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Autore: terebinthia    11/05/2013    2 recensioni
Taylor, una ragazza 17enne, viene costretta dalla madre a cercarsi un lavoro per pagarsi gli studi. Ottiene il lavoro di baby-sitter dalla famiglia Mason ma una sera mentre si trova con la bambina che le è stata affidata accadrà qualcosa di inaspettato...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4
 
 
Una pietra verde di forma esagonale riflette la luce della candela abbagliandomi gli occhi per qualche istante.
 Una volta ripresa la mia vista allungo il braccio e afferro quello che sembra essere un manico di qualcosa- questo posto si  fa sempre più strano…- lo estraggo da sotto il letto e finalmente me lo ritrovo tra le mani- Ma è un pugnale!- esclamo stupefatta.
 Il manico è decorato da due pietre incastonate, la lama lucida e liscia è finemente lavorata, sicuramente è opera di un fabbro esperto.
Dopo averlo osservato per un po’ lo appoggio sul palmo della mano e scopro che è molto leggero per essere un pugnale qualunque; mi infilo l’anello e ripongo il pugnale dentro ad un cassetto del comodino vicino al letto- Quello è bene che April non lo veda- dico a bassa voce mentre chiudo la porta e torno in cucina.
- Allora, hai finito di mangiare?- chiedo ad April mentre sto per raggiungere il tavolo- Noooo! Jimi scendi da lì subito!- urlo non appena lo vedo seduto sulla mia sedia e leccare il mio piatto, ovviamente pulito fino all’ultima briciola;
April divertita batte le mani per incitarlo, probabilmente gli avrà dato anche il suo di coniglio- Scendi!- gli intimo furibonda.
 Subito mi pento di aver gridato tanto, non potrei mai sapere che reazione potrebbe avere un cane di tali dimensioni sentendo una persona praticamente estranea inveirgli contro; fortunatamente al secondo richiamo mi ubbidisce e a orecchie basse va a rifugiarsi in salotto.
 Anche April smette subito di ridere, sul suo volto si dipinge un espressione talmente seria che sembra quasi irreale per una bambina della sua età- Avevamo solo quello, diamine! Il tuo l’hai finito!?- chiedo rivolgendomi verso di lei . April si limita giusto a farmi un cenno di assenso con il capo poi prende e si allontana anche lei in salotto.
Osservo la tavola ancora apparecchiata e con i piatti vuoti, mi passo le mani sul viso e poi sui capelli- Ma cosa ci faccio io qui!- dico sconsolata mentre raccolgo le posate e le butto nella tinozza provocando un baccano incredibile.
Quando ho finito di sparecchiare la tavola, soffio sulla candela per spegnerla e vado a raggiungere gli altri due.
Mi dirigo verso la poltrona in silenzio e osservo April girata di schiena che accarezza il cane, disteso con il muso appoggiato a terra e gli occhi teneri, mentre gli sussurra parole di conforto- Scusa, ho esagerato prima- le dico mentre mi avvicino, lei si gira di scatto come se fosse stata scoperta a fare qualcosa di proibito
- Perché tratti sempre male Jimi? Lui è buono…- riprende ad accarezzarlo sulla testa- Ma lo so che non è cattivo, solo che non abbiamo niente da mangiare per il momento e lui la sua cena ce l’aveva già!…- spiego in tono calmo.
 
Secondo i miei calcoli dovrebbero essere quasi le dieci di sera e gli sbadigli di April non tardano ad arrivare- Taylol?- mi domanda ad un tratto con occhi sonnolenti- La mamma non viene più?- si viene a sedere vicino a me- Non so bene nemmeno io quando arriva, però non ti devi preoccupare, avrà avuto molto da fare…- cerco di evitare il suo sguardo da cerbiattino smarrito-… Ok, allora  mi racconti la fine della stoia?- E’ un po’ presto per sapere la fine della storia, ma se vuoi posso raccontarti come continua …- le dico sorridente.
 April approva senza esitazioni, così continuo a narrarle della storia di questa ragazza e della bambina che vivono ad Adeia , dei loro bellissimi vestiti e del loro cane ingordo!- Taylol, ma questa stoia è come la nostra?- mi interrompe ad un tratto- Ci assomiglia un po’…- mentre cerco di capire il suo umore, “se ora si mette a piangere perché vuole la madre mi sparo!”, vedo che assume un’espressione pensierosa- Alloa dove sono tutti i nostri vestiti da pincipesse?!- inizio subito a ridere e lei sembra non capirne il motivo, “ e io pensavo che volesse la mamma!”. -Domani mattina te li farò vedere, ora si è fatto tardi, meglio che ti porto su a dormire- la prendo in braccio ma non oppone resistenza più di tanto, la giornata è stata sconvolgente anche per lei – Ciao Jimi!- lo saluta con la mano tra uno sbadiglio e l’altro.
 
