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Autore: risakoizumi    08/05/2013    3 recensioni
La mia breve vita è stata un susseguirsi di momenti di gioia e infelicità.
La sofferenza è quella che ricordo meglio e che è stata al centro delle mie giornate per lungo tempo.
Una volta ero soltanto l’ex ragazza di Sam dal cuore spezzato e che nessuno sopportava.
Adesso mi sento una persona diversa.
Sono più forte, sento che niente può distruggermi. Sono padrona della mia vita. La triste e collerica ragazza di La Push si è trasformata in una persona nuova.
Osservo il ragazzo che sta in piedi accanto a me. I suoi occhi sembrano sorridermi, come sempre.
"Sei pronta?" mi chiede, prendendomi per mano.
"Sì". Ricambio la sua stretta sicura e familiare.
Il momento è arrivato, ma non ho paura. Santo cielo, sono Leah Clearwater! Dovrebbero essere loro ad avere paura di me!
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leah Clearweater, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Eccoci. E’ il grande giorno. Sue e Charlie stanno per sposarsi. Mia madre è stata costretta da Alice a passare la notte in casa Cullen (“Va contro le tradizioni stare con lo sposo la notte prima delle nozze!”). Mi sono opposta in tutti i modi possibili e alla fine mi sono dovuta rassegnare. E’ davvero divertente il fatto che un mutaforma permetta che la madre dorma in un covo di succhiasangue. Sono rimasta sveglia tutta la notte e, a un certo punto, mi sono anche trasformata per andare a controllare la situazione. Ovviamente non sono neanche arrivata nel giardino dei Cullen, perché Quil, che era di guardia, ha svegliato Jacob e questo per poco non ha usato il comando da alfa per rimandarmi a casa di Charlie. Già, ormai stiamo in casa di Charlie da tre giorni; tuttavia non posso dire che prima non ci stessimo, considerando che mangiavamo quasi tutti i giorni qui. Seth è già andato a casa Cullen: è lui che accompagnerà nostra madre all’altare. Ieri Alice ha cercato di far rimanere da loro anche me, o almeno di farmi andare a casa loro di mattina presto: devo ammettere che non ha insistito molto, forse perché le ho ringhiato contro. Tuttavia Alice non si arrende mai: tutto ciò che organizza deve rasentare la perfezione, e una damigella senza trucco e senza acconciatura non può esistere in un matrimonio pianificato da lei. Così ha mandato Esme per sistemarmi i capelli e per truccarmi: come se mandando la succhiasangue più materna tra loro potesse cambiare qualcosa. Insieme a Esme è tornato anche Seth, forse perché credono che lui abbia qualche chance di convincermi. Bè, si sono sbagliati, non ho permesso a Esme di toccarmi. Alla fine arrivano Bella e Kim, la ragazza di Jared. Ovviamente Bella indossa il mio stesso abito ed è semplicemente perfetta: dalla punta dei capelli a quella dei piedi. Peccato per la puzza e per gli occhi arancioni. A quanto pare è stata Kim la nuova vittima scelta da Alice per acconciarmi i capelli e truccarmi come Bella. Mi intestardisco  un altro po’, ma alla fine cedo. Mi affido alle mani di Kim. E’ una ragazza simpatica, non è molto bella, ma è dolce e riflessiva: insomma, il tipo di ragazza che vorrei essere io. Finalmente, dopo quella che mi sembra un’eternità, mi viene concesso di alzarmi dalla sedia. Lancio una veloce occhiata allo specchio: devo dire che Kim ha fatto un buon lavoro, il trucco azzurro e bianco mi dona.
<< Ragazze, avete terminato? Charlie è pronto >> dice Esme, dalla soglia della porta della mia stanza. Indossa un bellissimo vestito arancione a sirena.
<< Sì >> risponde Kim, con un sorriso soddisfatto.
<< Oh Leah, sei bellissima >>. Proprio non la capisco questa Esme. Poco fa mi sono rifiutata di farmi toccare anche un solo capello da lei perché mi disgusta, ma non è per niente offesa. Bella, dietro di lei, è radiosa.
