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Autore: Sar_    08/05/2013    9 recensioni
C'è una ragazza, alla Beacon Hills High School, che non è mai stata notata. Ma lei c'era. C'era sempre. In disparte, vivendo la sua vita, ma c'era. E se qualcuno si accorgesse di lei? Se quel ragazzo si voltasse e la guardasse, per la prima volta, dopo tutte le sue preghiere? Se qualcuno nell'ombra approfittasse di tutto questo per trarlo a suo vantaggio? E se ci fosse qualcosa, ancora più a fondo nell'oscurità, in un regno di terrore e buio, che stesse tornando in superficie? Sta per scoppiare una guerra, e a ognuno dei tre schieramenti servono soldati.
......
Questa storia mi è venuta così, di getto, mentre spulciavo tra le fan fiction su teen wolf. Diciamo che è una mia versione della serie e delle origini dei lupetti. Può essere anche presa come una 'Bibbia' del soprannaturale.
Buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Emma's Chronicles'
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Chapter twentytwo: Venenum.





Canzone consigliata:
Breathe of life / Florence & The Machine

 

Era tutto nero. Il buio ero ovunque, mi soffocava, angosciava.
Ma il dolore... quello era molto peggio.

Sentivo delle voci. Era l'unico senso che ancora rimaneva attivo; flebile, ma attivo.
Non sapevo se urlavo. Dentro di me, lo facevo.
Bruciava tutto il mio corpo.

 

«Oh mio Dio... OH MIO DIO!»

 

Era lui. Stiles.

 

«Derek? Mi serve De... passami Deaton! No, i... Derek! La senti?»

 

Lo sentivo nel mio corpo, doleva da morire.
Ma morire sarebbe stato il paradiso, un balsamo in confronto a quello.

 

«Alla clinica! Forse... DEVO COSA?»

 

Ancora il buio.

Non riuscivo a capire niente.
Quanto tempo passasse, dove fossi...

Altre voci.

 

«Cos'è successo?» «Le ha ficcato una siringa nel collo, e ha cominciato a urlare!» «Quanto tempo fa?» «Non lo so! Oddio, falla smettere!» «Calmatevi tutti!»

 

Ci fu un piccolo istante, in cui sentii il dolore scemare. Tirai un profondo respiro, credendo, sperando che quell'inferno fosse finito.

Ma poi arrivò tutto.
A partire dal petto, mi squarciò, e fu peggio di stare su un rogo.
Poteva esistere un dolore così profondo che non portasse alla morte?

 

«Cosa succede ora?» «Oh, no.» «Cosa?» «La vuole trasformare!» «Ma è possibile?» «Credo sia appena arrivato al suo cuore... il veleno del morso è più lento del sangue, nell'avanzare. Ma è troppo tardi.» «Ascoltatela! Dobbiamo fare qualcosa!»

 

Tante voci, forti, ma comunque distanti.
Coperte da qualcosa di assordante.

Ero io.

Io che urlavo.

 

«Oh mio Dio!» «Non dovrebbe andare così! Con noi non è stato così!» «Lei è diversa... lo sapete.» «Diversa? Come diversa?» «Zitto, idiota! Se fossi arrivato prima te l'avrei spiegato!!» «Zitto tu, rapace!» «Non ce la faccio più, o la fate smettere o me ne vado!» «Vattene allora!»

 

Riconoscevo solo la voce di Stiles. Le altre il mio cervello non riusciva ad elaborarle. Avevo caldo. Un caldo terribile.
Se non era l'inferno quello, cosa lo era?
C'era qualcosa di peggio?

Anche gli occhi mi bruciavano.
Capii solo dopo che stavo piangendo.

 

«Emma! Ce la farai, ok?» «Finirà presto!» «Ci può sentire?» «Non lo so, sembra che la stiano frantumando pezzo per pezzo! Non so neanche se sa di essere viva!» «Non morirà, vero?» «No, ovviamente no!» «Forse...» «Zitto, Derek! STAI ZITTO!»

