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Autore: Lady Castalia    30/11/2007    1 recensioni
Un ragazza con i capelli color del cioccolato era seduta sulle gradinate, dove solo due minuti prima erano bastate poche parole per rovinarle quella che pensava fosse una fantastica serata. Ma si sa, le cose belle non durano mai troppo a lungo…
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 (II parte)

 

 

 

Lontano dalle sicure mura di Hogwarts un sadico piano stava per essere messo in atto.

"Mio signore, ci ha fatto chiamare" - disse un uomo avvolto in un mantello nero entrando nel salone del castello, seguito da altri tre abbigliati nello stesso modo.

"Si, miei fidi servitori" - sibilò un uomo, se uomo si poteva chiamare, poco distante da loro, adagiato su una grande poltrona di pelle nera - "E' giunta l'ora di mettere in atto ciò che vi ho ordinato. Se tutto andrà secondo i miei piani quell'insolente di Potter verrà a strisciare ai miei piedi per riprendersi quella sporca Mezzosangue!" - concluse scoccando un'occhiata perfida alle figure incappucciate davanti a lui, rivolte in un rispettoso inchino.

"Mio Signore, ho già disposto tutto come dai suoi ordini e le posso assicurare che non la deluderemo!"

"Ne sono sicuro Nott! Sai quanto odio dovermi sbarazzare dei miei fidati Mangiamorte" - affermò Voldemort, avvertendo un fremito nei suoi servitori, che lo fece sogghignare diabolicamente.

Il mago non aveva ancora ripreso del tutto la sua forma umana, ero costretto ad essere dipendente da quel codardo di un servitore che se ne stava dietro di lui, impietrito, in attesa solo di un suo comando. Ma questo sarebbe durato ancora per poco, presto avrebbe avuto Harry Potter nelle sue mani e allora tutto sarebbe tornato come prima, prima della sua sconfitta per colpa di quel moccioso!

"Ora Andate! Sapete cosa dovete fare!" - sibilò lapidario.

Con un lieve cenno in segno di assenso da parte dei quattro Mangiamorte e senza aggiungere altro, lasciarono la sala del maniero.

"Codaliscia, fatti avanti" - sibilò all'uomo alle sue spalle - "voglio che tutto sia pronto nei sotterranei per quando torneranno."

"Ma ... ma certo Mio Oscuro Signore!" - rispose timoroso per poi sgusciare a sua volta fuori dal grande salone.

Voldemort ghignò perfidamente, carezzando il dorso del lungo pitone, attorcigliato su di un elegante trespolo al suo fianco.

Un lampo di pura soddisfazione gli attraverso gli occhi.

"Mia cara, questa volta non ci sfuggirà, questa volta porrò fine alla leggenda del Bambino Sopravvissuto" - Nagini alzò la testa, rispecchiando la stessa soddisfazione del suo padrone, nei sottili occhi gialli.

 

 

Nel momento esatto in cui Hermione Granger mise piede nella foresta fu percorsa da uno strano brivido, ricordò di aver già provato quella strana sensazione. Era la stessa di quella notte in cui lei e quella dannata Serpe si erano scambiati il primo fugace bacio.

A quel pensiero sentì il cuore nel suo petto spezzarsi, cominciando così a girovagare senza meta per la foresta senza rendersi effettivamente conto ne di dove stesse andando ne del tempo che trascorreva, volendo solo cercare di dimenticare, dimenticare tutto quanto.

Passarono minuti, forse ore, Hermione si era così tanto addentrata nella foresta da non riuscire più a distinguere se fosse ancora giorno, con sempre quella strana sensazione ad attanagliarle lo stomaco. Di sicuro in quel momento due persone di sua conoscenza stavano mettendo sotto sopra il castello per trovarla, pensò lasciando che un leggero sorriso le increspasse le labbra. I suoi migliori amici, avevano sempre condiviso ogni cosa, gioie, avventure, dolori e pericoli, ma questa volta sarebbe stato diverso. Questa volta non sarebbero riusciti ad aiutarla, non avrebbero capito.

