apparvero delle strane parole.

Kir ha smesso di vivere. L'aquila è tornata al nido.

Guardati le spalle. Buona fortuna

Reiko rilesse quelle parole, non trovandone il senso. Poi l'occhio le cadde su un altro nome della lista, una certa Akemi. Le era sembrato di sentire quel nome pronunciato da Akai nel dormiveglia. Che fosse lei...

-Trovato qualcosa di interessante?-

Per la sorpresa Reiko lasciò andare il cellulare che finì a terra, per fortuna senza rompersi. Poi alzò lo sguardo, incontrando quello serio di Akai.

-Ecco io...volevo solo...stavo prendendo i vestiti per lavarli...insomma...-

-D'accordo, non devi scusarti-

-Ma io...-

-Ho detto che non devi scusarti. Va bene così-

Stavolta il tono con cui pronunciò quelle parole fece rabbrividire Reiko, la quale, solo in quel momento, si accorse delle condizioni del ragazzo: era seminudo, con solo l'asciugamano che lei gli aveva dato stretto in vita. Il suo corpo era tonico, muscoloso, ma asciutto e non esagerato. Le gambe erano lunghe e snelle. Parevano quelle di un corridore.

I capelli mori, ancora gocciolanti d'acqua, gli stavano appicicati alla fronte, rendendolo ancora più misterioso e affascinante. Gli occhi verdi non la guardavano, ma non sapeva se per paura o disprezzo.

All'improvviso la ragazza si sentì avvampare come non gli accadeva più da tempo. Mentre Akai si chinava per raccogliere il cellulare ancora a terra, lei ne approfittò per sussurrare le ennesime scuse e, a capo basso, uscire dal bagno, sbattendo la porta.

Lui si limitò a sospirare mentre, una mano poggiata su un fianco e l'altra stretta attorno al telefono, aprì il display per assicurarsi che non fosse rotto. Vide così il messaggio in codice, probabilmente per evitare che fosse capito se intercettato.

Lo rilesse quindi due o tre volte prima di riuscire a capirne il senso, ma poi gli fu tutto più chiaro: Rena l'aveva consapevolmente lasciato in vita, mettendosi contro l'organizzazione e facendo così saltare la sua copertura. Aveva quindi dovuto abbandonare il Giappone e fare ritorno in America, dove probabilmente la CIA l'avrebbe messa sotto protezione.

Sospirò, portandosi una mano tra i capelli umidi e pensando al da farsi: non poteva contattare Jodie e il capo, in quanto avrebbe significato rivelare a tutti il suo essere vivo e che la notizia sarebbe giunta irrimediabilmente alle orecchie dell'organizzazione. Avrebbe dovuto quindi pensare ai preparativi per conto suo.

Tornare in azione avrebbe però comportato il fatto che la ragazza che si trovava nella stanza accanto e che l'aveva salvato, sarebbe rimasta coinvolta e lui non poteva permetterlo. Glielo doveva, in fondo.

Per il momento però gli sarebbe servita una copertura e un posto da usare come “base operativa”.

Quindi, nonostante si sentisse uno stronzo a farlo, si sarebbe servito di Reiko per rimanere nascosto.

 

-Accidenti a me e alla mia curiosità. Ma in fondo sapere qualcsa su di lui non è certo come chiedere la luna, no? Me lo deve, che diamine!!-

Reiko stava cercando di tirare via il sangue secco dal tessuto della camicia. La cannella aperta e il rumore dell'acqua che scorreva non le consentì di avvertire i passi che si fermarono dietro di lei.

Il tocco che sentì sulla spalla la fece sussultare. Si voltò, rimanendo di sasso: davanti le stava Akai, con indosso solo i pantaloni della tuta, la parte superiore nuda.

-Dovresti rifarmi le medicazioni- si affrettò a dire lui, confuso dall'espressione assunta da lei.

La ragazza non rispose immediatamente, ma continuò a fissarlo per qualche secondo: pensare che quello era lo stesso ragazzino che aveva conosciuto durante la sua infanzia la fece quasi sentire una pazza. Eppure, guardandolo meglio, gli occhi erano gli stessi, freddi e distanti, e anche i capelli, neri come le piume di un corvo ed eternamente spettinati.

Poi finalmente si riscosse:

-Oh certo. Mettiti pure seduto che prendo la valigetta del pronto soccorso-

Chiuse la cannella, si asciugò le mani e andò a recuperare tutto l'occorrente. Nel frattempo Akai si era accomodato su una delle sedie e osservava attentamente Reiko. Più la guardava, più si chiedeva chi mai realmente fosse quella ragazza. Cominciando con il fatto che quando si era presentata non gli aveva rivelato il cognome, come d'altronde anche lui, probabilmente perchè anche lei aveva qualcosa da nascondere, e finendo con la precisione con la quale gli aveva applicato i punti sulla ferita al petto. Nonostante la doccia e i movimenti bruschi, non ne era saltato neanche uno.

