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Autore: KiaWolf    12/05/2013    4 recensioni
Edward è un attore di fama internazionale.
Bella è una ragazza normale e sua fan sfegatata.
Edward è famoso.
Bella è malata.
Edward è destinato a restare in eterno nella memoria di tutti per la sua celebrità.
Bella è destinata a morire, lentamente.
Entrambi, però, sono felici della loro vita.
Allora cosa farà incrociare i loro cammini?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Charlie/Renèe, Emmett/Rosalie
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo grammaticalmente corretto, per chi l'avesse letto prima. ;)

Ascoltate questa canzone quando iniziano a ballare ;)


https://www.youtube.com/watch?v=Y1hcc1QvM2Q


Pov. Bella

 

“Buon compleanno, Bella.”
 
 
Forza che ce la fai, dai, non è poi così difficile! Su, non ci vuole una laurea, Bella, basta aprire la bocca, fare buon uso delle tue corde vocali ed emettere anche una sillaba.
Ma quale sillaba e sillaba, non riuscivo neanche a sussurrare una vocale! La voce non ne voleva sapere di uscire fuori, tanta era l’emozione che provavo in quel momento.
Era impossibile che stesse accadendo proprio a me.
Bella, se non ti sbrighi, ti prenderà per pazza! Muoviti!
Senti tu, Vocina dei miei stivali, vuoi stare zitta una buona volta? Devo concentrarmi…
Ehm… si, ecco…
Va bene, anche senza l’insopportabile vocina non riuscivo a concludere niente.
Cavolo, stavo facendo proprio un’egregia figura!
D’accordo, pezzo di sconclusionata che non sei altro, ti aiuto io! Allora, ripeti con me: ‘Ciao Edward!’
Su, ce la posso fare.
Ce la devo fare.
“Io.. ehm.. tu, ecco.. insomma sei, sei… davvero tu?”
-‘E il premio alla ragazza più imbranata del secolo va a… ISABELLA SWAN!’-
Grazie mille per aver ascoltato i miei consigli! Ma che ci sto a fare qui? Mi viene quasi voglia di andarmene…
Ecco, brava, sarebbe la prima cosa giusta che fai in tutta la tua – ehm, mia – vita.
Cioè, potevo essere più stupida?
Istintivamente abbassai lo sguardo, di sicuro rossa per l’imbarazzo, ma rialzai gli occhi quando sentii la sua risatina.
Era ancora più bella dal vivo.
“Sì, beh, sono davvero io!”
La mia bocca si aprì involontariamente in un sorriso.
Rimasi a fissarlo inebetita, senza emettere un suono.
“Ehm, bene, anche se mi sembra inutile, sarà meglio che mi presenti. Sono Edward Cullen, piacere di conoscerti. Tu devi essere Isabella, giusto?” disse tendendomi la mano.
Lui, lui conosceva il mio nome.
Sapeva come mi chiamavo.
Potevo urlare a squarciagola e mettermi a saltellare per la mia troppa felicità?
Se non vuoi che il resto del mondo venga a conoscenza della tua instabilità mentale, direi proprio di no.
Già, mi sa che è meglio.
“S-sì, sono i-io. M-ma ch-chiamami Bella!”
Certo che il balbettio potevi pure risparmiartelo!
“D’accordo, Bella. Tanti auguri!”
“Oh, g-grazie…”
Avevo così tante domande da fargli, ma non sapevo da dove iniziare, quindi mi limitai a ricambiare il suo sguardo, perdendomi nei suoi occhi smeraldo.
Era un sogno..
Mi riscossi dal mio torpore momentaneo quando qualcuno al mio fianco si schiarì la voce.
“Ehm tesoro, credo che prima di tutto sarebbe meglio invitare tutti i presenti a continuare la loro serata, non trovi?”
Alle parole di mio padre, distolsi lo sguardo e osservai tutte le altre persone presenti.
La maggior parte di loro era sbigottita, alcuni sorridevano, altri erano in trans, ma tutti rimanevano in silenzio.
Già, mi sa che non era il caso di lasciarli così…
Però mi vergognavo troppo per parlare.
Mio padre capì il mio problema e allora lo fece lui per me.
“Ragazzi, continuate pure a ballare e divertirvi, è pur sempre una festa, no?”
