-Come un servizio da
tè
“Hermione…”
Hermione entrò in casa e
si tolse il cappotto gettandolo malamente sul divano.
Fu un particolare che
non sfuggì all’occhio di Draco.
C’era qualcosa che non
andava e l’appena compiuto comportamento di Hermione ne era stato la
conferma.
“Possiamo parlare?”,
chiese pacato seguendola per la casa, ma la ragazza sembrava non sentirlo,
troppo presa com’era dall’andare lasciando i vari pezzi dell’abito indossato
alla festa per la casa.
“Hermione…”
Era anche arrivato il
turno del corpetto ed era praticamente rimasta nella sua provocante
lingerie.
Draco si massaggiò le
tempie lentamente prima di afferrarle il polso e cercare di capire cosa stesse
facendo o dimostrando lasciando pezzi di abiti per tutta
casa.
“Lasciami”
“Posso sapere cosa stai
facendo?”, domandò al limite della pazienza guardandola
intensamente.
Hermione voltò lo
sguardo verso la grande finestra per evitare quello sguardo che in quel momento
sembrava volesse sondare i suoi pensieri.
“Hermione…”, si avvicinò
maggiormente a lei senza lasciarle il polso e quando cercò di farla voltare lei
si ritrasse ancora una volta, “Hermione, cazzo, guardami!”
Il cuore che gli batteva
a mille e la paura che lo attanagliava per via del tono usato con la sua
dea.
Hermione si irrigidì e
voltandosi lentamente verso Draco, lui non potè non notare una lacrima che
scendeva a rigarle la guancia rosea.
“Draco…”
Il ragazzo si avvicinò
al suo viso e poggiò le labbra sulla lacrima solitaria, mentre Hermione rimaneva
inerme.
“Cosa ti è preso?
Dimmelo!”, la supplicò quasi.
Hermione iniziò a
rilassarsi e solo quando Draco la abbracciò trasmettendole tutto il suo amore si
sciolse e scoppiò in lacrime.
La prese tra le braccia
e la fece distendere sul letto sempre abbracciandola per farle capire che lui
era lì e che non se ne sarebbe andato.
“Draco… io non so cosa
mi è preso, non so cosa volessi dimostrare una volta rimasta senza alcun
indumento addosso… non so perché sono scoppiata a piangere…
io…”
La ascoltò senza dire
nulla ma le fece avvertire la sua presenza tenendola stretta sempre di più ad
ogni singulto e ad ogni silenzio.
Aveva pianto senza
fermarsi per parecchio tempo finchè non era crollata per il sonno e la
stanchezza, Draco al contrario non aveva preso sonno per tutta la
notte.
Era rimasto sveglio a
guardarla e a vegliare sul suo sonno.
***
Il profumo di caffè e di
un qualcosa di dolce appena riscaldato nel micronde misero in allerta i sensi
dell’Hermione dormiente.
Draco non era in grado
di fare certe cose quindi con molta probabilità qualcuno lo aveva rapito e
adesso le stava preparando la colazione.
Ripresa conoscenza notò
che aveva dormito in lingerie e che i suoi occhi erano gonfi di
pianto.
Non ricordava
assolutamente nulla della sera precedente, o almeno non ricordava niente dopo
che l’immagine di Stefania che flirtava spudoratamente con Draco s’era come
marchiata a fuoco nella sua mente.
Si decise comunque ad
indossare la camicia di Draco e scese in cucina dove lo trovò intento a spalmare
della marmellata sul pane tostato.
“Come mai ti sei dato
alla preparazione della colazione?”
“Non riuscivo a
dormire”
Hermione guardò il caos
che aveva creato: il pane bruciacchiato, la marmellata dappertutto, circa
quattro piatti distrutti, succo di zucca sul piano
cottura…
Draco era un disastro in
cucina, ma non era di certo quello il momento per farglielo
notare.
“Dura la vita senza
elfi?”
“E’ più dura senza
magia!”
“Come mai non hai
preparato la colazione con la bacchetta?”, chiese curiosa lei sedendosi su uno
degli sgabelli.
Draco le porse un piatto
con il pane tostato, “Se avessi usato la magia avrei finito dopo cinque minuti…
io volevo perdere quanto più tempo possibile!”
Hermione addentò il pane
tostato e inevitabilmente riuscì a sporcarsi gran parte del
viso.
“Non sai neppure
mangiare…”, celiò lui dall’alto della sua perfezione.
“Non è colpa mia se
c’hai spalmato mezzo barattolo di marmellata”, sbottò lei alzandosi in piedi in
cerca di una superficie riflettente.
“E dire che io volevo
solo essere gentile…”
“Hai qualcosa da farti
perdonare?”, domandò lei a bruciapelo con più serietà di quanto aveva previsto e
Draco aveva notato quel piccolo particolare presente anche la sera
precedente.
“Hermione, c’è qualcosa
che non va e non dirmi che non è vero perché ti conosco e so che stai
mentendo”
Hermione trasse un lungo
respiro e si voltò verso di lui.
“Hai ragione
Draco”
“Posso
sapere?”
Hermione
annuì.
“Ieri mi sono sentita
inadatta”, ci fu una breve pausa, “Ieri sera, quando hai ballato con Melissa
sono stata pervasa da una sottile gelosia, ma non è stato nulla di preoccupante…
la sensazione si è ingigantita quando tra le tue braccia c’era
Stefania”
“E’ solo per
un…”
“Lasciami
finire”
Draco si appoggiò alla
cucina ed Hermione continuò a spiegargli cosa le era preso la sera precedente
nell’umile dimora di Alessio
Ganelli.
“La mia mente è tornata
ad Hogwarts e a quando ti si vedeva in giro con
Stava cedendo di nuovo
alle lacrime.
Draco invece non
riusciva a definire il suo stato, ma sapeva per certo quale fosse la conclusione
di quelle parole e non voleva che venissero dette.
Silenziosamente le andò
vicino e la strinse a sé cullandola tra le sue braccia.
Ehilà.
Perdonate il capitolo
corto e anche senza senso.
Ma di questi capitoli
contorti ce ne vogliono perché altrimenti non sapremmo mai che scherzi tira la
mente umana.
Detto questo, dico che
non c’è nessun baby Malfoy in cantiere e che vi ringrazio delle
recensioni.
Adesso devo
scappare!
Ho un paio di faccende
da sbrigare prima di cena e non posso soffermarmi.
Fatemi
sapere.
Kisses