Anime & Manga > Card Captor Sakura
Segui la storia  |       
Autore: _Elly00_    11/05/2013    4 recensioni
Sakura e Shaoran sono amici d'infanzia e anche se il secondo inizialmente era sempre molto chiuso, grazie alla prima riesce finalmente a cambiare, ma...
All'età di undici anni, il padre di Shaoran, decide di trasferirsi col figlio ad Hong Kong, che dista molto da Tomoeda e quell'allontanamento dalla sua più cara amica, lo rende ancora più chiuso e in questo modo riesce a curare la sua ferita dimenticandosi di Sakura.
Ma ora che ha 19 anni e sta per tornare a Tomoeda e la rincontrerà, come si comporterà con Sakura?
Quest'ultima riuscirà a ritrovare il cuore tenero del suo vecchio amico?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lee Shaoran, Sakura Kinomoto, Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1
Ritorno a Tomoeda

 

POV Shaoran  

Finalmente dopo tanta attesa, assieme a mia madre, avevo preso posto nell'aereo diretto a Tomoeda. 
Non appena mi sedetti, incominciai a osservare il cielo dal finestrino stretto e ovale. Tomoeda...La città in cui fui nato. Dove trascorsi tutta la mia infanzia, eppure non mi ricordo molto di quando abitavo ancora in quella città. Forse perchè quando mi trasferii ad Hong Kong, ritornai molto più chiuso di quando ero piccolo.
"Non sei felice di tornare a casa?" Mi chiese mia madre, con un gran sorriso.
"No." Dissi, con tono abbastanza arrogante.
"Shaoran-kun è da quando ci siamo trasferiti ad Hong Kong che ti comporti così male..." Sospirò Ieran.
"Io mi comporto come voglio." Dissi alzando la voce. Dopo quell'affermazione, non osò più dire una parola e di questo ne fui felice.
Non avevo bisogno di nessuno. A me bastava stare bene. Stare bene, quello era ciò che contava di più per me, perchè gli altri non ti possono capire, non sanno quello che provi e l'unico che ti capisce sei solamente tu.
E poi affezionarsi da male. Se ti dividi da qualcuno, finisci sempre per soffrire se gli vuoi un bene dell'anima. Come è successo a me, solo che non mi ricordo più niente di colei che mi ha reso finalmente felice. Non mi ricordavo nemmeno il suo aspetto o solamente come si chiamasse.
Tutto il viaggio passò tranquillo, mentre io mi perdevo nel giardare tutti quegli isolotti bianchi che volteggiavano in aria... Sorrisi. Le nuvole mi ricordavano qualcuno di molto speciale, ma chi non sapevo proprio.
Quando atterrammo era già ora di cena e mentre uscivamo dall'aereo, mia madre mi sorrise. "Che ne dici se andassimo a mangiare fuori?"
Con sguardo freddo annuii. Non poteva importarmene di meno di uscire a mangiare oppure no.
Stetti per accendermi una sigaretta, quando mia mamma mi bloccò guardandomi con serietà, scuotendo la testa. Non la sopportavo quando faceva così. Ormai avevo diciannove anni! Non poteva continuare a dirmi cosa devo e cosa non devo fare, così me ne fregai della sua reazione e iniziai a fumare, mentre lei abbassò lo sguardo, con rabbia.
Finalmente uscimmo dall'areoporto, mentre ecco che vedemmo mio padre salutarci con un gesto della mano.
"Tu va a caricare la roba, io voglio prima finire di fumare." Dissi con tono fermo, dandole le spalle. Potei sentire il suo solito sguardo omicida accanirsi su di me, ma me ne feci una ragione, sedendomi su una panca vicina, a pensare. Che strazio, fra due giorni avrei dovuto iniziare il liceo qui a Tomoeda...Non riuscivo proprio a capire perchè Ieran mi avesse voluto trascinare lì.
Socchiusi gli occhi. Il vento gelido della sera che mi soffiava negli occhi mi faceva male e perciò ero costretto a socchiuderli, ma stranamente quella sensazione continuava a ricordarmi qualcosa.

"Shaoran-kun! Così ti congelerai!" Esclamò una bambina, coprendomi con il cappotto che indossava.
Soffiava un vento fortissimo e io mi ero nascosto sotto uno scivolo...Forse ero scappato, non ricordavo molto bene.
Quella bambina iniziava a tremare, ma continuava a sorridere cercando di nascondere l'evidenza. Volevo esaminarla meglio, ma quel vento mi impediva di
aprire perfettamente gli occhi.
"Hai ancora freddo?"
"No..." Sussurrai, rannicchiandomi, e chiudendo gli occhi, mentre lei si sedette accanto a me.


