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Autore: DulceVoz    12/05/2013    5 recensioni
Nel regno di Amapola, sulle coste di Buenos Aires, si organizza la festa di compleanno per il debutto in società della principessa ed erede al trono, Violetta. Il re, German Castillo, dopo la scomparsa della regina Maria ha bandito la musica e la danza moderna dal piccolo borgo, e non permette alla figlia nemmeno di varcare le mura del castello... ma presto, tutto cambierà... Violetta, uno spirito libero, conoscerà il giovane misterioso, Leon Vargas, il principe Thomas Heredia, la sua nuova istitutrice, Angie e tanti nuovi amici che cambieranno la sua vita... e poi... una grande sorpresa potrebbe sconvolgere l'esistenza non solo alla ragazza... ma di tutto il regno...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Violetta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un angelo dagli occhi verdi continuava a stringerla, mentre lei si trovava, ancora tremante, tra le sue braccia. Quel giovane l’aveva salvata, eppure, gli sembrava di averlo già visto da qualche parte… quando lo sentì parlare, poi, si convinse che quel ragazzo avesse una voce familiare… “- Stai bene?” le sorrise, garbatamente, massaggiandosi una gamba e porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi. “- Io… io credo di sì… grazie mille…” sorrise lei, impacciata, continuando a fissare il giovane. “- Ehi lei! Ma è impazzito? Stia più attento!” urlò poi il ragazzo all’automobilista che, senza nemmeno fermarsi, riprese subito la sua corsa, scusandosi con un cenno della mano all'interno del finestrino. “- La gente sta perdendo realmente la testa!” sbottò il giovane, scuotendo il capo come segno di disappunto. “- ... Come ti chiami?” disse poi, rivolgendosi a lei con un sorriso che si disegnò quasi automaticamente sul suo volto. Ormai erano l’uno di fronte all’altra. “- Vi… Violetta.” Si limitò a dire lei, ancora frastornata dalla gran botta che aveva preso per essere salvata. “- Piacere, io sono Leon!” esclamò il ragazzo, facendole un altro sorriso che, per poco, non la fece sciogliere come un ghiacciolo al sole. Violetta lo fissava estasiata… era lui? Era Leon Vargas? O era un caso che il giovane si chiamasse proprio così? D’altronde lo aveva osservato solo di spalle… ma la voce e quel poco che aveva visto a palazzo… le facevano pensare che si trattasse proprio del futuro ‘lavoratore di corte’ o, almeno così sperava lei. Mentre rifletteva su tutto ciò e avrebbe voluto fargli tante altre domande, vide, arrivare di corsa, due guardie del castello che si aggiunsero al capannello di ragazzi e persone che stavano accorrendo nella loro direzione, dopo la frenata della vettura. “- Io… devo scappare!” riuscì a dire lei, distogliendo, finalmente lo sguardo da lui e posandolo su i due uomini che si stavano facendo largo tra la folla di giovani, fuori dall’accademia. “- Aspetta!!!” gridò lui, tentando di rincorrerla, ma lei, ormai, era già lontana… stava già rientrando a palazzo.
“- Ehi, tu! Stai bene?” Pablo era apparso alle spalle di Leon e, avendo assistito alla scena, era corso, con Angie, in direzione dell’eroe che aveva appena salvato quella sconosciuta. “- Sì… credo di sì…” sorrise il ragazzo, fissando, ancora, davanti a sé, con aria imbambolata… e non era il solo ad avere quella espressione… il direttore si rese conto che, la sua collega, fissava nel vuoto, sconvolta. “- A te che ti prende? Ci sei, Angie?” ridacchiò Pablo, sventolandole la mano davanti agli occhi, per farla ritornare con i piedi per terra. “- Maria…” balbettò la bionda, sopraffatta dall’emozione, tutta tremante e scioccata. “- Maria?! Come Maria?! Che dici! Era solo una ragazzina!” esclamò lui, osservandola, sconvolto. “- Aveva qualcosa di… però potrebbe essere anche… lascia stare… mi sarò sbagliata.” sussurrò quasi lei, abbassando lo sguardo. Leon si riprese e, finalmente, si ricordò del perché si trovasse fuori al ‘Classic Studio’… “- Mi scusi! Lei lavora qui?” chiese il ragazzo a Pablo che, ormai, si stava allontanando verso il Restò Bar tenendo le spalle ad Angie, ancora visibilmente stupefatta da quella giovane.
