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Autore: Il giardino dei misteri    09/05/2013    2 recensioni
Arianna è una ragazza di sedici anni che frequenta il Liceo Scientifico, insieme al fratello Federico, di due anni più grande. Lei e il fratello sono come due universi inconciliabili. Lei sfigata e secchiona, lui bello e con la nomea di "dongiovanni". In mezzo c'è Alex, l'amico di Federico, e Marco, un ragazzo nuovo, che, dopo un'iniziale ostilità, conquista il cuore della piccola Arianna. Lei sarà così divisa tra Alex e Marco. Mentre sarà indecisa su chi scegliere, vivrà nuove avventure che la porteranno a crescere e maturare.
Spero che vi piaccia ^.^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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II.

 

Di solito la scuola era sempre affollata, ma quella mattina in modo particolare. Sembrava che fosse successo qualcosa. C’era una folla di ragazze accerchiate che sembravano aspettare qualcosa, mentre i ragazzi se ne stavano quasi tutti in disparte a commentare. Intravidi tra la folla le mie amiche, Anna e Maria. Mi avvicinai a loro.

<< Ehi, ragazze che succede?>> chiesi io curiosa.

<< Ma come non lo sai ?>> disse Anna, guardandomi con aria interrogativa.

<< Cosa? Cosa dovrei sapere?>> dissi io.

<< E’ arrivato un ragazzo  nuovo>> disse Maria.

<< Cosa? Tutte queste scene per un semplice ragazzo che si è trasferito nella nostra scuola? Ma è assurdo!>> dissi io perplessa.

<< Non un ragazzo, quel ragazzo!>>precisò Anna.

<< Fatemi capire. Che ha questo ragazzo di tanto speciale?>>

<< Si chiama Marco ed è il figlio del preside>> disse Maria.

<< E con ciò?>> dissi io, che ancora stentavo a capire.

<< Il nostro preside, come sai, è stato trasferito qui quest’anno e all’inizio è arrivato da solo, lasciando la famiglia nella sua città. Adesso anche la sua famiglia si è trasferita qui e il suo figlio maggiore, Marco, si è iscritto nella nostra scuola>> precisò Anna.

<< Ma perché scalpitano tanto?>> dissi io.

<< Ma non hai ancora capito, Ari?>> disse Maria. << Non solo è figlio del preside, ma è anche un figo da paura  e probabilmente verrà in classe con noi.>>

<< E con ciò?>> dissi io. << Voglio proprio vederlo questo qui. Sarà il classico figlio di papà, arrogante, furbo, dispettoso, che si approfitterà della nostra bontà.>>

<< Possibile che non sei per niente attratta e curiosa?>> mi disse Anna.

<< Oggi non è giornata>> dissi io. << E poi non sono affatto curiosa perché sarà un ragazzo come tutti gli altri. Non ha niente di speciale.>>

 

Poco dopo arrivò il preside e la folla di ragazzine urlanti si spostò. Il preside tenne una specie di discorso all’aria aperta su suo figlio, sulla sua preparazione, sulla sua educazione e sulla sua bravura e una serie di altre cose che puntavano ad  elogiarlo.

<< Si tutte balle!>> pensai io. << Una volta in classe, da perfetto angioletto si trasformerà in diavolo!>>

 

Ancora, però, non ero riuscita a vederlo e neanche a intravederlo. Non  che la cosa mi interessasse più di tanto, ma avrei voluto sapere più o meno che faccia avesse. E poi, io spesso dalla faccia capivo se era una persona di cui ci si poteva fidare o no.

Quando il preside finì di fare “L’elogio a Marco”, le ragazze che si trovavano davanti a me si spostarono sulla sinistra e io riuscii a vederlo. Lo vidi. Era alto, altissimo. Magro. Con i capelli sparati in aria col gel e due occhi blu, così profondi che parevano colpirti. E un sorriso, un sorriso perfetto.

<< Allora che ne pensi?>> disse Anna tirandomi una gomitata.

<< Si, è belloccio. Un ragazzo come tanti altri.>>

<< Possibile che non ti piaccia?>>

<< Non  ho detto questo.>> << Ho solo detto che ci sono altri ragazzi ancora più belli.>>

 

Con questi commenti ci avviammo in classe. Io mi sedetti al solito posto, in prima fila, insieme a Maria ed Anna. Marco entrò per ultimo e si sedette nell’ultima fila. Tutti erano come ipnotizzati da lui: le femmine erano così attente a guardarlo che per poco non gli colava la bava dalla bocca, i maschi volevano subito fare amicizia con lui e gli insegnanti si dimostravano gentili e affettuosi, iniziando a fare un sacco di moine solo perché era figlio del loro capo. L’unica che non si scomponeva ero io. Io ero quella di sempre e lo sarei rimasta. Questo ragazzo non mi avrebbe cambiato la vita.

 

 

 

 

 

 

 

  
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