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Autore: dragon_queen    10/05/2013    1 recensioni
[MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Se anche un solo bambino crede in loro, i guardiani continueranno a combattere e a vincere. Ma se la stessa cosa valesse anche per Pitch? Se esistesse qualcuno che prova una paura talmente profonda da risvegliare l'Uomo Nero?
Se vi ho incuriosito, vi invito a leggere :)
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Frost, Nuovo personaggio, Pitch, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO VIII

 

La luna galleggiava leggera nel cielo notturno, circondata da tante piccole stelle, le quali costellavano la coltre scura quasi come un dipinto. Kim sospirò, stringendosi nelle spalle e rabbrividendo per un attimo.

Jack, al suo fianco, fissava anch'egli il cielo, sorridendo lievemente.

-A cosa pensi?- gli chiese la ragazza, distraendolo per un attimo dai suoi pensieri.

-A niente in particolare. Mi tornava in mente il periodo in cui ancora non ero un guardiano, quando faceva divertire i bambini, ma loro non potevano vedermi. Fingevo di essere soddisfatto di quello che ero, ma in realtà mi sentivo terribilmente vuoto-

-Il nonno mi raccontava spesso di come voi vi siete conosciuti. All'epoca, nonostante sapessi che erano solo storie, dentro di me speravo di incontrarvi tutti, prima o poi-

-Allora ringraziamo Jamie se adesso tu sei qui-

-A dir la verità dovremo ringraziare Pitch. Se lui non mi avesse attaccata, probabilmente non ci saremo mai incontrati-

L'albino si rabbuiò per un secondo. Poi disse:

-Sai, la prima volta che ti ho vista avevi forse quattro anni. Ero andato a trovare Jamie, non immaginando di trovarlo vecchio e stanco. Volevo divertirmi ancora con lui come facevamo un tempo, ma non avevo mai pensato che gli umani crescono e invecchiano, accantonando a poco a poco tutto ciò che sono stati. Quando però ti vidi e Jamie mi chiese di prendermi cura di te come un angelo custode, per un solo ed egoistico momento non mi importò più del mio amico ormai vecchio-

Kim fissava il guardiano senza sapere esattamente cosa pensare. Era stupita da quella novità, ma al tempo stesso era arrabbiata. Il nonno aveva sempre considerato Jack alla pari di un migliore amico, un fratello, e a lui era bastato poco per dimenticarselo.

Decise comunque di cambiare discorso. Non le andava di tornare a litigare con lui, dato che in quel momento si sentiva davvero bene.

-Cosa ci facciamo qui, dunque?- chiese.

-Attendiamo la magia- sorrise l'albino e Kim si sentì arrossire.

Perchè gli occhi di Jack le facevano quell'effetto? Quando il guardiano la guardava in quel modo, così sbagliato secondo lei, non poteva fare a meno di sentirsi terribilmente fragile di fronte a lui, come se improvvisamente fosse tornata bambina. Eppure per lui era tutto così naturale, automatico, mentre per la ragazza era difficile e complicato. Il solo pensare di lasciarsi andare all'ondata di innocenza e svago che Jack si portava dietro la faceva sentire come se in qualche modo stesse tradendo tutto ciò che era sempre stata. Doveva però ammettere che ad una parte di lei quella sensazione piaceva e molto anche.

Mentre continuava a fissare il guardiano, il quale le rilanciava uno sguardo all'apparenza confuso, una scia dorata le passò veloce davanti agli occhi.

Kim si distrasse, seguendo quella polvere luminosa e vedendola volare rapida in direzione di una delle abitazioni buie, la quale aveva stranamente le finestre aperte nonostante il pungente clima invernale.

-Ma che...- sospirò lei, mentre miriade di scie dorate di dirigevano svelte verso ogni casa che trovavano.

La ragazza riusciva quasi a sentire la felicità che impregnava l'aria, la spensieratezza fanciullesca che si dilatava a macchia d'olio.

-Vieni- sentì dire alla voce di Jack.

Lei, ancora distratta, gli porse distrattamente la mano, in modo che lui l'aiutasse ad alzarsi. Così, una volta in piedi e ben stretta la mano in quella dell'albino, entrambi planarono su uno dei davanzali vicini.

Si affacciarono curiosi dalla finestra e Kim potè finalmente scoprire a cosa serviva quella strana sabbia dorata. Nel piccolo letto, immerso nella stanza buia, un ragazzino stava sognando. Draghi e cavalieri a quanto pareva.

Lei sorrise, affascinata, mentre Jack, ormai abituato allo stupefante potere di Sandy, rimase ad osservare Kim. Pensò che con molta probabilità il suo piano stava funzionando, in quanto in quegli occhi così vitrei riuscì per un attimo a scorgere una scintilla di infantile emozione.