Allora si riscossero tutti e il dj ricominciò a inserire canzoni una dietro l’altra. Per rompere il ghiaccio, mio padre trascinò mia madre in pista e iniziarono a ballare.
Va bene, ad oscillare da una parte e dall’altra.
A quel punto mi girai verso Edward, che non aveva distolto neanche per un secondo lo sguardo.
“Dai tuoi occhi si vede che hai un po’ di domande da farmi.. Vieni, mettiamoci qui di lato e sediamoci, così potremo parlare tranquillamente.” disse, prendendomi per mano e conducendomi verso un estremo della pista.
Mi stava tenendo per mano.
D’accordo, prima o poi mi sarei sciolta.
Ci accomodammo e lui con un cenno della testa mi invitò ad iniziare.
“Allora, prima di tutto vorrei ringraziarti per essere qui, perché, penso che l’avrai capito, conoscerti è da sempre il mio sogno più grande. Non riesco a credere che tu sia qui, quindi grazie, grazie, grazie!” dissi tutto d’un fiato.
“Non devi ringraziarmi Bella, ma dovresti ringraziare i tuoi genitori perché ti vogliono un bene dell’anima e hanno tentato di tutto pur di farti felice. Io ho solo dato una mano.”
Mi girai allora verso i miei, che continuavano a “ballare” in pista, ma che mi guardavano con la coda dell’occhio, e sorrisi commossa.
Erano le persone più belle che esistessero sulla faccia della Terra. Mi sfuggì una lacrima, che raccolsi in fretta e furia prima di ritornare a guardare quel viso stupendo.
“Sono meravigliosi..” risposi e lui annuì.
“Comunque, come hai fatto a venire qua? Insomma, volevo dire, come sapevi che oggi era il mio compleanno e che festeggiavo proprio qui?” chiesi.
“Mi sono messo d’accordo con tuo padre.”
“Charlie ha usato internet?” domandai con gli occhi sgranati. Era una data da segnare nel calendario.
“Ehm, no, veramente mi ha mandato una lettera…” rispose grattandosi la testa e sorridendo.
“Ah beh, adesso ci siamo..” risi e lui mi seguì.
“Ho quasi rischiato di rovinare la sorpresa stamattina!” continuò.
“Davvero?”
“Sì, mi hai quasi sgamato al bar per colpa di Jazz!”
“Al bar…? Aspetta, Jasper Withlock è qui con te? Ma  quindi… voi siete i due ragazzi che ho servito! Ecco perché avevate qualcosa di familiare, quello che mi ha parlato era il tuo agente!”
“Già, è stato una frana a mentire e io non sapevo più come nascondermi dietro il giornale!”
Mi abbandonai ad una risata insieme a lui.
Mi veniva così naturale essere me stessa.
In quel momento iniziò una di quelle canzoni adatte a ballare un lento ed Edward si alzò e si mise davanti a me.
“Ti va di ballare?” mi chiese.
Bene, peggio di così non poteva andarmi.
“Ehm, veramente io n-non so b-ballare…” dissi arrossendo.
“Puoi affidarti a me!”
A quelle parole alzai lo sguardo e vidi i suoi occhi che brillavano.
Ma che pezzo di truffatore!
“Non puoi rubare una delle frasi di un tuo personaggio, è illegale e scorretto nei miei confronti!”
“Touchè..”
Ma a quel punto sfoderò il suo magnifico sorriso e io non riuscii a resistere.
“Va bene, ma stai attento ai tuoi piedi!”
“D’accordo” disse ancora col sorriso, trascinandomi a centro di pista.
Già alcuni stavano ballando, ma al nostro arrivo si misero da parte e ci fecero passare, come se fossimo una di quelle coppie dei film.
Era una stana sensazione essere la protagonista.
Edward prese le mie mani e se le portò dietro il collo, mentre le sue finirono nei miei fianchi, e poi iniziammo a muoverci.
Alzai lo sguardo verso di lui e ancora una volta mi persi a contemplare quelle due gemme verdi che mi guardavano intensamente.
Erano… erano…
Ehm, cos’è che stavo dicendo?
Ah, sì.
Erano come due fari luminosi in una notte buia, come la stella polare per i naviganti, come il sole per le piante, come un tramonto bellissimo, come un soffio di vento, come l’aurora.
Uno spettacolo indispensabilmente meraviglioso.
 




