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Autore: crici_82    28/11/2007    3 recensioni
Ciao, rieccomi con un'altra storia, lo so non ho completato le altre, ma l'idea è arrivata all'improvviso! Non vorrei anticipare nulla, vi dico solo: Buona lettura! Recensite, accetto tutti i consigli!^_^
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Pansy
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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dama10

Sono felice che la mia storia vi piaccia, non sono brava nei ringraziamenti, quindi non prendetevela a male se vi sembra che io sia indifferente ai vostri commenti. Non è così, anzi mi riempie di gioia sapere che la mia storia sia seguita da tante persone e che i personaggi (anche se presi in prestito) vi risultino gradevoli e credibili.

Vorrei ringraziare chi mi lascia la propria opinione (SMACK!), chi ha aggiunto Picche ai propri preferiti (ne sono lusingata) e chi perde un po' del suo tempo a leggere i miei capitoli!

Adesso basta con le smancerie e Happy Reading! ^_-



CAPITOLO 10




-Oh cavoli che mal di testa terribile!

La bocca era ancora impastata dal vino bevuto la sera precedente.

Aprì gli occhi e una luce accecante le tormentò la vista.

Vade retro...” pensò Pansy levando una mano a schermare gli occhi ancora troppo deboli per quella giornata. Mettendo a fuoco lentamente, la stanza si fece più nitida.

Seduta sul letto contemplò disgustata la propria immagine allo specchio.

Il rimmel colato dava l'impressione che avesse ricevuto due pugni, il rossetto sbavato invece le dava l'aria del clown triste. Lei odiava i clown.

Cercò di fare mente locale su ciò che era accaduto la sera prima.

Passò qualche minuto.

Niente.

-Giuro sulla Fata Morgana che non toccherò un goccio di... cos'ho bevuto ieri?- si grattò la testa -Bah! Giuro che non toccherò mai più un goccio di quello che ho bevuto ieri sera! Già...

La sbornia doveva ancora passare, sapeva che da lucida non avrebbe mai fatto un discorso del genere, ma si perse ancora nella nebbia della sua mente.

Lentamente si alzò dal letto, era la stanza che girava o stava delirando?

-Pansy, Pansy...- sbuffò.

Un passo alla volta raggiunse il bagno, aveva l'estrema necessità di una doccia.

Il getto d'acqua che la colpì in faccia pian piano la riportò alla realtà, allontanando strane immagini di elefanti volanti.

-Un ultimo sforzo e poi ritornerai al mondo dei vivi.- doveva incoraggiarsi, per raggiungere la cucina al piano terra. Eh sì, era ridotta davvero male.

Caffè, amico mio, sto arrivando!”

Scese le rampe di scale evitando le scarpe e i vari indumenti della sera prima sparsi ovunque.

Che casino, ma che c'avevo ieri?!”

Arrivò alla tanto agognata cucina e accese la macchinetta del caffè, usare la bacchetta in quel momento poteva essere rischioso. Si sedette su una sedia e attese l'unico rimedio che conosceva per una serata di bagordi.

Gradualmente il profumo corposo del caffè invase la stanza. Quel profumo esotico e al tempo stesso familiare le piaceva.

Prese la sua tazza preferita, vi versò la bevanda fumante e si diresse nel salottino.

Entrò nella stanza ancora buia e a tentoni cercò l'interruttore delle tapparelle.

La luce del tiepido sole invernale entrò dalle finestre e Pansy contemplò il panorama dalle imposte, aveva nevicato durante la notte.

Si girò portandosi alla bocca la tazza.

Per poco non si strozzò con il liquido amaro.

Reprimendo un urlo, scappò nel corridoio. Che diavolo ci faceva Draco Malfoy a casa sua? Nel suo divano e, per giunta, con la sua copertina preferita?

-Oh mio dio, credo che vomiterò...

Mai più, mai più avrebbe bevuto così tanto.

Rannicchiata tra il mobiletto d'ingresso e il portaombrelli cercò di rammentare i fatti della sera precedente. Nulla.

Cominciò a pensare ai propri indumenti sparsi per tutta la casa e a collegarli alla presenza maschile nella stanza adiacente. Questo non andava bene.

Ci ragionò sopra, non poteva aver fatto qualcosa di compromettente con lui, no dai.

Ok, ragiona Pansy. Lui dorme in salotto, quindi non è successo niente tra te e lui” si aggrappò a questa speranza; forse non tutto era perduto, forse un briciolo di dignità sarebbe riuscita a salvarlo.

Sì ma adesso che ne faccio di lui?” si buttò le mani tra i capelli cercando di concentrarsi.

Per prima cosa ricontrollò che lui stesse dormendo, poi recuperò gli abiti che aveva seminato durante la notte. L'esercizio fisico l'aiutò anche a ricordare qualcosa:

Lui che la baciava sotto il vischio, i vari bicchieri di un liquido imprecisato che le offriva Daphne per farla riprendere dallo shock e poi...lei che cammina con Draco per le strade silenziose di Londra? No, questo era delirio, ma a pensarci bene poteva essere l'unica spiegazione possibile per la sua presenza a casa sua.

Ritornò in cucina, prese un'altra tazza e vi fece scivolare il liquido caldo e determinata andò a sedersi sul tavolino del salotto a contemplare il suo ex ragazzo.

