Anime & Manga > Vampire Knight
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Autore: Misuzu    07/05/2013    2 recensioni
"Sai... se metti dello zucchero in un contenitore dove c'è scritto sale, non diventa sale."
Ayame, normalissima studentessa della Day Class, si ritrova a convivere con il segreto dei vampiri. Tuttavia, ben presto, diventerà l'oggetto principale di un grandissimo cambiamento.
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabusa Aido, Nuovo Personaggio, Sorpresa, Takuma Ichijo, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ayame si svegliò stranamente nel suo letto. Pensava di essere rimasta sulla scrivania a studiare, ma, probabilmente, la stanchezza le aveva fatto dimenticare il suo trasferimento. Sentendo la coperta più pesante del solito si voltò e, con grande sorpresa, vide Takuma: il bel biondo dormiva beatamente sul suo letto come se nulla fosse; il braccio copriva parte del volto del giovane mentre Ayame intravedeva parti del busto del ragazzo dato che alcuni bottoni della camicia erano sbottonati. Estremamente imbarazzata e immensamente sorpresa, la ragazza buttò il vampiro giù dal letto
"C- che ci fai qui?" blaterò, con il volto rosso, mentre cercava di coprirsi con le lenzuola del letto.
"Sono rimasto con te... ho fatto qualcosa di male?" chiese Takuma, guardandola innocentemente
"Sì! Ti avevo detto che dovevi tornartene nel dormitorio!" rispose la ragazza
"Aya - chan... non essere così crudele... io l'ho fatto per te" rispose in modo sensuale il ragazzo.
“Perché proprio ora ti stai comportando così! Eri più normale fino a ieri!” si lamentò la ragazza davvero imbarazzata.
“Però... prima tu non eri tu, e non ricordavi molto di me” rispose Takuma, andando vicino la ragazza e sedendosi sul letto
“Già... comunque ora dovresti tornare al dormitorio Luna! Se venissi visto qui, ti rimprovererebbero! Inoltre se ti vedono le ragazze della Day Class, causerai un putiferio!” lo rimproverò Ayame
“Uffa... e io che volevo stare con la mia Aya-chan!” disse il vampiro, accarezzandole il viso
“E poi... credo che tu abbia proprio bisogno di qualcuno che ti insegni le maniere di un purosangue quale sei.” Disse Takuma
“Spero solo di farcela” disse la ragazza, triste, prima di essere baciata da Takuma
“Che fai?!” chiese, allontanandosi immediatamente, stupita e stranita
“Ti capiterà spesso che qualcuno chieda la tua mano, d’ora in poi! Quindi, se ti abitui a queste sorprese, non avrai problemi!” rispose il ragazzo, con fare saccente
“Ma non c’è bisogno di baciarmi! Prova a spaventarmi!” disse la ragazza
“Ma non è divertente! Comunque...” disse il  ragazzo, sbottonando i primi bottoni della camicia
“Vuoi fare colazione?” chiese.
“No!” rispose la ragazza, andando in bagno
“Eh? Ma...”
“Non voglio essere totalmente un vampiro! E non voglio più mordere nessuno!” rispose la ragazza
“Davvero? Ma se sei un vampiro!” rispose Takuma
“Ma io...”
“I vampiri traggono piacere facendosi succhiare il sangue e succhiandolo... dovresti averlo capito. Da piccola non hai mai fatto dei capricci” disse il biondo
“Non è vero! Non volevo mai il sangue dei miei genitori anche se alla fine stavo male! E tu lo sai perché una volta ti sei trovato e mi hai baciata pur di farmelo bere!” disse la ragazza, prima di connettere quello che aveva detto “Ma possibile che tu mi baciassi anche da piccola?” chiese, leggermente arrabbiata
“E dai... non fare così. Comunque, parlando di cose serie...” disse il ragazzo, perdendo il sorriso e diventando realmente serio “C’è qualcuno che ti piace?”.
“Ma ti sembra il momento di farmi delle domande del genere?!” chiese Ayame, chiudendo la porta del bagno e mettendosi la divisa
“Dai rispondi!” disse il ragazzo
“Uffa... no, non credo ce ne siano. E comunque tu non sei di certo nella lista!” disse uscendo, poco dopo, vestita e prendendo i libri delle lezioni di quel giorno
“Bene! Dovrò solo lavorare un po’!” rispose il ragazzo, tranquillo di sapere che, anche se non era l’unico, avrebbe avuto parecchie possibilità di conquistarla
“Io vado... rimani qui finché tutte le ragazze non se ne vanno dal dormitorio e non farti vedere perché io non voglio complicarmi la mattinata facendo da guardia ad un vampiro” disse la ragazza, correndo via.