Ad un tratto, scorse nell'ombra una sagoma scura che si aggirava in mezzo agli alberi. 

Facendo attenzione a non fare rumore continuò ad avanzare, cercando di avvicinarsi il più possibile. Ormai si era sufficientemente allontanata dall'entrata della foresta per escludere che quella sagoma potesse appartenere ad un qualche studente, senza contare che non sembrava avere delle fattezze umane. 

Allarmandosi un poco, strinse maggiormente la bacchetta che teneva nella mano destra.

Ad un certo punto la figura si fermò e dovette fare lo stesso anche lei per non farsi scoprire. 

Hermione stava ancora immobile cercando di mettere a fuoco il più possibile l'immagine davanti a lei quando scorse un verde luccichio e subito dopo una voce vellutata invase la sua mente.

"Stai tranquilla, non ho intenzione di farti del male".

"Chi sei? Fatti vedere!" - urlò allarmata. Era sicura che quella voce provenisse da quella creatura. 

Riusciva a comunicare con il pensiero, pensò sbalordita, e prima ancora che riuscisse a formulare una domanda sentì di nuovo la voce nella sua testa.

"Si. Riesco a sentire i tuoi pensieri e ti ripeto che puoi stare tranquilla, non voglio attaccarti e non sono un pericolo per te e i tuoi amici" - concluse avanzando piano nell'ombra, fino a mostrarsi agli occhi sbalorditi della Grifondoro.

"Tu... sei un unicorno nero" - sussurrò appena. 

Hermione nelle sue infinite letture aveva avuto modo di scoprire che questi animali erano estremamente rari e solitari, in più possedevano capacità diverse da quelli bianchi, capacità potenti. Erano stati questi particolari poteri a portarli sull'orlo dell'estinzione, uccisi impunemente da maghi che avevano cercato di impossessarsene. 

Cosa poteva aver mai portato quella creatura fantastica a mostrarsi proprio a lei.

L'unicorno intanto continuava a scrutarla curiosa. Quella ragazza poteva davvero percepire la sua presenza.

"Perchè sei qui?" - chiese timidamente Hermione anche sapendo che l'animale riusciva a leggerle nel pensiero.

"Perchè credo che la mia presenza qui possa essere di aiuto a qualcuno di voi" - spiegò dolcemente senza mai staccare gli occhi da quelli della strega - "Comunque avremo modo di incontrarci ancora Hermione" - lasciando la Grifondoro a bocca aperta per aver pronunciato il suo nome, sparì di nuovo nell'oscurità della foresta.

Hermione non riusciva ancora a capacitarsi di quello che era accaduto prima davanti ai suoi occhi, un unicorno nero, incredibile! 

Solo adesso che iniziava a riacquistare un po' di lucidità si diede della stupida per non aver cercato di sapere qualcosa di più da quell'animale meraviglioso. 

Era rimasta imbambolata, in una sorta di trans e aveva faticato anche a solo a spiaccicare quelle poche parole. Stupida! Si disse di nuovo, incamminandosi per uscire dalla foresta.

Fosse stata in un altra situazione sarebbe corsa dai suoi migliori amici a raccontagli l'accaduto ma in quel momento non se la sentiva, voleva rimanere ancora da sola.

La Grifondoro era troppo presa dai mille pensieri che le affollavano mente, e quando delle oscure presenze si smaterializzarono poco distanti da lei, si accorse troppo tardi di quello che stava accadendo, sentendosi braccata e trascinata via prima ancora che potesse emettere un solo suono.

 

 

"Ron, dobbiamo assolutamente trovarla!" - disse Harry, che si stava trascinando dietro l'amico per tutto il castello alla ricerca di Hermione.

"Harry, non credi che voglia stare da sola. Abbiamo orami guardato in ogni angolo del castello e francamente, inizio a non sentirmi più le gambe" - si lamentò Ronald che faticava a tenere il passo dell'amico.

