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Autore: AlberoDiBanane    08/05/2013    0 recensioni
Volevo una vacanza, solo una semplice vacanza.
Tra l’uscita del nuovo album, l’inizio del nuovo tour, le pressioni familiari, non ero riuscito a trovare un solo momento per me.
Quindi, un bel giorno, mi ero seduto davanti al computer, avevo girato un paio di siti, e avevo prenotato una stanza nell’hotel più lussuoso, più costoso e più confortevole delle Hawaii.
Ciò che non sapevo, era che dentro l'albergo ci sarebbe stato anche ciò che avrei odiato.
O meglio, colei che avrei odiato.
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Joe Jonas
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Cominciai a correre per il corridoio.
Mi infilavo tra le persone alla velocità della luce, senza preoccuparmi di chiedere scusa.
Il bruciore, che prima si concentrava in piccoli punti del busto, si stava espandendo, comprendendo sempre più pelle.
Mi dimenavo come un matto mentre, disperatamente, raggiungevo la mia meta.
Ne avevo bisogno, ne avevo assoluto bisogno.
Quella sostanza...
Quella polverina bianca, fine, ma comunque potente, che aveva il potere di farmi stare bene in un attimo.
Spalancai la porta dell’infermeria.
Era lì che, a quanto pare, la tenevano.
Aprii tutti gli armadietti, i cassetti, i barattoli.
Niente.
Poi, improvvisamente, eccolo.
Il barattolo in ceramica, di un azzurro pallido, con una scritta bianca ben in vista: talco.
Finalmente!
Lo aprii: vuoto.
–NO!– urlai, drammaticamente.
Iniziai a saltellare da un piede all’altro, mentre il bruciore si faceva più intenso, pensando a dove poter trovare altro talco.
Schioccai le dita, preso da un’illuminazione.
Le “proprietarie” dell’hotel dovevano averne di certo un po’, giusto per non usare l’infermeria comune.
Ricominciai a correre, più veloce di prima.
Feci le scale due gradini alla volta.
Ora che ci penso, avrei dovuto prendere l’ascensore, dato che la camera era all’ultimo piano; ma, sotto questo punto di vista, non avrei dovuto neanche fare immersioni, dato che la muta da sub mi aveva procurato irritazione.
Stanco e stremato, arrivai davanti alla porta dell’appartamento.
Per un attimo il sudore sembrò attenuare il bruciore, ma fu solo per pochi secondi, poi riapparve più doloroso di prima.
Bussai freneticamente fino a farmi del male alle nocche.
Ad aprire fu la piccola Jennifer.
–Jenny! Sia lodato il Signore; dimmi che avete del talco qui!– dissi, quasi urlando.
–Sì, dovrebbe essere in bagno, ma...– non la lasciai finire che mi fiondai al bagno.
Tentai di abbassare la maniglia, ma la porta era chiusa.
–C’è mia sorella in bagno– concluse finalmente la bambina.
Battei una mano sulla porta.
–Joey? Cara Joey, avrei assoluto bisogno di entrare!– esclamai.
–Non ce l’hai un bagno tuo?– mi sentii chiedere da dentro.
–Non è questo il punto!–
–Okay, dammi un minuto– concluse.
Non l’avesse mai detto; quel minuto durò... un po’ più di un minuto.
–Joey, credo che tu non sappia la definizione di “un minuto”!– sbraitai.
Nessuna risposta, solo lo scrosciare dell’acqua.
Il dolore si stava facendo insopportabile.
Attesi altri dieci minuti, tra bruciori atroci, prima di sentire la serratura scattare.
Spalancai la porta.
In piedi, davanti a me, Joey se ne stava tranquilla, seduta accanto al lavandino, con i capelli umidi.
Dedussi che doveva aver fatto una doccia.
–Dimmi dov’è il talco– dissi, scandendo bene le parole.
Girò lentamente il busto, per poi aprire l’armadietto dietro di lei.
Ne estrasse un barattolo verde con il tappo bianco.
Al suo interno: il mio tesoro.
Feci per prenderlo, ma il contenitore si allontanò prima che potessi sfiorarlo.
Guardai la ragazza, che mi sorrise innocentemente.
La cosa continuò per altre sei o sette volte, dopodiché mi stufai.
–Dammi quel dannatissimo talco!– esclamai.
–Okay– rispose semplicemente.
Aprì il barattolo e rovesciò il talco lungo il banco in marmo che circondava il lavandino.
Formo una linea retta, simile alle strisce di cocaina.
–Non sei una tossicodipendente, vero?– chiesi.
Scosse la testa e recuperò un phon da un cassetto.
La rivelazione di ciò che stava per accadere mi raggiunse insieme al talco, non appena Joey azionò il phon nella mia direzione.
Mi ritrovai bianco da capo a piedi.
Sputai un po’ di polverina bianca che mi era finita addosso, e mi sfregai gli occhi.
La ragazza mi guardava allegra.
–Tu...– dissi, avvicinandomi.
–...Sei...– aggiunsi, arrivandole a pochi centimetri di distanza.
–...Morta!– esclamai.
Con un’abile giravolta mi sorpassò, cominciando a correre.
Con me al seguito.
–Vieni immediatamente qui, ragazzina insolente!– urlai.
–‘Sto cazzo!– mi rispose.
Ringhiai, per poi seguirla giù dalle scale.
–Giuro che se ti prendo...– dissi.
–Prima mi prendi, dopo ci pensi!–
In realtà, considerando le mie capacità fisiche, sarei stato in grado di raggiungerla nel giro di pochi secondi.
Ma, considerando anche il fatto che conosceva l’albergo meglio di me, i dolori che provavo in quel momento non mi permettevano grandi movimenti.
L’avevo quasi raggiunta, quando, Dio solo sa perché, si fermò di scatto, facendoci cadere l’uno addosso all’altra.
Le nostre labbra erano a pochi centimetri di distanza.
Magari, forse, in un’altra situazione, in un altro posto, con un’altra persona, mi sarei sentito decisamente meglio.
Il suo viso innocente aveva lasciato spazio ad un ghigno, che di innocente aveva ben poco, e ad uno sguardo lascivo.
–Per me possiamo rimanere così anche tutto il giorno, nessun problema! Un po’ scomodo, ma la natura umana non conosce confini– disse.
Ci misi un po’ per capire quanti doppi sensi nascondeva quella frase.
Mi scostai bruscamente alzandomi in piedi.
In fondo, ero riuscito a sporcarla di talco.
Si guardò i vestiti macchiati.
–Ora sì che sembro una tossicodipendente– disse.
Le tesi una mano per aiutarla ad alzarsi.
Mi guardò negli occhi.
Verde nel marrone.
Si avvicino di più, fino a far aderire i nostri corpi.
Il mio cuore cominciò a battere più velocemente.
Si avvicinò al mio volto, le labbra leggermente schiuse.
–Secondo te, è buona una canna al talco?– sussurrò.
Girai i tacchi e me ne andai.
 

Capitolo obbrobriosamente corto.
Non mi pronuncio nemmeno.

Grazie a EyesOpen JoBrs_N Sharpettes per aver inserito la storia tra le seguite.
Grazie a Rawr_per averla inserita tra le preferite.
I love you <3.

  
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