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Autore: Five Boys    11/05/2013    1 recensioni
Scarlett:"Nessuno mi ha mai amata...non mi sono mai sentita desiderata da un ragazzo, nessuno mi ha mai dato così tante attenzioni..." Harry la azzittì baciandola. "Io, sta succedendo ora. Ti ho amato per primo."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Harry’s pov.



Erano passate due settimane e Gemma mi mancava più dei cupcakes alla domenica mattina.
Mi alzai per pagare il conto. Il mio sguardò si incrociò con il suo, fuori dalla vetrina.
Mi salutò con un cenno della mano.
 Uscii dalla caffetteria.
“Ehi!” Gridai quasi, senza accorgermene.
Mi venne incontro. Si spostò gli scuri capelli, di media lunghezza da una parte. “Ciao.”
Un sorriso comparve sulle sue labbra. Non era figa come ragazza, era semplicemente bella, perfetta e io non ero abituato a questo tipo di bellezza.
Percepii il suo imbarazzo.  “Tutto bene?” le chiesi.
Il sorriso sulle labbra non era ancora svanito e questo la rendeva ancora più bella. “Si, sto bene e tu?”
“Anche.” Sorrisi.
C’eravamo sentiti pochi giorni prima, su facebook e avevamo parlato per più di un’ora, mentre ora, le parole non uscivano.
“L’altro giorno mi hai confermato di essere single, quindi se ti chiedo di uscire, stasera, non riceverò cazzotti da nessuno, vero?” Volevo invitarla a uscire e quello fu l’unico modo migliore che mi venne in mente. 
Rise e tornò seria subito dopo. “Stasera?” Indietreggiò. 
“Si, ti passo a prendere per le 22:00.” Non le diedi tempo di pensare o rispondere.
Il telefono squillò.
 Risposi, salutandola e facendole segno che ci saremo visti più tardi.
 

Scarlett’s pov.

Svotai l’armadio buttando tutto sul letto e per terra. 
Mia madre passò davanti alla porta della camera e tornò indietro. “C-che stai facendo?” Chiese, mettendosi le mani sulla fronte. “Non ho niente, niente da mettermi.” Risposi disperata. Lei iniziò a raccogliere l’infinità di maglie e vestiti che avevo accoppiato al pavimento. “Chiamalo niente.” Sospirò.
Harry non mi aveva nemmeno detto, dove  mi avrebbe portata. Sapevo solo l’orario e potevo indurre che saremo andati in qualche pub o discoteca. L’idea non mi entusiasmava.
Il vestito blu notte sul pavimento attirò la mia attenzione. “Questo.” Dissi.
Mia madre ancora non riusciva a capire. Mi guardò stranita. “Che devi fare, scusa?”
Non uscivo mai la sera, quindi non se lo sarebbe mai immaginato.
“Emh, sto per uscire.” Le spiegai mentre mi cambiavo.
 
Il clacson suonò nella via. Era arrivato.
Mi infilai le scarpe.
Mia madre da quando aveva saputo che sarei uscita non faceva che allarmarsi. “Scarlett, non tornare tardi, ho già tanti pensieri per la testa…” Cercai di rassicurarla dandole un bacio sulla fronte. “Stai tranquilla.” Presi la borsetta e uscii.
Riconobbi la macchina nera e salii. Ci salutammo.
Indossava una camicia nera, sancrata e dei jeans abbastanza stretti, neri. Si sistemò i ricci prima di partire.
 
