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Autore: MariaGraziaKilljoy    11/05/2013    6 recensioni
"Come ci si sente quando senti la vita che pian piano ti scivola tra le dita?
Come ci si sente quando la linfa vitale sta abbandonando le tue spoglie membra?
Come ci si sente quando si è vuoti, ma vuoti dentro, nel cuore e nell'anima?
Come?" - Dal primo capitolo.
Frerard.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note:
 
"Per la prima volta in vita mia ho fatto l'amore.
Ora capisco a cosa si riferivano i poeti del romanticismo che ho tanto odiato tra i banchi di scuola, capisco quale sia quel luccichio impresso negli occhi di una persona innamorata perché, quando mi osservo allo specchio, vedo una anch'io calda scintilla nel mio sguardo.
Ricordo perfettamente ogni singolo secondo, ogni respiro o gemito o sguardo scambiato nella più completa armonia dei nostri due corpi."
 
Mi sfugge un sorriso quasi compiaciuto, cerco di coprirlo col dorso della mano.
Sono le tre del mattino e Gerard sta dormendo a pochi centimetri da me e dalle mie confessioni che sono ormai divenute abitudini.
 
"Ha sempre la stessa espressione serena quando dorme. Il naso delicato all'insù, le labbra sottili che formano un mezzo arco e che ogni tanto si lasciano andare in movimenti meccanici quasi sorridessero durante il riposo.
Come i bambini.
Mia madre diceva che i neonati sorridono mentre dormono perché hanno, sin dall'inizio, la capacità di sognare e di comprendere ciò che stanno sognando. Strano: non riescono ancora a comprendere la realtà eppure capiscono l'immaginazione o quel che è frutto di essa stessa."
 
Mamma. Non la vedo da quando ho deciso di intraprendere questo assurdo viaggio - che poi proprio viaggio non è - con Gerard, e non la sento addirittura da più tempo. Chissà come sta, chissà perché non mi ha contattato in alcun modo, se ci ha provato o se le importa ancor meno di quanto credessi. Di me, suo figlio che infelice com'era ha lasciato sua madre completamente sola.
In fondo la mia tristezza non era causata da lei, probabilmente l'ho provocata io stesso. Fatto sta che lei non ci ha neanche provato a liberarmi da tutto quello.
Gerard sì, invece.
 
"Mi ha detto di amarmi. Me l'ha sussurrato ma nessun suono è mai stato più chiaro per le mie orecchie...o più sincero. E' come se l'avesse urlato e la sua voce, così alta nell'urlo, avesse avuto la forza di schiantasi contro il mio torace e scuotermi.
Un grido.
Un sussurro, il suo. Il più potente.
E lo schianto l'ho sentito in pieno petto, mi duole ancora per la forza messa in tre parole, le più semplici e complicate che un essere possa pronunciare. Non importa di che natura sia lo stesso, saranno sempre le parole più pesanti di tutte. Le più pesanti che riescono però a volare alte."
 
Jamia, la mia ex ragazza, ha detto più volte di amarmi e non le ho mai dedicato una pagina di diario.
Io comunque, quando pronunciava quelle due parole, le ho sempre risposto con un 'anch'io'. 
Chiunque potrebbe pensare che quella sia la risposta più semplice, lecita o normale da dare alla propria ragazza. Nessuno ha mai pensato che in 'anch'io' non ci sono le parole 'ti amo'?
 
