Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Netmine    08/05/2013    3 recensioni
Cap 17- La giovane sconosciuta rivolse i suoi occhi viola verso la nuova arrivata e la fissò con intensità, poi lo scenario cambiò un'altra volta. [..] Le si avvicinò fino a riuscire a poggiarle le labbra sull'orecchio "Ricorda, fidati di me"
---
Cap 21- Sembrava un vecchio in tutto e per tutto ma, se lo si sapeva osservare, ci si accorgeva di quel qualcosa che rendeva la sua età indefinibile.
Si portò l'indice difronte alla bocca "Shh. Non urlare. Non voglio farti del male, non te ne ho mai voluto fare" Carol era impaurita e l'uomo se ne accorse "Non mi credi. So di averti ferita, ma è stato involontario!" quasi urlò quest'ultima frase, come se lo tormentasse.
"Allora perché lo hai fatto?"
"Non mi aspettavo di vedere un'altro come me qui! Ero contento, ma sapevo che ti avrei dovuta avvertire e questo mi faceva soffrire molto. Stavo lottando contro di me, non volevo ferirti" sembrava sincero e Carol non ebbe il cuore di replicare.
"Come te? Che avremmo in comune?"
"Sei reale! Tu sei reale e lo sono anche io!" cambiò repentinamente umore e rise di gusto "Sei reale" ripetè, assaporando quelle parole
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era la sua unica possibilità, se l'avessero scoperta non avrebbe avuto più alcuna via di fuga. Doveva riuscire. 
 
Intorno alle 03:30 si alzò cautamente dal letto. Tirò fuori da sotto il cuscino il marsupio multitasche che le aveva regalato Wedirs e nel quale aveva messo le cose più importanti, quelle a cui non avrebbe mai rinunciato. Da sotto il letto prese una sacca nella quale aveva messo tutto il resto dei suoi averi. 
Ogni suo passo sembrava rimbombare per la stanza, come se ci si stesse aggirando un gigante imbranato. Non vedeva molto di quello che la circondava ma, per fortuna aveva imparato a muoversi anche al buio in quella stanza. Si avvicinò al comodino e prese la candela facendo cadere qualcosa che produsse un rumore assordante. La paura si impadronì del suo corpo. Trattenne il respiro per qualche secondo e si rilassò un po' non vedendo nessuna reazione in Rosie. 
Effettivamente era quasi inutile aver paura, quello doveva essere l'orario in cui tutti loro cadevano nel sonno più profondo e soltanto in caso di estrema urgenza si sarebbero risvegliati, o almeno così le aveva detto Jekar. 
 
Mentre rifletteva, era già uscita dalla stanza ed era arrivata alla porta che dava sulla grande sala centrale. Non le rimaneva che attraversarla, aprire la porta col passepartout che le aveva dato Jekar e andarsene il più in fretta possibile da quel posto. 
Stava per entrare nella sala quando sentì del rumore di passi provenire da lì dentro -Dannazione! C'è qualcuno ancora 'sveglio'- pensò Carol. Effettivamente, sapeva che sarebbe potuto accadere perché, per non essere troppo vulnerabili, di notte c'era sempre una guardia. Ma il loro sistema aveva una pecca poiché, la stragrande maggioranza delle volte, durante il cambio di guardia c'era un'arco di tempo che andava dai cinque ai quindici minuti nei quali tutti entravano in quello stato di sonno profondo. 
-Con la mia fortuna questo potrebbe anche essere appena arrivato e dovrei aspettare qui delle ore- Posò la sacca a terra molto cautamente, senza produrre alcun rumore -E poi la prossima guardia potrebbe essere chiunque! Anche uno dei miei 'amici'... O magari è già uno di loro a fare la guardia! In questo caso sarei spacciata... Lui tornerebbe da questa parte e mi troverebbe di sicuro..- Era davvero nervosa e continuò a divagare così fino a quando non sentì dei passi avvicinarsi. La guardia veniva verso di lei. Lo sapeva, era spacciata! Si appiattì contro il muro e trattenne il fiato, ogni muscolo del suo corpo era contratto e il suo cuore batteva così forte che sembrava poter esplodere da un momento all'altro. Era arrivato dietro la porta, non gli mancava altro che girare la maniglia e poi Carol sarebbe stata bell'e spacciata. Le scale cigolarono, stava salendo!
Appena non sentì più alcun rumore, tirò un respiro di sollievo e sciolse tutti i muscoli. Prese la sacca da terra e in una mano impugnò saldamennte la chiave della sua salvezza. Entrò nella grande sala e la attraversò velocemente, senza correre, stando attenta a non fare baccano. Arrivata alla porta, cercò a tentoni la toppa e fece svariati tentativi prima di riuscire ad infilarvi la chiave e aprirla. 
Chiuse la porta alle sue spalle e delle mani le afferrarono un braccio. Urlò a squarciagola. 
"Sta zitta!" era la voce di Jekar "Ora vieni con me" Carol annuì e i due iniziarono a correre a perdifiato sino ad arrivare ad una baracca al limitare del villaggio "Questa è casa mia" emise un lungo fischio e dal retro arrivò al trotto Teseo.
Carol corse incontro al suo cavallo, com'era possibile che si fosse dimenticata di lui? -Chissà cosa gli sarebbe successo se non se ne fosse occupato lui...- "Ti ringrazio infinitamente"
Jekar scosse la testa ed entrò in casa. Dopo qualche minuto ne uscì fuori e porse una cartina a Carol "Qui ci sono tutti i villaggi che potrai incontrare lungo la via e anche i sentieri più semplici per arrivarci, non è molto estesa ma è il meglio che sono riuscito a fare nei lunghi anni che ho trascorso qui. Ora ti conviene andartene, prima che ti vengano a cercare"
Carol annuì. Legò la sua sacca alla sella di Teseo e lo tenne per le briglie "Andiamo" 
 
