Film > Un mostro a Parigi
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Autore: Malanova    09/05/2013    1 recensioni
E' passato un mese da quando Francoeur è ritornato all'Oiseau rare ed è diventato a tutti gli effetti il partner cabarettistico di Lucille. Ma una misteriosa ragazza arriva a Parigi insieme al circo Claire de lune e una serie di piccoli eventi vedranno il musicista di nuovo in pericolo. Sperando di riuscire a fare ciò che ho scritto; vi auguro una buona lettura. Attenzione: la storia è stata aggiustata facendo si di aggiungere piccole particine e togliendo qualche incongruenza. Grazie e alla prossima!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Francœur, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino successivo il treno del circo raggiunse la stazione della città. La folla di curiosi, accorsi anche dai paesi vicini, ed i giornalisti rimasero incantati a tale magnificenza: la locomotiva rosso fuoco era grande, almeno tre volte di più di un treno normale, ed i vagoni erano dipinti di nero con su dei elaborati disegni in argento. Il nome “Claire de lune” sovrastava folletti, fate, chimere ed altre creature fantastiche. Perfino lo strillone dei giornali si era ammutolito.

Quando il treno si arrestò del tutto; un uomo scese dal vagone principale ed elargì un ampio sorriso al pubblico. Egli era alto, distinto, muscoloso e molto piacente, con un’ordinata zazzera di capelli neri pettinati all’indietro e intensi occhi azzurri. L’uomo aveva indosso un sobrio ma raffinato completo color cammello ed aveva attorno al collo una vistosa cravatta viola. L’uomo fece un cenno con aria affabile verso i giornalisti, poi andò verso i macchinisti e diede preposizioni per lo scarico e il trasporto dei vagoni verso il terreno concesso dal sindaco.

Intanto, all’interno di uno dei vagoni …

La luce del sole rischiarava debolmente, filtrando tra i fori di areazione, nascondendo le sue passeggere nella penombra. La ragazza si mise in punta di piedi e prese la lanterna, studiò il serbatoio e poi borbottò, seccata “Non c’è rimasto più olio … Mi sa che oggi dovremo farci un’altra volta il bagno al buio …” “No!” protestò una delle due bambine “Io ho paura del buio! E se poi mentre sono nell’acqua venissero ad attaccarci i mostri?” “Ah! Fauna, sei ridicola!” la schernì la sorella gemella “Lo sanno tutti che i mostri attaccano solo mentre dormi!” e imitò il ruggito di un leone. La giovane la ammonì “Flora, non spaventarla …”. Poi, usando un tono di voce più dolce, disse all’altra “Non devi avere paura: rimarrò vicino a te e farò la guardia per tutto il tempo … così i mostri non potranno avvicinarsi. Va bene Fauna?”. La bambina, rassicurata da quelle parole, annuì.

La ragazza si stiracchiò e posò la lanterna ai suoi piedi, poi si sedette e riprese la stoffa in mano. Stava cucendo una mantella con della stoffa scartata presa dal vecchio tendone. Flora le domandò, inarcando un sopracciglio “La userai per uscire?” “Si” rispose l’altra, assorta nel suo lavoro. “Ma il Direttore non vuole!” esclamò Fauna mentre Flora domandò ancora, seria “E se qualche bifolco ti vedesse?” “Grazie a questa riuscirò a passare in mezzo a loro inosservata … E poi me la svignerò di qui solo alle otto, quando lui si rinchiude nel suo vagone e non esce fino all’indomani …”. Staccò il filo in eccesso con i denti, alzò lo sguardo verso le bimbe ed aggiunse “Se la cosa vi interessa; ne ho fatta una anche per voi …”. Le bimbe rimasero in silenzio poi Flora disse alla fine, rabbrividendo “Se il Direttore ci scopre; ci frusterà”. La ragazza sospirò, seccata. Poi le venne un’idea “Se voi usciste con me stasera; vi porterei all’Oiseau Rare … Non è lì che si esibisce la vostra cantante preferita?”. Le gemelle sussultarono e lei fece un sorrisetto: aveva colpito nel segno “In più …” continuò lei con nonchalance “So che si esibisce anche un chitarrista emergente ma così pieno di talento … Credo che si chiami Mr. Francoeur …”. A quel punto; Flora e Fauna esitarono ma alla fine dissero in coro, con un sorriso “Ok … Ci hai convinto”.

Alle nove di sera …

La ragazza e le due bambine si stavano dirigendo verso l’Oiseau Rare. Lei aveva indosso un’elegante ma insolitamente ampio mantello nero, che si fondeva perfettamente con il vestito verde, dalle decorazioni floreali in oro. I capelli color cioccolata erano lisci e legati dietro la nuca, in modo che tenesse scoperto il viso armonioso a forma di cuore. Gli occhi scuri erano due pietre d’agata dai riflessi argentei. Le bambine portavano una tradizionale mantella lunga quasi fino ai piedi, anche queste abilmente fuse con i loro abiti. Quella di Flora era azzurra con decorazioni blu mentre quella di Fauna era rosa con decorazioni rosse, che facevano risaltare ancor di più l’oro dei capelli e gli occhi smeraldini. Le due bambine si stringevano ai fianchi con un braccio per farsi coraggio. E ne avevano bisogno visto che stavano per incontrare il loro idolo.

La ragazza si stiracchiò e domandò “Allora? Siete pronte ad entrare?” “Lo sai che stai giocando con il fuoco?” disse Flora “Il Direttore si infurierà un bel po’ quando scoprirà che non siamo dentro al nostro vagone”. La ragazza sbuffò “Suvvia Flora! Staremo via solo per qualche ora! Quando farà l’appello noi saremo già tornate da un pezzo … E poi non lo dire come se fossimo delle criminali scappate di prigione …”. Le diede un buffetto sulla guancia “Prova a rilassarti! Ogni tanto fa bene uscire. Non dire che anche tu non ti sei stufata di rimanere relegata in quei cubicoli di legno per tutto il giorno tutti gli anni … Abbiamo girato per il mondo eppure sappiamo così poco di esso …”. Fauna prese la parola, timidamente “Lo sai che il Direttore lo fa per proteggerci … I bifolchi sanno essere molto cattivi quando vogliono …”. La ragazza allungò il braccio e le accarezzò la testolina bionda “Per stanotte; anche noi tre saremo bifolchi”. Disse quelle parole con molta dolcezza ma non riuscì a nascondere del tutto una punta di malinconia. Quelle due piccine erano state costrette a crescere così in fretta … Maledisse anche per questo il Direttore. Si posizionò dietro di loro, facendo un sorriso sfrontato, e puntò gli occhi all’ingresso del cabaret. Quella notte sarebbe stata solo per loro.

  
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