<< Grazie >> rispondo perplessa.
Usciamo dalla mia camera – che fino a poco tempo prima era stata la stanza di Bella- e scendiamo le scale.
Quando Charlie mi vede, fa un fischio. << Sei uno schianto, Leah! >>.
Sorrido, per nulla imbarazzata. << Grazie, Charlie. Anche tu non sei niente male >>.
<< Sei davvero elegante, papà >> dice Bella abbracciandolo.
Charlie ricambia il mio sorriso e l’abbraccio della figlia succhiasangue. Mi vengono i brividi pensando a quella pelle dura a contatto con quella calda di Charlie.
<< Dov’è Seth? >>.
<< E’ tornato a casa Cullen >> mi risponde Charlie.
<< Ansia? >> chiede Esme a Charlie.
<< Un po’ >>. In effetti Charlie non ha un bel colorito. E’ piuttosto pallido.
Così Esme, Kim, Bella, Charlie e io ci infiliamo in macchina – la Ferrari di Bella- e ci dirigiamo verso la casa dei Cullen. Non sono entusiasta di stare in quella macchina: l’unica cosa che mi da una punta di soddisfazione è il fatto che anche io per loro puzzo, quindi un po’ del mio odore resterà in quella costosissima Ferrari.
La stradina in mezzo alla foresta che porta alla casa dei Cullen è costeggiata da lanterne bianche che svolazzano all’altezza degli alberi. Finalmente arriviamo. Le vetrate della casa sono aperte e ci sono tantissimi invitati, sia dentro sia fuori in giardino. Vampiri, umani e mutaforma nello stesso posto. E’ pomeriggio inoltrato fortunatamente, quindi il sole non può far luccicare i succhiasangue. Scendiamo dalla macchina. Ci sono fiori dal profumo delizioso, luci e decorazioni rigorosamente bianche ovunque. Non ho idea di come Alice abbia fatto. Charlie mi sembra ancora più agitato.
<< Rilassati, papà >> gli sussurra Bella all’orecchio. Se avessi avuto orecchie umane, non avrei potuto sentire la vocina di Bella.
Charlie annuisce e s’incammina verso la casa. Molti ospiti ci vengono incontro, salutandoci. Charlie inizia a parlare e a stringere mani. Vedo Jacob e gli faccio una linguaccia, lui sorride e ricambia. Accanto a lui c’è Nessie, che mi fissa aggrottando le sopracciglia. Non credo di essere tanto simpatica a quel piccolo mostriciattolo e la cosa è reciproca. Vedo gli altri lupi, il branco di Sam e … Sam: quasi mi si blocca il respiro. Alto, carnagione scura, completo grigio chiaro: è il lupo – a parte Jacob e Seth - che dà meno segni di disagio nel trovarsi in mezzo ai vampiri. Emily è accanto a lui e i due si tengono per mano. Distolgo lo sguardo prima che si accorgano di me. Vedo Edward e Seth che stanno ridendo. Proprio non lo capisco quell’idiota di mio fratello. Decido di andare a vedere dov’è mia madre. Entrare in quella casa non è il massimo, ma devo accertarmi che sia ancora viva. La trovo al piano di sopra, ancora nelle mani di Alice. Accanto a lei c’è anche la succhiasangue mozzafiato, quella bionda. Rosalie. Si girano a guardarmi e faccio loro un lieve cenno con la testa.
<< Ecco Sue, sei pronta >> dice Alice proprio in quel momento, battendo le mani entusiasta.
Mia madre però si gira e guarda me. << Leah, quanto sei bella! >>. Sorride.
<< Anche tu, mamma >> mormoro.
<< Sono così emozionata >> dice, sventolandosi con una mano. E’ molto carina, l’abito da sposa è di pizzo e va ad allargarsi verso il basso.
<< Andrà tutto bene >> la rassicura Rosalie sorridendo.