Corse in classe e, per sua fortuna, la lezione non era ancora iniziata. Peccato, però, che Zero la trascinò letteralmente via dall’aula.
“Che succede?” chiese la ragazza preoccupata, pensando che fosse accaduto qualcosa e che lei non  ne sapesse nulla
“Hai voglia di mordere qualcuno?” chiese Zero, guardandola seriamente
“Ma che...?! Secondo te se avessi voglia di mordere qualcuno sarei venuta qui?!” chiese Ayame, leggermente infuriata e cercando di tenere la voce bassa, nonostante la sua voglia di urlare. Non era di certo diventata un livello E! Tuttavia, capiva anche il ragionamento che faceva Zero, ora costretto, come hunter, a dover badare a quelli che lui considerava i peggiori fra i vampiri, un purosangue.
Vedendo la faccia di Zero, però, Ayame non poté fare altro che scusarsi con lui
“Mi dispiace. So di essere un peso, tuttavia andare in quella classe composta di soli vampiri sarebbe difficile anche per me... anche se ora sono una di loro. Voglio continuare a vivere per più tempo possibile ancora come un umano, anche se sono già stata presentata come una purosangue” disse la ragazza.
Il ragazzo sbuffò “No, scusami tu. E’ solo che l’associazione è parecchio in conflitto, ora: alcuni sono felici di poter contare sull’aiuto di un purosangue che può riportare all’umanità i livelli E, altri sono invece contrari, in quanto fra hunter e vampiri non è mai esistito un buon rapporto, e specialmente con i purosangue, i fautori del livello E.” spiegò il ragazzo
“E tu da che parte stai, Zero?” chiese la ragazza, poggiandosi al muro del corridoio. Sapeva che quella era una delle decisioni più difficili per il ragazzo, per la sua carriera e per tutto il resto: schierarsi in uno dei due fronti comportava, irrimediabilmente, l’odio dell’altro fronte e la mancanza totale di fiducia. In quel momento l’aria nell’associazione era davvero quella che si respirava su un campo di battaglia.
“Capisco... comunque, volevo dirti che, se l’associazione dovesse considerarmi pericolosa e decidesse di eliminarmi” disse la ragazza attirando l’attenzione di Zero
“Mi piacerebbe che fossi tu a farlo” concluse la ragazza.
“Ma che stai dicendo?!” chiese il ragazzo stupito
“Non sappiamo come si evolveranno le cose e, per quanto io voglia aiutare i livelli E, l’associazione potrebbe anche spaccarsi per causa mia e, se ciò accadesse, probabilmente loro chiederanno solo una cosa: la mia fine. Dato che sei un mio amico, preferisco essere fatta fuori per mano tua che per quella di qualcun altro” rispose la ragazza, sorridendo tranquilla. La storia riguardante la sua fine non le piaceva molto, ma se l’associazione fosse entrata in una crisi dovuta alle lotte interne, i purosangue avrebbero certamente spadroneggiato come avevano fatto secoli prima.
“Dubito che accadrà... e poi il direttore non lo permetterebbe mai” rispose Zero
“Onestamente, lo spero anche io, ma ti sto parlando nel caso in cui quello che ti ho detto possa accadere” rispose la ragazza, qualche istante prima del suono della campanella. Così i due entrarono in classe.



