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Autore: Artemis97    12/05/2013    3 recensioni
Isabella è morta giovane.
Edward è un vampiro e con la sua famiglia va ad abitare in una casa da lei infestata.
Cosa succederà?
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I LOVE A GOST
 
CAPITOLO 1
MI SENTO UN FOSSILE
 
Isabella pov
 
Ero sempre stata una figlia modello e pensate che sono nata nel 1250. Bel viso, cuore generoso, fama di ragazza seria e dal cuore grande e tutte le altre stronzate via di seguito. Avevo una famiglia piuttosto ricca, anzi, ricca è riduttivo. Ero più ricca di interi imperi e questo perché, diciamolo, la mia famiglia era malvagia fino al midollo. Sfruttavano e cercavano modi di arricchirsi in ogni maniera, ma almeno salvavano l’apparenza. Eravamo tutta gente onesta agli occhi della gente, massa di stupidi ignoranti! La mia famiglia pensava soprattutto al potere e, quando il principe C.C. (il suo nome intero è orribile: Calidous Caddielos perciò l’avevo e lo chiamerò sempre C.C.) mi chiese in moglie non rifiutarono. Ma io volevo davvero sposarlo? No. Quel tipo era un uomo rozzo, volgare e orribile. Basso, tarchiato, con i denti marci, non sapeva proprio cosa fosse la pulizia. Era un tipo violento, senza cuore ne onore e io ne ero profondamente disgustata. Come potevo anche solo giacere con … con quel essere? Ma non potevo oppormi, le donne dovevano essere remissive a quel epoca. Provai a discutere con lui qualche volta per cercare di farmelo piacere, di trovare qualcosa di positivo in lui, ma niente! Insomma, neanche un lato positivo! E poi più gli parlavo, più dovevo inventare scuse per fargli tenere le mani apposto, più sentivo l’irrefrenabile impulso di non ubbidire alla mia famiglia e così feci.
Devo dire che è stato piuttosto tremendo, mio padre non voleva ascoltarmi, mia madre sembrava totalmente assente. I nonni, gli zii, nessuno mi aiutava e io ho capito che a nulla sarebbero valse le mie richieste. Volevo fuggire, ma loro me lo impedirono. Fecero chiamare quel vile di C.C. per farmi venire a prendere e per farci unire in matrimonio quel giorno stesso. Pregai, li scongiurai, ma loro erano come sordi alle mie parole. Mi incatenarono i polsi e, quando il principe era arrivato, porsero a loro la catena come se fossi un cane. E a quel punto scoppiai. 
Io sono Isabella Marie Swan e quello che feci divenne leggenda.
Le persone in casa mia presero fuoco una ad una e io gli osservai urlare di dolore con immensa gioia, alcuni di loro mi additarono urlando “strega, strega” da tempo era iniziata a circolare quella voce poiché intorno a me erano iniziati ad accadere strani eventi. Che mi chiamassero pure come volessero, loro sarebbero comunque morti mentre io no. Io sarei vissuta in eterno intrappolata lì, lo sapevo in qualche modo. Avevo acquisito una conoscenza infinita di tutto quello che esisteva nel mondo e c’ero anche io. Io ero un essere, e lo sono ancora, mitologico. Io sono una strega senza tempo, condannata. Se non morivo per morte naturale, sarei rimasta sotto forma di spettro agganciata in questo mondo. 
Sono morta e non di morte naturale purtroppo. Uno dei miei parenti era riuscito ad appiccare fuoco alla casa finendo contro le tende ed ecco che loro ottengono il consenso per passare dall’altra parte e io invece sono qui, da troppo tempo oramai. 
La casa è stata ricostruita, la mia storia circola ancora. Io sono lo spettro che infesta la casa vicino al bosco di Forks. Posso lasciarla qualche volta, posso assumere l’aspetto che voglio, posso toccare ed essere toccata quando voglio eppure mi manca avere un corpo, la sensazione di avere una massa corporea è meglio di quelle di un guscio. Mi manca davvero il mio corpo.   