Pov. Edward

 
Uno, due, tre, passo avanti. Uno, due, tre, passo indietro.
L’importante è seguire la musica, e tutto andrà bene.
Sì, come no, come se ballare fosse il mio pensiero principale in questo momento.
La stavo stringendo fra le braccia.
La ragazza più coraggiosa e splendida del pianeta stava davvero ballando con me.
Perché mi sentivo impacciato come un elefante in mezzo a tanti bicchieri di cristallo?
Ero quasi più emozionato di lei.
Com’era possibile?
Forse mi sentivo a disagio per il fatto di aver conosciuto una persona con la quale io non potevo assolutamente competere.
Era molto più in gamba di me.
Tutti, prima o poi nella vita, ci sentiamo quasi in dovere di metterci da parte e lasciare spazio a coloro che riteniamo essere molto più degni di considerazione.
E lei era uno di questi.
Perché aveva dovuto sopportare così tanto dolore e così tanta sofferenza, che la mia popolarità era nulla in confronto alla sua bellissima persona.
Mi sentivo leggermente in soggezione.
Eppure lei non mostrava di essere consapevole della sua grandezza, anzi fino a quel momento aveva fatto di tutto per ringraziarmi per quello che avevo fatto.
Come se ciò avesse potuto minimamente ripagarla di tutto.
Mi concentrai totalmente su di lei, sulle mie mani nei suoi fianchi, sui nostri movimenti.
Assomigliava ad un piccolo angelo, sempre sorridente e con due diamanti al posto degli occhi.
Sembravano cioccolato fuso: com’era possibile che due occhi marroni potessero essere così profondi, tanto da riuscire a leggerle l’anima?
“Ti prego, dimmi che non sto sognando…” la sentii sussurrare.
Risi leggermente, per non rovinare quell’atmosfera magica che ci circondava.
“Non stai sognando, è la realtà..”
A quella parole, il suo sorriso si allargò.
Era magnifica.
“E, putroppo per te, dovrai sopportarmi per altre due settimane!”
Ok Edward, hai appena sganciato la bomba.
Preparati all’ esplosione fra tre, due, uno..
“CHE COSA?!”
Aveva gli occhi sgranati, la bocca spalancata e si era fermata di botto.
Bene, adesso ero seriamente preoccupato.
“P-pensavo che ti avrebbe fatto piacere… I-io volevo seriamente conoscerti dopo aver letto la lettera di tuo padre e quindi mi sembrava una cosa carina…”
“T-tu mi v-vuoi conoscere? Sul serio?”
Perché, era davvero una cosa così strana?
“Certo! Ma se a te non va bene, io posso…”
“NO! Ehm, volevo dire, no, a me va benissimo! È stato soltanto uno shock sentirtelo dire. Sai, non capita tutti i giorni di incontrare la persona che vuoi conoscere da tutta la vita e che ti dice che vuole passare con te due intere e lunghe settimane!”
La conoscevo da meno di un’ora e già adoravo il suo parlare frettoloso e tutto d’un fiato quando era nervosa.
Era esilarante e davvero buffo.
“Beh, ‘cosa sono gli uomini in confronto alle rocce e alle montagne’?” risposi sorridendo.
Lei mi guardò sbalordita.
“Non puoi citare Jane Austen e non pagarne le conseguenze con me!” disse di getto, ma subito dopo si morse il labbro, imbarazzata.
Forse credeva di aver esagerato.
“Allora mi assumo tutte le mie responsabilità, my lady!”
A quelle parole lei rise con me.
Sarebbero state due settimane interessanti.
 



Pov. Bella

 
Anche quando varcai la soglia di casa mia, avevo ancora la mente fra le nuvole.
“Allora Bella, ti è piaciuta la serata?” chiese mio padre, ma io non gli diedi quasi ascolto.
Infatti, mentre posavo il giubbotto stavo pensando alla parte della serata in cui avevo presentato Edward ad Alice e Rose.
 
