Serie TV > I Cesaroni
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Autore: AlexMarinuzzi    08/05/2013    1 recensioni
L'estate è finita. Marco, Eva, Rudi, Alice e tutti i protagonisti della storia sono pronti a vivere una serie di nuove avventure
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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San Martino era un giorno particolare per i Cesaroni.
Ogni anno Giulio e Cesare organizzavano una grande festa in bottiglieria dedicata all'apertura dei migliori novelli del Lazio.
 
Quel giorno Rudi e Alice presero la decisione di confessare il loro amore a Giulio e Lucia.
La sveglia per Rudi suonò puntuale alle sette del mattino.
"Devo smetterla di fare le ore piccole" pensò mezzo addormentato; prese le sue cose e uscì dalla stanza diretto in bagno, si fermò a contemplare la porta della camera di Alice e gli scappò un sorriso.
"Peccato che le ore piccole le passo con lei e sono i momenti più belli della giornata”.
In quel momento, Alice uscì dalla sua camera.
"Buongiorno" disse lui.
"Ciao" rispose lei con il sorriso.
"Hai dormito bene?"
"Potevo dormire meglio. Solo se ci fossi stato tu accanto a me"
Rudi si avvicinò per abbracciarla ma furono interrotti da Giulio e Lucia.
"Buongiorno ragazzi."
Rudi e Alice ebbero un sussulto.
"Buongiorno papà. Buongiorno Lucia"
"Buongiorno a voi" risposero i due ragazzi imbarazzati.
I genitori risero divertiti.
"Dopo pranzo non prendete impegni che vorremmo parlarvi”.
I due adulti scesero in cucina a preparare la colazione.
"Secondo te cosa vogliono dirci?" chiese Rudi.
"Non so che dire. Però che ne dici di riprendere ciò che abbiamo interrotto poco fa?”.
Alice con le sue mani salì il contorno del petto del suo ragazzo e chiuse le braccia attorno al collo di Rudi.
"Mi stuzzichi Sardina"
"Muoviti e baciami"
"Agli ordini capo" Rudi baciò la sua ragazza stringendola il più possibile al suo corpo.
"Vuoi andare prima tu in bagno?" chiese Rudi.
"No dai vai tu. Devi andare in bottiglieria no?"
"Però tu devi andare in libreria"
D'improvviso videro un’ombra entrare in bagno e chiudere la porta a chiave.
"Intanto che voi pomicioni decidete, il bagno lo uso io" disse Mimmo oltre la porta.
Rudi e Alice risero divertiti.
"Va bene nano. Ma non ammazzarti di... " si bloccò in tempo per non fare brutta figura con Alice.
"Vabbè ci siamo capiti no?"
"Non ti preoccupare. Non sono mica come te, fratellone."
Alice trattene una risata.
"Dato che abbiamo qualche minuto a disposizione e hai messo in mezzo l'argomento che ne dici se... " propose Alice.
Rudi la prese in braccio ed entrarono nella stanza delle ragazze chiudendo la porta alle loro spalle.
Marco assistette a tutta la scena dalla porta della sua camera.
"Ormai non sanno fare altro" pensò sorridendo.
 