Mi sono adeguata a vivere in tutte le epoche che sono susseguite alla mia, spaventavo al minimo gli abitanti della mia casa, parecchie volte li ho fatti fuggire via spaventati e mi sentivo sempre più sola e disperata quindi ho smesso e cerco di fare la brava. Comunque, ogni tanto faccio qualche gita al mondo esterno e scopro le ultime novità. In uno di questi giorni sono venuta a conoscenza della leggenda su casa mia. Avevo fatto una ricerca su google che mi aveva trovato un articolo che riportava un mio ritratto -l’artista era Lucios ed era piuttosto bravo e meritava tutto il mio rispetto per la sua arte, la donna ritratta sembra la mia copia sputata! Lucios mi adorava e io, a tredici anni, avevo una piccola cotta per lui a quei tempi, ma era passata quando ne avevo quindici- e che narrava una storia secondo la quale, le credenze di quell’epoca affermavano che qualcuno aveva dato fuoco a casa mia con tutta la mia famiglia e me dentro per via di un matrimonio combinato con un principe. Diceva che io non avevo trovato la pace e che ero divenuta un fantasma che infestava questo mondo solo per fare qualcosa e per trovare la pace che tanto desiderava. Devo dire che non ci hanno preso per niente, ma la sola cosa che mi infastidisce, che è terribile, orribile, un errore così orrendo che io avrei evitato,  e che mi ha offeso profondamente: io non sono un fantasma! Sono uno spettro! Che insulto, che offesa!
Adesso mi sento così vecchia, sono un fossile vivente, o meglio non vivente, una via di mezzo insomma. Ma io sono ancora qui e la noia non mi lascia stare. Mi ero seduta in soffitta su un divanetto e mi ero sdraiata supita ed avevo iniziato ad avere sonno, mi ero detta “chiudo gli occhi solo per qualche secondo” e questi divennero minuti, ore, giorni, mesi ed anni. Ero scomparsa da quel mondo, la mia essenza appena presente. La mia figura era completamente scomparsa ed io ero sospesa tra due dimensioni: questa e quella dei morti. Mi sento un fossile, perché risvegliarmi dal mio torpore? 
Sarei rimasta così per sempre. 
Ci sono dei nuovi abitanti in casa mia da qualche giorno e il mio spirito è richiamato di là. Devo andare, devo capire la natura del perché io mi sto risvegliando. Voglio solo dormire diamine!
Ed ecco che è come se aprissi di nuovo gli occhi su quel mondo e capisco subito di non essere più in soffitta, anzi, non sono in quella che una volta era una soffitta. Lo sento, qualcuno ha ristrutturato la casa facendo scomparire la soffitta e costruendo delle stanze. È orribile! Il mio cuore piange e si dispera. Chi ha osato?!? Perché ti hanno fatto una cosa così brutta casetta mia? Perché?!? La stanza non ha un letto, solo un divano. Mi alzo da terra, alla scomparsa del divano su cui riposavo sono finita a terra e neanche me ne ero accorta! Certo che dormivo davvero profondamente!
Comunque ci sono cd e dischi di musica soprattutto di Debussy, libri, armadi, una scrivania con un computer spento sopra. 
Sono tutti al piano di sotto, in salotto. Lo so, io e la casa siamo collegate. La sento pulsare di energia nuova, so che è felice del mio risveglio come sono io di vederla ancora in piedi anche se il fatto che le hanno fatto questo è orribile! Devo picchiarli, mi basterà tirare loro uno schiaffo, prometto, e giuro: non sarà colpa mia se, per esempio, li picchio a sangue. La casa, io l’ho chiamata B. che è l’iniziale del mio soprannome  cioè Bella, sente la mia rabbia e mi tranquillizza “lo so piccola mia che sei contrariata, calmati, ti ho chiamata per loro, vai” e così è lei che mi ha tirata fuori dai due mondi. “Perché non lo hai fatto prima?” le chiedo curiosa “perché tu avevi sonno” risponde semplicemente e ci scolleghiamo. Ha pensato a me, non mi ha chiamato anche se così è rimasta sola, ah, mia piccola B. come ti voglio bene. Sei la casa, donna, più dolce che ci sia. 
Scendo le scale lievitando, detesto camminare e, a meno che io non sia costretta, preferisco librarmi in aria. Bah, altro che forza di gravità, ti batto chica! 
In salotto ci sono loro e B. si ricollega a me mostrandomi dei volti e donando a ogni uno di loro un nome e spiegandomi i loro rapporti tra di loro. Per adesso li osserverò soltanto.
 
