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Autore: Britin_Kinney    07/05/2013    3 recensioni
"Perché te la prendi tanto?" chiese sospettoso il biondo.
"Perché anche se sono un servo, conservo il mio orgoglio e la mia dignità. Potreste anche prendermi qui, in questa grotta, fare del mio corpo ciò che vorrete ma, ricordatevi che la dignità non potrete togliermela, mai".
Artù gli prese il viso tra le mani, costringendolo con non poca difficoltà a guardarlo negli occhi e prestare la massima attenzione alle sue parole.
"Ascoltami io non volevo..." uno sguardo particolarmente significativo da parte del servo, gli bloccò le parole in gola.
Merlin accerchiò i suoi polsi con le mani e le tolse dal suo viso, facendole scivolare lentamente lungo i suoi tratti giovani.
"Torno a Camelot" annunciò con voce rotta il moro.
"Ma fuori piove ancora e... ed è pericoloso" fece Artù.
"Preferisco andare adesso, grazie per l'interessamento"
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Sì, come al solito la sottoscritta che si fa mille pippe mentali, peggio di Artù ^-^ si preoccupa per la cortezza del capitolo e.e
Spero vi piaccia comunque, anche se é un capitolo di 'transizione', ecco :)
Buona lettura, gente :*
-A.

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Il Mio Rifugio Sei Tu
Capitolo 11




What can I say?
What can I do?

No matter how strong my feelings are
I always end up hurting you
I always end up hurting you
I'm hurting you
What Can I Say?- Dead By April.