"Ehy moccioso, questa è la nostra zona! Perciò è meglio se smammi!" Una voce prepotente mi risvegliò dai miei vecchi ricordi.
Erano tre ragazzi più grandi di me, molto robusti, e con sguardo da killer.
"Non mi fate paura." Dissi semplicemente, buttando per terra la sigaretta e spegnendola, calpestandola con il mio anfibio.
"Sei coraggioso, marmocchio." Ghignò quello che sembrava il capo della banda, mentre mi sollevava, prendendomi per il colletto del mio giacchetto di pelle.
Invece di sembrare spaventato da quella mossa, risi semplicemente, dandogli un forte calcio nello stomaco e appena si piegò in due dal dolore, gli tenni la testa con le mani e gli colpii la faccia con un ginocchio. Potei sentire uno scricchiolio. Probabilmente era il suo naso rotto, infatti quando si alzò, aveva il naso colante di sangue e sembrava un po' storto.
"Maledetto. Ci costringi ad usare le maniere forti!" Esclamarono tutti e tre, dandomi un calcio nello stomaco e facendomi sbattere la schiena contro la panchina di ferro, provocandomi un dolore allucinante.
Caspita, che bell'accoglienza... Nemmeno arrivato e già volevano fare a botte. Con leggera fatica, mi alzai, dando a tutti e tre una potente ginocchiata, allo stomaco, per poi dargli dei forti pugni in faccia e per il dolore cadettero sul parcheggio gelido, mentre i loro visi continuavano a sanguinare e uno di loro aveva iniziato anche a tossire.
Completai il mio lavoro dandogli dei potenti calci sui fianchi, facendo tossire anche gli altri due.
"Stupidi..." Sussurrai, dirigendomi verso la macchina di mio padre. Rispetto alle risse che facevo ad Hong Kong quello non era nulla. Beh, dopo una bella rissetta ci voleva una bella cena, perciò facendo finta di niente, raggiunsi i miei genitori salendo in macchina.

"Tutto bene il viaggio?" Chiese d'un tratto papà.
Mi limitai ad annuire, mentre mia madre sospirava. Non sopportavo quando lei era in mia compagnia. Aveva sempre qualcosa da ridire. Non riuscivo proprio a sopportarla
eppure una volta il nostro rapporto era così forte... 
"Shaoran-kun mi sta preoccupando." DIsse Ieran con sguardo preoccupato.
"Ma si può sapere che cavolo vuoi da me?!" Esclamai con tono prepotente.
"Ormai ha diciannove anni...Sa che cosa vuole." Rispose con tono dispiaciuto. "Se solo fossimo rimasti qui..." Sussurrò mia madre osservando il finestrino. Dal riflesso, potei notare che una piccola lacrima le stava rigando la guancia.
No, non ci voleva. Adesso fa la vittima. Forse lei è l'unica che non capisce che in questa vita sono io ad essere la vittima. Tutti se la prendono sempre con me e non sanno che in realtà sto soffrendo.
Stetti per accendere un'altra sigaretta. Volevo rilassarmi un po' dopo tutto quel viaggio e dopo quella piccola rissa. "Non si fuma in macchina" Disse con tono fermo mio padre.
Ringhiai, per poi fregarmene di quel che mi fu stato detto e accesi la sigaretta, abbassando il finestrino per non spargere tutto il fumo nell'auto.
Nella macchina c'era il massimo della tensione e allora, da sotto il sedile, iniziai a sfogliare i CD cercandone uno bello e alla fine ne scelsi uno pieno di canzoni Rock e alzandomi lo inserii nello stereo.
"Lo sai che non mi piace questo genere di musica." Disse Ieran con un po' di rabbia.
"Ma a me piace." Risposi seccato.
"Cerca di accontentarlo." Disse papà, un po' stufo di quella storia.
Mia madre sbuffò, osservando il paesaggio serale di Tomoeda, mentre io socchiusi gli occhi ascoltando la musica. Forse la musica era l'unica che mi capiva e ogni volta che ero triste o stressato mi aiutava sempre.