-E' bellissimo- disse allora lei, tornando a guardarlo e trovandolo per la seconda volta mentre la fissava.

Distolse immediatamente lo sguardo, nascondendo metà del volto all'interno dell'ampia sciarpa. Una sensazione di gelo la invase non appena il tocco leggero della mano di Jack le sfiorò una guancia, portandole delicatamente un ciuffo dietro un orecchio.

Lei, il respiro stranamente corto, si voltò, vedendo un sorriso sincero solcare le labbra del guardiano, mentre la sua mano si chiudeva a coppa attorno al suo viso. Un insolito calore le invase il petto e la cosa non le piacque, stavolta.

-Ecco...io...penso che andrò a fare un giro- disse allora e, senza sapere come, fluttuò leggera giù dal tetto, lasciando solo l'albino.

Senza voltarsi indietro, si inoltrò nel bosco.

 

D'improvviso l'atmosfera calma e trasognante che invadeva la piccola città di Burgess era come sparita. Il leggero frusciare della polvere dorata e il respiro tranquillo dei bambini che sognavano era stato sostituito dal verso ripetitivo e inquietante di un uccello notturno e il frusciare del sottobosco fece sobbalzare Kim per un paio di volte.

Aveva fatto bene ad allontanarsi da Jack? Era sicuro per lei stare da sola?

Ad un tratto si voltò, spaventata da un rumore improvviso alle sue spalle, ma non vide nessuno.

-Jack, sei tu?- chiese con voce strozzata, sperando vivamente che fosse il guardiano che la stava seguendo.

Un altro rumore la costrinse a voltarsi e nuovamente non vide nessuno.

-Jack, se sei tu sappi che non è divertente- disse Kim, cominciando ad arrabbiarsi, ma allo stesso tempo con la paura che stava salendo.

In quel momento le parve di avvertire qualcosa che assomigliava ad un nitrito provenire dai cespugli. Arretrò di un passo, urtando un sasso che la fece sobbalzare.

-Non mi piace questa situazione. Meglio se torno indietro- si disse e si voltò per tornare in città.

Quando però lo fece, urtò contro qualcosa, o meglio, qualcuno. Una figura nera si stagliava di fronte a lei e la ragazza lentamente alzò la testa per poterne scorgere il volto, anche se in lei stava nascendo la convinzione di sapere di chi si trattava.

La pelle cenerea, due scintillanti occhi gialli e profondi, i capelli neri come la notte che parevano quasi incorporei: Pitch.

Kim, spaventata, arretrò di un passo, incampando però nei suoi stessi piedi.

-Ben trovata, raggio di luna. Credo che noi due dobbiamo parlare...-

 

Jack era planato leggero su uno dei tetti scuri. Fino all'ultimo aveva seguito con lo sguardo Kim che si allontanava tra gli alberi, combattuto sul seguirla o lasciarla in pace. Alla fine aveva optato per la seconda opzione.

Aveva agito in modo insensato, senza sapere realmente cosa stava facendo. Guardare quella ragazza risvegliava in lui una strana agitazione all'altezza dello stomaco, cosa che non aveva mai provato. Riusciva in qualche modo a scaldare il cuore che quasi trecento anni prima aveva smesso di battere. Gli faceva ricordare come era essere umano.

Al tempo stesso però lo spiazzava, facendolo giudicare di tutto, anche di se stesso. Sentiva la necessità di toccarla, accarezzarla, farla sentire al sicuro, darle un vero motivo per continuare a sperare. Non le avrebbe permesso di abbandonarsi alle ombre.

In quel momento i suoi pensieri furono interrotti da piccoli passi al suo fianco. Si voltò, trovando Sandy che lo fissava con il suo viso tondo e carino. Sulla sua testa apparve l'immagine di Kim e un punto interrogativo.

-Credo di aver fatto una sciocchezza, amico mio- rispose il guardiano dell'inverno, allontanando nuovamente lo sguardo dal suo compagno.

La mano dell'uomo dei sogni si posò sulla sua spalla.

-Non so come comportarmi con lei. Scatena in me sentimenti che mai in vita mia avevo provato. Sento di volerla tenere al sicuro. Sento di volerla con me per sempre-

Incontrò il sorriso spontaneo dell'amico, il quale gli fece capire che probabilmente sarebbe stato meglio seguirla.

In quel momento, mentre Jack si alzava per seguire il consiglio ricevuto, intravide qualcosa che si nascondeva sfuggevole in un vicolo, per poi sparire nel bosco e la cosa non gli piacque per niente.

Quella che aveva visto era un'ombra, o meglio, un purosangue. Ciò significava solo una cosa: Pitch non era lontano e quando l'uomo nero era nei paraggi, le cose andavano drasticamente a peggiorare.

  
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