Sento il materasso sotto di me vibrare flebilmente, poi odo un respiro più profondo, segno che Gerard sta svegliandosi. Meglio mettere da parte il mio strano diario.
Una voce debole dovuta anche dalla bocca ancora impastata si alza nella camera appena illuminata dalle luci dell'imminente alba.
-Buongiorno, Frankie- un sorriso a fior di labbra nel pronunciare l'ultima parte della breve frase. E' la prima persona che, dicendo il mio nome, si sente felice o almeno avverte una sensazione così piacevole da provocargli un sorriso seppur appena abbozzato.
Io, invece, non ho neanche bisogno di portare alla mente il suo nome per essere felice.
O grato.
-Buongiorno anche a te, vuoi un caffè?- la sua passione per la bevanda scura e forte non è un segreto neanche per i muri.
Riesce solo ora ad aprire completamente gli occhi e a posare lo sguardo ancora rapito dalla stanchezza su di me. Rimane a fissarmi per qualche breve istante e poi cambia la direzione del capo per guardare qualcosa in un angolo della camera.
-Magari dopo- dice con un tono distratto nel momento in cui si alza per raggiungere ciò che aveva catturato la sua attenzione qualche secondo prima.
Si abbassa leggermente ed afferra qualcosa nella mano destra, poi apre la finestra per far entrare più luce e solo così capisco che quel che ha in mano è la sua famosa cartellina nera alla quale non ha fatto avvicinare neanche i cagnolini che incrociavamo per strada.
-Ricordi quando ti dissi che mia nonna, Elena, mi ha insegnato a disegnare? Ecco, volevo che tu sapessi cosa è stata capace di trasmettermi- con movimenti lenti apre la cartella, poi la rigira verso di sé -Nessuno, a parte proprio la mia insegnante, ha mai visto i miei lavori-
Nell'ultima frase riesco a leggere tanta fiducia riposta nei miei riguardi e forse anche un po' di timore nel mostrare a qualcuno che non fosse lui una parte così nascosta di egli stesso.
-Chiudi gli occhi per favore?- la voce sottile come quella dei ragazzini che, imbarazzati, chiedono alla fidanzatina di non guardare mentre cercano di porgerle uno di quegli anelli che si trovano sulle bancarelle e che costano poco più di una paghetta settimanale.
Obbedisco serrando le palpebre fin quando non sento un -Ora puoi riaprirli- che mi riporta alla scena di poco prima.
Davanti a me un foglio retto da una mano tremante. Sul foglio, un ragazzo dai capelli corti e scuri con dei piercing ed uno scorpione tatuato sul collo.
-Ma...ma sono io- sembra proprio mi piaccia ribadire l'ovvio.
Sento le lacrime rigarmi le guance, non perché qualcuno mi ha ritratto. Certo, questo può colpirmi ma ciò che mi ha stupito è stato il modo in cui Gee mi ha riportato su uno spoglio pezzo di cellulosa. Non è un semplice disegno, non è un'immagine di una ragazzino quasi diciottenne del quale l'artista si è invaghito, è molto di più.
Ho infatti l'impressione che, da un momento all'altro, l'immagine che mi rispecchia possa fuoriuscire dalla carta e sfiorarmi, parlare o addirittura prendere il mio posto in quanto siamo così simili che nessuno si accorgerebbe della differenza.
Nessuno tranne Gee, suppongo.
Ha davvero un grande talento.
-Sei bravissimo, Gerard. Dico sul serio- lo dico davvero sul serio.
Il suo sguardo si illumina abbastanza da rendere invidiosa l'alba, così fa tutto il resto intorno quando un sorriso nasce sul suo volto.
-Davvero lo pensi?-
-Sì, e molti altri lo penserebbero se vedessero quello di cui sei capace-
-Però io non volevo farti piangere- una dolcezza immane racchiusa in un'unica frase.
Neanche immaginavo che una persona fosse capace di tanto. Lo abbraccio di slancio non per compassione né per compiacergli, è solo che ne ho bisogno.
E come ricambia gli abbraccia lui, nessuno sa farlo.
Mi lascia andare dopo poco...o tanto, non so. Nelle sue braccia il tempo assume tutt'altra dimensione.
Vorrei dirglielo, dirgli anch'io che lo amo almeno quanto lui ama me.
-Gerard...io...- il respiro mi si blocca in gola impedendomi di pronunciare anche solo una sillaba.
-Tu cosa?- inclina la testa leggermente verso destra per accompagnare l'espressione inerrogativa alla fine della frase e così facendo i raggi solari ricadono sulle sue pupille facendole risplendere ancor più di prima.
-Io ti....- il respiro che prima mi si era bloccato in gola ora spinge sulla bocca dello stomaco.
Perché è così difficile?
-Ti...- il cuore batte all'impazzata ricordandomi l'effetto che mi fece il suo sguardo puntato su di me per la prima volta poche settimane prima.
-Ti preparo un caffè- .


NOTE DELL'AUTRICE:
Eccomi qui (ma che palle) con un altro capitolo.
Probabilmente sarà noioso, ma voi in ogni caso mi rendete felicissima se recensite.
Potete anche scrivermi 'ehi,cretina, la srittura non fa per te' basta che mi dite cosa ne pensate perché è frustrante scrivere e non ottenere pareri.Però voi siete carini e gentili quindi mi darete tanti pareri, vero? *faccia da cucciolo*
Bene, grazie come sempre a chi recensisce, mette la storia tra le seguite, le ricordate o le preferite. Mi fa tanto piacere che ci sia qualcuno che condivide le mie idiozie.
Grazie mille a chi legge e rimane 'nell'ombra' anche se, rivelandovi, mi fareste solo felice.
Grazie.
-Maggie.
  
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