Camminarono quasi seguendo il perimetro della città fino a quando Jerkis non fu soddisfatto "Da qui la strada sarà semplice. Non so dove ti condurrà il tuo viaggio o se questa sia la strada più veloce per arrivare alla tua meta, ma di sicuro lo è per trovare un posto sicuro. C'è un villaggio ad una ventina di kilometri da qui, dovresti arrivarci in pochi giorni"
Carol si girò a guardarlo, stupita dal fatto che non aveva accennato minimamente ad andare con lei "E tu non vieni? Odi questo posto, vuoi scappare più di quanto non lo voglia io!"
"Non posso, sono incatenato qua... Almeno finchè ci sarai tu" fece una pausa e sospirò "Non so cosa mi attende" 
Carol era seriamente dispiaciuta di avergli causato così tanti mali e avrebbe voluto aiutarlo in qualche modo "Vieni con me, non hai nessuna responsabilità nei loro confronti!"
Jekar sorrise amaramente "A dire il vero ce l'ho, sono il loro custode. Ma non è per questo che non posso andare via" Portò le mani avanti e iniziò a camminare nella direzione che aveva indicato a Carol. Dopo qualche passo, con grande sorpresa, si bloccò, nonostante fosse evidente che stesse utilizzando tutte le sue energie per andare avanti.
"Sei bloccato qui dentro..."
Jekar annuì "Ma tu no, vattene. La tua lontananza potrebbe liberarmi" pronunciò le ultime parole senza crederci molto, ma gli si leggeva una feroce speranza negli occhi.
Senza dire altro, Carol montò a cavallo e si allontanò dal villaggio.
 
Jekar rimase a guardare la ragazza andare via ancora per qualche secondo -Almeno ho salvato lei- 
Alle sue spalle la città stava cadendo a pezzi, l'aria era piena delle urla dei morti che ritornavano al loro stato originario, c'era un gran caos.
Passarono dei minuti e iniziò a sentire che la pelle gli formicolava. Iniziava a bruciare. Chiuse gli occhi e attese, ricordando le parole che aveva sentito in sogno la fatidica notte in cui tutto quello aveva avuto inizio "Loro torneranno in vita e lei verrà qui. Proteggili, non farla scappare, o diventerai come loro"
Aprì gli occhi; del villaggio non rimaneva niente. Erano rimasti solamente la vecchia chiesa e le sue tombe. 
Sorrise e una lacrima rigò il suo viso, era tornato tutto come doveva essere. La lacrima corse lungo il suo viso lasciandovi una scia salata e, quando si esaurì, il suo cuore cessò di battere.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Netmine