Il ragazzo salì le scale e si diresse verso la mansarda; bussò e la risposta di Eva non si fece attendere.
"Buongiorno Eva."
"Buongiorno Marco"
"Ah vedo che siete già pronte."
"Si ci siamo svegliate prima altrimenti sarebbe stata una guerra per chi deve usare prima il bagno"
"Infatti Mimmo ha appena rubato il posto a Rudi e Alice. Ma hanno trovato qualcosa di meglio da fare”.
"Certo che stanno sempre azzeccati. Mi chiedo come mamma e Giulio non si siano accorti di niente.”.
"Forse sono più bravi di noi a nascondersi" disse Marco con un pizzico di amarezza.
"Già. Ti ricordi quando ci nascondevamo per non farci beccare?"
"Come posso dimenticarmene. Ti ricordi il capanno degli attrezzi?"
Eva annuì "E il tetto te lo ricordi?" domandò la ragazza.
"Adoravo quel posto."
"Ok basta ricordare sennò rimaniamo qua per ore intere. Dopotutto fa parte del passato no?"
"Sì, è tutto passato"
"Eva non sai quanto vorrei che quel passato tornasse. Non sai quanto è grande la voglia di dirti che Maya è stata solo uno sbaglio e che in realtà io non ti ho mai dimenticato" pensò Marco.
"Marco accompagneresti tu Marta all'asilo? Stamattina devo andare presto in redazione."
"Certo. Non c'è nessun problema. Stasera tieniti libera mi raccomando. Ci sarà la festa in bottiglieria e come membro della famiglia non puoi mancare.”.
"D'accordo Cesaroni. Non mancherò puoi starne certo" sorrise la donna infilandosi la giacca.
"Io vado Marco. Buona giornata"
"Buona giornata anche a te"
Marco prese in braccio la figlia e si diresse in cucina per fare colazione.
In quel momento Rudi e Alice uscirono dalla stanza di Alice con due visi felici ed estasiati.
Mimmo invece uscì dal bagno.
"Però non è che dovete fare tutto questo casino ogni volta che s... "
Marco tossì interrompendo Mimmo.
Mimmo guardò il fratello e la nipotina con aria preoccupata tipica di qualcuno che incorre in una gaffe.
"Noi stiamo andando a fare colazione. Dai sbrigatevi a prepararvi" disse il fratello maggiore.
Marco scese le scale ed entrò in cucina.
"Salvato in calcio d'angolo" sospirò Mimmo.
"Dai nano, l'importante è che Marta non abbia sentito. Piuttosto hai finito in bagno?"
"Si certo. È tutto vostro"
"Vuoi andare prima tu Alice?"
"No dai vai tu tranquillo."
"Sentite perché non lo usate insieme? Papà e Lucia saranno indaffarati a preparare la colazione quindi nemmeno vi sentiranno."
Rudi guardò Alice sorridendo ed entrarono insieme in bagno.
 
Al piano inferiore intanto i grandi erano riuniti a fare colazione.
"Giù, è sparita una bottiglia di vino dalla cantina. E mo come famo?" domandò Cesare al fratello minore.
"Una bottiglia che sarà mai. Dai Cè non essere paranoico"
"Va bene. Io vado a cambiarmi che devo accompagnare Marta a scuola e poi devo andare da Franco"
Marco lasciò la cucina lasciando lì la bambina che giocava con Matilde.
Mentre saliva incrociò i fratelli e Alice che scendevano.
"Buongiorno a tutti." dissero i tre in coro.
"Buongiorno ragazzi. Dai cè andiamo in bottiglieria dato che dobbiamo finire i preparativi per stasera. Rudi, non fare tardi”
“Non ti preoccupare papà. Tra una mezz’oretta starò lì”
I due fratelli uscirono diretti in bottiglieria.
“È meglio che vada anche io altrimenti Stefania mi uccide. Ciao a tutti” salutò Lucia.
Marco intanto tornò in cucina.
“Wow. Manco due minuti e tutti vanno via. Vabbè vado anche io altrimenti rischiamo di arrivare tardi all’asilo. A dopo” Marco prese la figlia per mano e andarono via.
“Andiamo anche noi” dissero Mimmo e Matilde.
“Ci vediamo a pranzo” salutò Alice.
 
Anche a casa Masetti, i componenti della famiglia erano intenti a fare colazione, quando il campanello suonò. Stefania lasciò la caffettiera sul fuoco e andò ad aprire. Con grande sorpresa non vide nessuno dall’altra parte della porta. Solo un vassoio e un foglio su di esso.
Stefania prese il biglietto, scartò la carta che avvolgeva il vassoio e vide che esso era colmo di cornetti.
Allora la donna lesse il biglietto. “Vi aspettiamo in bottiglieria alle otto”. Stefania rimase stupida da quel biglietto.
“Ezio, preparati che dobbiamo andare in bottiglieria”.
 
Marco lasciò Marta al nido e mentre si dirigeva al rock studio, ricevette un messaggio da un anonimo.
“Vieni ora in bottiglieria”
“Che strano messaggio” il ragazzo non si fece tante domande, girò i tacchi e si diresse in bottiglieria.
Quando arrivò, vide Ezio e Stefania seduti agli sgabelli con un’aria preoccupata.
“Buongiorno”
“Ciao Marco. Come mai qui?” chiese Giulio.
“Ho avuto uno strano SMS. Diceva che dovevo venire qui”
“Anche noi abbiamo avuto un messaggio simile” disse Ezio.
“Chi può convocarci qui?” si chiese Marco.
“Li abbiamo mandati noi” rispose una voce maschile dietro la porta d’ingresso.
 
