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Autore: Knitting    08/05/2013    1 recensioni
Lidia, un'invasata di 24 anni, ha due ragioni di vita: i dolci e l'amore eterno.
Quando quest'ultimo la delude per l'ennesima volta decide di voltare pagina definitivamente, ormai le principesse sono in grado di salvarsi da sole e lei non sarà da meno.
Potranno un imprevisto, uno psicologo apocalittico e quello che sembrerebbe un principe farla ricadere nel capitolo della sua vita che aveva chiuso per sempre?
Una storia romantica immersa nell'umorismo,, meno superficiale di quello che sembra se si ha voglia di scavare.
Dal cpitolo 9:"Gli alberi divenivano viola, il cielo verde, gli occhi di un personaggio un arcobaleno empio di sfumature, di ricordi e immagini in cui poter sognare, in cui poter andare lontano."
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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h Come ho già accennato potresi star sproloquiando solo per me stessa ma nonostante tutto ho deciso di scrivere una nota. Insomma, giusto per schiarire le idee...Siamo in dirittura d'arrivo, dunque! Non è l'ultimo capitolo ma ci siamo quasi, perciò non perdete le speranze, la salvezza è vicina! Grazie a tutti i lettori e per il mio ostinato recensore, Moonguardian!*faccia da consegna degli Oscar* Okai, basta! Buna lettura!

Marry me
ovvero
i sogni sono solo illusioni

La lumachina la stava fissando con insistenza, Lidia poteva percepire il suo sguardo mentre avvicinava la forchettina che somigliava più a una bacchetta da fata turchina.
<< Anche lei ti parla mia cara? >> Mark sorrise sornione mentre la fissava prendendola in giro in quel modo bonario che era suo solito.
Più la ragazza passava del tempo con lui e più si rendeva conto che era l'uomo perfetto per lei, un principe azzurro dalle buone maniere che sua madre avrebbe di certo accettato. Avrebbe fatto volare lo stuolo di colombe che aveva cresciuto per l'occasione e da una magica borsetta avrebbe fatto uscire tutto l'occorrente per il matrimonio che organizzava da anni.
Magari ci sarebbe stata anche una scritta in cielo dal momento che il miracolo era avvenuto.
<< Se vedo pulcini inesistenti come non potrei vedere vita in una lumaca presente in tutto e per tutto. >> Lei gli sorrise di rimando, forse ancora più impacciata del solito.
Non era abituata, lui non l'aveva mai portata in un posto di così alta classe, nonché l'avesse desiderato. Ma di certo non se lo aspettava.
Doveva esserci qualcosa sotto, se lo sentiva.
<< Allora, come andata oggi da Lorence? >> L'uomo rimarcò maggiormente il nome esprimendoci insieme tutta la sua diffidenza e frustrazione. Non era un segreto che lo psicologo non gli piacesse.
Per la cronaca a fare box ci erano andati ma Lidia aveva avuto la brillante idea di portarli entrambi, provocando il caos in palestra di cui solo lei non si era resa conto.
Ci mancava poco e si lasciavano segni che nemmeno il tempo avrebbe rimosso, si erano picchiati con una certa irruenza inusuale per Lorence.
Quest'ultimo per discolparsi aveva sostenuto che “Non c'è peggior cattivo di un buono che diventa cattivo” e che evidentemente l'altro ce l'aveva messa tutta per farlo andare fuori dai gangheri.
Al di la di ogni previsione aveva vinto lui, dopo essersi beccato un bel pugno nei denti, ma aveva avuto la meglio.

Stagli lontano.” Aveva detto a Mark prima di lasciarlo a terra.
<< Abbiamo litigato... >>
<< Ah si? >> A Lidia parve di sentire quasi una nota allegra nella frase ma la ignorò, non aveva voglia di polemizzare. Questa volta Batman gli era sembrato davvero arrabbiato.
Tuttavia dopo tanto tempo passato anche con Lorence gli era venuto il callo di puntualizzare. << Non fare quella faccia, lo so che non lo sopporti ma almeno potresti provare a fartelo piacere... >>
<< Trova almeno due persone a cui piaccia! >> Rispose Mark incassando la testa nelle spalle per difendersi.
Ecco, adesso si chiude a riccio.