Finalmente scesimo dall'auto per cenare in un ristorante. Dall'esterno non sembrava proprio un bel posto, ma appena entrammo sembrava di essere in una reggia.
Il bianco lucido dei muri e del pavimento rendeva tutto molto regale e i tappeti rossi lo rendevano molto elegante.
Un cameriere ci fece accomodare a un tavolino rotondo e non ci volle molto che iniziai a osservare il menù, senza però trovare qualcosa che mi piacesse moltissimo.
Mi accontentai di mangiare un po' di pesce, mentre invece i miei genitori ordianrono quasi tutto e non riuscivo proprio a capirli...
Dopo aver mangiato, loro iniziarono a chiacchierare e allora decisi di uscire un attimo a prendere un po' d'aria fuori. Rimasi incantato nel vedere le tante stelle di Tomoeda...Sembravano appartenere solamente a quella piccola città e a nessun'altra.

"Shaoran-kun, a te piace guardare le stelle?" Io e un'a  bambina eravamo distesi sul prato, mentre guardavamo il cielo stellato.
"Sì..." Sussurrai.
"Anche a me. Sai, mi diverto sempre a unire le stelle e formare così molte figure!" Esclamò sorridendo. "Per esempio, quella sembra un fiore!" Continuò indicando una costellazione.
"Quelli sembrano due bambini che si tengono per mano!" Esclamai, iniziando a unire le stelle come aveva fatto la bambina.
"Sì, quelli siamo noi due! Saremo migliori amici per sempre, vero Shaoran-kun?"
"Certo!"


Non ne capii il motivo ma in quel momento mi venne da piangere... No, non ero un debole, perciò assunsi semplicemente un broncio, sbuffando. 
Ovviamente quei ricordi erano solamente frutto della mia immaginazione. Se avevo davvero una migliore amica, allora perchè lei non ha mai voluto contattarmi? Era ridicolo! Bah!
Il vento continuava a scompigliarmi la frangia, mentre rimanevo lì davanti al ristorante, continuando a pensare. Sicuramente dall'indomani, avrei iniziato ad uscire presto la mattina e tornare tardi la sera. Piuttosto che restare a casa coi miei genitori, preferivo starmene in mezzo al gelo 24 ore su 24.
Mi sgranchii un attimo la schiena, quando, una mano mi toccò la spalla e mi voltai confuso, vedendo il viso di Ieran sorridente. "Mamma?"
"Senti, Shaoran-kun...Ormai hai diciannove anni ed è giusto che tu possa gironzolare per Tomoeda da solo, con un mezzo..."
Ero ancora confuso, ma poi ecco che arrivò pure papà. "Pensavamo di prenderti una moto..Ma ad una condizione... Alla sera dovrai ritornare entro mezzanotte ok?"
Finalmente avevano deciso di provare a rendermi felice, ma cercai di sembrare il più serio possibile. "Va bene...Arigato" Era la prima volta che gli ringraziavo e per questo sembravano stupiti ma allo stesso tempo contenti.
Tornammo in macchina per dirigerci verso la nostra nuova casa e l'atmosfera nell'auto sembrava più allegra da parte dei miei genitori, ma io invece ero sempre serio e osservavo il cielo stellato, ripensando a ciò che mi era tornato in mente qualche minuto fa.
La cosa più strana era che quella bambina non aveva volto, come se il mio cervello non volesse farmi sapere chi fosse colei a cui voglio più bene.
Il viaggio fu molto più tranquillo dell'arrivo e appena scendemmo, rimasi incantato dalla villa in cui avremmo dovuto abitare...Era enorme e stupenda. C'era qualsiasi cosa si potesse desiderare. Un giardino enorme, una piscina e un tavolino per mangiare fuori. La casa era enorme e di un bianco candido, come se non fosse mai stata toccata.
L'interno della villa era ancora più bello. C'erano moltissime stanze e i corridoi erano pieni di tappeti ricamati che variavano dal giallo al rosso.
Entrai nella mia camera e mi buttai nel letto, addormentandomi quasi subito...Non mi importava delle valigie, le avrei sistemate il mattino dopo. Mi misi le cuffiette e mi addormentai rilassato dalla musica, la mia unica vera amica.

Il mattino dopo mi svegliai alle 6 di mattina. Non vedevo l'ora di uscire da quella prigione. Notai che tutte le mie cose erano già state sistemate, così mi vestii in fretta per poter finalmente uscire.
Indossai una canottiera bianca e un paio di pantaloni mimetici. Il tutto lo completai indossando la mia fida giacca di pelle. Mi diedi una spazzolata veloce, poi presi il mio portafoglio e corsi via dalla mia abitazione, respirando l'aria della libertà. Volevo esplorare meglio Tomoeda e la cosa che più mi colpì mentre camminavo per le vie, erano i ciliegi...Erano in piena fioritura e ne rimasi incantato...Anche quelli mi ricordavano qualcosa.