 
Arrivammo al "The Moon."
Parcheggiò la macchina qualche isolato dopo il locale poiché non trovò posto.
Ci mettemmo in coda. Harry mi squadrò. “Sei veramente bella.” Disse sorridendo.
Arrossi. Non avevo mai sentito nessuno dirmi quelle parole, con tanta sincerità, eccetto mio nonno.
Appoggiò la sua mano sulla mia schiena per invitarmi ad andare avanti.
Dietro di noi si era aggiunta gente. Odiavo le folle, la confusione.
L’ultima volta che cercai di entrare in una discoteca finì male.
Quel pensiero mi tornò in mente e mi feci prendere dal panico. Cercai la sua mano.
Si intrecciarono perfettamente. Premetti le unghie sopra le sue nocche. “Harry, sto male.”
Non lasciò la presa e mi guardò. “Mi manca l’aria…”
Lessi un velo di preoccupazione nei suoi occhi verdi. Lasciò la mia mano per portare le sue sul mio viso. “Respira Scarlett, fai dei respiri profondi.”
Obbedii cercando, di nuovo la sua mano. “Sono qui.”
Mi ripresi quando mi fece aria, soffiando delicatamente sul mio viso. Il suo profumo invase le mie narici. “Stai meglio vero?” Chiese.
Finalmente entrammo.
Harry mi tenne per mano fino al piano bar.
“E’ meglio che tu prende qualcosa da bere, ti sentirai meglio.” Disse.
Non ero una che beveva. Ero proprio inesperta, persino sui nomi degli alcolici. Così ordinai l’unica cosa che avevo bevuto fino a quel momento. “Un malibù e coca.”
 Lui rise. Evidentemente capì che non frequentavo spesso quei tipi di posti. Ordinò anche lui qualcosa, ma di più forte.
“Ti ho già detto che sei bellissima?” Mi spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Per me era tutto insolito quello che stava accadendo. Non ricevevo spesso complimenti, non andavo mai a ballare, non bevevo e dall’ultima volta che uscii con un ragazzo, era passato troppo tempo.
“Balliamo?” Gli chiesi.
 Non sembrò entusiasta della mia proposta, ma mi accontentò.
In quella pista stavano facendo di tutto eccetto che ballare.
La musica era troppo forte.
Harry mi disse qualcosa, ma non capii.
Iniziai a muovermi sotto i suoi occhi. Stava fermo. Vidi che deglutì pesantemente quando mi avvicinai di più a lui.
Il ricciolino si lasciò andare.
Le sue mani scesero sul mio fondoschiena. Non feci in tempo a toglierle che risalirono, non appena capì che stava sbagliando.
Avvicinò le carnose labbra al mio orecchio. “Devo bere.” Feci lo stesso. “Va bene.” Gridai.
 
 
Pensavo bevesse uno,  massimo due bicchieri della bevanda, ma mi sbagliavo.
Avevo perso la cognizione del tempo, ma era sicuramente tardi. Pensai a mia madre.
“Harry io dovrei tornare a casa.” Cercai il suo sguardo. “Certo.” Rispose.
Si alzò dal divanetto. Barcollava.
Ci dirigemmo verso il guardaroba per poi uscire.
“Non puoi guidare in questo stato, chiamerò un taxi.” Tirai fuori dalla borsetta il mio cellulare.
La sua mano bloccò la mia azione. “Posso invece.” Mi sorrise da sobrio.
Ero agitata.
Salimmo in macchina. Le sue risatine rompevano il silenzio tombale che si era creato.
“Vai piano.” Lo avvertii.
Mi sorrise distraendosi dalla guida. “Harry guarda la strada, per l’amor del cielo.” Gridai. Scoppiò in un’altra risata ed io insieme a lui.
 
“Eccoci.” Disse.
Scesi dalla macchina insieme a lui.
Si avvicinò, premendo il suo petto su di me. Il suo respirò pesante combaciava con il mio.
Guardai i suoi occhi e le sue labbra, per ritornare poi sui suoi occhi. “Sai di alcool.” Sussurrai.
Si formò un sorriso sulla sua bocca. Chinò la testa verso di me; le sue labbra sfiorarono dolcemente le mie. Indietreggiai.
Si appoggiò sulla sua autovettura. “Ho guidato bene, non siamo andati fuori strada e non ho nemmeno ammazzato nessuno questa volta.” Rise.
Io rimasi seria. “Che vuoi dire?”
“Che ‘sta volta non c’è stato nessun morto.”
Continuai a non capire o meglio, non volevo capire.
Harry fece il giro dell’auto e salì lasciandomi spiazzata. 

  
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