Passata la giornata giunse, inevitabilmente, il tramonto. Diligente come sempre, la ragazza andò a svolgere il suo compito di Guardian, anche se, come al solito, Zero lo faceva sempre meglio. Il terrore che incuteva nelle ragazze era tale che nessuna osava oltrepassare la linea che delimitava, mentre per Ayame la situazione era un po’ più complicata dato che non incuteva affatto terrore e molte cercavano di superarla per vedere i loro amati studenti della Night Class
“Perché si sono tutte già dimenticate del discorso che ha fatto loro Ichiru?” si chiese la ragazza, mentre conteneva, a fatica, un ammasso di ragazze.
Per sua fortuna la porta si aprì e tutte si calmarono all’istante. I ragazzi andarono nell’aula destinata alle loro lezioni senza intoppi e, la sera, coprì dolcemente col suo manto nero il cielo.
Per quanto calma potesse essere quella situazione, una strana aria tirava nell’accademia: molti erano i vampiri che guardavano con una certa diffidenza il nuovo purosangue, molti altri quelli che l’ammiravano.
Tutto questo perché la sua sola presenza poteva essere la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso, il nuovo ago della bilancia che avrebbe potuto mantenere intatto l’equilibro nella società della notte o capovolgerlo, riportandolo così alla monarchia. Per questo, generalmente, i vampiri propensi alla monarchia accettavano con molto piacere il suo arrivo, quelli propensi al concilio no. Inoltre, l’ansia era tanta dato che sia Kaname che Ayame ora avevano un grande potere su tutti i presenti della Night Class, quindi se uno avesse dato un ordine in contrasto con un altro, chi avrebbero dovuto seguire?
“Io seguirò sempre il nobile Kaname” si disse Hanabusa in quel momento, incurante dell’area che tirava, mentre cercava di seguire la lezione. E lo stesso valeva per quasi tutti i componenti della Night Class, sempre stati fedeli a lui.
Finita la lezione, Kaname Kuran decise di affidare al suo braccio destro Hanabusa un compito tanto strano quanto importante: essendo qualcosa che sarebbe dovuta rimanere praticamente segreta, lo portò fuori dall’aula e gli disse
“Il prossimo sabato si terrà una festa mondana indetta dai miei genitori. Dato che ora è un vampiro, vorrei che anche Ayame partecipasse” disse Kaname
“E io cosa c’entrerei in tutto ciò?” chiese Hanabusa, calmo
“Ecco... vorrei che fossi tu ad informarla della festa e vorrei che fossi tu ad accompagnarla” disse Kaname
“Eh?! Ma perché non può farlo Ruka? O Kain?!” chiese il ragazzo
“Perché tu sei quello di cui mi fido di più” rispose Kaname. A quelle parole, sentendosi davvero onorato, Aidoh decise di accettare quella piccola commissione.
E, in effetti, non che gli dispiacesse, ma cercava di mantenere la sua immagina davanti a Kaname. Avrebbe accettato già senza il complimento di Kaname, ma non voleva sembrare uno smidollato.



Essendo ancora, notte uscì dall’edificio e andò a cercare la ragazza. La trovò, come sempre, vicino la fontana, questa volta però seduta sul bordo, mentre dondolava le gambe e guardava a terra con aria assorta.
“Ehi! Sora Ayame!” disse Hanabusa attirando l’attenzione della ragazza
“Oh... Aidoh. Che c’è?” chiese la ragazza, alzando lo sguardo verso il giovane.
“Senti, sabato c’è una festa e tu sei invitata” disse il ragazzo, con nonchalance
“Eh?! Ancora?! Ma io non voglio andare a nessuna festa!” protestò la ragazza
“Ma devi! Oramai devi prenderti le tue responsabilità” rispose il ragazzo, serio
“D’accordo. Questa volta che devo fare? Devo proteggere di nuovo la festa?” chiese Ayame
“No, dovrai parteciparvi come un purosangue che si rispetti! E non accetto scuse!” rispose il ragazzo
“La festa sarà domani sera, fatti trovare al cancello dell’accademia alle otto!” disse Hanabusa, andandosene.


Giunse così il giorno dopo. La ragazza, che non aveva uno straccio di vestito, decise di indossare la sua divisa scolastica. Non era ancora riuscita ad entrare nell’ottica del purosangue. Hanabusa giunse puntuale al cancello e, nonostante l’abbigliamento certamente inadeguato per una festa, non la rimproverò
“Bene, venga signorina” gli disse il ragazzo porgendole la mano. Ayame, seppur non entusiasta, la prese e seguì Aidoh lungo il percorse prima della lussuosa macchina che gli attendeva al di sotto della scalinata per la scuola. In quel momento non prestava molta attenzione a dove metteva i piedi, tanto che sarebbe caduta se Aidoh non l’avesse presa al volo
“Se vuoi che ti abbracci non c’è bisogno di fare questa scena” disse, con il classico fare da dongiovanni
“Non voglio essere abbracciata, tanto meno da te!” rispose Ayame allontanandosi immediatamente. Tuttavia, sentendo le sue parole, non poteva fare altro che ridere
“Mi domando come faccia a comportarti così, specialmente, in situazioni in cui gli altri se la farebbero sotto” disse la ragazza
“Davvero? Guarda che è davvero difficile avere paura di te” disse Hanabusa, con una faccia che faceva intendere che facesse davvero pochissima paura, anche se era diventata un vampiro
“Non so se prenderlo come un complimento o come un insulto, comunque grazie!” gli rispose la ragazza sorridendo.
Vedendola, Hanabusa divenne rosso, ma cercò di mantenere la sua naturale indifferenza “Su andiamo” disse, e, dopo poco, giunsero alla limousine della famiglia. La fece salire e, strada facendo, iniziò a ricordarle qualcosa