Mentre ancora stavo ballando con lui, sentii una mano che mi toccava una spalla.
Allora mi girai e trovai di fronte a me le mie due migliori amiche che mi sorridevano.
Ricambiai il sorriso e mimai un ‘È un figo assurdo!’ senza farmi vedere da Edward.
Loro sorrisero e con lo sguardo mi chiesero di presentarle.
“Edward, vorrei presentarti due persone: loro soro Alice e Rose, le mie due migliori amiche.” gli dissi, indicandole.
Alice fu la più coraggiosa e gli tese la mano per prima.
“Piacere, Alice.” disse tutta tranquilla, al che anche Rose si presentò.
“Piacere mio, ragazze.” rispose educato.
Parlammo un po’, ma presto venimmo interrotte.
“Ehm, scusami Edward, da quando in qua non mi presenti?”
Il ragazzo biondo che avevo servito di mattina al bar si era appena rivolto ad Edward.
Era il suo agente Jasper, adesso lo riconoscevo pienamente.
Era apparso molte volte con lui, ma naturalmente non mi ci ero soffermata tanto.
Avevo avuto
ben'altro da guardare.
“Oh, certo! Scusa Jazz, queste sono Bella insieme alle sue amiche Alice e Rose. Ragazze, lui è Jasper Withlock, il mio agente e migliore amico.”
“Piacere, io sono Bella.” dissi stringendogli la mano.
“Ciao Bella, sono molto felice di conoscerti. Edward non ha fatto altro che parlare di te in questi ultimi due giorni, che alla fine mi sono convinto ad accompagnarlo!”
Io abbassai lo sguardo, imbarazzata.
Poi lui si rivolse alle mie amiche.
“Comunque, piacere di conoscere anche voi.”
“Ciao, io sono Rose”
“C-ciao, i-io invece sono A-Alice..”
Aspetta un secondo… sbaglio o Alice aveva appena balbettato?
E da quando in qua lo faceva?
La guardai, ma lei era troppo intenta a fissare Jasper.
Mmm, non è che…
“Va bene, ragazzi, vi lasciamo di nuovo soli. Alice, che ne dici di ballare con me?” disse Jasper.
Lei si limitò ad anuire, sorridendo.
“Mi raccomando, tratta bene la nostra amica e ricordati che ti teniamo d’occhio!” disse Rose sorridente, ma io sapevo che era molto seria.
Sempre la solita Rosalie.
“Non preoccuparti, starò attento.” rispose Edward, ricambiando il sorriso.
 
“Ehm, Bella?”
Oppure ricordai quando, a fine di serata, fu il momento di salutarlo.
 
“Grazie mille, Edward, mi hai regalato il compleanno più bello di tutta la mia vita.”
“Grazie a te, per avermi permesso di conoscerti. È stato un onore.”
Io abbassai lo sguardo, poiché ero visibilmente arrossita.
“Ci vediamo domani..” disse e, inaspettatamente, prima di uscire dal locale, mi salutò con un bacio sulla fronte.
Lo guardai andarsene ancora imbambolata.
 
“Lasciala stare, Charlie, è ancora sotto shock..” disse mia madre ridendo.
Mio padre la seguì a ruota.
Io mi risvegliai dal torpore in cui ero caduta.
“Grazie papà, grazie mamma, è stato un compleanno stupendo! Vi voglio tanto bene!” dissi stringendoli in un abbraccio.
“Siamo contenti che ti sia piaciuto, tesoro..” rispose mio padre, felice.
“Adesso vado a dormire, sono molto stanca.. Buonanotte!” li salutai con un bacio sulla guancia e salii in camera mia, dove ben presto mi abbandonai ad un sonno pieno di bellissimi sogni.
 