"Lo so, è tutto il pomeriggio che la cerchiamo" - sospirò il Bambino Sopravvissuto fermandosi e appoggiandosi alla parete del corridoio.

"Forse dovremo andare da Silente e avvertirlo" - propose Ron piazzandosi di fronte al suo amico.

"Non ancora. Non voglio rischiare che si cacci nei guai per essere uscita dal castello e finchè non scopriremo  quello che le è successo dovremo arrangiarci." - disse Harry risoluto.

"Come vuoi, ma inizio a preoccuparmi anche io. Non è da lei sparire in questo modo" - disse Ron appoggiandosi a sua volta alla parete.

Harry non riusciva ancora a credere a quello che era successo, la sua migliore amica glia aveva lanciato addosso un Immobilus per poi piantarlo senza dargli nessuna spiegazione. 

Alzandosi dal suo appoggio si sporse dalla finestra del corridoio fissando il paesaggio pensieroso. Forse il sogno che aveva fatto quella notte era un presagio, forse era un avvertimento che di certo non faceva presagire niente di buono e ora anche la scomparsa della sua migliore amica non poteva far altro che dare credito a tutte le sue preoccupazioni. Naturalmente in cuor suo continuava a sperare che non fosse così.

"Harry, che ti prende?" - chiese Ronald vedendo che l'amico non dava segni di volersi staccare dalla finestra.

"Niente Ron. E' solo che quel maledetto sogno mi stà facendo riflettere" - rispose senza voltarsi.

"Non crederai che a Hermione possa essere successo qualcosa di grave!? Magari a quest'ora...." - ma non fece nemmeno in tempo a finire la frase che una nuvola verde si espanse sopra il limitare della foresta prendendo le sembianze di un marchio che conoscevano fin troppo bene.

"Vieni Ron, torniamo alla torre! Dobbiamo fare presto!" - urlò il Bambino Sopravvissuto, tenendosi una mano sulla cicatrice dolorante e correndo a perdifiato verso la Torre di Grifondoro, seguito a ruota da Ronald.

Quando arrivarono nella sala comune Harry si fiondò su per le scale, incurante ormai della sua cicatrice, voleva solo trovare Hermione. Spalancò la porta della stanza ma la trovò vuota, solo una busta nera adagiata sul letto delle Grifoncina. Senza aspettare l'arrivo di Ron e incurante delle urla di Ginny che gli chiedevano cosa fosse successo, vi si avvento, aprendola con foga dove poche righe diedero vita ai suoi peggiori incubi. 

Si lasciò cadere le braccia lungo i fianchi stritolando le lettera con forza.

Sulla soglia Ronald, Ginny e mezza Grifondoro erano col cuore in gola, attendendo che una qualsiasi parola arrivasse dalla bocca del Bambino Sopravvissuto.

"L'hanno rapita" - sibilò furente per poi girarsi verso di loro - "L'hanno rapita per avere me".

 

 

Quella stessa sera fuori dai giardini di Hogwarts due ragazzi con mantelli neri e i cappucci calati sul volto, si trovarono ai confini esterni della Foresta Proibita.

Uno dei due aveva lo sguardo perso, verso il cielo stellato.

"Dobbiamo andare, non possiamo più attendere oltre" - disse l'altro ragazzo appoggiando una mano sulla spalla dell'amico, per fargli capire che gli era vicino.

Draco Malfoy diede un ultimo sguardo alle porte del castello che si stava lasciando alle spalle, alla torre dove Lei adesso sarebbe stata al sicuro, almeno secondo quello che lui credeva.

Ma si sa, i propri desideri a volte non rispecchiano la realtà.

"Andiamo" - disse affiancando Blasie Zabini.

Senza più voltarsi indietro si smaterializzarono a Little Hangleton.

 

 

 

Ringraziamenti:

Ho poco tempo a disposizione perchè stò aggiornando questo capitolo al volo, però volevo comunque ringraziare tutti quelli che seguono la storia e naturalmente anche chi mi ha lasciato i commenti. Un bacio a tutti Ste
  
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