Distolse lo sguardo non appena lei tornò verso di lui. La ragazza poggiò la cassetta sul tavolo, aprendola e recuperando disinfettante e bende pulite.

-Aspetta, sei ancora umido- gli disse in quel momento e, afferrata una pezza poco lontana, gli iniziò a tamponare il petto e l'addome.

Stavolta, stranamente, non fu lei a sentirsi a disagio, ma Akai. Per un attimo rivide Akemi nel volto concentrato di Reiko e la mano si alzò impercettibilmente, come a volerla toccare. Poi però si riscosse, tossendo lievemente per farle anche solo lontanamente intuire il suo disagio.

-Ti ho fatto male?- chiese ingenuamente lei, allontanandosi un poco per poterlo guardare in faccia.

-Certo che no. È solo che credo di essere asciutto ormai-

-Oh si, hai ragione. Adesso ti disinfetto e ti applico le bende-

Akai fissava le mani di Reiko che viaggiavano sul suo corpo, che lo sfioravano appena, temendo di potergli fare del male, e per un attimo chiuse inconsapevolmente gli occhi, assaporando quella sensazione, allo stesso tempo nuova e familiare.

Poi fu riscosso dalla voce della ragazza che disse:

-Mi dispiace per prima. Non era mia intenzione frugare tra le tue cose. Non accadrà più-

Lui riaprì gli occhi, notando che lei, per l'intero discorso, non l'aveva minimamente guardato. Non seppe perchè, ma gli venne da sorridere.

-Come ti ho già detto non sono necessarie le tue scuse, anzi, sono io che dovrei scusarmi per come mi sono posto. Non sono abituato ai rapporti con gli altri, non lo sono mai stato e per quello che facevo andava bene così. Quindi scusami tu-

Reiko rimase spiazzata da quella confessione, quasi quanto lo fu Akai stesso. Non era proprio da lui essere così espansivo.

Vide la ragazza sorridergli, per poi sollevarsi un po' per controllare la ferita alla testa.

-Chiunque ti abbia fatto questo ti voleva davvero bene- sospirò lei mentre applicava un nuovo cerotto.

-Già- si limitò a dire il ragazzo.

Lei si allontanò appena da lui, per poi aggiungere, trionfante:

-Ecco, ho finito. Avanti, mangiamo-

 

Consumarono il pasto in silenzio, fino a quando Reiko non notò lo sguardo provato di Akai e gli disse che, se voleva, poteva andare a sedersi sul divano e magari accendere la tv mentre lei sparecchiava e rimetteva in ordine.

Lui accettò volentieri l'invito, dato che si sentiva realmente molto stanco. Così si accomodò sul divano e accese la televisione, tirando un sospiro.

Decise di evitare notiziari o cose del genere, in quanto era possibile che passasse la notizia della sua morte e che quindi potessero rivelare la sua identità come agente del Bureau.

Optò infine per un film d'azione, il quale però lo annoiò quasi subito. Dopo qualche minuto avvertì il divano al suo fianco abbassarsi un poco e, voltandosi, notò Reiko che si era seduta accanto a lui.

-Ti spiace se ti faccio compagnia?- chiese lei, stringendosi le ginocchia al petto.

-No, affatto- rispose lui, sentendosi nuovamente a disagio.

Rimasero entrambi ai lati opposti del divano. Akai, in particolare, cercava di concentrarsi il più possibile sul film che stavano guardando.

Ad un tratto un groppo gli chiuse la gola. Avvertì la testa di lei che gli si poggiava sulla spalla. Il corpo si irrigidì, guidato da uno strano imbarazzo.

Senza farsi notare, abbassò lo sguardo, cercando di capire quali fossero le intenzioni della ragazza. La vide mentre faceva aderire il corpo al suo e chiudeva gli occhi.

-Hai il suo odore- sospirò lei prima di addormentarsi.

Akai la fissò ancora per qualche secondo, non sapendo come comportarsi. Poi, mosso dal puro istinto, le fece scivolare la testa contro il suo petto, in modo che col braccio potesse circondarle le spalle. Dopodichè, con quella ragazza appena conosciuta addormentata sopra di lui, chiuse gli occhi, cullato da una sensazione che in qualche modo gli pareva familiare.

Eppure non c'entrava la somiglianza di lei con Akemi a scatenargli quell'uragano di emozioni. Era qualcosa di molto più lontano nel passato.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: dragon_queen