Edward pov
 
Io e la mia famiglia ci siamo trasferiti a Forks da soli dieci giorni e abbiamo scelto una casa vicino al bosco. Ci siamo sistemati, l’abbiamo ristrutturata, siamo ottimi anche in queste cose quando si vive tanto a lungo ci si diverte ad imparare sempre qualcosa di nuovo. Abbiamo ristabilito il patto con i mutaforma della riserva e abbiamo iniziato a frequentare di nuovo il liceo, che pizza! Mai qualcosa di nuovo, la vita non ha più sorprese ormai. Speriamo che questa casa infestata ci sia di aiuto. Alice ci ha predetto, mettendo su una faccia da folletto misterioso, che saremmo venuti qui e che avremmo incontrato qualcuno che vi abita da tempo. Su questa casa abbiamo anche indagato ed è uscita la storia del fantasma che la abita. Noi, intanto, ci viviamo da dieci giorni e ancora nulla di nuovo “abbi pazienza Eddy, vedrai che si farà vivo” sbuffo, certe volte Alice sembra avere il mio potere di leggere nel pensiero e non quello di vedere nel futuro. “Tutto questo lo trovo noioso e una totale perdita di tempo” rispondo io, Jasper sorride e interviene “lo so, lo sento” lo guardo irritato ed Emmett interviene con il suo fare da orso “dai smettetela, i fantasmi non esistono” io non gli presto attenzione, guardo invece Jasper, lui ha il potere di sentire e calmare le emozioni. È snervante averlo intorno come è snervante, in fondo, averci me. Con me nessun pensiero è al sicuro. Per questo sento una voce “lo so piccola mia che sei contrariata, calmati, ti ho chiamata per loro, vai” 
“lo avete sentito?” chiedo. Loro mi guardano straniti  e io tento di spiegarmi avendo capito che quello che ho intercettato è un pensiero “è una voce dolce, come quella di una mamma verso la figlia” e ripeto le sue parole, Jasper si guarda intorno e dice preoccupato ed eccitato “sento da quando siamo arrivati delle emozioni in sottofondo, ma adesso sono nitide e chiare. Quella che sento è un immensa gioia” “anche io ho provato una cosa simile da quando siamo qui, pensieri che non riesco ad afferrare e invece ora mi raggiungono chiaramente2 ammisi, sento di nuovo qualcosa e vedo che qualcuno ci sta presentando a qualcun altro. Ci descrive minuziosamente e io riferisco subito alla mia famiglia quello che ho captato, rimaniamo tutti in silenzio cercando di capire. Il silenzio che si è venuto a creare è interrotto da Alice che salta via dalle gambe di Jasper e batte le mani come se avesse raggiunto l’illuminazione “ma non capite? È il fantasma che sta venendo qui” aha, brutta storia. Come sono i fantasmi? Odiano i vampiri? Finalmente, forse, lo stiamo per scoprire. Emmett intanto si piega in due “ma non mi dite che ci credete davvero?” chiede tra una risata ed un’altra “i fantasmi non esistono” dichiara deciso. Uno sbuffo ci fa gelare tutti, chi ha sbuffato? Nessuno di noi lo ha fatto, ne sono certo. Ci giriamo lentamente verso l’ingresso del salotto e la troviamo lì, appoggiata allo stipite della porta. “Come odio quelli che mi definiscono un fantasma, i fantasmi sono dei spocchiosi. Io sono uno spettro, tzs!” dice sdegnata e la sua voce è come un coro di arpe, anche se diversa da quella di cui ho sentito prima. È bellissima. Ha i capelli color mogano lisci e sciolti lunghi fino alla vita, occhi castani, pelle diafana. Labbra sensuali con il labbro di sotto più grande di quello superiore, però è vestita in modo strano: pantaloni a zampa di elefante neri a vita bassa, scarpe da ginnastica di una marca ormai scomparsa, la fabbrica è stata chiusa nel 2005. Ora siamo nel 2033. Ha un top senza maniche Magenta che lascia scoperto l’ombelico sempre di una marca scomparsa che sembra nuovo. “E poi chi gli ha detto che i fantasmi non esistono? Scommetto che se direi loro che i vampiri esistono ci crederebbero subito” si comporta in modo strano, come se non sapesse che noi possiamo vederla e poi come reagirebbe se le dicessimo che siamo vampiri? La ragazza spettro sospira “che parlo a fare, tanto non mi sentono e continuano a fissare il muro dietro di me con quella faccia da pesci lessi!” dichiara, poi alza un sopracciglio “possibile che … no, non lo è” e si volta per allontanarsi e mi accorgo che non tocca neanche il suolo! È a pochi centimetri da esso in effetti. “Aspetta” la richiamo riprendendomi, non se ne deve andare, è tutto quello che so. Lei si gela sul posto e torna a voltarsi verso di me, di noi con espressione stupefatta “non è possibile” dichiara e io sento di nuovo quella voce “sì che lo è” e sembra che anche lei la sente perché guarda le pareti della casa e sussurra “tzs, che mi tocca sentire. Nessuno può vedermi in questa forma a meno che …” torna a voltarsi di nuovo verso di noi e ci osserva attentamente “siete creature soprannaturali, già già. Vampiri, il colore della vostra pelle lo suggerisce, ma quegli occhi … hmmm … forse dovrei andare a fare qualche ricerca, tu che dici B.?” chiede e io sento una voce rispondere il proprio consenso. Lo spettro annuisce “che fa, parla da sola come una pazza? Uno spettro pazzo, ci sarebbe da divertirsi in un combattimento … ma gli spettri si possono toccare?” chiede Emmett curioso, ma nessuno gli presta attenzione. Io, intanto, mi sento in dovere di intervenire per difenderla “no, c’è qualcuno con lei. La mente che avverto è quella di una donna, sembra quella di una madre che le parla con voce calma e dolce. Credo che le emozioni che avverti Jasper siano le sue” dichiaro e loro la fissano con vera curiosità, intanto lo spettro sbadiglia e si dirige verso la porta, no! devo fermarla. “Ehi senti, possiamo darti noi la chiave del mistero se tu torni qui e ci spieghi chi sei” lei torna indietro “bene, odio perdere tempo e vedi di essere veloce, diretto e coinciso. Sono ancora mezza addormentata e non mi va di andarmene così in fretta senza che B. sia soddisfatta” dichiara andandosi a sedere sulla poltrona vuota. Io ho un’unica certezza: voglio che mi resti sempre accanto.
  
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