La voce varcò la soglia e rimasero tutti stupiti.
Un ragazzo dai capelli color castano chiaro e una ragazza bionda si mostrarono.
Stefania iniziò a commuoversi.
“Walter! Bello di mamma” la donna corse ad abbracciare il figlio seguita da Ezio, Marco, Giulio e Cesare.
“Non ci posso credere. Il mio Walter - ego di nuovo a Roma.” Disse Marco euforico.
“Marco!” urlò Walter entusiasta.
“Chi sono io?” continuò.
“Il maestro. E chi sono io?”
“Il maestro del maestro”
“Bello pisellone!” urlarono all’unisono facendo quel gesto che li contraddistingueva.
“Ma si può sapere che succede? Si sentono le urla da…” disse Lucia entrando nel locale.
“Walter, Carlotta. Che bello rivedervi.”
“Salve signora Liguori.” disse educatamente Carlotta.
“Dai sediamoci e prendiamoci un caffè” intervenne Giulio.
“Come mai siete qui a Roma?” domando Marco.
“Bottazzi ha deciso di farmi tornare a casa e continuare a lavorare in officina” rispose Walter.
"Ma è una notizia fantastica. Andiamo in officina così saluti Diego" esultò Ezio che prese il figlio e lo trascinò all'officina.
"Ammazza. Non l'ho mai visto così pieno di energia" disse Stefania.
"Forse è meglio se andiamo anche noi. Alice tra poco arriverà in libreria e non può aprirla dato che non ha le chiavi."
"Si. Carlotta vuoi venire con noi così ti mostriamo la libreria?"
"Sì."
Le tre donne si alzarono dai loro posti e si diressero in libreria.
"Ah Carlotta. Stasera ci sarà una festa qui in bottiglieria. Mi raccomando. Non mancate." interruppe Giulio.
"Lo terrò a mente signor Cesaroni. Arrivederci."
 
Vicino la porta della libreria, le tre donne videro Rudi e Alice coccolarsi abbracciati.
"Ehi voi due!" tuonò Stefania.
I due ragazzi si staccarono di botto.
"Scusate, avevo visto un ragno e mi sono istintivamente abbracciata a Rudi." cercò di giustificarsi Alice.
"Non so perché ma questa frase pare di averla sentita da qualcun'altra" disse Carlotta ridendo sotto i baffi.
"Carlotta! Ciao ma che bella sorpresa" disse Alice salutando la ragazza seguita da Rudi.
"Ma come mai qui?" chiese Rudi.
"Bottazzi ha deciso di far tornare Walter al suo lavoro in officina e io l'ho seguito"
"Ah c'è anche Walter. E dov'è?" chiese Alice.
"Al momento è in officina con Ezio." rispose Carlotta.
"Ezio in officina? Questa è una sorpresa" disse sarcastico Rudi.
I cinque sorrisero a quell'affermazione.
"È il momento di lavorare. Rudi, tuo padre ti sta aspettando in bottiglieria. Avanti vai." tuonò di nuovo Stefania.
"Agli ordini capo"
"Ci vediamo a pranzo" concluse Lucia entrando in libreria con le altre.
 