"Shaoran-kun! Sai cosa mi ricordano questi ciliegi?" Mi chiese la solita bambina
"Cosa?" Chiesi curioso.
"Mia mamma...Sai, lei è morta qualche anno fa." Invece di sembrare triste era felice e ciò mi rendeva confuso.
"Sai, sono felice, perchè guardando queste piante sento che lei è qui, accanto a me!" Era raro vedere una bambina che non piangeva per la morte della madre
e ciò la rendeva un po' unica.


Mi fermai ad osservare il più grande ciliegio presente, che riparava dal sole, un piccolo ponte di legno. 
Toccai con dolcezza la corteccia, come se questa fosse una persona speciale che mi rende veramente felice....Eppure era solo una pianta...Bah.
Mi appoggiai sulle spalle, accendendo una sigaretta e iniziando a fumare, notando che poco distante era presente un parco, con al centro un enorme pinguino blu e la parte inferiore del becco di esso era allungata in modo da formare uno scivolo. 
Anche quel parco mi pareva molto famigliare...Caspita se tornare a Tomoeda significava continuare a pensare a tutto ciò che successe nella mia infanzia allora era meglio restare ad Hong Kong... 
Tutti i miei pensieri furono interrotti da una ragazzina, che sembrava avere più o meno la mia stessa età che passeggiava assieme a un'altra ragazza. La prima aveva i capelli castani chiari e due occhi color smeraldino che la facevano apparire dolcissima, mentre la seconda aveva i capelli scurissimi e molto lunghi, abbastanza mossi e i suoi occhi blu la facevano sembrare un angelo.
Non feci molto caso alle due ragazze, finchè non vidi quella castana sorridere. Aveva un sorriso così caldo che ti metteva subito di buon umore...Beh, tutti tranne me, infatti sbuffai, ritornando alla mia sigaretta. 
Le due attraversarono il ponte per poi fermarsi davanti a me, guardandomi perplesse. Osservandole meglio, mi sembrava di averle già viste...Nah, sarà stata la mia immaginazione.
"Che volete?!" Esclamai con arroganza.
"Sei nuovo?" Chiese dolcemente la mora.
"Sì e no...Ma non ve ne deve importare niente." Dissi seccamente, buttando la sigaretta per terra e spegnendola calpestandola con i miei fidi anfibi.
"No, Sakura-chan, è impossibile!" Disse la dagli occhi blu, alla sua amica.
Sakura...? Nome già sentito...Non ci sto capendo più niente!  "Come vi chiamate?" Chiesi con arroganza. "Io sono Shaoran Li."  Dissi, seccamente.
"Io sono Sakura Kinomoto e lei è Tomoyo Daidōji"  Rispose la castana.
"Bene, ora è meglio se andiamo o faremo tardi a lezione." Disse Tomoyo inchinandosi, assieme alla sua amica.
"Ci si vede Li!" Conclusero allontanandosi.

POV Sakura

Quel ragazzo...Ero certissima di aver già visto quegli occhi... Quel viso...
"Tomoyo-chan è per forza lui ne sono certa!!" Esclamai guardandola con determinazione.
"Lo penso anch'io, ma forse non ricorda...Ma vedrai che presto si ricorderà!" Esclamò lei con un caldo sorriso.
Shaoran...Colui a cui tengo di più al mondo. Sicuramente era lui. O forse no...Insomma non esiste un solo Shaoran in tutto il mondo.


NOTA AUTRICE: Allora, inizio col dire che è la prima volta che scrivo una FF su Sakura e Shaoran e dopo vari e vari ripensamenti ho deciso di postarla ^^
Sinceramente questa FF mi è venuta in mente guardando Tsubasa Reservoir Chronicle, dove il rapporto fra Sakura e Shaoran è...Più che speciale... Già che io adoro questa coppia e in più guardando quell'anime/manga mi ci sono affezionata ancora di più e da qui nasce questa piccola ideuzza.
Sinceramente non so perchè ma questa versione di Shaoran, mi sembra interessante..Lo fa sembrare un po' Badboy XD Ma infondo si vede che in realtà soffre..Povero ç_ç
Bene e con questo vi lascio XD Alla prossima! ^^



 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Card Captor Sakura / Vai alla pagina dell'autore: _Elly00_