Maledetto, anche quando dorme è bello!”pensò imbronciata la ragazza, sentendo le proprie guance imporporarsi “Che scema, nemmeno fossi un'adolescente con gli ormoni in subbuglio”. Si appoggiò coi gomiti alle ginocchia continuando ad osservarlo. Si perse tra varie congetture, contemplando la testa abbandonata sui cuscini del divano.

Cosa aveva fatto in tutti questi anni quel ragazzo? Dov'era stato? Aveva mai pensato a lei o forse aveva un'altra? Come sarebbe stata la loro vita se lei gli avesse creduto anni prima?

Tremante per i pensieri fatti, si alzò di scatto, non voleva rivangare ancora il passato e di certo la vista del biondino non l'aiutava a ritrovare un precario equilibrio emotivo.

Ma lo spostamento d'aria svegliò il suo ospite che con una mano le prese il braccio; gli occhi erano rapaci, non l'aveva ancora riconosciuta.

Per lo spavento Pansy per poco non fece cadere le tazze che ancora teneva tra le mani.

-...scusa.

Borbottò Draco riconoscendola, senza però mollare la presa.

Il contatto le bruciava attraverso la stoffa e ne fu turbata. Lo voleva e contemporaneamente lo temeva.

-Vado a prenderti altro caffè, ormai questo è freddo.- biascicò lei cercando di divincolarsi e allontanarsi il più possibile da lui e da quelle sensazioni.

-Lo bevo anche freddo.- fece lui guardandola.

-Io no.- e con uno strattone si liberò. Svelta si fiondò in cucina e si aggrappò al bordo del lavello come se la superficie liscia del marmo potesse aiutarla a superare il proprio turbamento.

Così non poteva andare avanti, si sentiva patetica cercando di trattenere le lacrime. Non pensava di poterne versare altre per lui, ma quelle maledette premevano per uscire e lei non poteva farci nulla. Non voleva tornare la ragazzina debole dei tempi di Hogwarts. No, doveva reagire, prendere in mano gli ultimi strascichi di quella storia e farla finita una volta per tutte. Era ora di porre un freno a tutto ciò che irrimediabilmente tornava a farle visita dal passato, un passato a lei scomodo.

Respirò a fondo per calmarsi, versò un'altra volta il caffè e tornò da Malfoy.

-Tieni.

-Vedo che ti sei ripresa- commentò lui.

-I-in che senso? - chiese Pansy sulla difensiva. “Possibile che mi abbia vista in cucina?”

-Ieri sera ti ho dovuto riportare a casa, visto che Potter non si fidava a lasciarti Smaterializzare. - rispose lui divertito.

Ecco chi devo ringraziare per questo scherzo” pensò irritata “Questa volta non la passerà liscia”.

-Ma Daphne? - chiese pur conoscendo la risposta.

-Quanto la fai lunga Parkinson – fece lui con tono annoiato -Non hai ancora capito che la Greengrass e lo Sfregiato volevano farsi i comodi loro, ieri sera?

-A questo ci ero arrivata anch'io, cosa credi?! - rispose brusca -Stavo solo pensando che non è stato saggio farti scomodare per me, dopotutto non sapevi dove abitavo e non potevi usare la metr...

-Pansy, per favore non arrampicarti sugli specchi. - la guardò intensamente e riprese – sai benissimo quali intenzioni avessero lasciandoci soli.

Un silenzio imbarazzato scese a troncare la conversazione.

Come se non l'avesse capito, in quei giorni erano troppe le coincidenze e troppo spesso si incontravano per i gusti della ragazza. Lei aveva già intuito che Daphne e Potty stavano macchinando qualcosa, ma per quanto i suoi sospetti fossero fondati, continuava a ripetersi che non era possibile.

Tornò alla realtà quando Draco si alzò.

Pansy cominciò ad annaspare, il cuore le martellava nella testa già dolorante e lui era decisamente troppo vicino.

Il ragazzo decise che era giunto il momento di porre fine a quel silenzio:

-Senti, non voglio assecondare quel cretino e di certo non mi piace dargli ragione, però credo che sia giusto parlare. Non pensi anche tu?

Lo guardò negli occhi seria, cercando di sostenere il suo sguardo.

-Hai ragione, penso anch'io che questa assurda situazione non possa andare avanti e – voltò la testa per non permettergli di vedervi il dolore di quegli anni passati a rimpiangerlo - ...e penso che sia ora di finirla.

Con un tocco gentile le prese il volto e la scrutò intensamente prima di chiederle grave:

-E' questo quello che vuoi realmente? Dimmelo!

Nell'abisso nocciola dei suoi occhi brillarono le lacrime. Non rispose, qualsiasi risposta sarebbe stata un tormento per il suo cuore, qualsiasi cosa potesse dire era sbagliata.

Nonostante la determinazione a chiudere quel rapporto una volta per tutte, Pansy non riusciva a darle una voce. Se l'avesse fatto, se gli avesse detto che non voleva più aver a che fare con lui, ne era certa, non l'avrebbe più rivisto.

Avrebbe continuato a soffrire per lui ugualmente, con la sola differenza che non avrebbe più avuto la speranza di essere felice.





Continua.....







  
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