 

Volevo solo che finisse.
Volevo che tutto finisse, volevo la pace.
Mi sembrava che non fossi mai stata bene, come se quel dolore terrificante mi torturasse da sempre.

Poi, il nero mi accolse in un freddo abbraccio, e ci affondai con immenso sollievo.

 




I sensi tornarono lentamente. Il primo fu l'udito, che era stato l'ultimo ad andarsene.

 

«Vai a casa... non sì è svegliata fino ad ora, non lo farà presto...»

 

Olfatto.

 

Un odore intenso di candeggina e medicinali. Sudore. Shampoo? E il profumo di Stiles. Respirai forte dal naso, tenendomi aggrappata alla lucidità.

 

«No, non sono stanco.»

«Stiles, stiamo noi due con lei. Ci sono gli altri fuori...»

«Ho detto che non me ne vado, Erica. Dottor Deaton, le dia altra morfina.»

«Non gliene darò altra. Potrebbe essere pericoloso. E non so neanche se sta facendo effetto...»

 

Uno sbuffo.

 

«Almeno non sembra che la stiano sbranando. Non urla più. Quindi funziona.»

 

Tatto.

 

Ero indolenzita un po' ovunque.
L'eco del dolore cocente risuonava in sottofondo nelle ossa, nei muscoli e nei tendini, ma era una bazzecola in confronto a quello che avevo passato prima.

La mano destra era occupata. Da un'altra mano.

La mossi leggermente, per recuperare il controllo del mio corpo.
Mossi anche le dita dei piedi nelle scarpe, inarcai leggermente la schiena.

 

«Doc! Si sta svegliando! Te l'avevo detto!»

 

«Emma?»

 

Socchiusi un occhio.
Tre persone erano chine su di me. Stiles, Erica e il dottor Deaton.

Deglutii.

 

«Come ti senti?»

 

Mi schiarii la gola e mi misi a sedere.
Mi sentivo strana.

 

«Mh. Bene.» con un forte scalpiccio, il branco e Neir si precipitarono dentro.

Tutti mi fissavano.

 

«Bene?» Erica mi aveva parlato con un tono stranito.

Si voltò verso Neir «è normale? Perché è...»

 

Lui scosse la testa.

 

«Non... lei...» alzai le sopracciglia. Che stava succedendo?

 

Mi ricordai di quello che avevano detto.
Veleno.

 

Oh Dio.

 

«Oh, aspettate.» sbarrai gli occhi.

Mi guardai: niente, ero la stessa di sempre.

 

Stiles mi lasciò la mano.
Neir mi si avvicinò e si sporse verso di me.
Tirò su con il naso, pensieroso.

Mi stava annusando?

 

«No, sei... non sei più...» cercava le parole.


Lo afferrai per la maglia e lo avvicinai al mio viso, con lo sguardo più minaccioso che trovai.

 

«Non sono cosail silenzio gravava nella stanza.

 

Mi guardò serio.

 

«Non sei più umana, Emma. Puz... odori di... volatile.»

 

Ero a bocca aperta.
Lo lasciai, incredula.

 

«Odoro di cosa gli diedi una spinta che lo fece barcollare all'indietro e cadere con il sedere a terra. Saltai giù dal tavolo operatorio, e Derek mi si parò davanti.

 

«Controllati.» disse, con voce calma e suadente.

Inchiodò lo sguardo del mio, senza lasciarmi passare, piantato come un muro che mi separava dagli altri.

Diedi una spinta anche a lui, ma fece solo un passo indietro.

Non ci avevo messo tanta forza, volevo solo sfidarlo.

 

«Controllarmi? Un vecchio pazzo mi ha appena iniettato della merda nel sangue, puzzo di volatile, ho passato un inferno nelle ultime ore e tu mi dici di controllarmi?» gli diedi un'altra spinta.

Nessuno sembrava voler intervenire.

 

«Devi essere ancora più scemo di quanto pensassi!»

