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Autore: Dimeck    10/05/2013    0 recensioni
Un quattordicenne di nome Thomas incontra insieme al fratello James una coppia di ragazzi dall'aspetto stravagante e bizzarro per il quartiere in cui vivono. Questi ragazzi, Elaine e Fred vengono da una città al di fuori del normale, dove una dittatura impedisce ai cittadini di vivere la loro vita liberamente; entrambi hanno una storia da raccontare, ma l'avventura che vivranno verrà condivisa da tutti e quattro.
Genere: Avventura, Commedia, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo si svegliò nuovamente alle 7, aveva dimenticato di scaricare la sveglia. Il terrore che ci fosse un altro giorno di scuola da affrontare lo riempì di panico, ma gli bastò uno sguardo al calendario per calmarlo.
Si alzò e si vestì con molta calma, ormai si era svegliato, inutile tentare di riaddormentarsi, inoltre avrebbe potuto godere di qualche ora di solitudine.
Uscì in giardino, voleva togliersi dalla mente quel dubbio che gli era venuto la notte prima. Rise al pensiero della mano che spuntava dal giardino, era una cosa così ridicola che non poteva essere altro che un sogno.
Aggirò la casa fino ad arrivare alla striscia di terra che era esattamente sotto la sua finestra. In effetti in un punto il terreno era leggermente smosso, ma spesso dei cani entravano nel suo giardino e scavavano cercando ossi o chissà quali altre diavolerie.
Comunque la curiosità dilagava in lui, quindi prese una pala e scavò per mezzo metro, se fosse andato più in profondità avrebbe trovato solo sassi, non valeva la pena di stancarsi così tanto solo per un’ allucinazione dovuta al sonno, rimise la pala a posto e rientrò in casa, il sabato era la giornata dell’Xbox.
Accese la consolle e cominciò a giocare, senza accorgersi che sua madre era in cucina, proprio accanto a lui.
-Thomas? Tutto bene? Ti ho visto uscire, cosa hai fatto?- gli chiese la donna mentre si preparava una tazza di cereali.
Thomas fece finta di nulla, continuando a giocare senza sosta.
Sua madre aspettò pazientemente qualche minuto, poi sbuffando si avvicinò al televisore e lo spense di colpo, lasciando Thomas esterrefatto.
-Sono stanca di vederti sempre davanti alla televisione. Esci! Prendi una boccata d’aria! Per cominciare vai a svegliare tuo fratello.- il tono di sua madre era calmo, ma non ammetteva repliche.
Thomas rimase fermo fissandola qualche minuto, finchè non cedette e non salì le scale per entrare nella camera di James e svegliarlo con una sgrullata.
Suo fratello si rigirò un paio di volte prima di aprire gli occhi.
-Thom, è sabato…- gli disse prima di riassopirsi.
Thomas lo sgrullò nuovamente.
-Mamma ti vuole.-
Uscì lasciando James libero di rischiare di riaddormentarsi, doveva andare in camera sua e nascondere più videogame possibili per salvarli dalla furia omicida della madre.
Ma la donna era arrivata prima di lui dato che il suo Nintendo era già sparito. Non riuscendo a controllare la rabbia scese di corsa le scale rischiando di travolgere il fratello.
-Mamma! Dove sono i miei giochi? Perché devi sempre farti i fatti miei facendo sparire tutto!- gridò alla donna. Si sentì una bestemmia soffocata provenire dal piano di sopra. Suo padre probabilmente era stato svegliato dai toni non proprio soavi di Thomas.
La donna si comportò esattamente come il figlio, fingendo di non sentirlo mentre mangiava i suoi cereali.
Thom ripetè la domanda un paio di volte, poi rinunciò e uscì in giardino.
Il sole illuminava il quartiere, sarebbe stata una bella giornata se avesse avuto tra le mani il suo Pokèmon Heart Gold.
Prese forte a calci il pallone facendolo rimbalzare contro lo steccato, sapeva che questa cosa faceva infuriare sua madre, ma la donna fece nuovamente finta di nulla; ciò fece infuriare il ragazzo ancora di più, che scavalcò lo steccato e cominciò a correre verso nord, senza una meta precisa.
Intanto James si era vestito e gli gridava dal giardino di fermarsi, finchè non si mise a correre anche lui.
Il bambino era veloce e raggiunse il fratello in poco tempo.
-Thom? Thom? Dove vai? Porti anche me?- gli chiese, quasi supplicandolo.
Thomas ignorò le sue richieste continuando a correre, ma presto dovette fermarsi, in quel modo lasciò implicitamente liberò spazio a James.
-Thom! Dove stiamo andando?- gli chiese di nuovo il fratello, il suo tono era pieno di ingenua curiosità, ma Thomas non sapeva realmente cosa rispondere, scrollò semplicemente le spalle mentre si riossigenava.
James si sedette a gambe incrociate accanto a lui, il fratello non fece in tempo a rivolgergli uno sguardo interrogativo che un paio di ragazzi si rivolsero ai due richiamando la loro attenzione.
-Ehi voi! Dove siamo?- chiese il maschio, aveva un paio di pantaloni corti blu sporchi e dei capelli neri corvino, poco più alto di Thomas, non doveva avere più di 15 anni. Accanto a lui una ragazza terribilmente simile all’altro, tranne per gli occhi, i suoi erano verdi.
Thomas sbuffò, non era proprio dell’umore giusto per sopportare uno scherzo.
-Non fate gli scemi, secondo voi dove siamo?.- indugiò un attimo sull’abbigliamento dei due ragazzi; era abbastanza normale, pantaloncini e maglietta per entrambi, ma coperti di strane macchie nere, sembravano chiazze di olio per motore.
Il ragazzo si voltò verso la ragazza scuotendo la testa, entrambi si voltarono e fecero un paio di passi avanti quando le parole di Thomas li costrinsero a voltarsi.
-Ehi aspettate! Chi siete? Da dove venite?-
-Io sono Fred, lei è mia sorella Elaine. Veniamo da una città vicina, volevamo fare una passeggiata.- calcò la parola passeggiata con un accento ironico. –E voi?-
Thomas fece una smorfia prima di rispondere.
-Fred? Fred e basta?-
Il ragazzo scoppiò a ridere.
-Tua madre non ti ha insegnato che non si risponde a una domanda con un’altra domanda? Comunque per te sono Fred e basta, sì.- calcò di nuovo ironicamente la parola “basta” prima di ripetere la domanda –E te?-
Thomas fece un profondo respiro, col carattere che aveva gli sarebbe saltato addosso all’istante, ma non voleva avere altre discussioni con i genitori tutte nello stesso giorno.
-Thomas Clarence. E lui è mio fratello James.- indicò il bambino, che era ancora seduto a gambe incrociate, ma ora fissava curioso Elaine.
I due ragazzi indugiarono qualche attimo poi si riavviarono nella direzione scelta prima.
Thomas li interruppe di nuovo.
-Certo Fred, certo. Una passeggiata!- gli disse cercando di imitare l’accento ironico del ragazzo.
Fred si voltò e con lui Elaine, che sembrava imitare perfettamente le movenze del fratello.
-Senti, Thommy vuoi sapere la verità? E’ questo che vuoi?- gli chiese con un tono terribilmente drammatico, ma così falso che avrebbe fatto invidia a una maglietta Dolce & Gababba.
Thomas annuì con fare deciso decidendo di ignorare l’atteggiamento di Fred.
-Beh, noi veniamo da Underworld, sottoterra.-
  
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