*****

 
Mentre scendevo le scale per andare in cucina, non potevo fare altro che ripensare al mio sogno. Era stato così vivo, sembrava così vero, che appena mi ero svegliata ero rimasta delusa. Non avevo avuto voglia ne di lavarmi che di vestirmi, per questo adesso ero ancora con i capelli incasinati e i pantaloncini e la maglietta leggermente sbrindellata che usavo per dormire, mentre mi trascinavo di mala voglia di sotto per fare colazione.
Mannaggia a me e alla mia fervida immaginazione…
“Buongiorno, cosa c’è di buono? Devo affogare i miei dispiaceri nel cibo!” dissi entrando in cucina e salutando i miei genitori.
Ma quello che vidi mi fece bloccare vicino alla porta.
Non era stato un sogno.
Era tutto vero.
Vero.
V-E-R-O.
Lo avevo conosciuto davvero.
Edward si trovava seduto in una delle sedie della cucina e mi guardava leggermente divertito.
In quel momento mi ricordai di come ero combinata.
“Ommioddio! Ahhhhhhhh!” urlai, scappando e uscendo di corsa dalla cucina.
Mi appiattii nel muro, cercando di calmarmi.
Respira, tranquilla, respira.
Ok Bella, valutiamo la situazione.
1) Sei appena entrata in cucina e lui ti ha visto.
2) Hai i capelli che sembrano una balla di fieno.
3) Il tuo pigiama, se così si può chiamare, è orrendo e vecchio quasi quanto nonna Marie.
4) Hai appena fatto la figura di una stupida malata di mente che urla per tutta la casa.
Ah, e non dimenticare la tua entrata trionfale con la fantastica frase ‘Devo affogare i miei dispiaceri nel cibo!’! Potevi dire qualcosa di più arguto, non trovi?
Grazie Vocina per il tuo continuo sostegno morale!
Ma che ne sapevo io che lo avrei trovato in cucina in tutto il suo splendore?
E poi pensavo di averlo solo sognato, dannazione!
D’accordo, ma adesso che ne dici di non peggiorare ulteriormente le cose e di ritornare di là?
Sì, mi sa che è il caso…
Cercai di dare un senso al groviglio nei miei capelli con le mani e provai a sistemare la maglietta.
Bene, un respiro profondo…
“Ehm, buongiorno a tutti! Scusate per prima, adesso è tutto apposto…”dissi non appena entrai.
“Buongiorno cara” disse mia madre, mentre mio padre sorrideva da dietro il giornale.
“Ciao Bella” disse la sua voce.
“C-Ciao Edward..” risposi arrossendo e sedendomi a tavola accanto a lui.
“Ecco qui, ragazzi: cornetti appena sfornati! Abbuffatevi pure!” annunciò mia mamma mentre ci metteva davanti un vassoio pieno di cornetti fumanti.
Inevitabilmente mi venne l’acquolina in bocca.
“Sono buonissimi, complimenti!” disse Edward dopo averne addentato uno.
Io lo guardai di sottecchi mentre prendevo il mio.
Era splendido stamattina.
I jeans gli fasciavano le gambe in una maniera favolosa e la camicia a quadri esaltava il colore ramato dei suoi capelli.
Bella, attenta a non sbavare!
“Allora, che facciamo oggi?” disse lui, interrompendo il flusso non proprio tranquillo dei miei pensieri.
Ci riflettei un attimo e poi mi venne un’idea.
“Che ne dici se ti porto a fare un giro della città? Non è tanto grande, ma ci sono alcuni posti davvero carini…”
“D’accordo, affare fatto! Oggi sarai la mia guida ufficiale!” rispose sorridendomi.
Dopo aver finito di mangiare, mi andai a preparare mentre Edward aspettava di sotto con i miei.
D’accordo, era una situazione davvero strana, ma mi ci sarei dovuta abituare a quanto pareva.
Ci misi più del mio solito a prepararmi e, guardandomi allo specchio, pensai che Alice sarebbe stata fiera di me: avevo messo pure un po’ di mascara!
A proposito di Alice, dovevo ricordarmi di chiamarla: doveva dirmi un po’ di cose...
Scesi di sotto e vidi che mio padre era già andato a lavoro.
“Andiamo?” chiesi ad Edward, leggermente agitata per la giornata.
Era normale sentirsi così, no?
NO?
“Certo!”
Mi sorrise e si alzò dal divano sul quale era seduto mentre parlava con mia mamma.
“A dopo ragazzi, divertitevi!” disse lei.
“Ciao mamma” la salutai prima di uscire dalla porta.
Una volta fuori da casa, mi voltai verso Edward.
“Allora, da dove iniziamo?” chiese.
“Facciamo un giro veloce e poi ti porto a vedere il mio posto preferito!”
E che la giornata inizi!




*****
Alurs, girls, che ve ne pare?
Io non riesco a giudicarlo, perchè stavolta non so se mi fa schifo oppure no.
Bene, dopo questa botta di autocelebrazione,
inizio a scusarmi per l'immenso ritardo, ma la scuola in questo periodo non perdona.
I vari James che vengono da tutti chiamati professori
mi stanno risucchiando così tante energie che,
quando apro word, crollo addormentata sulla tastiera.
Oggi però ce l'ho messa tutta ed eccomi qui.
Non ho neanche ricontrollato gli errori,
quindi fatemi sapere se c'è qualche obrobrio grammaticale.
Ringrazio IMMENSISSIMAMENTISSIMO
(si può dire? va beh, posso sempre utilizzare la licenza poetica/scrittorica... sì, certo...)
tutte voi che mi seguite, che apprezzate la mia storia e che recensite.
Ogni volta che leggo le recensioni saltello per tutta la stanza,
tanto che mia mamma ha già considerato l'idea di spedirmi al manicomio :P
Comunque, spero che questo capitolo vi piaccia ;)
Ok, sproloquio finito.
A presto, belle

Tanti baci :***

KiaWolf

   
 
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