“Senti... so che cercare di darti consigli su come ti devi comportare sarebbe come insegnare ad un gatto a fare il doppio salto, tuttavia davanti alla società dei vampiri devi tenere bene a mente alcune norme” disse Hanabusa
“Davvero? E quali sarebbero?” chiese la ragazza, osservando Aidoh che prendeva un foglio apparentemente piccolo, ma che si rivelò essere più lungo di una pergamena e con le scritte piccolissime
“Meno male che erano solo alcune norme!” disse la ragazza, scandalizzata.
“Sono solo quelle principali!” rispose il ragazzo, che, con fare saccente, iniziò ad elencarle
“Allora... uno: devi mostrarti sempre cordiale con gli ospiti; due: devi portare un certo rispetto per i membri del consiglio; tre: devi...”
“Basta ti prego! Già non le sopporto più!” rispose la ragazza “L’importante è che mi dimostri sempre cordiale e rispettosa, vero? Farò così, tranquillo” disse la ragazza, sorridendo
“Lo spero per te... non ti troverai in una situazione semplice” disse Hanabusa.


Giunti nel palazzo dove si sarebbe tenuta la festa, Hanabusa accompagnò la ragazza in una grande camera dove non si sarebbe dovuto trovare nessuno, e invece c’erano i genitori di Yuki e Kaname
“Buona sera, Aya-chan!” disse Juri, andando ad abbracciare la ragazza
“Buonasera a lei, Juri – sama, Haruka – sama” disse la ragazza, molto cordialmente
“Ah, grazie Aidoh, ora puoi andare” disse la donna, vedendo il nobile vampiro che, dopo essersi inchinato, se ne andò chiudendo la porta.
“Allora Aya-chan, come ci si sente ad essere dei vampiri?” chiese Juri, solare
“Con qualche occhio puntato addosso in più” rispose la ragazza
“Meno male! Allora, la festa è già iniziata! Lì dentro c’è il vestito che dovrai indossare” disse Juri
“Mi scusi, ma io vorrei rimanere con la divisa” rispose la ragazza
“Oh... davvero?” chiese la donna, stupita
“Sì! Mi sento molto più a mio agio con questa divisa addosso che con uno di quegli strani abiti come quello dell’altra volta” rispose la ragazza.
“Almeno vai vedere cosa c’è nella scatola e poi decidi se indossarlo o no” disse Haruka. La ragazza seguì il consiglio dell’uomo e andò a vedere il contenuto della scatola: si sorprese a trovarla vuota.
“Immaginavamo che avresti detto qualcosa del genere, e, onestamente, pensiamo che non abbia tutti i torti a voler presentarti alla festa nel modo che più ti si addice. E poi Cross ne sarebbe orgoglioso” disse il vampiro, mentre Ayame immaginava il direttore che si commuoveva in quanto qualcuno stava indossando la sua uniforme (per di più della Day Class) ad un ricevimento importante come quello al quale Ayame stava per partecipare
“Grazie mille!” disse la ragazza, felice di non dover indossare abiti imbarazzanti
“Comunque... d’ora in avanti i vampiri ti guarderanno come del cibo e potrebbero dire cose affinché ti feriscano. Sta attenta!” le disse Juri
“Non si preoccupi! Ho intenzione di mettere le cose in chiaro!” rispose la ragazza, prima che lo sguardo interrogativo dei due purosangue la fissasse.
“D’accordo, andiamo” disse Haruka, aprendo la porta alle due ragazze e facendolo uscire. I due mostrarono la strada ad Ayame per la festa e, giunti davanti alla porta, un cameriere l’aprì loro. La sala era come tante altre, grande e illuminata dai numerosi lampadari.