 
Nei due giorni seguenti, Merlin, si tenne impegnato con i vari compiti da svolgere cercando di ignorare l'agitarsi delle farfalle nel suo stomaco ogni qualvolta i suoi pensieri andavano a sfiorare Artù. 
Dio, quanto era felice che le cose di fossero sistemate, finalmente poteva amare il suo adorato asino senza nessun riserbo. Senza nessuna preoccupazione.
“Ah!” una bacchettata gli arrivò chiara e forte sul dorso della mano così lasciò cadere la tunica indaco che si disperse nell'acqua, massaggiandosi la pelle lesa. 
Sollevò lo sguardo scioccato per vedere chi fosse l'artefice di quel gesto.
“Se tieni tanto al tuo principe, faresti bene a lavarla meglio” lo sgridò una donna corpulenta: Glenda, il supervisore della lavanderia.
“Prego?” disse Merlin scettico continuando a massaggiarsi il dorso della mano.
“Oh, sentitelo: è anche sordo, adesso” -lo sbeffeggiò scoppiando a ridere e guardandosi intorno. Le altre risero con lei, più per timore che per reale divertimento- “Le voci girano. E neanche tu puoi fermarle. Pare che tra te e il tuo signore ci sia stato un bacio appassionato” -azzardò- “Quanto ti paga per soddisfare i suoi desideri, eh?” -lo punzecchiò- “Merlin è diventato la puttana di corte” lo insultò.
Merlin si morse il labbro inferiore e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Non riuscì a rimanere lì nemmeno un istante di più. Afferrò i vestiti e fuggì via.
Mollò la cesta nelle stanze di Artù e corse via, via. A rifugiarsi nella sua stanza. Artù lo incontrò a metà strada, lo vide correre con il viso sconvolto. 
Merlin singhiozzava triste, stravolto e passando accanto ad Artù sembrava non si fosse accorto nemmeno della sua presenza.
“Merlin...?” esclamò preoccupato il biondo, prendendolo da un braccio per arrestare la sua corsa.
“Per favore...” -singhiozzò- “Per... favore, lasciatemi”.
“Merlin” sussurrò Artù, rabbrividendo per quel 'voi' formale.
Il servo si bloccò e lo guardò negli occhi.
“Cos'è successo?” Artù lo prese dalle spalle e Merlin chiuse gli occhi, altre due lacrime scivolarono sulle sue guance, tutti i suoi timori gli si erano rovesciati addosso, travolgendolo, uccidendolo. La testa gli girò così forte che non riuscì a trattenenersi...
“Artù...” -soffiò con un fil di voce, la testa che girava e girava, vorticosamente.
“Sono qui...” rispose Artù rafforzando la presa sulle braccia di Merlin.
“R-reggimi” -biascicò il moro- “N-non mi sento bene”.
Artù lo tenne ancor più stretto.
Merlin è diventato la puttana di corte.
Quanto ti paga per soddisfare i suoi desideri?... 
E la testa che girava, girava. Gli veniva anche da vomitare. Merlin si lasciò andare, rischiando di cadere per terra.
“Merlin!” esclamò Artù, preoccupato. Lo prese in braccio e si voltò a destra e a sinistra... la via meno affollata era quella che portava alle sue stanze, quindi decise di portarlo lì.
Una volta che l'ebbe adagiato sul letto, mandò a chiamare Gaius.
L'anziano archiatra, dopo un'attento controllo, sciorinò l'esito al principe che continuava a camminare nervosamente su e giù per le sue stanze durante la visita.
“Ebbene?” lo aggredì quasi, quando il medico finì.
“È debolezza, Sire” -cominciò- “Tuttavia, non escluderei una violenza psicologica... Merlin è molto sensibile e potrebbe essere successo di tutto” -spiegò- “Inoltre ha riportato un segno strano sulla mano, era gonfio e sanguinava leggermente. L'ho medicato e bendato. Ma non so proprio cosa possa esseregli accaduto”.
Artù sospirò affranto e si passò una mano sul viso, stanco.
“Gaius, se dovesse succedergli qualcosa...” -ma poi si bloccò, temendo di aver detto troppo e si corresse- “Voglio dire... è il mio servitore e... e mi preocc-”.
“Sire, so come stanno le cose. Non mi dovete nessuna spiegazione” -Gaius, intenerito, gli prese le mani- “Si riprenderà, non temete.” -e detto questo afferrò la borsa con i medicamenti, dileguandosi dagli appartamenti reali ma, prima di lasciarlo, si voltò- “Artù?”
“Sì?” rispose il principe.
“Se lo amate, stategli vicino” consigliò, paterno. E, detto questo, lasciò definitivamente le stanze del biondo.
Artù andò a chiudere la porta a chiave e si sfilò gli stivali per distendersi accanto a Merlino.
Il principe gli accarezzò una guancia vellutata con le nocche.
“Oh, amore mio” -soffiò- “Che cosa ti hanno fatto?” domandò retoricamente per poi avvicinarsi e sollevare la mano bendata. Baciò la garza e l'accarezzò con la guancia. Adagiò delicatamente la mano di Merlin sulla coperta e passò un braccio intorno a lui, stringendolo piano.
Quando Merlin riprese a poco a poco i sensi, il principe puntò lo sguardo nel suo. Dopo qualche secondo, il moro contrasse il viso, cominciando a piangere.
“Merlin” -soffiò Artù- “Mi vuoi dire cos'è successo?” lo incitò, accarezzandogli una guancia con le dita.
“Non è... successo niente, non preoccupatevi. Ho tutto... tutto sotto controllo. Io... io, sono tranquillo, è tutto... tutto apposto” cominciò a parlare a vanvera e a balbettare.
Artù gli afferrò il viso tra le mani.
“Merlin” -e stavolta il tono in cui lo disse era perentorio, serio- “dimmi cosa è successo”
Il moro chiuse gli occhi affranto e quando li riaprì erano stracolmi di lacrime.
“L'hanno scoperto” -soffiò, le labbra tremolanti- “Sono venuti a saperlo”.
“Che cosa? Chi è venuto a sapere?” Artù aggrottò le sopracciglia.
“Di noi. Qualcuno ha divulgato questa voce” -spiegò- “Ma non so proprio chi possa essere stat-” Merlin si bloccò e aprì la bocca, scioccato.
“Che cosa c'è?” chiese il principe.
“Helena” -sussurrò stridulo il valletto- “dev'essere stata lei, per forza”.
Artù annuì, serio, cominciando a mettere insieme i tasselli “Era qui fuori, l'altro ieri. Potrebbe averci visto” ragionò.
“Deve essere per forza così. Se tu non hai detto nulla e io non ho detto nulla, allora...”
“Le parlerò” garantì Artù, mettendosi a sedere sul bordo del letto per infilarsi gli stivali. Merlin si alzò di scatto, tanto che un capogiro lo fece quasi ricadere in mezzo ai cuscini.
“No” -disse, avvicinandosi ad Artù- “No, ti prego” lo abbracciò da dietro e appoggiò la testa sulla sua spalla.
“Merlin, questa storia deve finire. Non le permetterò di mettersi fra noi” -il principe si voltò e lo afferrò dai fianchi, distendendolo sulle coperte e sovrastandolo con il suo corpo- “Io ti amo, Merlin. E non voglio che niente ci divida” -gli sussurrò, poi cambiò espressione e sorrise, Merlin non si rilassò- “E non mi hai ancora baciato, oggi” mormorò, avvicinandosi alle sue labbra per poi fermarsi ad un millimetro da esse- “Andrà tutto bene, te lo prometto” e detto questo incollò le sue labbra a quelle di Merlin per baciarlo profondamente, con tutta l'anima.
“Ti fidi di me?” domandò quando si furono divisi.
“Sì, ciecamente” rispose l'amante, infilando le mani nei suoi capelli.
“Allora mi devi credere se ti dico che risolverò questa situazione” Merlin giocherellò con una ciocca della sua frangia.
“Ti credo, ti credo” -disse e gli scostò la frangia per baciargli la fronte- “So che la risolverai in qualche modo. Ma parlare non mi sembra il modo giusto”.
“Cosa vuoi che faccia, allora?” chiese il biondo, guardandolo negli occhi.
“Aspettiamo e vediamo quali sono le sue intenzioni. Parlandole sarebbe come confermare le voci che ha messo in giro”.
“Lo sai che aspettare senza far nulla non è nella mia natura” ironizzò Artù.
“Lo so, asino” Merlin sembrò rilassarsi e riprendersi.
“Merlin!” lo redarguì amorevolmente il biondo, pizzicandogli un fianco. Merlin si scostò, sorridendo.
Artù adagiò la fronte contro quella dell'amato.
“Risolveremo tutto. E ti prometto che quando sarò Re le cose cambieranno, staremo insieme*” promise con lo sguardo che bruciava dentro le iridi del mago.
“Conterò i giorni*” gli mormorò Merlin, sul viso bellissimo. 
Quando io farò di voi un Re, il Re più forte, compassionevole e saggio dell'universo, vi amerò con tutto me stesso. Ancor di più.
Merlin lo guardò negli occhi e vide il suo nome inciso nelle stelle accanto a quello di Artù, marchiato a fuoco su quel destino che li avrebbe portati a vivere per sempre nelle menti degli uomini. 
Perché sei il mio destino e senza di te, la mia nascita non avrebbe avuto senso.
“Perché sei il mio destino...” bisbigliò senza accorgersene Merlin.
“Anche tu lo sei, ragion per cui mi è impossibile vivere senza di te” -Artù lo baciò ancora e si lasciò cullare dalle sue braccia fragili, appoggiando il capo sul suo petto.
Ascoltando il suo cuore. Quel delizioso suono ritmico e perfetto.- “Sei tutta la mia vita, adesso”.
  
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