“- Sì… sono il direttore. Hai bisogno di qualcosa?” chiese l’uomo, riavvicinandosi a Vargas, che, adesso, lo guardava con sguardo deciso. “- Vorrei sapere fino a quando è possibile fare l’esame di ammissione…” esclamò, gentilmente, Leon. “- Ormai l’anno accademico è già iniziato… ma a settembre ci saranno le nuove iscrizioni… e poi… in casi particolari, le ammissioni possono essere anche effettuate tramite esami speciali, individuali…” disse in modo confuso il moro ma, per fortuna, intervenne la donna a chiarire quello che l'uomo intendeva dire: “- Ti sta dicendo che sono sempre aperte per chi merita!” riassunse lei, sorridendo. “- Esatto… bene, se vuoi sapere altro… vieni nel mio ufficio, quando vuoi… dalle 9 in poi, ci sono tutti i giorni… sabato e domeniche escluse…” disse il direttore, osservando la faccia soddisfatta del giovane. “- Grazie mille… buona giornata!” esclamò gentilmente il ragazzo, salutando i due docenti che ricambiarono… erano molto affabili e gli stavano già simpatici…. E poi c’era quella ragazza, Violetta, si chiamava… come… la principessa di Amapola! Quel nome non l’avrebbe mai dimenticato… e nemmeno quel viso splendido… sarebbe rimasto per sempre scolpito nella sua mente… chissà se l’avrebbe mai rivista in vita sua. Beh, ci sperava tanto, questo era sicuro.

 
A palazzo, la ragazza, da circa un’ ora abbondante si stava subendo la predica del padre che, nonostante non sapesse che la figlia fosse addirittura uscita dalle mura del castello, si era preoccupato, non trovandola da nessuna parte e dando l’allerta ad una marea di guardie e volanti della polizia locale. “- Per l’ultima volta, Violetta! Si puo’ sapere dov’eri finita? Non farlo mai più! Non devi scappare in questo modo! Dov’eri nascosta stavolta?”. Nel salone principale del castello, la giovane, persa nei suoi pensieri, fingeva di ascoltare il re continuando ad annuire senza aver udito una sola parola uscita dalla bocca del sovrano. Jade osservava compiaciuta la scena della partaccia e la giovane, invece, continuava a fantasticare su quello che aveva visto lì fuori… tra quella specie di ‘scuola’ che l’aveva incuriosita tantissimo e quel giovane eroe… la sua giornata era radicalmente cambiata. “- Va bene, non lo farò più… posso andare, adesso?” rispose la ragazza, non avendo ascoltato una sola parola del padre che la fissò, ancor più arrabbiato, capendo che la figlia lo avesse praticamente ignorato per tutto quel discorso. “- Neanche mi hai ascoltato!” sbottò, stizzito, l’uomo. “- Ho detto che mi dispiace, non capiterà più! Ora posso andare in camera?” ripeté lei, alzandosi dalla poltrona sulla quale era seduta ormai da molto tempo. “- Vai…” strillò quasi l’uomo, indicando la scalinata in marmo che troneggiavano al centro della sala… arrivò nella sua enorme camera  e si stese sul letto, iniziando a leggere un libro che aveva preso dalla biblioteca del palazzo e che trattava di cavalieri e dame… ma si addormentò, di colpo, sognando quel ragazzo misterioso, che la salvava. Era su un cavallo bianco… dalla sua splendente armatura, però, riuscì a scorgere il suo sguardo fiero ma, allo stesso tempo, dolcissimo... meravigliosamente dolce. Il ragazzo la fece salire in groppa al suo destriero e, per non cadere, le cinse forte la vita. Insieme, si allontanarono verso la luce del sole che stava calando dietro ad una collina verdeggiante...

 
La grande villa dei Ferro era illuminata dalla calda luce del tramonto che, avvolgeva le mura e rendeva il paesaggio caldo e romantico. Una bella ragazza bionda, dai capelli mossi ed un elegante abitino in seta rosa, rientrava a casa, scendendo da una limousine nera e avviandosi verso il portico della sua reggia.
“- Ludmilla, tesoro! Come stanno andando le prove generali del concerto?” esclamò una donna distinta, sorridendole. Anche lei aveva capelli color oro ed indossava eleganti vesti e costosissimi di gioielli… fin troppo vistosi. Ma, d’altronde, Susana Garcia Lopez era così. Amava ostentare le sue ricchezze… dovute al conte Ferro, suo marito, sempre lontano da Amapola per affari. 