Al loro arrivo la musica e tutti i presenti, seppur pochi, si fermarono e si chinarono davanti ai nobili purosangue.
“Oh... c’è anche la nobile Ayame” disse un sussurro che, alle orecchie della ragazza, parve chiaro come se fosse stato urlato “Sì, e indossa la divisa dell’accademia Cross” disse un altro “Mi ricorda tanto la prima serata della nobile Hana” disse un uomo abbastanza anziano  “Già, già! Spero non abbia anche il suo stesso carattere!” disse un altro “A me sembra molto più “dolce”” rispose un altro ancora “E’ un peccato che i nobili Sora siano morti... ma almeno ci hanno lasciato un bel ricordo” disse una donna.
“Oh davvero? Sono lieta di sapere che anche mia madre fosse vestita in maniera informale alla sua prima serata” disse la ragazza, cogliendo l’attenzione di tutti i vampiri che, stupiti per quella affermazione, alzarono lo sguardo “E spero di non arrecarvi disturbo se sono vestita in questo modo. Tuttavia, mi farebbe davvero piacere se qualcuno sapesse qualcosa che non so sui miei genitori! Quindi non preoccupate di ferirmi se parlate ad alta voce di loro, perché mi piace sentire parlare di loro” disse la ragazza e, a quelle parole, tutti si ammutolirono.
“Comunque, vi prego di scusarmi per aver interrotto. Potete continuare a divertirvi, senza badare alla mia presenza” disse la ragazza. A quelle parole tutti si alzarono.
“Nobile Ayame” disse un uomo alto, dai capelli castani e dagli occhi di un colore simile a quelli di Hanabusa, scortato dal figlio e da due delle sue figlie, entrambe bionde e dagli occhi azzurri: una delle due doveva avere circa una ventina d’anni, mentre l’altra, che non doveva avere più di quattro, era in braccio alla sorella
“E’ un piacere incontrarla. Non so davvero come esprimerle la mia gratitudine per aver salvato la mia piccola Naoko. E’ indecoroso per me sapere che sia passato tanto tempo e io non ho potuto ringraziarla” gli disse l’uomo
“Non si preoccupi. L’importante è che sua figlia stia bene” rispose la ragazza, sorridendo
“Come siete nobile, Ayame – sama! Tuttavia, so che sembra che stia abusando della sue gentilezza, ma oggi avrei una richiesta speciale da farle.” E così dicendo indicò Hanabusa “Questo è mio figlio. Spero che un giorno possa prenderlo in considerazione. E’ un desiderio del nostro clan” disse il nobile uomo
“No aspetta, Ayame. Io non ne so nulla” disse Hanabusa
“Certamente. In futuro le prometto che lo terrò a mente” rispose la ragazza
“Ayame - sama. Spero che un giorno possa prendere in considerazione anche mio figlio” disse un altro uomo “Anche il mio” e in breve tempo furono molti quelli che proposero il matrimonio alla ragazza. Quando, però, l’attenzione di tutti fu spostata su Haruka, Ayame ne approfittò per scappare e uscire dall’edificio, poggiandosi su un muro e guastandosi lo splendore della luna.



Ad un certo punto, però, la porta si aprì e Ayame vide Hanabusa.
“Non ti piacciono molto le feste, vero?” le chiese il ragazzo, scendendo le scale e andando vicino a lei
“Mi dispiace per quello che ha detto mio padre.  Non avrei mai voluto che mio padre si comportasse così.” Disse Hanabusa
“Tranquillo... ho letto qualche libro a riguardo e so perché lo fanno” disse la ragazza
“Tutte quelle proposte ti avranno davvero confusa” disse Hanabusa, mentre la osservava. Gli piaceva il suo modo così composto e apparentemente così forte di prendere le cose; a dir la verità era difficile trovare qualcosa, nella ragazza, che non gli piacesse.
“No, non c’è nessun problema! E poi non penso che me ne verranno fatte delle altre dopo oggi... almeno su questo posso stare tranquilla” gli rispose la ragazza, sorridendogli. Quell’aria fresca ma non pungente, la luna che illuminava dolcemente il panorama senza essere fastidiosa come il sole, davano l’aria perfetta per quello che Hanabusa stava per fare. Oramai era stato messo in ballo, tanto valeva ballare
“Ayame, senti...” disse il ragazzo, imbarazzato, allontanandosi dal muro per essere proprio di fronte la ragazza
“So che la tua è una situazione difficile, però io volevo dirti che... mi piaci” disse, tutto d’un fiato
“Sono stato arrogante, presuntuoso, eppure tu non mi hai mai trattato diversamente. Non sei mai stata attratta solo dal mio aspetto fisico senza conoscermi, e anche quando avresti voluto piangere, ridevi. Io ti amo!” disse, poco prima di baciarla. Quel contatto era quello che tanto aveva agoniato. Con le braccia strinse di più la ragazza a sé, avvicinando il suo busto a quello delicato di Ayame, mentre con la lingua penetrava nella bocca della ragazza. Questa, nonostante un momento di confusione iniziale, iniziò a contraccambiare il bacio, mettendo le sue braccia attorno a quelle del ragazzo.
“Scusami... forse non avrei dovuto” disse Hanabusa, staccandosi per riprendere fiato
“Nemmeno io sono riuscita a contenermi... scusa” disse la ragazza, sciogliendo l’abbraccio
“Io... ti voglio bene, ma adesso sono davvero confusa” rispose la ragazza, imbarazzata
“Non preoccuparti. E poi sarebbe troppo crudele se divenissi solo per una ragazza” disse Hanabusa, con il suo classico modo di fare.



