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Autore: troublemakers    11/05/2013    2 recensioni
Lei ha smesso di credere.
Il biondo la aiuterà a ritrovare la speranza, il riccio la confonderà.
Lei scoprirà di non essere quella che credeva.
Gli occhi azzurri le daranno conforto, gli occhi verdi la tenteranno.
Lei dovrà fare delle scelte.
Il sorriso innocente irlandese la illuminerà, quello misterioso e inglese la farà prendere una strada difficile.
Lei non saprà cosa fare.
Entrambi la amano. Entrambi faranno di tutto per averla. Entrambi hanno storie diverse,alle spalle.
E lei cercherà di resistere, ma ... quando sei fragile, basta un colpo di vento per farti crollare. Quando il tuo cuore è ferito non è facile curarlo. Soprattutto se non usi le medicine giuste.
E in particolare se quella medicina errata è l'amore.
L'amore può sbagliare, fa soffrire, fa piangere. E l'amore può FAR sbagliare, può portare alla pazzia ... alla morte.
To love's mistakes ... who will survive?
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Incest
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CAPITOLO 2: "CHANGE YOUR LIFE" 

 

                                                                

 

 

E potevi perdertici dentro.

Si. Era quello l’effetto che facevano gli occhi che mi ritrovai davanti. Non erano di un semplice verde, ma erano profondi, brillanti … qualcosa d’indescrivibile. Ricordavano lo smeraldo.

Quegli occhi incredibili erano accompagnati da una figura alta ed equilibrata, e da scuri capelli ricci, che andavano contro ogni legge di gravità.

Forse ho sbagliato casa … oppure non mi ricordavo che il compagno di mia madre fosse così giovane, è più piccolo di Liam a momenti

Ebbene si, solamente qualcuno idiota come me poteva fare dei pensieri così  stupidi.

Sicuramente era il figlio. Ovvio. Praticamente io e le intuizioni eravamo come l’acqua e l’olio (si dice così, vero?).

Il ragazzo che aveva aperto la porta di quella enorme villa, ora mi guardava  immobile, senza reagire, fissandomi e senza pronunciare alcuna parola.

cazzo l’ho pietrificato?”. Cretina. Si. Ero davvero una cretina. Mica ero Medusa io!

Stavo per chiedergli se si sentisse bene, ma un uomo apparve alle sue spalle, sorridendoci ed esclamando:

-Benvenuti a casa Styles!-, e si fece avanti con fare accogliente.

Jayke Styles. Era quello, allora. L’avevo visto si e no una mezza volta, l'anno prima. Un uomo di circa quarantacinque anni, capelli scuri e leggermente ricci, occhi chiari e un’aria rassicurante. Era la versione in formato grande del ragazzo che mi aveva aperto la porta.

In teoria, avremmo dovuto stringerci la mano, ma lui mi venne incontro abbracciandomi – Da quanto tempo Luna, è un piacere rivederti!- esclamò gentile.

ma tutta questa confidenza chi minchia glie l’ha data?” .Sorrisi senza dire nulla. “Lo fai per tua madre, Luna” rammentai a me stessa.

Poi l’uomo mi lasciò, per andare a salutare Liam, che si trovava accanto a me, e infine raggiungere mia madre, poco dietro di noi.

La abbracciò e poi le diede un bacio sulle labbra. Mi venne letteralmente da vomitare, anzi mi dovetti trattenere e mi girai.

 

Volsi involontariamente lo sguardo al ragazzo riccio.                                                                                                                                                                                     Si era appoggiato allo stipite della porta, a braccia incrociate, osservando la patetica  scenetta tra i due “piccioncini”, con una smorfia, e poco dopo anche lui portò lo sguardo su di me, per evitare di vedere quella roba nauseante.

Santo cielo. Potevano almeno andarci piano, no? Infondo non eravamo ancora abituati all’idea di dover avere una nuova famiglia. Speravo davvero che mia madre non pensasse che avrei cominciato a chiamare quell'uomo "papà", perchè se ne era convina ... beh, l'avrei amaramente delusa.

Mio fratello intanto aveva preso le valigie dalla macchina, e le stava cominciando a portare vicino la porta.

Il Signor Styles disse al figlio, sciogliendosi da quella “affettuosa” situazione con mia madre:

-Harry, aiuta Liam con le valigie-.

Il riccio lanciò un’occhiata a Liam, sbuffò e chiese – Perchè mai dovrei? Lui non è nessuno per me. E poi può farcela da solo, no?- .  Jayke roteò gli occhi e aiutò mio fratello, che era evidentemente irritato dal comportamento di quell’ … Harry.

Harry. Si chiamava Harry. Simpaticissimo,eh? Non ero l’unica acida,allora.

Magari ha anche una civetta che si chiama Edvige e va ad Hogwarts”   pensai poi, ma mi trattenni dall’esporre i miei pensieri demenziali.