“- Quanta importanza a questa principessina! Vorrei proprio vederla! Già me la immagino… sarà un’odiosa e viziata… principessina!” gridò, stizzita, la giovane, avanzando verso il grande corridoio principale della casa, fino ad arrivare ad un imponente sala da pranzo e gettandosi, ancora con aria irritata su un soffice divano porpora, consultando degli spartiti che teneva in mano. “- Sono felice che ti stia impegnando tanto… sarà importante fare una buona impressione con il re e sua figlia…” sorrise sua madre, sedendosi di fronte a lei, su una poltroncina rossa. “- C’è una sorpresa per te…” disse poi, con un ghigno furbetto, la donna. La ragazza prese finalmente a guardarla stranita… cosa poteva mai esserci di tanto sconvolgente? La giovane non ebbe nemmeno il tempo di chiedere cosa stesse accadendo che, alle sue spalle, aggirando il sofà, apparve un ragazzo moro, dagli occhi verdi  e un sorriso smagliante. “- Ti presento… l’erede al trono del piccolo ma stupendo regno di Magnolias in Spagna… Thomas Heredia…” presentò la donna, fissando l’aria ancora sorpresa della figlia che, alzandosi di scatto, si lasciò andare ad un bel sorriso. “- Molto piacere… io sono Ludmilla Lopez Ferro…” disse, porgendo il braccio al ragazzo che le fece il tradizionale baciamano. “- Incantato…” sorrise lui, fissandola negli occhi… quanto le sembrò affascinante quel futuro re… “- Io… vi lascio da soli… ho molto da fare…” esclamò Susana, lasciando i due in un vistoso imbarazzo. “- Emh… ti… le va un tè?” chiese la biondina, cercando di essere il più cortese possibile con quel ragazzo. Quel tipo le provocava una strana sensazione… non sapeva ancora se fosse imbarazzo, vergogna o cos’altro… eppure lei non era la tipa che diventava paonazza alla vista di un bel ragazzo… anzi! “- Certo… ma… diamoci del tu…” sorrise il giovane, porgendo, da vero gentleman il braccio alla ragazza che, accettando con piacere, lo accompagnò verso il gazebo nel giardino della villa.
“- Sono arrivato da qualche giorno qui ad Amapola… inizierò a frequentare tra qualche giorno il ‘Classic Studio’... ho dato l’esame mesi fa ma, per tanti impegni burocratici che sono sorti, non ho potuto lasciare il mio regno di Magnolias…”. Thomas e Ludmilla erano seduti ad un elegante tavolino, immerso nell’erba, sotto alle luce del sole, rosso per il tramonto. Sorseggiavano un tè bollente chiacchierando allegramente. “- Io studio in quella scuola!” esclamò la giovane, persa ormai, negli occhi verdi del giovane spagnolo. “- Dicono sia la migliore, è così?” chiese il moro, prendendo a sorseggiare di nuovo dalla sua tazza di elegante porcellana che sembrava essere un pezzo raro di un servizio costosissimo. “- Sì, lo è… peccato per alcuni elementi che la frequentano… contessine e baronetti che nemmeno meriterebbero di essere lì…” poi, osservando il ragazzo che la guardava, un po’ sconvolto da quella dichiarazione, raddrizzò le spalle, si morse un labbro, nervosa e dissimulò la sua ira con un sorriso che quasi apparve un ghignetto malefico.
“- Spero di rivederti presto, allora… ci vediamo in accademia…”. Disse il ragazzo, ormai sul cancello principale della grande villa. “- Certo… a domani!” esclamò lei, gentilmente, salutandolo con la mano… Quella pomeriggio fu molto interessante… per entrambi.

 
Al Restò Bar, intanto, Maxi, Andres, Federico, Francesca e Camilla continuavano a far baccano nella Sala Prove… ma più che provare per lo spettacolo stavano… cantando e suonando tutt’altro che musica classica! Assistevano alla scena, Helena Heraldez, detta Lena, la sorella minore di Natalia, chiamata da tutti Nata e, quest'ultima, fissava, con aria sognante, il giovane Ponte che stava suonando la chitarra elettrica. Addetto alla batteria, invece, era lo strambo Andres e poi c’era Francesca che cantava ‘Junto a Ti’, accompagnata alla tastiera da un’energica Camilla che le faceva anche da corista. Federico era l’altro chitarrista. Si stavano divertendo un sacco ed avevano tutti un grande talento. “- Ma allora, siete ancora bravissimi anche nella musica pop!” sorrise Angie, entrando nella stanza, insieme a Pablo. “- Buonasera!” sorrisero loro ai due scendendo dal palco.