La mattinata passò in fretta e la famiglia si ritrovò come di consueto attorno al tavolo della sala da pranzo.
"Uff che pranzo. Non mi sono sentito tanto pieno" disse Giulio.
"A chi lo dici. Io non riesco neanche a muovermi." aggiunse Mimmo.
"Bene. Marco, Mimmo potreste sparecchiare per favore?" chiese Lucia.
"Certo, non c'è nessun problema" rispose il maggiore dei figli di Giulio.
"Rudi, Alice. Potete venire fuori con me e Lucia per favore"
I due ragazzi si guardarono dubbiosi, ma accettarono la proposta.
I quattro uscirono e i genitori si sedettero sul dondolo.
"Bene ragazzi. Vorremmo parlarvi." iniziò Giulio.
"Siamo tutto orecchie papà"
"Abbiamo visto degli strani atteggiamenti da parte vostra ultimamente" disse Lucia.
"Tipo?" chiese Alice.
"Tipo che state sempre insieme, ogni volta che vi vediamo state sempre abbracciati. Insomma ci sembra di vivere un dejà vu." rispose Giulio.
Rudi e Alice iniziarono a sudare freddo.
"Beh noi siamo sempre stati uniti, per superare ogni difficoltà e ogni volta che ci abbracciamo è per incoraggiarci" si giustificò Alice.
"Ragazzi. Non siamo ciechi" sentenziò Lucia.
Rudi e Alice si guardarono e presero coraggio.
"Noi stiamo insieme" dissero nello stesso momento.
I genitori tirarono un sospiro di sollievo.
"Meno male. Lucia abbiamo vinto la cena"
"E vai." esultarono i genitori.
I ragazzi li guardarono con aria interrogativa.
Giulio prese il cellulare e compose un numero.
"Ezio. Ci dovete la cena. Sì, stanno insieme. Mi spiace per te e Stefania. Facciamo sabato sera? Perfetto. Intanto ci vediamo stasera."
L'uomo chiuse la chiamata e abbracciò la moglie.
"Ci spiegate cosa significa tutto questo?" domandò Alice.
"No, è una piccola scommessa che abbiamo fatto con Ezio e Stefania. Noi dicevamo che stavate insieme e loro dicevano di no" rispose Lucia.
"No, scusate. Non so se avete capito. Io e Alice stiamo insieme."
"Abbiamo capito Rudi. E ci avete fatto guadagnare una cena." rispose Giulio.
"Ma non siete minimamente arrabbiati?" chiese Alice.
"No per niente. Perché dovremmo esserlo?" rispose Lucia.
"Mamma. Io più Rudi uguale fidanzati"
"E quindi? L'importante è che siate felici. Giusto Lucia?"
"Più che giusto"
"Quindi accettate il nostro amore?" chiese Rudi.
"Certo figliolo. Abbiamo sbagliato con i vostri fratelli volendoli separare a tutti i costi. E come si dice sbagliando si impara"
Rudi e Alice si slanciarono abbracciando i rispettivi genitori.
"Grazie grazie grazie" dissero insieme.
"Di niente. Dai andate in camera. Avete un'oretta per stare soli prima di tornare a lavoro." concluse Giulio.
Rudi e Alice si presero per mano ed entrarono in casa.
 
"Ah Rudi."
"Che c'è papà?"
"Tieni questi."
L'uomo prese una scatola dalla tasca e la lanciò verso il figlio.
"Ma che cazz...preservativi?"
L'uomo fece l'occhiolino al figlio e tornò a coccolare la moglie.
"Hai visto tuo padre. È più avanti di te."
"Vedi che io sono un maestro nel controllarmi"
"Davvero? Dimostramelo."
Il ragazzo abbracciò la fidanzata ma lei si divincolò.
"Però devi prendermi prima"
"È una sfida? L'accetto."
Rudi e Alice iniziarono a correre per tutta la casa e il giardino finché il ragazzo non riuscì a bloccarla nella camera di Alice cadendo sul letto di lei.
I due risero come ragazzini.
Alice si alzò e chiuse a chiave la stanza, chiuse le persiane, si mise a cavalcioni su Rudi e iniziò a baciarlo ovunque spogliandolo.
Rudi fece altrettanto con lei e si ritrovarono nudi lui su di lei.
"Proviamo uno dei preservativi di papà?"
"Ma come? Non avevi detto che eri il maestro dell'autocontrollo?”.
Rudi prese il pacchetto e lo buttò dall'altra parte della stanza.
Tornarono a baciarsi e Rudi iniziò ad entrare dentro di lei con una dolcezza unica.
La ragazza inarcò leggermente la schiena ed emise un piccolo gemito di puro piacere.
"Senza di te come farei?" chiese Rudi.
"A sopportare tutti i nostri perché"
"A non urlare se ce l'ho con te"
"Noi siamo una combinazione senza nome"
"Come due anelli quasi fratelli"
"A realizzare tutti i nostri farò"
"A non mollare quando me ne andrò"
"Noi siamo un'emozione senza nome"
"Come due anelli più che fratelli"
"Grazie Alice"
"Per cosa?"
"Per tutto l'amore che mi dai"
"In realtà dovrei essere io a ringraziarti per questo. Perché grazie a te ho capito cosa significa amare”.
"Ti amo Acciuga"
"Ti amo Babbeo"
 