<< Sue, sei pronta? >> chiede una voce squillante dietro di me. E’ Bella.
<< Sì Bella, tu e Leah siete davvero le perfette damigelle d’onore >>. Mia madre si alza e si avvicina a noi, appoggiandoci le mani sulle spalle e guardandoci felice.
<< Sue, allora cosa ne pensi del trucco? >> chiede il folletto.
<< Alice, è tutto perfetto. Il trucco, l’acconciatura, la casa … tutto. Grazie di cuore a tutti voi >>.
Finalmente scendiamo le scale e ci dirigiamo verso il giardino. Gli invitati sono tutti ai loro posti, sulle loro sedie bianche decorate con fiori profumati e tulle bianco. Mia madre si copre il volto con il velo e poi accade tutto molto velocemente. Bella e io percorriamo lo stretto corridoio tra gli invitati e poi ci sediamo da parti opposte: lei va a destra e io a  sinistra. Seth accompagna mia madre all’altare, da Charlie. Mi lascio scappare una lacrima, ma cerco di nasconderla. Non mi piace piangere in pubblico. La cerimonia dura poco più di un’ora e finalmente mia madre e Charlie sono sposati. Mi avvicino per abbracciarli, in mezzo alla confusione di invitati che vogliono congratularsi con loro. Cerco di evitare i succhiasangue, ma ce ne sono troppi. Ci spostiamo dall’altro lato del giardino, dove Alice ha preparato un banchetto per festeggiare. Ci sono tanti tavoli rotondi ricoperti da tovaglie di seta, disseminati per il giardino e illuminati da candele sorrette da candelabri d’argento, intorno a una pista da ballo. Ogni tavolo è decorato con fiori bianchi. Non ho idea di come abbia fatto. Alle estremità del giardino ci sono due lunghi tavoli rettangolari pieni di bevande e cibo dall’aspetto prelibato. Peccato che la puzza di succhiasangue rovini tutto. Gli ospiti iniziano a servirsi e ad accomodarsi ai tavoli per mangiare: quelli puzzolenti invece si siedono senza toccare cibo, ovviamente. Seth si è già riempito il piatto e si sta rimpinzando, seduto accanto a Edward, Bella, Nessie e Jacob. Anche Jacob sta mangiando con gusto. Nessie invece non è molto entusiasta. Si accorge che la sto fissando e mi lancia uno sguardo ostile. Piccolo e insulso mostriciattolo. Molti degli altri mutaforma invece non stanno toccando cibo o ne stanno mangiando pochissimo: posso capirli. C’è una bella atmosfera, tutti ridono e chiacchierano. Mi siedo a un tavolo un po’ al buio, appartato, quasi sotto un albero. Non ho nessuna voglia di mangiare. Vedo mia mamma e Charlie ballare al centro della pista. Charlie è piuttosto goffo. Sorrido seguendo i loro movimenti con lo sguardo. A loro si uniscono il dottore, Carlisle, e sua moglie: la differenza tra loro e mia madre e Charlie è evidente. E’ una bella serata, in cielo si vedono le stelle e una fetta di luna.
<< Ehi Leah, cosa fai qui tutta sola? Non ti smentisci mai, anche oggi devi tenere il broncio >>.  E’ Quil. Tiene in braccio Claire, la mia piccola cuginetta con cui ha avuto l’imprinting.
<< Quil >> lo saluto annoiata.
<< Siediti con noi: sappiamo che non sopporti i succhiasangue >>. Quil indica il tavolo in cui fino a poco prima era seduto, con il branco di Sam. Non lo guardo nemmeno. So che lì ci sono seduti Sam e Emily.
<< No, grazie >>.
<< Dai, Lee Lee >>.
<< Quante volte devo dirvi che non voglio essere chiamata così ?! >>. Stringo i denti frustrata. Loro non sanno quali ricordi quel nomignolo mi riporta in mente. Ricordi che sembrano di un’altra vita.