 
*****************
 
 
Spalanco gli occhi di colpo quando mi accorgo di non aver dormito nella mia stanza, mi ci vuole qualche secondo per ricordarmi di tutto.
Vado a sciacquarmi il viso, “ho un aspetto orrendo” penso tra me e me; mi spazzolo i capelli e me li sistemo da un lato, tiro fuori dal baule uno di quei bei vestiti che ho trovato ieri e me lo sistemo come meglio posso, infine mi allaccio dei sandali alle caviglie.
Faccio mente locale per come organizzare la giornata: “per prima cosa devo parlare con Hiram”penso mentre vado a controllare che il pugnale sia rimasto nel cassetto.
Lo prendo in mano ma mi accorgo subito che sulla lama sono state incise delle strane lettere- E queste chi le ha fatte?- dico mentre passo le dita sopra la superficie tagliente.
 Anche la pietra incastonata nel manico ha cambiato colore, da verde è diventata viola lucente.
Prima di andare a cercare Hiram vado a controllare April: dorme tranquilla nel suo lettuccio; fischio a Jimi che si precipita subito in camera- Vedi di farle la guardia mentre sono fuori- gli raccomando inutilmente- Speriamo che non si svegli prima che ritorni!- dico mentre mi chiudo la porta alle spalle.
L’erba fresca e bagnata di rugiada del giardino mi solletica i piedi- Dovrà spiegarmi un bel po’ di cose…- dico una volta raggiunto il portoncino della casa vicina.
Sto per bussare quando la porta si apre  da sola e appare Hiram con un arco in mano- Aah! Che spavento!- urlo; lui mi fissa sorpreso- Ssh! Non gridare potrebbero sentirci!- non capisco- Sentirci, chi?-.
 Hiram chiude la porta dietro di lui- Non posso parlartene qui, non è né il momento né il posto- risponde lui sbrigativo- Cosa ci fai qui a quest’ora del mattino?- mi chiede mentre sistema la faretra con le frecce a tracolla- Ho bisogno di sapere qualcosa su questo mondo e sul perché io ed April siamo finite qui- spiego fissandolo negli occhi.
Hiram si guarda intorno per un attimo- Senti ora proprio non posso…devo andare, questo pomeriggio passo io se vuoi…- dice mentre fa per allontanarsi- No, io non ritorno a casa finchè qualcuno non mi dice cos’è questo!- estraggo il pugnale e glielo mostro.
 Hiram sgrana gli occhi pietrificato poi torna di corsa verso di me- Nascondilo subito! Cosa ci fai con questo?!- dice togliendomelo dalle mani- Ora capisci perché ho bisogno di parlarti?- lo guardo con aria orgogliosa- E va’ bene, seguimi- .  
 