La sera arrivò in fretta e la bottiglieria e la piazza antistante erano pronte alla grande festa.
"E così state insieme" disse Stefania rivolta a Rudi e Alice.
"Sì, Stefania. E non potremmo essere più felici in questo momento" rispose Alice.
"Come?" domandò Walter. "Voi due? Ma non vi siete mai sopportati"
"Eh già. Però la linea che divide l'odio dall'amore è sottilissima. Pensavo lo sapessi"
"Buonasera a tutti." disse Eva entrando in bottiglieria.
Tutti istintivamente si misero davanti Walter e Carlotta cercando di nasconderli.
"Perché vi siete messi in questo modo? State cercando di nascondere qualcosa?" sorrise la donna.
"In realtà sì. È una sorpresa che spero tu possa gradire." rispose Marco.
"E di cosa si tratta?"
"Si tratta di noi due." disse Carlotta alzandosi insieme a Walter dagli sgabelli dov'erano seduti.
Eva rimase di stucco nel vederli.
Emise un piccolo urlo di gioia e abbracciò l'amica.
"Ma che ci fate qua?"
"Siamo tornati perché torno a lavorare in officina" disse fiero Walter.
"Con Bottazzi non è andata bene?"
"È andata più che bene. Continuerò a lavorare per lui"
"Non sapete quanto mi rendete felice." disse abbracciando entrambi.
"Adesso siamo di nuovo insieme. Noi quattro. E nulla ci separerà" disse Carlotta.
Eva a quelle parole guardò Marco in modo triste. Non era proprio come un tempo. Ma andava bene lo stesso.
"Scusate se interrompo questo momento strappalacrime, ma tra poco inizierà la festa e qui voglio meno persone possibili" disse Cesare in modo leggermente burbero.
"Tranquillo zio. Possiamo continuare la nostra chiacchierata fuori" alleggerì Eva che prese per mano Carlotta e la trascinò fuori.
"Hai visto come ti ha guardato?" domandò Mimmo a Marco.
"Sì. C'era tanta amarezza nei suoi occhi"
"Sicuro che funzionerà il tuo piano?"
"Deve funzionare. Ricordati ciò che devi fare"
 
La festa passò senza troppi intoppi e Masetti e Cesaroni si ritrovarono di nuovo in bottiglieria.
"Allora è andata bene?" chiese Pamela a Cesare.
"Più che bene. In una serata abbiamo guadagnato oltre sei mila euro. Non credo possa capitare di nuovo"
"Scusate tutti. Potreste prestare un po' della vostra attenzione? Dovrei fare un annuncio a tutti" interruppe Walter le varie conversazioni che si stavano tenendo.
"Che hai intenzione di fare Walter?" chiese Carlotta.
"Una sorpresa"
Walter s’inginocchiò davanti la fidanzata e prese un pacchetto dalla tasca e lo aprì mostrando un anello con un piccolo diamante sulla cima.
"Walter cosa significa?"
"Carlotta vuoi sposarmi?"
Tutti rimasero sorpresi dalla proposta di Walter e attesero la risposta di Carlotta.
Lei s’inginocchiò di fronte al fidanzato e finalmente rispose alla domanda.
"Certo che voglio sposarti Walter."
Walter prese l'anello dal pacchetto e lo infilò all'anulare di Carlotta e si baciarono.
"Ma qua dovemo festeggià. Cesare puoi uscire qualche bottiglia di spumante?" esultò Ezio.
"Certo, però me devi pagà"
"Si te pago. Nun te preoccupà"
Marco si avvicinò all'amico e si congratulò con lui.
"Finalmente ti sei deciso a fare il grande passo" disse abbracciando l'amico.
"Sì. La amo e non riuscirei a vivere per due minuti lontano da lei."
"Sono contento per voi."
I festeggiamenti per l'imminente matrimonio andarono avanti per mezz'ora.
"Bene direi che è il momento di andare. Cesare chiudi tu?"
"Sì. Vai tu che qua ci penso io"
Tutti andarono via dalla bottiglieria e Cesare poté chiudere in santa pace.
 