“- Ragazzi, vi ho portato… questi! Offre la casa!” Luca entrò con un vassoio pieno di frullati coloratissimi e, tutti, si avvicinarono al gentile italiano, afferrando un bicchiere. “- Mh… c’è qualcosa che non mi quadra… a cosa dobbiamo tutta questa gentilezza, pianista?” sorrise la sorella, con sguardo furbetto… “- Niente! Uno non puo’ essere semplicemente cordiale con i propri amici?” sorrise il moro, riprendendosi il vassoio, ormai vuoto. “- Luca… non ce la dai… a bere!” rise Camilla… facendo scoppiare a ridere solo Andres, come al solito, per la battutaccia...
“- E va bene… con tutte queste prove a scuola… ho bisogno di una mano con i conti del locale, da solo non ce la farò mai! E mi chiedevo se… c’è qualcuno bravo in matematica?” sorrise il ragazzo, con gli occhioni speranzosi fissando tutti i presenti. “- Non guardare me! Sono una frana!” rise Maxi. “- Idem!” gridarono tutti gli altri, quasi all’unisono… “- Ti aiuterei pure ma, con questa storia del concerto… sono sempre mega impegnato! E penso che lo stesso sia per la vostra prof…” sorrise Pablo, ed Angie annuì a sua volta “- Sì… ma poi ti sarei di poco aiuto dato che la mia conoscenza matematica si ferma a quella presente in musica…” rise la bionda. “- Lo sapevo! Sapevo che tutta questa generosità era frutto di qualche favore che volevi chiederci…” sbottò Francesca, legandosi nervosamente la chioma corvina. “- Ti.. ti aiuto io!” sorrise, d’un tratto, la Torres facendo si che tutti si voltassero a fissarla, increduli. In un secondo le gote della ragazza divennero rosso fuoco… sì, aveva una cotta da sempre per il fratello della sua migliore amica e poi… lei era un portento dell'aritmetica… riusciva a fare calcoli a mente con numeri di molte cifre, insomma: un genietto! “- Ma è perfetto! Luca, Camilla è una maga della matematica! Potreste vedervi domani sera, dopo la chiusura… potete restare qui, vicini, vicini, occhi negli occhi…” prima che potesse continuare, la Torres diede una gomitata all’amica, facendola azzittire… ma lei, però, continuò a ridacchiare, cercando di coprirsi la bocca con le mani… cosa che fecero anche gli altri ragazzi. “- Bene, allora… ci vediamo!” sorrise Luca, ritornando al lavoro. “- Anche noi andiamo! A domani, puntuali!” sorrisero i docenti, uscendo dopo che lo aveva fatto il proprietario del locale. “- Hai capito, Camilla? Complimenti!” sorrise Maxi, lodando l’intraprendenza dell’amica. “- Smettetela! Gli do solo una mano... nient'altro...” si difese lei, fissando gli amici un po’ stizzita. “- Sì, certo... Vabbè, si è fatta una certa ora… andiamo a casa? Voglio solo dormire! Sono troppo distrutta…” sorrise Nata, oltre che corista, bravissima ballerina classica… sulle punte era fantastica. “- Sì, concordo… buona serata!” salutò sua sorella, altra talentuosissima ballerina e cantante.
Tutti uscirono dalla ‘sala prove’, stanchi ma felici… si spaventarono, vedendo, però, delle guardie del palazzo… erano al bancone, sorseggiando dei caffè… “- Speriamo che non ci abbiano sentito…” borbottò Francesca, facendo lo slalom tra i tavolinetti del locale… “- No… non stavamo neanche suonando, ormai! Chiacchieravamo! Mica il re ci vuole vietare anche questo lusso?” ironizzò Federico, tranquillizzandola e facendola arrossire e azzittire di colpo. “- Allora ci vediamo domani… ciao a tutti!” si salutarono i giovani, allegramente.
Presto però, qualcosa, avrebbe sconvolto quello splendido clima armonioso che c’era tra loro… anzi… parecchie cose lo avrebbero fatto…
 
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Ciao a tutti!!! Prima di tutto voglio ringraziare tutti coloro che hanno recensito con degli splendidi commenti! Grazie di cuore! Che ve ne pare di questo secondo capitolo? Io amo la scena di Leon e Vilu, all’inizio… e poi il sogno di lei... *-* Leon riuscirà ad entrare nell’accademia? E come la prenderanno i ragazzi quando incontreranno, il nuovo studente, Thomas Heredia, principe di Magnolias? Che carini che sono Luca e Camilla… e cosa ci sarà tra Federico e Francesca? Nascerà qualcosa? Attendo i vostri commenti… alla prossima! Ciao :)
  
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