Presi la mia valigia e l’uomo ci fece entrare nella grande casa.

Rimasi esterrefatta per un secondo. Quel posto era davvero immenso! A New York l’appartamento in cui vivevamo non era tanto grande...ok si, non era nemmeno la metà.

New York … mi mancava. Da morire. Anche se era da nemmeno un giorno che non ero più lì. Il viaggio in aereo non era stato lungo, e arrivare a Londra non aveva richiesto tanto tempo, anche perché la maggior parte delle nostre cose erano state già trasferite e non avevamo passato più di un quarto d’ora all’aeroporto, dopo essere atterrati.

Londra però non era poi così male, era tranquilla. Anche troppo per i miei gusti.

 -Ragazzi, le vostre stanze sono al piano di sopra, vicine a quella di Harry. Purtroppo al piano di sopra c’è solo un bagno al momento, anche se sto già provvedendo per farne costruire uno in ogni stanza. Per ora dovrete adattarvi. Comunque ce ne sono due al piano di sotto, quindi non dovrebbero esserci problemi. Shara starà giù con me … beh … sistematevi, rinfrescatevi,  date un’occhiata in giro. Orami questa è casa vostra, ancora benvenuti!- affermò  il signor Styles con un grande sorriso, provvedendo a portare i bagagli di mia madre nella sua stanza.

Il pensiero di lei che dormiva con un uomo che non fosse papà … mi faceva semplicemente rabbrividire.

Mi guardai intorno, osservando l’arredamento moderno e i luoghi spaziosi.

Liam intanto era già salito su.

Non ricordavo bene il lavoro del Signor Styles … ma molto probabilmente doveva fare qualcosa che gli fruttasse parecchio.

Harry era rimasto appoggiato alla parete, mentre mi fissava ancora.

perché continua a guardarmi? Oh cielo … ho qualcosa in faccia?

E poi, ora, cosa avrei dovuto fare?? Dirgli “Ehi bella casa!” o “Posso chiarmarti fratellone?”. Nahh.

Presi la mia valigia e cominciai a salire le scale.

“Cazzo non ricordavo fosse così pesante” pensai facendo un po fatica a portarla al piano di sopra.

Il riccio mi si avvicinò chiedendomi:

-Vuoi una mano?- 

Lo guardai e risposi – Ce la faccio da sola. E poi … io e mio fratello non siamo nulla per te,no?-.

Io e la mia fottuta freddezza.

Il ragazzo sospirò e mi prese la valigia dalle mani, improvvisamente, senza che io potessi oppormi.

Rimasi un attimo spiazzata.

-Ehi riccio, pensi che io non sia in grado di portarmi una …- ma lui era già sparito in cima a quelle scale infinite.

Sbuffai. Acido, misterioso e anche prepotente.

Quando arrivai nella stanza, avevo già preparato un bel discorsetto da fargli.

Chi cavolo pensa di essere? Solo perché ha un bel faccino e un po di muscoli pensa di poter fare il forte. Ma per favore. Ora …” ma zittii i miei stessi pensieri.

Quella che sarebbe dovuta essere la mia camera era … bellissima. C’era un grande letto con delle tende, stile baldacchino, le pareti erano di un viola chiaro, i mobili erano in stile moderno, c’erano delle lucine sulla parete dietro al letto, e poi una scrivania, un grande armadio, delle mensole, un altro tavolo, un comò, una libreria, una tv, uno stereo … e poi una grandissima finestra, con un balcone.

Qui non si risparmiano a spese,eh. 

-Comunque piacere, Harry- disse facendomi riprendere da quel "mini-shock" e porgendomi la mano dopo aver posato il mio bagaglio sul letto.

-Potter?-

Ed ecco che devo fare la cogliona 

-Oh cielo, hai scoperto la mia vera identità!-esclamò trattenendo una risata. Mh … non è così male questo qui.

-Piacere, Hermione- affermai con un sorrisetto, stringendogli la mano. Quello mi squadrò, divertito  -Umh... quindi correggerai tutto quello che dirò e saprai ogni cosa?- mi chiese poi, reggendomi il gioco.

Sopirai – Eh no, io sono la versione meno intelligente- scherzai, per poi aggiungere – Comunque mi chiamo Luna-.

Quello sorrise nuovamente, ma in modo quasi dolce. O forse era dolce?

Ci guardammo per qualche istante senza dire nulla.

Dovevo ammettere che era davvero carino. Molto carino ... oh,insomma. Chi volevo prendere in giro? Era mozzafiato quel tipo.

Ed ebbi la medesima sensazione … mi persi nei suoi occhi. Era lui a pietrificare me, ora.

Che diavolo mi prende??

-Ho sentito parlare di te- affermò passandosi una mano tra i capelli ricci. 

Deglutii. Non sapevo se ero atterrita da ciò che mi aveva detto, o incantata da quella "mossa" dannatamente sexy. 