 

Sentivo la rabbia ribollirmi dentro.
Lui mi fissava, impassibile.

 

«Non sei tu. Controllalo. È normale, ci siamo passati tutti.»

 

Sentii un gorgoglio in gola.
L'impulso era quello di ringhiargli.
Quello che uscì, però, non era esattamente un ringhio.
Era acuto, ma comunque terrificante, a bocca spalancata.
Talmente brutto che mi spaventò, e sobbalzai, coprendomi la bocca.

 

«Capito, ora?»

 

Disse, sorridendo strafottente.

Gli tirai un pugno sulla mascella. Il colpo gli fece scattare la testa di lato.
Tutti emisero un secco respiro mozzato, per la sorpresa.

C'era del sangue, sulla sua guancia. Mi guardai la mano: degli artigli ricurvi mi erano spuntati al posto delle unghie.
Il lungo graffio che gli avevo lasciato sulla guancia era profondo, e ne sgorgava copiosamente lo scuro liquido rosso.
Dopo nemmeno un secondo, vidi prendermi una spalla, alzarmi, afferrarmi una gamba e lanciarmi contro il muro.

 

«Derek!» Erica gli era saltata sulla schiena, graffiandogli il viso e artigliandolo con le gambe.

Lui se la scrollò di dosso come una mosca fastidiosa.

Mi rialzai e avanzai di un passo, tenendo le braccia allargate e inclinate un po' all'indietro, il busto eretto, la schiena dritta, cercando di aumentare la mia statura. Era una posizione di attacco.

Lui si piegò sulle gambe, ringhiando, mentre gli occhi diventavano rossi e delle zanne poco carine gli uscivano prepotentemente dalle labbra.

Stavo per lanciarmi verso di lui, ma Stiles si mise in mezzo.

 

«Finitela!» esclamò, rabbioso.

 

Sorpresa, portai indietro la gamba e rilassai i muscoli delle braccia, mentre gli artigli si ritiravano.

Io deglutii.
Era provato.
Non ero più umana.
Ero un abominio, uno scherzo della natura.

Tutta la furia di prima scemò all'improvviso, l'adrenalina cessò di scorrermi nelle vene e mi sentii distrutta.

 

«Cosa diavolo è successo?» chiesi, anche se lo sapevo benissimo.

 

Non era quello, ciò che volevo sapere.
Volevo sapere cosa sarebbe successo nel futuro.

Erica mi affiancò, mi avvolse con il braccio e mi portò verso una sedia.
La ringraziai con un sorriso.

 

Stai diventando bipolare, Emma?

 

«Sei... come me. All'incirca.» disse Neir, senza avvicinarsi di nuovo. Si era rialzato e appoggiato contro il muro. Mi sentii in colpa per avergli voluto staccare la testa. A morsi.

 

«Che significa “all'incirca” chiesi, tirando su le gambe, premendole contro il petto, e abbracciandole. Lo sguardo guizzava sui presenti. Stiles, Erica, Boyd, Derek, Deaton, Neir. E gli altri? Probabilmente erano andati a dare spiegazioni.

 

«Quando mi sono trasformato» ricominciò il biondo «le... ali mi sono spuntate subito. A te invece... tu ti sei fermata ad artigli e denti. E... so di Misha.»

 

Denti? MISHA?

 

«Gli uccelli non hanno denti... e come fai... solo tu?» constatai, confusa.

Lui sorrise.

 

«I lupi non hanno gli occhi rossi e non guariscono super velocemente. Eppure... e comunque no, anche alcuni di loro.» Derek gli lanciò un'occhiataccia, Boyd ci fissò visibilmente confuso.

 

Annuii, e mi accorsi solo in quel momento di quanti tasselli del puzzle stessero andando a posto. Ripercorsi gli ultimi due mesi.

L'aggressione.

Avevo già collegato il mio aggressore a un discendente di Eyael, oppure a qualcuno morso da uno di loro... ma l'altra persona? Quella che mi aveva salvata?