Il vicino di casa mi conduce in una radura appena dentro il bosco davanti alle nostre case; è molto agile e sa muoversi facilmente anche tra le radici degli alberi, recupero il fiato qualche istante- Ora posso parlare?- gli chiedo, scuote la testa in segno di assenso.
- Ieri sera ho trovato questo sotto al letto, ma era diverso…questa pietra era verde e le scritte non c’erano- Hiram esamina il pugnale ma la sua reazione è uguale alla mia- Non conosco questa lingua, forse è elfico…- E come si fa a tradurre questa roba?! Non conosci nessuno che possa farlo?- accenna un mezzo sorriso- Io non frequento elfi- dice- Allora a questo ci penserò poi- mi infilo il pugnale nella tasca laterale dell’abito- Vedo che hai seguito il mio consiglio per l’abito- dice indicandomi- Figurati! Il mio abito è stupendo, questo l’ho messo perché mi serviva un cambio- ribatto- Comunque… come mai tutta questa riservatezza e silenzio? Hai paura che si svegli il vicinato?- domando con una vena ironica; noto che Hiram torna serio- Fossi in te non disturberei il “vicinato”come lo chiami tu, ad Adeia siamo prossimi alla guerra e le città brulicano di truppe inviate da Tromar- dice lui in tono amaro.
 Mi sento una sciocca, come ho potuto mettermi a scherzare su un mondo che nemmeno conosco?- Scusa…non lo sapevo- la voce mi esce timidamente dalle labbra.  
Rimaniamo in silenzio per qualche istante, poi la curiosità prende il sopravvento di nuovo- Potrei sapere chi è questo Tromar?- Hiram alza gli occhi al cielo- Temevo che prima o poi me l’avresti chiesto!- fa segno di sedermi sopra di una roccia dietro di me e io obbedisco in attesa che parli- Ti spiegherò il tutto in breve. Questo Tromar è il sovrano di Adeia, ma non è stato eletto dal popolo, per prendersi la corona ha sterminato metà dei suoi parenti; tutti gli altri, quelli che invece lo appoggiavano, ora sono suoi consiglieri.
 In un primo momento sembrava che i suoi progetti fossero quelli di instaurare un nuovo regno, che avrebbe portato alla ricchezza e prosperità al popolo; ma i suoi scopi erano altri.
La gente si è impoverita, gli elfi sono stati esiliati nei boschi proibiti, e tutte le creature benevole, rinchiuse in posti sconosciuti.
 Ad aggravare la situazione poi, sono state le pesanti tasse che Tromar ha imposto ad ogni famiglia, denaro ovviamente che non gli serve ad altro che a rafforzare il suo potere e stipendiare il suo esercito. Spesso i suoi fidati girano per le città e compiono razzie nelle abitazioni senza alcuna pietà.
Il mercato nella piazza cerco di evitarlo, lì può succedere di tutto, ogni barbaria commessa dai soldati del re è permessa; per questo vengo a cacciare qui.- Abbasso lo sguardo, è troppo difficile credere a ciò che Hiram mi ha detto, come possiamo April ed io rimanere in un luogo simile?-
 
Quindi siamo in trappola…- mormoro ancora incredula- No, questo lo pensavo anch’io fino a stamattina, ma quando ho visto quello- indica la tasca del mio abito- Ho capito che abbiamo una speranza- vedo che i suoi occhi azzurri iniziano a brillare- E perché mai questo pugnale dovrebbe essere così importante?- domando io turbata.- Il Rhali! Il pugnale forgiato dagli gnomi di Xolava, l’antica capitale di Adeia, è in grado di richiamare le sei protettrici della pace, le uniche a poter sconfiggere Tromar ed il suo esercito.- Hiram mi si avvicina con un sorriso radioso- Grazie a questo pugnale potremo mettere fine a tutto quest’ odio ed ingiustizia!- . – Ok, ok…fermo un attimo, stai correndo troppo! Ammesso che esistano gnometti, elfi, ecc.; come speri che arrivino queste sei protettrici, appaiono da sole? Dobbiamo rompere il pugnale?...- Hiram prende l’arco in mano- No, suppongo che dovremo cercarle, e prima ancora dobbiamo trovare qualcuno che sia in grado di leggere l’elfico!- risponde lui.
Torno in piedi e mi avvicino ad Hiram- Tu sei pazzo se credi che io abbandoni casa mia portandomi dietro April e il cane, per cercare sei ragazze in posti sperduti in mezzo al bosco!-gli dico in tono sprezzante; quelle quattro pareti sono tutto ciò che mi rimane della realtà e non intendo abbandonarle!- Ehi! Ma che ti prende?- Hiram prova a trattenermi per un braccio, ma io lo strattono via- Va’  pure a cacciare, grazie per le informazioni, ma io a spasso per i boschi in terre sconosciute non ci vado, ciao!- gli volto le spalle e ripercorro la strada da cui sono arrivata. 





ANGOLINO AUTRICE:
Ciao a tutti:), scusate se pubblico un po' "a singhiozzo", ma tra impegni ed ispirazione...beh, spero che questo nuovo capitolo vi piaccia, so che questi primi capitoli in alcuni punti sono un po' noiosi ma servono, già a partire dal prossimo comunque saranno più movimentati. Vorrei anche ringraziare Nemesis-Kali e LoveforHachi che recensiscono e hanno panzienza di leggere la mia storia:) e anche Ladyselena15 che però non ha ancora recensito:). Grazie e buona lettura! 
         
 
  
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