-Emh… di me? Me chi? Cioè… ci sono tante me,ora và a vedere di quale me si sta parlando!- dissi nervosa, parlando velocemente.

No. Non può essere. Non può saperlo.

-Quante Luna Payne esistono?- mi domandò divertito.

-Emh…tante. Si dice che nel mondo ognuno di noi abbia una copia … o magari due. Oppure tre..sai, ci sono alcun iscienziati che hanno clonato una capra!Potrebbero averl ofatto anche con tutti noi...- balbettai a raffica, prima che lui mi interrompesse:

-Mio padre mi ha parlato di te e di Liam. E beh … quello che ti è successo ... quello che hai fatto, me l’ha raccontato-

Sospirai – Quindi anche tu pensi che io sia matta,vero?-

-No, penso solamente che tu sia ..particolare. E a me piacciono le ragazze particolari-, concluse con un sorrisetto furbo, prima di uscire dalla mia camera.

Chiusi la porta velocemente e mi ci accasciai dietro.

Particolare satà il tappeto di tua nonna.

Troppe cose. Veramente troppe cose.

Afferrai il cellulare dalla tasca, infilai le cuffiette nelle orecchie e accesi la musica, per poi alzarmi e cominciare a sistemare un po della mia roba dappertutto: i vestiti nell'armadio, i vari oggetti sulle mensole, cd ovunque ...

Quel posto sarebbe stato la mia nuova "tana", il mio niovo "rifugio". Quella sarebbe stata la mia nuova casa, la mia nuova città, la mia nuova ... vita. Si. Lì avevo l'occasione di ricominciare tutto da capo. E forse era meglio, dopo tutto quello cher era successo a New York. Mi sarei fatta degli amici nuovi, la gente non avrebbe conosciuto la mia storia, avrei intrapreso gli studi in una nuova scuola… sarebbe cambiato tutto.

 

Continuai a “riempire gli spazi vuoti” di quella camera, fino a quando mi capitò quella foto tra le mani.

Mi lasciai cadere sul letto, stendendomi di schiena.

-Mi manchi papà...- sussurrai, guardando l'immagine nella cornice, poi chiusi gli occhi e Morfeo mi trascinò nel suo regno.

**

Qualcuno bussò alla porta.

Mi alzai di scatto, e così facendo una fitta terribile mi prese alle tempie. Nascosi la foto sotto al cuscino e levai le cuffiette che avevo ancora nelle orecchie.

-Ehi Luna,posso entrare?- chiese qualcuno da dietro la porta.

Mi sistemai velocemente e accennai un SI stentato aggiungendoci un - Tanto saresti entrato comuqnue- a bassa voce.

Harry si fece avanti.

-Potter, cosa c'è?- domandai ancora un po intontita dal sonno.

Santi numi...quanto avevo dormito?? Fuori era già buio.

-La cena è quasi pronta- affermò, rimanendo in piedi, mentre mi guardava con quei suoi occhi verdissimi.

-Caaaapito ... c'è altro?- domandai incrociando le braccia.

-No niente ... pensavo volessi un po di compagnia prima di mangiare- disse vago, avvicinandosi a me. Lo guardai negli occhi ... 

-Suppongo che non hai niente da fare- eee viva l'acidità

-In realtà sarei dovuto uscire con i miei amici, ma preferivo passare un po di tempo con la mia nuova "sorellina"- ironizzò.

Lo fulminai con lo sguardo -Solo perchè tuo padre sta con mia madre,non significa che siamo fratelli- dissi fredda.

-Giusto. Beh allora ... come ti trovi?- mi domandò sendendosi sul mio letto.

-Emh..bene- risposi, tornando a sistemare un po delle mie cose.

-Ti piace Londra?- chiese guardnadomi.

-Come mai tutto questo interesso verso di me, Styles?- gli domandai a mia volta.

-Mh... mi crederesti se ti dicessi che mio padre mi ha chiesto di fare il gentile?-, io sospirai -Allora...fammici pensare...NO-,

lui rise -Fai bene a non crederci-

-E allora perchè?-.

-Scendi che tra cinque minuti è pronto-disse solo, e, prima di adnarsene,  mi sorrise semplicemente, in modo quasi furbo e con una punta di malizia. Ancora quel sorriso.

Uhh certo, non rispondere alle mie domande e vattene come se nulla fosse. Che cosa mi significa "Fai bene a non crederci". Ah..razza di barboncino dagli occhi verdi!Anche se quel barboncino... non è niente male.

---augh.

ssssalve gente c:

ed ecco a voi il secondo capitolo *tadaaaaaatadadatatadadadatada (musichetta stile inizio film) leone che ruggisce*

ook ... evitando di considerare la mia pazzia, come vi sembra??

Diciamo che il primo incontro tra questi due tipetti particolari è stato più uno "scontro", eh??

che ne pensate?? 

ho taaaante taaaante sorpresine per voi :3

un bacio ♥

  
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