<< Claire, dì a Leah di alzarsi e di venire con noi >>.
Claire mi guarda e urla: << Vieni con noi, Lee Lee! >>.
Perfetto, anche mia cugina ormai ha imparato quel ridicolo nomignolo.
<< Claire, perché non dici a Quil di farti ballare come una principessa? >>.
La bambina, entusiasta della mia proposta, si divincola; Quil la lascia scendere e poi lei gli prende la mano e lo tira verso la pista.
<< Balliamo, Quil! >> urla con la sua vocina stridula.
Quil mi lancia un’occhiataccia. << Va bene tesoro, andiamo >> dice rivolto alla bambina. Si allontanano. Tiro un sospiro di sollievo: torna utile il fatto che i lupi farebbero di tutto per fare felici le loro amate. Lancio un’occhiata al tavolo in cui voleva farmi sedere Quil. Vi sono seduti i miei fratelli lupi con le loro ragazze: Jared e Kim, Paul e Rachel, Embry e … Sam e Emily. Per un attimo incrocio lo sguardo di Sam, poi lui lo distoglie, si alza, si china, sussurra qualcosa nell’orecchio di Emily, si raddrizza e inizia ad allontanarsi dal tavolo. Guarda verso di me. Sta venendo da me? No, non voglio parlargli. Mi alzo in preda al panico e mi addentro nella foresta. Per fortuna mi sono seduta a un tavolo vicino agli alberi. Mi sento un po’ ridicola. Sicuramente non stava venendo da me, che stupida! Sto per tornare indietro quando sento dei passi avvicinarsi. Riconosco quel modo di camminare grazie al mio udito. Il cuore mi batte all’impazzata, ancora più veloce del solito. Sono pietrificata.
<< Leah >> mi chiama una voce. Una voce che riconoscerei ovunque, che mai potrei dimenticare e che mi perseguita nei ricordi. Sam. Una parte di me vorrebbe fare la vigliacca e scappare. L’altra parte di me invece si rifiuta: io, Leah Clearwater, scappare? Come stavo facendo poco prima?! Non scappo davanti a un vampiro e dovrei scappare davanti a un mutaforma? No. Mi volto, con espressione impassibile. Mi sta fissando, serio. Le sue labbra formano una linea sottile. I suoi begli occhi scuri mi stanno scrutando.
<< Sam. Che cosa vuoi? >> chiedo con tono neutro. In realtà però la voce mi trema un po’.
Mi porge la mano. << Ti va di ballare? >>.
Alzo un sopracciglio, dubbiosa. << Ballare? Tu hai sempre odiato ballare >>. In realtà avrei voluto dirgli tante altre cose, ma, non so perché, le mie labbra hanno pronunciato questa frase.
Si avvicina e mi mette una mano sulla schiena e mi fa appoggiare una mano sulla sua spalla. Poi le nostre mani libere si stringono. Sono allibita. E nervosa. Riesco a sentire il suo odore familiare, il suo corpo caldo come il mio, il suo respiro regolare. Fisso la sua spalla, incapace di guardarlo negli occhi come ho fatto prima. Giriamo su noi stessi in silenzio: mi guida lui. Le parole non dette e che vorremmo dire pesano nell’aria. “Round and around and around and around we go, now tell me now tell me now tell me now you know”. Ci mancava solo questa canzone. Tempismo perfetto. “I want you to stay”. Finalmente Sam rompe il silenzio.
<< Sei molto bella stasera. Il blu ti dona >>.
Non rispondo.
<< Mi stai evitando >>.
<< Forse >>.
<< Quando eri nel mio branco non potevi >>.
<< No, non potevo >>.
<< E ti trovi bene nel branco di Jacob? >>.
Decido di alzare lo sguardo. Mi sta fissando. I suoi occhi neri sembrano voler sondare la mia anima.
<< Perché queste domande? >>.
<< Perché no? >>.
<< Perché balli con me? Emily ti ha dato il permesso? >>.
<< Lee Lee … >> sussurra Sam.