 

«Dopo la partita» cominciai, sicura «quando sono stata...» lasciai vagare la frase «c'era qualcun altro. Chi era?» sperai di essermi fatta capire.

 

Neir fece spallucce.

 

«Prego.» disse, e io mi sentii inondare dalla gratitudine.

 

La festa.

 

«Alla festa di Halloween.» quella semplice, corta frase parlava da sé.

 

Erica abbassò lo sguardo, Boyd incrociò le braccia.

 

«Non sei stata male per caso. C'era... abbiamo messo nella roba nella coppa del punch nero..»

 

Derek la zittì «Giravano voci su una... un'arma. Una persona pericolosa qua a Beacon Hills, oltre a Jackson. Il kanima. Quello che ti ha attaccata. Quando Erica mi ha detto che eri stata male, ho pensato che fossi già trasformata... ma avrei dovuto farlo io. Ora però sei il cucciolo di Gerard, e non sappiamo neanche da dove saltava fuori quella siringa.» sbuffò infine, la mascella tirata, lo sguardo accusatorio.

Ignorai la frecciatina.
Pensai a quello che aveva detto Irima su Derek. “Sono stati tutti morsi, da persone morse a loro volta. Beh, a parte Hale...”
Fissai Derek.

 

«Tu ci sei nato. Lo sei sempre stato. Perché io no? Perché ci è voluto il veleno?»

 

Lui scrollò le spalle.

 

«Perché il cielo è blu? Perché gli adolescenti sono idioti?» disse di rimando, alzando gli occhi al cielo. Mi venne voglia di dargli un altro pugno. Più forte del primo. «È così e basta. Non lo so. Chiedilo al tuo amico Houdini.»

 

Gli lanciai un'occhiata tagliente. Stiles aveva raccontato agli altri della presenza di Irima, allora.

 

«Durante l'adolescenza si forma la corteccia prefrontale...» cominciò Stiles, per rispondere all'ultima domandaposta da Derek. Poi vide tutti gli sguardi che si posarono su di lui, e finì per scrollare le spalle a sua volta..

 

Deaton mi fissava dall'altro capo della stanza. Non parlava, semplicemente sorrideva. Ma perché? Era così divertente la mia situazione disperata?

Erica tossicchiò leggermente.

La vidi gesticolare con la coda dell'occhio.

 

«Vi... lasciamo soli, ok? Noi siamo qua fuori, se avete bisogno di qualcosa.» disse, per poi dare una spintarella a Boyd, che mi sorrise, alzò due volte le sopracciglia velocemente, ammiccando, si voltò e uscì.

 

«Perché?» chiesi. Non sapevo neanche cosa intendesse con “soli”. Chi, io e Neir, per parlare della nuova me? O io e Derek, per lasciarmelo pestare in pace?

Rimanemmo nella stanza solo io, Derek, Erica e Stiles.

 

«Sai... per prima» disse lei, abbassando lo sguardo sulla punte sue scarpe.

 

Aggrottai la fronte.

 

«Prima cosa?»

 

Per la prima volta nella mia vita, sentii qualcosa di simile a una risata uscire dalle labbra di Derek.

 

«Non ricordi proprio niente, vero?» mi chiese, pungolandomi.

Passai lo sguardo sui presenti, disorientata.
Erica cercò di trascinarlo fuori, e lui la lasciò fare, ma non prima di avermi ammiccato come Boyd.

Eravamo rimasti solo io e Stiles, che evitava il mio sguardo.

 

«Stiles? Mi spiegheresti?» ero stufa di quei giochetti.

 

Lui restò dov'era, a un paio di metri da me, dondolando da una parte all'altra.

 

«Umh.» cominciò, impacciato «quando, sai... stavi...capito, no?»

 

Annuii, incoraggiandolo a continuare.

 

«Tu... mi tenevi la mano. E mi chiamavi.»

 

Oh.