Arrivata a casa, Eva fece immediatamente addormentare Marta e mentre si stava cambiando Mimmo entrò in mansarda.
"Eva"
"Dimmi Mimmo."
"Posso chiederti un favore?"
"Certo."
"Potresti tradurmi queste frasi in italiano? Perché io non riesco"
"Vediamo di che frasi si trattano"
Eva prese il quaderno di Mimmo e lesse la frase.
"Lie down on the roof, the night you and me." recitavala prima.
"Please, forgive me." diceva la seconda.
"Please. I'm waiting for you"
"Scusa Mimmo esco un attimo che devo prendere una boccata d'aria."
Eva uscì velocemente dalla mansarda, si diresse in giardino e vide una lunga scala che portava al tetto.
Senza esitazioni la salì e vide Marco sdraiato nel punto dove erano soliti nascondersi.
"Che significa questa storia?" disse avvicinandosi.
"Che storia?"
"Non fare il finto tonto Marco. Quella di usare Mimmo per raggiungerti qui sul tetto."
"L'hai detto. Per farti venire qui sul tetto con me"
"Bene sono qui. Hai qualcosa da dirmi?" disse seccata.
"Sì, Eva. Una cosa banale ma che per noi due ha significato tanto.”.
"Ah e cos'è?"
Marco si alzò e si posizionò di fronte a lei.
"Ti amo Eva. Ti amo e non ho mai smesso di amarti."
"Sì. Come quando mi mollasti a Giugno per correre da lei.”.
"Ho sbagliato Eva. Ti chiedo scusa per averti fatto soffrire."
"E ci pensi dopo cinque mesi? Ho sofferto come non mai e credi che questo possa farti perdonare?"
Marco abbassò lo sguardo.
"Ti ricordi quando sono tornato a Roma senza dirvi nulla?"
"Sì ma, questo cosa c'entra ora?"
"Non ero tornato per incontrare il mio manager. Ero tornato per te. Perché da quando sei tornata nella mia vita, non faccio altro che pensare a te. Ogni singolo momento, che sia giorno o che sia notte.”
“Ti prego Marco non mentirmi di nuovo. Non ce la farei a sopportare di nuovo tutto quel dolore”
“Eva non ti sto mentendo. Se ho mollato Maya è perché non potevo stare con lei. Ogni cosa che facevo assieme a lei ricordava te. Ogni notte immaginavo te accanto a me non lei.”
Eva abbassò lo sguardo.
“Ce la meritiamo davvero una seconda possibilità secondo te?”
“Sì Eva. Perché nessuno di noi due ha dimenticato davvero l’altro. Il nostro amore è più forte di qualsiasi altro. Abbiamo superato Rachele, Alex, Simona, Giorgio e Sofia. Supereremo anche quest’ultimo mio errore. Perdonami Eva. Ti amo. Ovunque andrai”
Eva iniziò a piangere di gioia e abbracciò Marco.
“Marco. Anche io ti amo. Ho sperato che questo momento arrivasse.”
Marco prese il volto di Eva e iniziò a baciarla.
“Però ora Eva non piangere. Perché se piangi mi uccidi. Ti amerò. Per sempre”
Eva allora tornò a baciare e lo spinse sulle coperte dov’era seduto prima.
La donna iniziò a spogliare Marco e lui fece altrettanto con lei.
Si coprirono e lui iniziò a baciarle dolcemente il collo, scendendo giù per il seno lasciando baci roventi sui capezzoli.
Eva prese il viso di Marco e lo riportò sul suo e lo baciò con la passione di un tempo. Fu in quel momento che Marco entrò piano in Eva.
La donna gemette di piacere a quel tocco e quando Marco iniziò a muoversi dentro di lei.
Rimasero tutta la notte a fare l’amore sul tetto.
Fu la notte più bella della loro vita. Perché finalmente si erano ritrovati. E stavolta niente e nessuno li avrebbe separati.



A/N Buonasera a tutti :) Eccomi di ritorno con questo capitolo che spero possa esservi piaciuto :)
Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate con una critica nelle recensioni :)
Grazie infinite a tutti coloro che hanno seguito questa FF e che l'hanno recensita con entusiasmo :)
   
 
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