<< Per tua sfortuna sono ben più di due, avrà uno charme che non riesce a cogliere... >>
<< Ma quale charme! Non ha nessun lato positivo quell'uomo... >>
Lidia guardò il piatto, la forchetta vagava senza meta. << A volte sorride in modo gentile... >>
<< Oh bé, allora siamo proprio messi bene... >>
<< Smettila per favore. >> Lidia tentò il suo sguardo più supplichevole possibile
<< Dicevo solo... >>
<< Per favore. >>
Mark prese il bicchiere prima di assentire contro voglia. << Come tu desideri. >>
La ragazza si concesse un sorriso di vittoria. << E poi è grazie a lui se ti conosco. La mia favola si è avverata e ti ho incontrato! >>
<< Ti amo. >>
Ti amo
, quanto a lungo aveva aspettato quelle parole? Gli sembrava un eternità, aveva avuto tutto il tempo per trovare una risposta eppure in quel momento rimase nel più completo silenzio.
Non riusciva a parlare, in nessun modo.
Che fosse perché non aveva nulla da dire? Era possibile?
Gli occhi penetranti di Mark però non le lasciarono scampo.
<< Anch'io. >> La risposta uscì in un sussurro timido e insicuro, nemmeno lei si rendeva conto di averlo detto. Si ritrovò a non provare niente.
<< Usciamo da qui, devo dirti una cosa importante... >>
E se davvero gli avesse chiesto di sposarla? La ragazza entrò nel più completo panico.
<< Fuori? Ma fuori fa freddo! Non voglio uscire! >>
<< Avanti, è una cosa importante... >>
E senza nemmeno rendersi conto si trovò fuori sul marciapiede deserto poco lontana dalla piazza. Lui ce la trascinò tenendola per una mano.
<< Cosa c'è che non va Mark? >>
<< Io ti amo, non immagini quanto. >>
Alla ragazza venne spontaneo rispondere “okai”, ma fortunatamente prima di farlo riuscì ad imporsi il silenzio. Optò per una maschera di cera, come suo padre gli aveva sempre detto.
<< Vorrei stare con te per sempre... >>
Oh no...
<< Mark, ascolta... >>
<< No, aspetta. Tuttavia non posso...perché...perché... >>

Cosa?
<< Perché io sono sposato... >>
Eh?
Aveva sentito bene o se l'era sognato? La stava prendendo in giro, giusto?
<< Ahah, è un scherzo divertente. >>
<< Non sto scherzando... >>
Il silenzio che si formò fu il rumore più assordante che aveva mai sentito.
L'uomo con cui era uscita da mesi e mesi a questa parte era sposato.
Uomo.
Sposato.
Lui era sposato.
Uomo+Sposato+Lei= Adulterio
<< Che cosa?!? Mi stai dicendo che hai una moglie che ti aspetta a casa ogni volta che finisce un nostro appuntamento? >>
Nonostante la drammaticità del momento Lidia si sentì carica di un energia che non aveva mai posseduto, quasi fosse pronta per passare allo stadio di Super Sayan.
<< Non prenderla in questo modo! Mi sembra logico che non l'amo più... >>
<< Come dovrei prenderla?! Sono uscita con un uomo sposato, forse con figli! E mi hai pure mentito, mi hai ingannato! >>
<< Ti prego calmati! >>
<< Calmarmi? Appenderò per tutta la città volantini con la tua faccia scrivendo che sei uno stronzo e che nessuna ragazza dovrà mai avvicinarsi a te! >>
<< Non mi pare che mister Sotuttoio sia tanto meglio! >>
Lidia sgranò gli occhi. << Lui è divorziato! >>
Mark allungò una mano per trattenerla ma con scarsi risultati.
<< Toccami e ti fracasso... >> Si trattenne dall'urlare cose sconce nel bel mezzo della strada ma nonostante il contegno che la vincolava gli tirò un calcio nello stinchi prima di scappare via.
Corse con i tacchi, pendolante da una parte all'altra, la sua ombra ondulava sui muri. Andò avanti senza nessun senso dell'orientamento, praticamente a caso.
Un uomo sposato!
Non riusciva a pensare altro.
Alla fine alla sua corsa si frappose una fontana in cui quasi non cadde. Vi si sedette e pianse.
Cominciò a piangere come una pazza, sia per la rabbia che per l'umiliazione eppure, per quanto fosse troppo sconvolta per rendersene conto, un peso dal cuore se ne era andato.
Inconsciamente prese il telefono, quasi mossa da un'altra forza, e pigiò i numeri.
<< Lorence? Vienimi a prendere ti prego! No, non lo so dove sono...su una fontana! Va bene, cerco la via se è segnata...si, ti aspetto qui...Lorence? Vieni presto! >>

  
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