Una persona aveva visto il bacio, e quello non gli piacque. Inizialmente paralizzato, dopo essere stato preso da un impeto di rabbia, Takuma andò dai due
“Takuma... che ci fai qui? Non sei alla festa?” chiese la ragazza
“Davvero? Per lasciare a baciarvi?!” chiese lui infuriato
“Eh? Aspetta... guarda che...” disse Hanabusa
“Taci!” gli rispose Takuma, tirandogli un pugno
“Ehi Takuma! Smettila!” disse Ayame al ragazzo
“Non mi dirai che sei innamorata di quello lì, vero? No, io non lo sopporto!” disse Takuma, mentre anche Aidoh si alzava e ricambiava il pugno; poi iniziarono a picchiarsi
“Smettetela!” disse la ragazza, prima di avvertire una presenza. Senza pensarci due volte corse da Takuma, facendolo cadere a terra e cadendo lei stessa sopra di lui. Le mani della ragazza avevano protetto il collo del vampiro dalla caduta
“Stai bene?” chiese la ragazza al vampiro, il quale annuì, leggermente sorpreso di trovarsi la ragazza addosso
“Meno male” rispose questa, prima di svenire
“Ayame!” disse Aidoh preoccupato, avvicinandosi alla ragazza. Lui poteva vedere qualcosa che Takuma non poteva, in quella posizione. Ma quando qualcosa di caldo giunse sulla sua mano, allora lui la portò sulla scapola sinistra della ragazza e la sfiorò.
Alzando la mano vide il suo sangue “Ayame! Svegliati!” le disse, temendo il peggio. Le ferita era grave se non si era rimarginata: c’erano parecchi rischi che il suo cuore fosse stato colpito!



Angolo dell'autrice: Buon pomeriggio a tutti! Scusate il ritardo nella pubblicazione, ma ho appena finito di fare delle cose per la scuola... >_< Stiamo alla fine e manca solo poco per poter dare il massimo! Speriamo bene!
Allora, prima di iniziare con la mini-analisi del capitolo, ringrazio Heart, usuk_fan e lady anya blu Cullen per le recensioni nel precedente capitolo!
In questo capitolo mi sono ispirata un po' all'Ichijo ingenuo che ho letto nell'ultimo capitolo del 5° volume... nel manga come personaggio viene davvero reso bene! Sempre sorridente e solare, lo adoro! XD
Ma anche Aidoh non è affatto male... un pò arrogange, e gli piace sentirsi migliore in molte cose, ma penso che quello piaccia un pò a tutti! XD
Chiudendo questa piccola parentesi, Kaname è la classica persona che complica parecchio le cose! Avrebbe potuto chiederlo a Takuma e invece va da Aidoh, che sa avere una cotta per la ragazza... mha!
Ho immaginato che anche Takuma potesse arrabbiarsi quando vede la ragazza che le piace baciare un altro... e Ayame, bhè si è lasciata andare una volta tanto! Con Aidoh è stato più facile in quanto penso fosse leggermente traumatizzata dal primo bacio che Takuma le aveva dato qualche capitolo fa...
Ho deciso di concludere questo capitolo un po' così! I prossimi due sono già stati scritti, e vi assicuto che il prossimo finirà con un bel punto interrogativo! Spero di continuare a scrivere in fretta!
A presto!
PS. La lunghezza di questo capitolo compensa quello dei prossimi che sono più brevi

  
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