 

Abbassai anche io lo sguardo, imbarazzata.
Feci per giustificarmi, montarci su una scusa, ma lui mi bloccò ancora prima che potessi cominciare. Evidentemente le mie sventure non erano ancora finite.

 

«Emma... mi hai detto che mi ami. Più... più volte.»

 

Ero pietrificata.

 

Che figura di merda.

 

Mi visualizzai in preda all'agonia, mentre gli stringevo la mano ossessivamente, tenendomici aggrappata come ad un salvagente, mentre gli confessavo i miei sentimenti davanti a un intero branco di licantropi.

Non era esattamente così che me l'ero immaginato.

Mi morsi il labbro, desiderando di essere ancora svenuta sul tavolo operatorio dell'ambulatorio veterinario. Lui mi si avvicinò.

 

«È vero?» chiese, abbassandosi davanti alla mia sedia.

Volevo scomparire. Sotterrarmi. Soffocarmi con la maglia. Prendermi a pugni in testa fino a perdere i sensi.

 

«Emma?» cercò di richiamare la mia attenzione.

 

Io tenevo lo sguardo fisso sulle mie ginocchia.

 

«È vero?» riprovò.

Non riuscii a fare altro che annuire.
Far uscire gli altri era stato completamente inutile.
Potevano benissimo sentirmi, tutti tranne il veterinario.

Lui mi sollevò il viso con un dito.
Sbattei le palpebre, stranita.
Che faceva?
Si avvicinò ancora, e capii cosa voleva fare. Il mio cuore cominciò a battere talmente forte che sembrava volermi uscire dal petto e volare via.

Si mise sulle ginocchia, in modo da potersi sporgere meglio. La mano che non mi teneva il viso andò ad afferrare il bracciolo della sedia.
Socchiuse gli occhi, avvicinandosi. Era impacciato, goffo, indeciso.

E così dannatamente perfetto.

Mi sporsi anche io verso di lui, socchiusi gli occhi e feci entrare in contatto le nostre labbra.

Il mondo cominciò ad esplodere.
Ogni parte di me sprigionava elettricità, e mi aspettavo che i capelli stessero per rizzarsi come dopo una scossa elettrica.
Le sue labbra erano morbide e calde, dolci sulle mie.

Il bacio non durò più di qualche secondo, ma per me fu il paradiso.
Feci appena in tempo a guardare quegli occhi color miele, che un applauso si levò dall'esterno, con tanto di fischi.

 

«Idioti» bisbigliai, certa che potessero sentirmi.



Owwwh. AWWWW.
Awww. Era da tantissimo che volevo postare questo capitolo <3
Sorpassiamo la "trasformazione", la rissa etc e arriviamo alla parte più importante:
SI. SONO. BACIATI. Il primo bacio di entrambi! JKFSDKFDSFKS sì, sto fangirlando anche se sono io l'autrice.
Comunque... ho postato un giorno in ritardo, convinta di essere in perfetto tempismo... me ne sono accorta solo ora, scusate cwc
Sono allegrissima perché sono tre giorni che non vado a scuola e niente... un po' mi annoio, ma non importa c:
Ma.. ma.. 6 RECENSIONI? Mi fate andare in cortocircuito il computer, ragazze/i! Vi amo, mamma mia!
Un'ultima cosa, che non c'entra con il capitolo ma spero mi perdonerete...
chi ha sentito l'ultimo album di Demi Lovato?
JFDSKLFHDSJKFSD mi sta dando l'ispirazione per la prossima FF ;)
Colgo l'occasione per aprire un concorso:
TROVA IL TITOLO!

Vi spiego: sto scrivendo la seconda parte di Fly, e mi serve un titolo... ma non riesco a trovarlo! Quindi chiedo aiuto a voi: mi serve un titolo di una parola, possibilmente un verbo, in modo da mantenere una somiglianza con, appunto, "Fly.". Vi mando un bacio e un grosso ringraziamento,
Sara <3

  
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