Nei mesi che seguirono tentai disperatamente di innamorarmi.
Avevo un enorme bisogno di rifugiarmi tra le braccia di qualcun altro.
Qualcuno che mi avrebbe fatto dimenticare quel poco che ricordavo di lui, ma ancora abbastanza da permettermi di amarlo.
Non volevo “Il-primo-che-mi-fosse-capitato” e neanche il ragazzo della cotta di turno,
volevo l’uomo della mia vita, perché ero sicura che solo lui sarebbe stato in grado di competere con Leonardo e farlo uscire dalla mia testa.
Era chiedere troppo? Forse sì e, con il passare del tempo, cominciai a perdere ogni speranza.
Gli individui con cui uscivo erano stupidi e pervertiti, senza contare quelli decenti e già fidanzati.
Tutti loro messi insieme non valevano nemmeno la metà di Leonardo e, quando non ero scoraggiata da quegli esseri,
me la prendevo con me stessa, cominciando a pensare che forse era colpa mia se non riuscivo a trovare nessuno,
se non ero subito piaciuta all’unico uomo del quale mi fossi realmente innamorata.
Per questo motivo mi rifugiai nel mondo virtuale, perché, dietro ad uno schermo, anche la persona più banale sarebbe diventata fantastica ai miei occhi,
e poi le possibilità di conoscere qualcuno per la rete erano certamente maggiori di quelle che mi offrivano Marano e la mia cerchia di amici.
Ingenua com’ero, pensai che non avevo nulla da perdere e tutto da guadagnare, e così cominciai a frequentare blog, forum e vari social network, che mi avrebbero permesso di conoscere più facilmente nuove persone.
Protetta dal mio monitor, avevo ora l’opportunità di diventare la persona che avevo sempre desiderato di essere.
Finalmente libera dalla mia timidezza, divenni presto una delle persone più in vista di uno dei tanti forum da me frequentati, tanto da diventarne la seconda amministratrice.
I ragazzi mi riempivano di regalini grafici, di complimenti e mi volevano bene, tanto da affibbiarmi il soprannome di Vice Bossa.
Può sembrare una cosa sciocca e banale, ma quel nome fu il mio orgoglio per un anno intero e quella, forse, fu una delle poche volte in cui mi sentii veramente amata.
Conobbi molte ragazze dai miei stessi gusti e tanti ragazzi simpatici, con alcuni del quali mi tengo tutt’ora in contatto, ma li consideravo nient’altro che amici.
Qualcuno forse era per me come un fratello, ma non arrivai mai, nemmeno minimamente,
ad immaginare uno di loro come degno “sostituto” del ragazzo la cui sola presenza era riuscita a farmi innamorare di lui.
Ma, dopotutto, la cosa non mi preoccupava granché. La loro amicizia non era certo riuscita a farmelo dimenticare,
ma perlomeno mi aveva distratta ed io ero finalmente libera da quell’ossessione che mi divorava giorno e notte.
Riponevo tutto le mie speranze nel web, convinta che mi avrebbe dato ogni giorno nuovi amici e forse, perché no, anche l’uomo della mia vita.
Nella mia mentalità da ingenua quindicenne non c’era spazio per le persone spregevoli.
Quanto mi sbagliavo.