Chiudo gli occhi. << Non. Chiamarmi. Così >>. Con mia grande mortificazione inizio a tremare. Sto perdendo il controllo. Sam si ferma e mi tiene ancora più stretta: dopo qualche secondo riesco a controllarmi.
Apro gli occhi, il viso di Sam è vicinissimo.
<< Sei molto brava a controllarti >> dice riprendendo a ballare.
<< Sam, cos’è questa farsa? Cosa vuoi da me? >>.
<< Voglio dirti che mi dispiace per come sono andate le cose, Leah >>.
<< Questo lo sapevo già. Sai, leggevo nella tua mente fino a poco tempo fa >>.
<< Lo so ma non abbiamo mai chiarito >>.
<< Cosa c’è da chiarire? >> lo interrompo brusca distogliendo lo sguardo, << Hai avuto l’imprinting con Emily, è la tua anima gemella e nessuno vi potrà mai dividere. Sono felice per voi >>. Riesco a stento a finire la frase. Dolore, rabbia, frustrazione si fondono dentro di me. Sento un dolore lancinante al petto.
<< Leah, io … io non ho mai smesso di amarti >> dice piano.
Sussulto e torno a fissare i suoi occhi. Mi guarda deciso. << No, Sam, ti prego >> sussurro.
<< Io ti amerò sempre e non dimenticherò mai quello che sei stata per me. Ti ho causato tanto dolore e non mi perdonerò mai per questo >>.
<< Lo so che non è colpa tua >> dico arrabbiata. Sento gli occhi bruciarmi per le lacrime che mi sto impedendo di versare.
<< Resterai per sempre una persona importante nella mia vita, non importa cosa accadrà >>.
<< Perché mi fai questo? >> urlo staccandomi bruscamente da lui. << Lo so che mi ami ancora, so che non è colpa tua né di Emily, anche se a volte la odio così tanto per averti portato via da me! >>. Stringo i pugni. << E’ più facile se riesco a dare la colpa a qualcuno >>.
Riprendo fiato. << Io sto cercando di dimenticarti, ci sto provando con tutte le mie forze. E vorrei così tanto avere un imprinting anche io, perché ogni volta che ti guardo è come se mi venisse strappato il cuore dal petto >>. La voce mi si spezza su molte parole. << Ti prego, non ricordarmi cosa mi è stato portato via, non ripetere mai più di amarmi, perché fa male, fa tanto male, Sam! >>. Una lacrima scende solitaria sulla mia guancia.
<< Leah, Leah, Leah >>. Ripete Sam, come cantando. I suoi occhi sono lucidi. Alza una mano e mi asciuga la lacrima. Poi mi stringe in un abbraccio. Stiamo in silenzio, avvinghiati. In quell’abbraccio c’è tutto: amore, disperazione, angoscia, rabbia, rimpianto. Stringo la sua giacca forte e verso qualche lacrima silenziosa sulla sua camicia bianca. Questo abbraccio è un addio. Per l’ultima volta assaporo il profumo di Sam, il suo calore e penso: il mio Sam. Sono solo pochi minuti, prima di tornare alla realtà. Finalmente mi calmo un po’. Ci stacchiamo e Sam mi prende entrambe le mani nelle sue.
<< Ti auguro solo il meglio dalla vita, Leah >>.
<< In realtà, Sam, una delle poche cose che mi consolano è che tu sia felice >>.
<< Ti prometto che un giorno anche tu lo sarai >>. Sorride debolmente. Poi si avvicina e mi da un lieve bacio sulle labbra, le sfiora lievemente con le sue. Un bacio casto, diverso da quelli che ci scambiavamo una volta. L’ultimo bacio. Allontana lentamente il suo viso dal mio, mi lascia le mani e poi mi accarezza la guancia. A questo punto si volta e s’incammina per tornare verso la festa e dalla sua Emily, lasciandomi sola e con un enorme vuoto dentro il petto, terribilmente vicino al cuore.
   
 
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